Rieccomi qui, miei baldi figliuoli (
), a raccontarvi qualche bella storia di mitologia. Di solito si parla sempre di mitologia legata Saint Seiya, ma oggi voglio parlarvi di Naruto, il famoso manga di Masaaki Kishimoto; in particolare vi narrerò delle tecniche del Mangekyou Sharingan. Voglio rassicurare tutti coloro che odiano gli spoiler che vi parlerò solo di elementi che ci sono già stati mostrati
dall’anime giapponese (e poi subbato in italiano) della serie Shippuuden.
LA VERSIONE ANIME/MANGANota: le parole che scriverò in grassetto sono quelle che verranno riprese nella descrizione mitologica.Nell’anime e nel manga, la verità sul Mangekyou Sharingan ci viene rivelata completamente nello scontro tra Itachi Uchiha e suo fratello minore Sasuke. Qui scopriamo che questa tecnica oculare, evoluzione del normale Sharingan (l’abilità innata del clan Uchiha) consente al possessore di utilizzare tre tecniche molto potenti. La prima è
Tsukuyomi, chiamata in italiano tecnica della
luna insanguinata. Si tratta di un genjutsu (ossia un’arte illusoria) in cui il controllore “intrappola” (per così dire) la mente del suo avversario in un mondo illusorio del quale può controllare sia il tempo che lo spazio. La forza di questa tecnica consiste nel fatto che è quasi impossibile da rompere. Per liberarsi dai genjutsu, infatti, la prassi più comune è farsi toccare da un proprio compagno che immetta il suo chakra all’interno del nostro corpo e che quindi alteri il nostro flusso di chakra; il nostro avversario sarà dunque impossibilitato a controllare il chakra nella nostra testa (che è il meccanismo con cui i genjutsu vengono attivati) e la tecnica viene rotta. Questo metodo è inutile contro Tsukuyomi, poichè dato che con questa tecnica l’utilizzatore può controllare a proprio piacimento lo scorrere del tempo nel mondo illusorio, anche se l’avversario viene liberato in pochi secondi dall’illusione, nel mondo illusorio possono essere trascorsi anche parecchi giorni, e per colui che ha subito la tecnica sembrerà di essere rimasto imprigionato nel genjutsu per tutto questo lungo lasso di tempo e ne subisce le relative conseguenze. L’unico modo, quindi, per liberarsi dallo Tsukuyomi è contrastare il genjutsu solamente con le proprie forze, cosa difficilissima pochè si tratta comunque di una tecnica di altissimo livello. La tecnica risiede
nell’occhio sinistro di Itachi.
Il secondo potere legato al Mangekyou Sharingan è l’Enton (ossia “l’elemento fiamme infernali”), un fuoco nero in grado di bruciare qualunque cose e impossibile da estinguere finchè il bersaglio scelto non è stato completamente incenerito. Itachi utilizza questo potere attraverso la tecnica dell’
Amaterasu, una tecnica con la quale può incendiare con le fiamme nere sopra descritte qualunque cosa lui guardi. Una tecnica devastante e impossibile da evitare, che non penso abbia bisogno di ulteriori descrizioni. La tecnica risiede
nell’occhio destro di Itachi.
Colui che è in grado di risvegliare sia Tsukuyomi che Amaterasu, ha la possibilità di utilizzare una terza tecnica,
Susano’o. Si tratta di un gigantesco guerriero spirituale, controllabile a piacimento dall’utilizzatore della tecnica. Itachi ci ha mostrato che il suo Susano’o è in possesso di due armi (anch’esse spirituali): lo scudo
Yata no Kagami, in grado di deflettere qualunque attacco, e la spada Totsuka no Tsurugi, una spada in grado di “risucchiare” il proprio avversario e rinchiuderlo in un genjutsu eterno. Susano’o è potentissimo, e grazie ad esso Itachi è riuscito a sopraffare in pochi istanti persino la tecnica suprema di Orochimaru, lo
Yamata no Orochi (una sorta di “evocazione” con cui è possibile usare un gigantesco serpente a 8 teste) e a sconfiggere il nemico, nonstante questi avesse a disposizione anche il potere della spada
Kusanagi no Tsurugi.
LA VERSIONE MITOLOGICANota: le parole evidenziate nel pargrafo precedente subiranno qui lo stesso trattamento, per rendere più agevole al lettore il confrontoLe tre tecniche del Mangekyou Sharingan trovano ispirazione dalla mitologia giapponese shintoista.
