Saint Seiya GS - Il Forum della Terza Casa


Autore Topic: racconti mitologici  (Letto 14174 volte)

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Offline octopus

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racconti mitologici
« il: 13 Gennaio, 2010, 22:06:15 pm »
salve ragazzi. Ho notato che vi piace molto la mitologia (normale se si è iscritti a questo forum, altrimenti saint seya non fa altro che parlare di essa). Perciò ho pensato dato che non c'era di aprire un topic in cui farvi leggere qualche avventura degli o degli eroi.
Avvertenza: anche se baso i miei racconti su qualche libro da me letto su di essi, non li riporterò così come scritti sarebbe una violazione del diritto d'autore
Cominciamo con qualcosa di semplice.

Per maggior chiarezza del topic eccovi l'indice
Pag 1: la storia di Narciso; la storia di Protesilao; la storia di Adone; matrimonio tra Efesto e Aphrodite; L'Asino  d'oro; Perseo e di Andromeda;
Pag 2: La guerra di troia- i renitenti alla leva; Il tradimento di Palamede; Minosse ed il Minotauro; la cosmogonia greca; la Guerra dei giganti;
Pag 3: Ademto ed Alcesti, Deucalione e Pirra


Conoscete la storia di Narciso?

Spoiler
Narciso era figlio di Liriope, sedotta dal fiume Cefiso (per capirci un fiume), e dopo la sua nascita, come avveniva spesso un oracolo (o un indovino) per vedere se il figlio avesse avuto lunga vita. La risposta dell'indovino fu positiva, anche se specificò essa dipendeva dal fatto che egli non vedesse il proprio viso. Come potè reagire la madre a quelle parole? Subito si affrettò a far sparire dalla casa tutto ciò che potesse riflettere una immagine (gli specchi furono i primi).
Così Narciso crebbe felice fino al 16 anno, ed era il più bel ragazzo che si sia mai visto, se non fosse che a Narciso non interessava il suo prossimo, solo lui era importante per sè, insieme alla caccia che ovviamente faceva da solo. E proprio mentre stava cacciando, incontra Eco, una ninfa delle Oreadi celebre per la sua parlantina. Ma questa sua caratteristica fu la sua tragedia; infatti, accortosi il possente Zeus della chiacchiera della giovane, la usò in modo che distraesse la moglie Era mentre lui nel farttempo correva dietro a qualche bella ragazza. Però Era si accorse che Eco la stava solo intrattenendo mentre il marito la tradiva con l'ennesima rivale, e così, per punirla, le mise una mano alla bocca e le tolse l'uso della parola, o meglio le impedì di parlare ma le permise solo di ripetere gli ultimi suoni da altri pronunciati. Il Fato volle però che Eco si era perdutamente innamorata di Narciso. Il tutto successe quel fatidico giorno di caccia di cui si parlava. Ed ecco i problemi, come faceva a dire a quel giovane i suoi senimenti se non poteva parlare, se non ripetere le ultime sillabe da altri dette? Fu così che al loro primo incontro Eco fu rifiutata e da allora iniziò a vivere in solitaria e a coprirsi il viso rosso per la vergogna. Ma non solo, col passare del tempo la passione ed il dolore la iniziarono a consumare da dentro, tanto che nel giro di pochi giorni scomperve del tutto e rimase solo la sua voce, o meglio la capacità di ripetere l'ultima parola che udiva. Ma le vittime dell'amore di Narciso (non fu solo Eco ma anche Aminia, che si uccisero per il loro amore non corrisposto) resero il giovane impopolare, tanto che iniziarono a dire che doveva provare lo stesso dolore. Nemesi udì quelle parole, ed accadde che un giorno Narciso scorse una fonte d'acqua limpida nel mezzo dei monti. Narciso vi si reca per dissetarsi, e fu così che per la prima volta in vita sua vide la sua immagne riflessa. Per la prima volta vide il suo viso, i suoi occhi, la sua bocca i suoi lineamenti, e non potè fare altro che innamorarsi di se stesso. Cercò in tutti i modi di afferrare quella figura ma ogni volta che allungava le braccia l'immagine svaniva. Ciò lo fece disperare, la persona amata non rispondeva, così iniziò a piangere e le lacrime, cadendo nell'acqua l'incresparono tanto da far svanire l'immagine riflessa. Come reagì Narciso? Beh si uccise, forse pugnalandosi. Morto Narciso il suo coprpo venne preso dalle sorelle, ed al suo posto venne trovato un fiore giallo circondato da candite corolle. quel fiore venne appunto chiamato narciso.
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Questo è il primo racconto. se vi piace ne posso mettere altri (anche se come narratore non sono un granchè) però spero che vi possa piacere. Perciò fatemi sapere

la storia di Protesilao
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Innanzitutto, va fatta una precisazione: il suo nome non Protesilao ma Iolao; l'altro nome gli è stato affibbiato solo a morte avvenuta. Ma continuate a leggere è capirete.
Partiamo dalla nascita. Iolao era il figlio del re di Filace, Ificlo. Tuttavia questi era incapace di generare per via di una piccola offesa alla dea Artemide (se si può chiamare così, ma la dea in questione era molto vendicativa, anche per cose ancora minori). Che successe, Ificlo, assistendo ad un sacrificio in onore della dea rimase disgustato dal sangue, così il padre lo liberò da quella vista conficcando il pugnale del sacrificio nel tronco di una albero sacro. La dea pe punizione rese Ificlo incapace di generare.
Tornando al "presente", Ificlo, non sapendo il motivo della sua imotenza si rivolse ad un indovino, Melampo, e capita la causa della sua impotenza, ne risolse anche il problema.
Nacquero così due bambini Protesilao, appunto, e Podarce, famoso per la sua velocità nella corsa.
Protesilao era un bel giovane tanto che fece innamorare di sè la bella Laodomia, figlia del re di Iolco, Acasto, ed eccezionale scultrice. Tuttavia il padre di lei era contrario ad un loro matrimonio, non ne ricavava nulla.
Alle parole del padre la ragazza rimase molto male, e stava quasi per scappare dal suo amato quando ecco scoppiare la guerra di Troia.
Per capire bisogna dire che alcuni anni prima di questa storia, Acasto aveva giurato di proteggere l'onore di Elena, insieme agli altri principi Achei. Un pò controvoglia Acasto doveva mantener fede a quel giuramento, quindi doveva mandare in guerra quaranta navi nere guidati da un giovane di sangue reale. Come avrete capito il Re non aveva figli maschi, ma solo una figlia nubile; allora che fece? Mandò a chiamare Protesilao e gli chiese se voleva ancora sposare sua figlia, a patto che il matrimonio si celebrasse quella sera stessa. Questi naturalmente ne restò felice, si celebrò il matrimonio, passò la prima notte ed all'alba del girono seguente Protesilao partì per la guerra. Laodomia naturalmente pianse calde lacrime per lo sposo, maledicendo tutto e tutti.
Sulla stessa nave di Protesilao viaggiava un altro nobile illustre, il Pelide Achille. Arrivati a Troia, la nave fu accolta a pietrate, frecce ed insulti, ed il più offeso ne fu Achille che stava già per saltare dalla nave. Ma un intervento divino (per la precisone della madre Tetide, figlia di Nereo) lo bloccò. Il motivo di questo gesto sta nel fatto che Tetide aveva saputo da Apollo che il primo a sbarcare sarebbe stato il primo a morire, così Tetide si piazzò alle spalle del figlio prontò ad intervenire al minimo pericolo. Così riuscì ad impedire che il figlio saltasse, ma allo stesso tempo, con l'altra mano spinse Protesilao dalla nave, e questi, manco a farlo apposta cadde sulla spada di Ettore rendendo l'anima agli Dei. Si può immaginare la furia di Protesilao, considerando che era anche stato messo in guardia di questa cosa. Così sia Protesilao che Laodomia protestarono con gli Dei, in particolare agli Degli dei degli Inferi. Non si sa come ma sia Ade che Persefone furono clementi concedendogli un giorno. Fu così che mentre Laodomia era nel suo letto struggendosi dal dolore, ecco apparire Protesilao. Questi non vedeva l'ora di passare il poco tempo a disposizione scambiandosi carezze e baci, invece Laodamia rifiutò e lo fece restar immobile mentre fingeva di abbracciar una donna, mentre lei lo ritraeva in una statua di cera. Da quel giorno Laodamia non si separò mai da quella statua, tanto che il padre preoccupato ordinò ai servi di spiarla. Questi le raccontarono che era sempre abbracciata ad uno sconosciuto (poracci cosa potevano pensare) così il padre fece irruzione nella sua stanza. Scoperta la statua, iniziò a credere che la figlia fosse impazzita così ordinò che sciogliessero la statua nell'olio bollente, e Laodamia vedendo il volto del suo amato scomparire per sempre si gettò anch'essa nel calderone.

Così si chiude la storia di Protesilao, il primo fra tutti (non certo per sua volontà). Come per il primo racconto vi chiedo scusa per le mie scarse abilità narrative, sperando comunque che il racconto vi possa piacere. Perciò fatemi sapere e commentate
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la storia di Adone
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Adone nacque dal rapporto tra Mirra e Cinira, che per dirla tutta era suo padre. Le cose andarono così: Mirra una giovane e bella fanciulla si ritrovò a pensare sempre più spesso ad avere un rapporto con un parente, appunto il padre. Era tale la sua angoscia e la sua disperazione che penso addirittura sdi uccidersi. Ed era arrivata ai fatti quando fu fermata dalla nutrice, che dopo esser venuta a conoscenza del suo desiderio proibito, e pur di far in modo che evitasse gesti tragici, le promise un incontro amoroso con il padre. Così, dato che la madre a causa di un voto non poteva adempiere ai suoi doveri di moglie, durante i festeggiamenti in onore di Cerere (o Demetra dea delle messi e delle stagioni diciamo così per capirci) la nutrice andò da Cinira (il padre di Mirra) e lo convise ad accoppiarsi con una giovane vergine: però c'era una condizione non doveva mai vedere la vergine. Così  i due si accoppiarono per  le nove notti successive, con soddisfazione di entrambi, se non che il l'uomo preso dalla curiosità volle vedere la ragazza. Preso il lume la illuminò e con grande sorpresa si accorse che era sua figlia, quindi prese la spada e si misead inseguire la figlia per tutta la casa fino ai boschi. Stava anche per raggiungerla, ma la fanciulla invocò l'aiuto degli Dei che commossi la trasformarono in albero. Tuttavia questo non bastò per calmare il padre che prese a menare fendenti a destra e a sinistra, colpendo ripetutamente il tronco dell'albero. Da quelle ferite ne uscì una resina profumata  che appunto venne chiamata mirra (è anche uno dei tre doni dei magi a Gesù bambino per interderci).
Fato volle però che durante questo fattaccio (l'isenguimento) la ragazza era già stata fecondata, così nove mesi più tardi, il tronco di quell'albero si aprì del tutto facendone uscire un bambino: Adone.
Fu visto da Afrodite, che di nascosto dalle altre divinità lo chiuse in una cassa per poi consegnarla a Persefone, che appena l'ho vide non lo volle più lasciare. Passano gli anni, il bambino cresce,e diventà un bell'uomo, ma talmente bello che tutte le donne si innamorano di lui. Ma tra gli spasimanti c'era la stessa Afrodite, dimentica ormai del suo più proverbiale amante Ares. Non solo, come detto c'era anche Persefone che si era invaghita di lui, così le due dee iniziarono una disputa così aspra tanto che dovette intervenire lo stesso Zeus, che fece risolvere la questione alle Muse. Esse così decisero: il ragazzo doveva trascorrere quattro mesi con una e quattro mesi con l'altra, i restanti quattro mesi li poteva trascorrere con chi voleva lui.
Afrodite però non si accontentò dei suoi quattro mesi, e tramite la sua magica cintura (faceva innamorare di sè chiunque la vedesse), rubò il tempo che il ragazzo doveva trascorrere con la rivale. Persefone, infuriata, corse da Marte e gli raccontò dell'ennesimo tradimento da parte di Afrodite, e questi fuori di sè dalla rabbia si trasformò in cinghiale e durante una partita di caccia massacrò il rivale.
Vedendolo morire Afrodite pianse e si dice che pianse tante lacrime quante le gocce del suo sangue versate a terra. Con lei però piansero tutte le altre fanciulle che bene o male si erano innamorate di Adone.
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matrimonio tra Efesto e Aphrodite