Tsukuyomy, Amaterasu, e Susano’o sono tre fratelli: Tsukuyomi è il dio della
luna, Amaterasu è la dea del sole e Susano’o è il dio delle tempeste e degli uragani. Erano tutti e tre figli di Izanagi, il dio della Creazione.
Secondo la leggenda,
Tsukuyomi nacque dal dio Izanagi intento a purificarsi dai suoi peccati; per la precisione, fu originato quando Izanagi lavò il suo
occhio sinistro. Visse in paradiso assieme a sua sorella Amaterasu, fino al giorno in cui Uke-Mochi, la dea del cibo, lo invitò a pranzo. La dea si voltò verso l’oceano e sputò dalla bocca un enorme pesce; successivamente si voltò verso la foresta e uscì selvaggina da suo ano; infine, si girò verso una risaia e sputò del riso. Tsukuyomi fu disgustato dal modo in cui il banchetto venne preparato, e reagì uccidendo Uke-Mochi. Quando Amaterasu venne a conoscenza di questo fatto, scappò in un’altra parte del cielo, rifutandosi per sempre di rivedere il fratello; per questo motivo, secondo la leggenda, il sole e la luna non possono coesistere, ma si sono spartiti il giorno e la notte (e analogamente, albergano in due occhi separati di Itachi).
Amaterasu nacque invece quando Izanagi lavò il suo
occhio destro, ed è considerata la capostipite della famiglia imperiale giapponese. Dopo un feroce litigio con il fratello Susano’o (di cui vi parlerò in seguito), la dea inizialmente si rinchiuse in una caverna dalla quale diceva di non voler più uscire e condannando il mondo ad un’eterna oscurità (essendo lei la dea del sole). Un giorno la dea Ama-no-Uzume ebbe un’idea: fece realizzare un’enorme scudo di bronzo chiamato
Yata no Kagami e lo appese ad un’albero situato poco al di fuori dalla grotta nella quale era nascosta Amaterasu, dopodichè, organizzò una festa tra gli altri dei. Incuriosita dai rumori e dalle risa di divertimento, la dea del sole si affacciò fuori dalla grotta e vide il suo riflesso nello specchio di Yata. Lo stupore fu forte in Amaterasu, e le altre divinità aprofittarono di quel momento per afferrarla e trascinarla fuori dalla grotta riportandola in cielo.
Susano’o nacque da un soffio di Izanagi, ed era un dio la cui forza e il cui coraggio non avevano eguali. Tuttavia, la sua immensa forza era accompagnata da un carattere estremamente ribelle e bellicoso, arrivando persino a compiere una serie di gesti violenti contro gli uomini e le altre divinità. Uno di questi gesto fu rivolto alla sorella Amaterasu la quale, inferocita, decise di rinchiudersi per sempre in una grotta (come narrato poc’anzi). Per aver fatto correre il rischio di vivere in un mondo privo per sempre della luce del sole, le divinità esiliarono Susano’o sulla Terra. Pentito delle sue azioni, il dio delle tempeste si convertì al bene e iniziò a combattere per proteggere la Terra. In uno dei suoi scontri più famosi, Susano’o affrontò
Yamata no Orochi, un gigantesco serpente a 8 teste, allo scopo di salvare una ragazza di cui si era innamorato e destinata ad essere offerta in sacrificio ad Orochi. Con uno stratagemma, Susano’o fece ubriacare le 8 teste del mostro con del sakè, riuscendo poi a sconfiggerlo facilmente. Dopo averlo sconfitto, il dio iniziò a tagliare anche le 8 code del serpente, e nell’ultima di esse trovò la leggensaria spada
Kusanagi no Tsurugi. Susano’o offrì la spada alla sorella Amaterasu come dono di riconciliazione, la quale diventò così il possessore sia della spada che dello specchio di Yata
NOTA PER CHI E’ AL PARI CON IL MANGA DI NARUTOPer chi segue solo l'anime, questo è spoiler
Spoiler
Durante lo scontro tra Sasuke e il Raikage, l’Uchiha mostra di saper utilizzare una seconda tecnica basata sull’Enton (oltre ad Amaterasu): il Kagu-Tsuchi, mossa con la quale è possibile modellare a proprio piacimento la forma della fiamme nere (mello scontro sopra citato, le utilizza come scudo per proteggersi dagli attacchi del suo nemico. Anche Kagu-Tsuchi è una divinità della mitologia giapponese, per la precisione è il dio del fuoco
SPero che la lettura vi sia piaciuta
Al prossimo racconto