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Figlio di Era, e non di Giove (strano a dirsi ma Era fece tutto da sola chissà come mh), tuttavia non essendo all'altezza degli altri Dei maggiori (era il più brutto, fra tutti gli Dei forse solo Pan era messo peggio) lo prese per un piede e lo buttò via. rimasto zoppo dalla botta (direi è il minimo), fu trovato ed allevato da Teti ed Eurinome che, commosse da suo pianto, gli regalarono una fucina con relativo attrezzi con mettere a frutto il suo talento (per capirci, cocoscete Pandora, proprio quella del vaso, beh fu una sua creazione).
Tempo Era incontra Teti e le vede lampeggiare una spilla d'oro di raffinatissima fattura. Incuriosità (io credo più avida) le chiese come ne entrata in possesso. Teti le risponde che era opera del bambino che lei gettò via senza pietà, ed aggiunse che quello era solo uno dei tanti regali che gli faceva.
Così chiese ad Efesto un trono regale adatto alla sua persona, ed egli lo costruì: un trono così maestoso e sfarzoso da non poter essere visto troppo a lungo per non rimanerne abbagliati. Però quello stesso trono nascondeva una trappola, non appena Era vi si sedette, due manette d'oro scattarono e la inchiodarono al trono (proprio come lei voleva, e chi le strappava più il suo trono?). Era, furiosa, passò mesi e mesi inchiodata a quel trono da dove nemmeno Zeus riuscì a liberarla. Così tutte le altre divinità, esasperate dalle urla di Era imporarono a più non posso Efesto di liberarla. Questi, dopo suppliche e suppliche, acconsentì a patto però che le fosse data in moglie la bella Afrodite. Gli Dei acconsentirono subito, così si celebrò il matrimonio. Però il nido d'amore durò poco, tanto che Afrodite già lo tradiva con Ares. Tuttavia, in un dei loro incontri, essendosi troppo attardati furono visti da Elio, che raccontò il fatto a Momo, dea della Maldicenza, e di bocca in bocca ecco che tutti nell'olimpo sapevano dell'accaduto. Ed Efesto? Credete che sia rimasto così senza fare niente? In fondo Afrodite era sua moglie, bene o male. Perciò preparò la sua vendetta. Corse alla sua fucina e preparò una rete sottilissima, ma indistruttibile, che nascose nel letto matrimoniale come una sottile ragnatela. Non restava che aspettare la coppia. Fece spargere la voce di una sua partenza per Lemno, al che Ares subito si precipitò dalla sua bella amante. Tuttavia i due, inconsci del pericolo, appena si coricarono sul letto furono presi in trappola dalla formidabile rete di Efesto, e rimasero legati abbracciati insieme senza nessuna via d'uscita.
Ora che il tradimento di Afrodite era lì visibile a tutti Efesto che fa? chiama tutte le altre divinità per fargli constatare il tradimento. Naturalmente gli Dei accorserò subito, solo però erano tutti maschi (voglio vedere, c'era la possibilità di vedere Afrodite completamente nuda... e chi se la fa sfuggire?). Al contrario, invece, le Dee preferirono non fare presenza,  ma non per evitare un raffronto con Afrodite, ma per non vedere Ares completamente nudo. Infatti questi era noto anche come "Dio dal membro sempre eretto" (scusate la volgarità ma è così che va la storia).
Risultato finale, tutte le divinità finiscono per simpatizzare per gli adulteri, e posso dirvi che Afrodite, prima o poi, li ricambierà per i loro commenti adulatori (lascio a voi capire come...)
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Eccomi di nuovo a voi con una nuova storia. Questa, vi avverto è un pò lunghetta, però è interessante, solo il nome poi...
Il titolo della storia è...
L'Asino d'oro
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Il protagonista del romanzo è un certo Lucio, un normale giovane di buona famiglia in cerca però di emozioni forti. Parte così per la Tessaglia, dove spera di realizzare il suo desiderio, dove finisce per essere ospitato da un certo Milone. Questi non era altro che un vecchio usuraio, senza figli, anche se era sposato. Perciò di tutta la famiglia la più allegra era la serva, Fotide. Aveva anche saputo dai vicini, che la moglie dell'usuraio, Panfile era una strega, anche un pò scorbutica. Lucio decise allora di stare il più alla larga possibile dalla padrona di casa, e di rifarsi sulla serva, ivence molto disponibile. Una amoreggiato con la serva, Lucio si fece più impavido cominciando a farle domande sulla padrona di casa. La sua curiosità era tanta che la serva, preferì fargli assistere direttamente ai suoi incantesimi, tabto che la vise trasformarsi in un gufo. A quel punto anche Lucio, anche se ancora incredule esppresse il desiderio di poter divantare un uccellino, tanto che convinse la serva a rubare l'unguento magico necessario per la trasformazione. Senonchè, la serva, presa dalla foga, prese il barattolo sbagliato, e il nostro Lucio, dopo essersi spalmato l'unguento addosso come aveva visto fare alla padrona, si ritrovò ad essere un asino anzichè un uccello. Lucio, iniziò a ragliare (potrebbe dirsi piagnucolare), ma Fotide lò consolò dicendogli il mattino seguente di buon ora lo avrebbe fatto tornare normale, facendogli mangiare una rosa, così come ogni volta faceva la sua padrona al ritorno dai suoi viaggi. Purtroppo pee lui, però, durante la notte un gruppo di ladri, rubarono tutte le richezze del padron Milone, ma dato che la refurtiva era troppo ingombrante, per il loro trasporto furono costretti a rubare anche il cavallo e i due asini dalla stalla; e dei due asini uno era il nostro Lucio (era stato portato lì dalla serva per la notte).  Il tragitto verso il loro covo non fu nemmeno tanto tranquillo, infatti si buscò così tante legnate, tanto da indurlo ad invocare la morte. Giunto al covo, dovette subirsi tutti i discorsi dei banditi riguardo la refurtiva, ma si accorse che tra loro c'era nache una bellissima fanciulla rapita qualche giorno prima per poter richiedere un grosso riscatto. I rapitori, stanchi di sentirla piagnucolare, la affidarono ad una vecchia che da sola faceva sa sera a tutti i briganti. Costei allora, per far smettere di piangere la fanciulla, iniziò a raccontarle una storia:
La favola di Amore e Psiche.
C'erano un re ed una regina che avevano tre figlie bellissime, ma mentre le prime due rientravano nella normalità, la terza era di inidiabile bellezza; tanto che la madre iniziò a vantarsene sostenendola, addirittura più bella della stessa dea Afrodite. Costei non potè tollerare oltre l'offesa subita, così chiamo il figlio Cupido per darle una bella lezione. Infatti ordinò al figlio di farla innamorare di un orribile mostro, ma destino volle che le cose andarono in un modo leggermente differente. Mentre Cupido era volto ad eseguire il suo incarico, forse per disattenzione o forse per altro, finì col ferirsi lui stesso con la freccia d'oro. Il risultato fu che si innamorò perdutamente di Psiche. Il fatto accadde perchè Psiche per quanto bella non era ancora sposata, a differenza delle sorelle. Così il padre consultò, come si era soliti fare, l'oracolo di Mileto per ascoltare il responso degli Dei. Cosa pensate che disse l'oracolo? Beh che la Belissim Psiche avrebbe dovuto sposare un mostro, ma essenso la volontà degli Dei andava rispettata, così non si potè fare altro che eseguire le indicazioni della profezia. Ed è qui che Cupido commise quella lieve distrazione, così mentre Psiche aspettava sulla rupe il suo orribile sposo, ecco che un leggero zefiro la sollevò dolcemente per trasportarla lungo i fianchi della montagna e sempre con molta dolcezza la depositò in un campo fiorito più a valle. Psiche, un pò sorpresa, una volta posati i piedi a terra si guardò intorno, per scoprire che di fronte a lei si ergeva uno stupendo maniero dargento e d'oro. Psiche non potè che essere sempre più confusa, era troppo bella quella residenza per essere del suo orribile sposo. Psiche iniziò così l'esplorazione, sempre terrorizzata, ed ecco all'improvviso sentire delle voci; le voci delle sue ancelle (le poteva sentire e non vedere), ed a quel fatto sentì, la ragazza che si stava abituando e tranquillizzando. Quella non era altro che la casa del Dio Amore, dove lui potesse trascorrere la sua vita con la donna di cui si era innamorato, nel modo già detto. Psiche naturalmente non sapeva niente di ciò, tuttavia era abbastanza felice. Senonchè, cercando in tutta la casa non trovò niente che potesse utilizzare per illuminare la sua stanza, e questa fu anche l'unica richiesta che le voci si rifiutarono di seguire, in vitù delgi ordini del loro padrone. Psiche ricadde un pò in depessione, e nel terrore (normale per quale motivo non si voleva far vedere? era davvero un mostro spaventoso). Però giunta la notte, ed arrivato il suo amante/sposo (nel modo che glia avevano descritte le voci), toccandolo non si poteva certo dire che era un mostro, anzi l'esatto contrario. Psiche però era anche preoccupata per i genitori che ormai la credevano morta, dato il suo destino, così la ragazza espresse il desiderio, una notte, al suo misterioso sposo. Questi cercò di metterla in guardia che se avesse fatto come voleva, avrebbe rovinato tutto, in quanto le sorelle di sicuro si sarebbero ingelosite a tal punto che avrebbero tentato di distruggere la sua feicità. Non sentenso ragioni dalla sposa, il dio non potè fare altro che acconsentire, così un giorno lo stesso zefiro che raccolse Psiche quel lontano giorno, portò a valle le sorelle di questa. Mostrata la casa (e le sue peculiarità), come detto da Amore, le sorelle fuorono corrose dall'invidia e così, dopo l'errore di Psiche nell'aver dichiarato loro che il suo sposo non lo aveva mai visto, le perfide sorelle pesero la palla al balzo, e la convinsero che doveva assolutamente vedere lo sposo. Le diedero così una lampada ed una spada, la prima per illuminarla, la seconda per ucciderlo se realmente fosse stato un mostro. La ragazza, rosa dalla curiosità, la notte stessa volle guardare per la prima volta il marito (dopo aver concluso l'amlpesso amoroso naturalmente), ed accertatasi che era veramente bello, nel tentativo di baciarlo lo ustionò. Questi sorpreso, deluso e anche un pò tradito scappò via lasciando indeitro Psiche piangente. Però si volle vendicare delle artefici di tutto questo, così dopo aver sparso la voce di voler cambiar moglie chiamo le due sorelle sulla stessa rupe e gli intimò di saltar giù. Questa volta sefiro non le sorresse, anche perché il dio non lo chiamò per farlo, così le due ragazze si sfracellarono al suolo. Nel frattempo Psiche girava in lungo ed in largo in cerca del suo amore perduto, chiedendo nei Templi di Afrodite, senza avere nessuna notizia. E si Cupido si era rifugiato nella stanza della madre e non ne volle sapere di uscire. Afrodite, venuta a sapere della faccenda, soprattutto che sulla terra nessuno più si innamorava o faceva amicizia, e conosciutane la causa andò su tutte le furie (già non l'ho detto ma la storia tra Amore e Psiche era stata tenuta segreta alla dea). Emanò un ordine di cattura per Psiche (ricompensa sette baci di cui uno in bocca con la lingua), mentre il figlio lo rinchiuse in una gabbia d'oro in modo che non potesse correre in aiuto della ragazza. Nonostante la ricompensa, fu una ragazza a trovare Psiche (per la precisione Consuetudine) che la trascinò subito al cospetto della dea. Questa dopo averla torturata e seviziata (ignorando anche lo stato gravido della ragazza), per prolungare la sua sofferenza ed il suo divertimento (ricordiamolo quella era la stessa ragazza che stava per usurparle il titolo), le propose quattro prove: se le avesse superate tutte avrebbe potuto rivedere Amore, altrimenti l'altra prospettiva era la morte.
PRIMA PROVA
La prima prova consisteva nel riordinare un muccietto di semi diversi. Cioè doveva separarli uno ad uno e raggrupparli per specie. Il tutto in un lasso si tempo breve, entro la mezzanotte cioè l'ora in cui le dea sarebbe tornata. Psiche non ci provò neppure a risolvere il problema fu una formichina che ebbe pietà della ragazza sottoposta a quelle fatiche dalla suocera. Così richiamate a raccolta migliaia di sue colleghe, in meno che non si dica portarono a compimento la prova.
SECONDA PROVA
Tornata dalla festa Afrofite non si diete pace per il successo della ragazza. Dopodichè passo ad esaminare la seconda prova. Dopo averle dato un pezzo di pane raffermo, le mostrò un boschetto in cui pascolavano delle splendide pecorelle dal vello d'oro. La prova consisteva nel raccogliere un pò di quella lana preziosa. Psiche corse di volata verso il bosco, ma venne fermata da una canna che la mise in guradia. Quelle non erano semplici pecorelle, tanto che finchè il sole era alto sull'orizzonte quelle bestie attaccavano furiosamnte tutto ciò sulla loro strada. Ciò non valva dopo il tramonto del sole, così la canna le consigliò di aspettare il tramonto, per poi raccogliere tutta la lana che le pecore aevano lasciato nei cespugli, senza per questo correre il minimo rischio. Psiche così fece, e così passò la seconda prova.
TERZA PROVA
Provate ad immaginare i commenti di una suocera che vi odia, quindi capite come si infuriò Afrodite nell'apprendere che la ragazza aveva superato anche la seconda prova. Si passa così alla terza prova; consisteva nel raccogliere dell'acqua in cima ad un monte dalle pareti a picco. La fonte era una fonte d'acqua sacra, inffatti andava ad alimentare il fiume cocito e la palude stigia. Anche questa volta Psiche partì di gran carriera, , consapevole che in questa proa sarebbe morta. Anche questa volta però fu aiutata, infatti un aquila le strappò l'ampolla dalle mani, volò verso l'alto e la riempì alla fonte per riportarla alla ragazza.
QUARTA PROVA
L'aver superato questa prova non placò i furori di Afrodite. Così le comandò la quarta prova, la più ardua e quella che conteneva più insidie di tutte. Che bisognava fare questa volta? Dirlo a parole è semplice. Doveva recarsi negli Inferi, ed adndare dalla Regina Proserpina (Persefone moglie di Ade) per chiederle un pò della sua bellezza, in quanto lei (Afrodite) aveva finito la sua per curare Cupido. Anche questa volta ricevette aiuto. Stava quasi per suicidarsi in quanto non sapeva in che altro modo poter raggiungere la dimora dei morti, quanto una torre si mise a parlare spiegandogli cosa doveva fare e le proe da superare per raggiungere la sua meta. La fanciulla fece tutto nel modo migliore, contenta di aver superato le quattro prove, e quindi di poter rivedere il suo amato. Tuttavia le prove l'avevano provata, e non volendo apparire davanti al suo amore in condizioni pietose decise di aprire il vasetto contenente la bellezza di Proserpina. Nonostante fu messa in guardia dalla torre sugli effetti pericolosi che avrebbe avuto su di lei l'aver aperto il vasetto, psiche non seppe resistere e lo aprì (proprio come pensava Afrodite, era questa la vera trappola). Comunque, ormai il danno era tratto, e Psiche stava pian piano scivolando nel mondo dei sogni, quando fu salvata da Amore, che rinchiuse gli effetti del vasetto (che non contenea come avrete capito nessuna bellezza), punse Psiche con una delle sue freccie per farla rinsavire e la portò da Zeus. Quseti le fece bere dell'ambrosia rendendola immortale, inotre li dichiarò marito e moglie, e nessuno, nemmeno Afrodite, li poteva separare. I due ebbero una figlia, che chiamarono Voluttà e vissero felici e contenti.
Ma riprendiamo le avventure del povero Lucio. Ricordate? si era trasformato in un asino e poi portato via da dei banditi. Ora, mentre la vecchia raccontava quella fiaba, i banditi erano andati un latro dei loro colpi, e nel momento stesso in cui lei finì di raccontare loro erano sulla via del ritorno con un nuovo ricco bottino. Ma anche stavolta avevano bisogno di bestie da soma, quindi del nostro asino. Le cose continuarono, così finche Lucio non si ruppe una zampa, cosa che aveva portato i banditi a decidere di liberarsene una volta per tutte. Lucio, che aveva capito il loro discorso, riusci a liberarsi ed a fuggire (portando con sè anche la ragazza che era riuscita ad approfittarne). Tuttavia i banditi li ripresero, e le cose tornarono come prima, se non fosse il promesso sposo della fanciulla, fingendosi bandito, riuscì ad unirsi al gruppo, e con l'aiuto di un potente sonnifero riuscì a consegnare tutti i banditi al boia. Per il nostro asino invece le cose andarono in peggio. Infatti cambiò molti padroni, ma tutti gli davano legnate a non finire. Fu proprio mentre era con la coppia di pasticceri che accadde un fatto singolare. Mentre era nel retrobottega, inece di nutrirsi di biada, cominciò a mangiare i dolciumi preparati dalla coppia. Questi, accortosi delle sparizioni, ma soprattutto, accortosi chi era il ladro, lo addestrarono a comportarsi come un umano e, dopo averlo venduto ad un ricco impresario, lo fecero anche esebire in pubblico.  Tuttavia, l'asino attirò l'attenzione anche di una nobildonna che, innamoratasi di lui, dietro lauto compenso volle trascorrervi insieme una notte d'amore. Fu tutto preparato per la serata, tra le preoccupazioni di Lucio, che però vennero ben presto rese infondate. Il nuovo padrone non solo non si oppose agli strani accoppiamenti, anzi volle sfruttare l'occasione cercando di far esibire l'asino in pubblico. Tuttavia non c'era nessuna donna che si volesse prestare alla scena, figuriamoci la nobildonna fare una cosa del genere in pubblico. Così, l'unica soluzione era quella di chiedere una donna dal "penitenziario" vicino, che era già stata condannata a morte, tramite animali feroci. Per lei dunque non cambiava nulla se si prestava o meno alla cosa, lei era sempre destinata ad essere sbranata dai leoni. Però la cosa preoccupava Lucio, lui certo non voleva mica finire nelle fauci di quei animali, così all'occasione buona taglio la corda, dirigendosi verso Cencrea, presso il mar Egeo. Avendo evitato tutti i villaggi, era arrivato sulla spiaggia, dove si allungò e si dedicò ad un meritato riposo. Il sogno che ebbe da quel riposo fu fondametale per il nostro asino, infatti in sogno gli apparve la dea Iside in persona, nella sua immensa potenza, che gli suggeriva il modo di porre fine a tutte le sciagure, cioè abbandonare la pelle d'asino e ritornare ad essere uomo, in quanto commossa dalle immense sventure da lui vissute. Lucio seguì alla lettera le istruzione della dea, ritornando ad essere il giovane bello e forte che era, e come aveva promesso in sogno alla sua benefattrice, per il resto della sua vita divenne un sacerdote di Iside.
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Ecco. Ora la storia è completa. A voi la parola.
Sono di nuovo fra di voi (che rottura vero?). Volevo farvi leggere uno dei miti più belli di tutta la mitologia (almeno per me, anzi per quanto mi riguarda è il mio preferito)
La storia parla di Perseo e di Andromeda
Spoiler
La città di Argo era giudata dal re Crisio, un uomo felice, che aveva una bellissima figlia di nome Danae. Per qunato bella, però la dolce Danae non era ancora stata in sposa, e a dirla tutta il Re suo padre non aveva la minima intenzione di farlo. Ciò a causa di un oracolo ottenuto molto tempo prima, per il quale il re sarebbe morto per mano del figlio di Danae (cioè suo nipote). La paura, a questo punto era tanta che il re non poteva darla in sposa, anzi per maggiore precauzione, la fece rinchiudere nella torre più alta di bronzo, dove era guardata a vista da molte guardie di sua fiducia. Ma si sa contro il Fato non si può andare, infatti si innamorò della fanciulla il re degli Dei in persona. Questi per entrare nella torre, indisturbato si trasformò in pioggia d'oro. Nove mesi dopo l'accaduto nasce Perseo, bello nell'aspetto quanto la madre, e fiero e possente quanto suo padre. La nascita di Perseo, però non può essere nascosta al re che preoccupato per la sua incolumità fece rinchiudere la figlia ed il nipote in una cassa, affidandoli al mare con la speranza che annegassero. Ma ancora una volta il Fato intervenne (l'abbiamo detto prima, no: non si può sfuggire a quanto da esso stabilito). Fu così che in un modo o nell'altro i due giovani "sbarcarono" nell'arcippelago delle Cicladi, dove fuorono tratti in salvo da Ditti, fratello del re di Sirifo. Questi li condusse dal re, che, non credendo che i due potevano essere stati inviati dagli Dei (basti pensare a come arrivarono su quell'isola) come Ditti e altri, osò chiedere in sposa Danae, in quanto ammaliato dalla sua bellezza. Al rifiuto della ragazza li prese come schiavi, ma col passare del tempo, e manifestandosi l'origine divina di Perseo, Polidette (il re della città) cercò un modo per allontanarlo da sè prima che potesse vendicarsi per come aveva trattato la madre. Così con abile parlantina, convinse il giovane ad intraprendere un viaggio pericoloso (mentre lui sperava che ci rimanesse secco). Il giovane come avrebbe potuto rifiutare? Figlio della più possente tra le divinità, fiero e soprattutto giovane accettò l'incarico. Doveva recarsi nel luogo di dimora delle Gorgoni per uccidere Medusa l'unica delle tre sorelle ad essere mortale. Al che anche Zeus era preoccupato, così mandò a Perseo la dea Atena e il dio Ermes al che lo istruissero sulla pericolosità della missione e su come doveva comportarsi. Inoltre gli fornirono le armi necessarie per portare in mano il compito. Secondo le istruzioni, si recò dapprima alle tre Graie, sorelle delle Gorgoni, (grazie anche ad Atlante che gli fornì le informazioni necessarie) dal quale doveva farsi dare le indicazioni per l'ubicazione delle Ninfe poste a guardia dell'elmo di Ade, dei calzari alati e della sacca magica. Perseo si recò così dalle Graie e, dopo essersi fatto accettare, rubò loro l'unico occhio e l'unico dente con cui vedevano e mangiavano a turno (proprio come gli avevano suggerito le due divinità). Quindi riprese il viaggio verso la nuova destinazione, e al suo arrivo le Ninfe si preoccuparono, ma il giovane eroe le tranquillizzò, tanto che gli cedettero spontaneamente ciò che lui chiedeva. Partì, questa volta diretto verso la dimori delle Gorgoni, ma le fatiche del viaggio lo avevano stremato, quindi si stese presso una statua di pietra a riposare. Fu ancora Zeus a salvarlo, in quanto richiamò la Stanchezza dal giovane, e gli Inviò l'Ingegno. Questi diede ulteriori istruzioni al giovane, ce così intraprese l'ultima parte della missione. Entrò nella dimora, troando le tre sorelle stese che dormivano. Rimase anche sorpreso dalla loro bellezza (nonostante fosse stato messo in guardia, in quanto nascondevano un pericoloso inganno), stupore però che svanì presto, permettondogli di uccidere Medusa. Per farlo non dovette faro altro che usare lo specchio del suo scudo (datogli da Atena, insieme alla falce dorata) camminando all'indietro, in questo modo evitava di guardarla negli occhi. Arrivato così a distanza giusta distanza le tagliò la testa di netto con la falce. A questo punto, mise il cimelio nel sacchetto magico, badando a non guardalro negli occhi, e usando l'elmo e gli alari fuggì da quella dimora. Infatti furono proprio quegli oggetti a salvergli la vita dalle due sorelle Gorgoni rimaste in vita. Durante il viaggio di ritorno però, vide per caso una triste scena, una giovane fanciulla, anche molto bella, legata ad uno scoglio senza possibilità di salvarsi. Incuriosito scese e cheise al re il motivo di quegli tristi eventi. Il re Cefeo gli spiegò che sua moglie, Cassiopea, si era vantata che lei e la figlia erano molto più belle delle ninfe nereidi (figlie di Nereo). Queste furiose si precipitaarono da Poseidone e lo convinsero a scatenare un mostro marino sulla popolazione  e sugli animali , che usava come suoi pasti. Perseo non potè certo stare a guardare così, in cambio della mano della figlia, avrebbe ucciso quel mostro e salvato Andromeda. E si, perchè un oracolo avea stabilito che per placare il Dio il re doveva sacrificare la sua bella figlia Andromeda. Perseo partì, certo di poter contare su armi potenti, ed indossato l'elmo divenne invisibile (ecco perchè gli fu utile per scappare dalle Gorgoni sopravvisute), e grazie all'aiuto degli alari si anzò in volo cominciando a colpire il mostro, che nel frattempo si stava approsimando al sacrificio. I suoi andarono a segno aprendo grosse ferite sul corpo del mostro, ma qusesti, per difendersi anche perchè non sapeva come mai si aprivano tutte quelle ferite sul suo corpo, iniziò ad agitare i grossi artigli. In uno di quie gesti stava per colpire il Giovane Perseo, che venne scaraventato in mare. Senza perdersi d'animo il nostro eroe nuotò fino allo scoglio in cui era legata Andromeda, ormai priva di sensi, e quindi immobile, e vi salì. Il mostro (Cete, per chi volesse sapere, era il suo nome), conscio ormai di chi fosse il suo avversario (infatti perseo perse in mare l'elmo e gli alari), lo attccò con tutta la sua furia, ma Perseo sfoggiò la sua arma più terribile: la testa di Medusa. Facendo in modo che incontrasse gli ochi dell'avversario, trasformò Cete in una statua di pietra che poi si frantumò. Perseo liberò, dolcemente, Andromeda dai legami che la tenevano imprigionata e la riportò sulla scogliera dove erano anche i suoi genitori. Questi erano grati allo straniero per aver salvato la loro figlia, e come promesso gliela diedero in sposa, nozze che vennero celebrate quel giorno stesso, con gran soddisfazione per entrambi anche di Atena e di Zeus. Tuttavia, per Perseo c'era ancora qualcosa da fare, così il giorno seguente partì, con la sposa verso la città di Sirifo, per incontrarsi con il re. Arrivato alla città, il giovane incontrò Polidette a cui mostrò il trofeo per cui era partito, ma fece sì che gli occhi di Medusa ancora vispi si incrociassero con quelli del re. Questi tentò di scappare, ma l'incantesimo della Gorgone lo tramutò in pietra instantaneamente senza dargli scampo, venendo così punito per come aveva trattato Danae. Dopo aver affidato la città al giusto Ditti, Perseo, insieme alla moglie ed alla madre partì per la città di Argo. Ivi arrivato fece un sacrificio in nome di Zeus, Atena ed Ermes, inoltre alla dea diede in dono anche la testa si Medusa, che in seguito la dea avrebbe sempre portato sul petto per incutere terrore ed uccidere i suoi nemici. Sembra che ogni cosa sia finita nel modo giusto, tuttavia c'è ancora una cosa prevista dal destino che ancora non si è compiuta (chi si ricorda?). Infatti un giorno il giovane fu inviato a Larissa, per partecipare ai giochi ginnici indetti in suo onore. Ma in quella città si era anche rifugiato Acrisio, suo nonno, quando aveva saputo che la figlia ed il nipote erano tornati a Largo. E proprio perchè il Fato non può essere cambiato, il giovane colpì, causalmente il nonno con un disco uccidendolo sul colpo. Questo fu un brutto colpo per Perseo che amava il nonno e non lo incolpava di quanto successo e si quello che aveva fatto. Così, sempre con l'amata sposa e la madre andò a Tririnto di cui divenne il re, e lo fece anche in modo giusto e saggio.
Da lui  e dai figli che ebbe con Andromeda ebbe origine una delle stirpi più gloriose di tutta la Grecia, fra cui anche personaggi illustri.
[close]
La storia si conclude con la trasposizione di Cassiopea, Andromeda e Perseo in costellazioni da parte di Zeus dopo la loro morte, ma questa è un'altra cosa.

Spero che la storia vi piaccia quanto piace a me. E come detto alla fine della storia precedente a voi la parola
« Ultima modifica: 11 Aprile, 2010, 14:30:31 pm da octopus »

Offline Pandora

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Re: racconti mitologici
« Risposta #1 il: 13 Gennaio, 2010, 22:12:04 pm »
davvero molto bello octopus, ottimo lavoro :ok: l'ho letto tutto d'un fiatoXD
è un peccato che tu sia arrivato alla conclusione del contest mitologico, hai talento avresti potuto partecipare^^

Offline hunterj

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Re: racconti mitologici
« Risposta #2 il: 13 Gennaio, 2010, 22:14:01 pm »
pando poi tu con narciso ti identifichi di sicuro  :ya:
cmq complimenti octopus  :ok:
  l'arma più lenta del grande tempio, l'arma che più provoca dolore, benvenuti alla fine del viaggio, non altra conclusione è altrettanto adatta alla vostra follia!

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Re: racconti mitologici
« Risposta #3 il: 13 Gennaio, 2010, 22:24:26 pm »
pando poi tu con narciso ti identifichi di sicuro  :ya:
cmq complimenti octopus  :ok:
io?!?! ma che coraggio LOL
cmq non andare ot :D

Offline octopus

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Re: racconti mitologici
« Risposta #4 il: 14 Gennaio, 2010, 12:42:20 pm »
bene signori, penso che posterò un altro racconto mitologico di cui sono a conoscenza.
che ne dite questa volta di sentire la storia di Protesilao?

Spoiler
Innanzitutto, va fatta una precisazione: il suo nome non Protesilao ma Iolao; l'altro nome gli è stato affibbiato solo a morte avvenuta. Ma continuate a leggere è capirete.
Partiamo dalla nascita. Iolao era il figlio del re di Filace, Ificlo. Tuttavia questi era incapace di generare per via di una piccola offesa alla dea Artemide (se si può chiamare così, ma la dea in questione era molto vendicativa, anche per cose ancora minori). Che successe, Ificlo, assistendo ad un sacrificio in onore della dea rimase disgustato dal sangue, così il padre lo liberò da quella vista conficcando il pugnale del sacrificio nel tronco di una albero sacro. La dea pe punizione rese Ificlo incapace di generare.
Tornando al "presente", Ificlo, non sapendo il motivo della sua imotenza si rivolse ad un indovino, Melampo, e capita la causa della sua impotenza, ne risolse anche il problema.
Nacquero così due bambini Protesilao, appunto, e Podarce, famoso per la sua velocità nella corsa.
Protesilao era un bel giovane tanto che fece innamorare di sè la bella Laodomia, figlia del re di Iolco, Acasto, ed eccezionale scultrice. Tuttavia il padre di lei era contrario ad un loro matrimonio, non ne ricavava nulla.
Alle parole del padre la ragazza rimase molto male, e stava quasi per scappare dal suo amato quando ecco scoppiare la guerra di Troia.
Per capire bisogna dire che alcuni anni prima di questa storia, Acasto aveva giurato di proteggere l'onore di Elena, insieme agli altri principi Achei. Un pò controvoglia Acasto doveva mantener fede a quel giuramento, quindi doveva mandare in guerra quaranta navi nere guidati da un giovane di sangue reale. Come avrete capito il Re non aveva figli maschi, ma solo una figlia nubile; allora che fece? Mandò a chiamare Protesilao e gli chiese se voleva ancora sposare sua figlia, a patto che il matrimonio si celebrasse quella sera stessa. Questi naturalmente ne restò felice, si celebrò il matrimonio, passò la prima notte ed all'alba del girono seguente Protesilao partì per la guerra. Laodomia naturalmente pianse calde lacrime per lo sposo, maledicendo tutto e tutti.
Sulla stessa nave di Protesilao viaggiava un altro nobile illustre, il Pelide Achille. Arrivati a Troia, la nave fu accolta a pietrate, frecce ed insulti, ed il più offeso ne fu Achille che stava già per saltare dalla nave. Ma un intervento divino (per la precisone della madre Tetide, figlia di Nereo) lo bloccò. Il motivo di questo gesto sta nel fatto che Tetide aveva saputo da Apollo che il primo a sbarcare sarebbe stato il primo a morire, così Tetide si piazzò alle spalle del figlio prontò ad intervenire al minimo pericolo. Così riuscì ad impedire che il figlio saltasse, ma allo stesso tempo, con l'altra mano spinse Protesilao dalla nave, e questi, manco a farlo apposta cadde sulla spada di Ettore rendendo l'anima agli Dei. Si può immaginare la furia di Protesilao, considerando che era anche stato messo in guardia di questa cosa. Così sia Protesilao che Laodomia protestarono con gli Dei, in particolare agli Degli dei degli Inferi. Non si sa come ma sia Ade che Persefone furono clementi concedendogli un giorno. Fu così che mentre Laodomia era nel suo letto struggendosi dal dolore, ecco apparire Protesilao. Questi non vedeva l'ora di passare il poco tempo a disposizione scambiandosi carezze e baci, invece Laodamia rifiutò e lo fece restar immobile mentre fingeva di abbracciar una donna, mentre lei lo ritraeva in una statua di cera. Da quel giorno Laodamia non si separò mai da quella statua, tanto che il padre preoccupato ordinò ai servi di spiarla. Questi le raccontarono che era sempre abbracciata ad uno sconosciuto (poracci cosa potevano pensare) così il padre fece irruzione nella sua stanza. Scoperta la statua, iniziò a credere che la figlia fosse impazzita così ordinò che sciogliessero la statua nell'olio bollente, e Laodamia vedendo il volto del suo amato scomparire per sempre si gettò anch'essa nel calderone.

Così si chiude la storia di Protesilao, il primo fra tutti (non certo per sua volontà). Come per il primo racconto vi chiedo scusa per le mie scarse abilità narrative, sperando comunque che il racconto vi possa piacere. Perciò fatemi sapere e commentate
[close]
« Ultima modifica: 14 Gennaio, 2010, 12:50:05 pm da tisifone75 »

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Re: racconti mitologici
« Risposta #5 il: 14 Gennaio, 2010, 12:51:41 pm »
caro grazie ti ho messo, concorde con Nii-sama, i racconti sotto spoiler per praticità :)
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Re: racconti mitologici
« Risposta #6 il: 14 Gennaio, 2010, 12:52:32 pm »
no probelm
quello che mi preme e che vi piacciono, che si capiscano in modo da prendere l'attenzione
« Ultima modifica: 14 Gennaio, 2010, 12:54:47 pm da octopus »

Offline octopus

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Re: racconti mitologici
« Risposta #7 il: 14 Gennaio, 2010, 22:17:16 pm »
Che ne pensate della bellezza? Per voi è una cosa positiva o negativa?.

rimandiamo a dopo le risposte e sentite di questa storia: la storia di Adone

Spoiler
Adone nacque dal rapporto tra Mirra e Cinira, che per dirla tutta era suo padre. Le cose andarono così: Mirra una giovane e bella fanciulla si ritrovò a pensare sempre più spesso ad avere un rapporto con un parente, appunto il padre. Era tale la sua angoscia e la sua disperazione che penso addirittura sdi uccidersi. Ed era arrivata ai fatti quando fu fermata dalla nutrice, che dopo esser venuta a conoscenza del suo desiderio proibito, e pur di far in modo che evitasse gesti tragici, le promise un incontro amoroso con il padre. Così, dato che la madre a causa di un voto non poteva adempiere ai suoi doveri di moglie, durante i festeggiamenti in onore di Cerere (o Demetra dea delle messi e delle stagioni diciamo così per capirci) la nutrice andò da Cinira (il padre di Mirra) e lo convise ad accoppiarsi con una giovane vergine: però c'era una condizione non doveva mai vedere la vergine. Così  i due si accoppiarono per  le nove notti successive, con soddisfazione di entrambi, se non che il l'uomo preso dalla curiosità volle vedere la ragazza. Preso il lume la illuminò e con grande sorpresa si accorse che era sua figlia, quindi prese la spada e si misead inseguire la figlia per tutta la casa fino ai boschi. Stava anche per raggiungerla, ma la fanciulla invocò l'aiuto degli Dei che commossi la trasformarono in albero. Tuttavia questo non bastò per calmare il padre che prese a menare fendenti a destra e a sinistra, colpendo ripetutamente il tronco dell'albero. Da quelle ferite ne uscì una resina profumata  che appunto venne chiamata mirra (è anche uno dei tre doni dei magi a Gesù bambino per interderci).
Fato volle però che durante questo fattaccio (l'isenguimento) la ragazza era già stata fecondata, così nove mesi più tardi, il tronco di quell'albero si aprì del tutto facendone uscire un bambino: Adone.
Fu visto da Afrodite, che di nascosto dalle altre divinità lo chiuse in una cassa per poi consegnarla a Persefone, che appena l'ho vide non lo volle più lasciare. Passano gli anni, il bambino cresce,e diventà un bell'uomo, ma talmente bello che tutte le donne si innamorano di lui. Ma tra gli spasimanti c'era la stessa Afrodite, dimentica ormai del suo più proverbiale amante Ares. Non solo, come detto c'era anche Persefone che si era invaghita di lui, così le due dee iniziarono una disputa così aspra tanto che dovette intervenire lo stesso Zeus, che fece risolvere la questione alle Muse. Esse così decisero: il ragazzo doveva trascorrere quattro mesi con una e quattro mesi con l'altra, i restanti quattro mesi li poteva trascorrere con chi voleva lui.
Afrodite però non si accontentò dei suoi quattro mesi, e tramite la sua magica cintura (faceva innamorare di sè chiunque la vedesse), rubò il tempo che il ragazzo doveva trascorrere con la rivale. Persefone, infuriata, corse da Marte e gli raccontò dell'ennesimo tradimento da parte di Afrodite, e questi fuori di sè dalla rabbia si trasformò in cinghiale e durante una partita di caccia massacrò il rivale.
Vedendolo morire Afrodite pianse e si dice che pianse tante lacrime quante le gocce del suo sangue versate a terra. Con lei però piansero tutte le altre fanciulle che bene o male si erano innamorate di Adone.
[close]

Ecco a voi l'ennesima storia raccontata da questo pessimo narratore, spero che vi piaccia ma soprattutto spero che vi faccia riflettere se conviene essere belli
« Ultima modifica: 15 Gennaio, 2010, 23:17:20 pm da octopus »

Offline Gemini Saga

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Re: racconti mitologici
« Risposta #8 il: 14 Gennaio, 2010, 22:30:20 pm »
Complimenti octupus per l'iniziativa :+1: il mito di narciso a me è sempre piaciuto molto, il messaggio di fondo lo condivido molto :sisi:
hunterj, caro amico, il tuo ricordo rimarrà con me per sempre, grazie di tutto.



by etamindraconis

Offline octopus

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Re: racconti mitologici
« Risposta #9 il: 15 Gennaio, 2010, 22:36:27 pm »
eccomi di nuovo a voi signori un pessimo narratore che vi vuole illuminare riguardo qualche mito.
Vorrei oggi parlarvi di Efesto (o Vulcano a dir si voglia), in particolare dell'episodio del matrimonio con Afrodite (ho letto il racconto che ha partecipato al contest e volevo dirvi la mia versione della storia). Allora iniziamo:

Spoiler
Figlio di Era, e non di Giove (strano a dirsi ma Era fece tutto da sola chissà come :mh:), tuttavia non essendo all'altezza degli altri Dei maggiori (era il più brutto, fra tutti gli Dei forse solo Pan era messo peggio) lo prese per un piede e lo buttò via. rimasto zoppo dalla botta (direi è il minimo), fu trovato ed allevato da Teti ed Eurinome che, commosse da suo pianto, gli regalarono una fucina con relativo attrezzi con mettere a frutto il suo talento (per capirci, cocoscete Pandora, proprio quella del vaso, beh fu una sua creazione).
Tempo Era incontra Teti e le vede lampeggiare una spilla d'oro di raffinatissima fattura. Incuriosità (io credo più avida) le chiese come ne entrata in possesso. Teti le risponde che era opera del bambino che lei gettò via senza pietà, ed aggiunse che quello era solo uno dei tanti regali che gli faceva.
Così chiese ad Efesto un trono regale adatto alla sua persona, ed egli lo costruì: un trono così maestoso e sfarzoso da non poter essere visto troppo a lungo per non rimanerne abbagliati. Però quello stesso trono nascondeva una trappola, non appena Era vi si sedette, due manette d'oro scattarono e la inchiodarono al trono (proprio come lei voleva, e chi le strappava più il suo trono?). Era, furiosa, passò mesi e mesi inchiodata a quel trono da dove nemmeno Zeus riuscì a liberarla. Così tutte le altre divinità, esasperate dalle urla di Era imporarono a più non posso Efesto di liberarla. Questi, dopo suppliche e suppliche, acconsentì a patto però che le fosse data in moglie la bella Afrodite. Gli Dei acconsentirono subito, così si celebrò il matrimonio. Però il nido d'amore durò poco, tanto che Afrodite già lo tradiva con Ares. Tuttavia, in un dei loro incontri, essendosi troppo attardati furono visti da Elio, che raccontò il fatto a Momo, dea della Maldicenza, e di bocca in bocca ecco che tutti nell'olimpo sapevano dell'accaduto. Ed Efesto? Credete che sia rimasto così senza fare niente? In fondo Afrodite era sua moglie, bene o male. Perciò preparò la sua vendetta. Corse alla sua fucina e preparò una rete sottilissima, ma indistruttibile, che nascose nel letto matrimoniale come una sottile ragnatela. Non restava che aspettare la coppia. Fece spargere la voce di una sua partenza per Lemno, al che Ares subito si precipitò dalla sua bella amante. Tuttavia i due, inconsci del pericolo, appena si coricarono sul letto furono presi in trappola dalla formidabile rete di Efesto, e rimasero legati abbracciati insieme senza nessuna via d'uscita.
Ora che il tradimento di Afrodite era lì visibile a tutti Efesto che fa? chiama tutte le altre divinità per fargli constatare il tradimento. Naturalmente gli Dei accorserò subito, solo però erano tutti maschi (voglio vedere, c'era la possibilità di vedere Afrodite completamente nuda... e chi se la fa sfuggire?). Al contrario, invece, le Dee preferirono non fare presenza,  ma non per evitare un raffronto con Afrodite, ma per non vedere Ares completamente nudo. Infatti questi era noto anche come "Dio dal membro sempre eretto" (scusate la volgarità ma è così che va la storia).
Risultato finale, tutte le divinità finiscono per simpatizzare per gli adulteri, e posso dirvi che Afrodite, prima o poi, li ricambierà per i loro commenti adulatori (lascio a voi capire come...)
[close]


La storia è finita e spero i piaccia questa versione. Scusate se è un pò volgare ma io non c'entro niente (dovreste leggere quello che dice Ovidio nella sua Ars amatoria...). Spero di non offendere nessuno e di non buscarmi qualche punizione per il genere un pò.... non so proprio come definirlo. Beh spazio ai vostri commenti allora :CIAO:
« Ultima modifica: 15 Gennaio, 2010, 23:17:47 pm da octopus »

Offline MARADONAFAN

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Re: racconti mitologici
« Risposta #10 il: 15 Gennaio, 2010, 23:27:45 pm »
bravissimo, bella iniziativa! :)

Offline hunterj

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Re: racconti mitologici
« Risposta #11 il: 16 Gennaio, 2010, 09:41:06 am »
bravo octupus :yea:

ps racconti messi al primo post :ok:
  l'arma più lenta del grande tempio, l'arma che più provoca dolore, benvenuti alla fine del viaggio, non altra conclusione è altrettanto adatta alla vostra follia!

Offline octopus

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Re: racconti mitologici
« Risposta #12 il: 18 Gennaio, 2010, 19:18:40 pm »
ho aggiunto un nuovo racconto al primo post, tuttavia non è ancora completo. Lo finirò quanto prima. Intanto godetevi ciò che ho appena aggiunto

Offline tisifone75

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Re: racconti mitologici
« Risposta #13 il: 18 Gennaio, 2010, 21:34:30 pm »
Bravo Octopus ;)
Il fiore sboccia e appassisce, la stella brilla nella notte per poi sbiadire: ogni cosa ha una fine...la vita umana è soltanto un fugace battito di ciglia
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Offline octopus

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Re: racconti mitologici
« Risposta #14 il: 18 Gennaio, 2010, 23:40:40 pm »
Ultimo aggiormanamento. Ho finito di postare il resto della storia, e come detto sopra a voi la parola

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Re: racconti mitologici
« Risposta #14 il: 18 Gennaio, 2010, 23:40:40 pm »