Saint Seiya GS - Il Forum della Terza Casa


Autore Topic: Saint Seiya attraverso il mito: speciale divinità  (Letto 22856 volte)

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

Offline Pandora

  • *Pazza del Forum*
  • Giudice degli inferi
  • *
  • Post: 8483
  • Cosmo: 502
  • Sesso: Femmina
    • Mostra profilo
    • Awards
Saint Seiya attraverso il mito: speciale divinità
« il: 03 Luglio, 2010, 17:14:06 pm »
Dopo l'analisi di bronze, silver, gold, marine e spectre non potevamo di certo tralasciare le figure mitologiche più importanti: le divinità :ok:
Buona lettura^^

Lo Staff Mitologico

Mitologia greca

Atena
Atena


Figlia di Zeus e Metide (dea della sapienza e della prudenza) già dalla nascita presenta particolarità uniche. Zeus infatti, temendo la profezia secondo la quale i figli di Metide sarebbero stati più potenti del padre anche se questi fosse stato il Sommo Zeus, convinse Metide a trasformarsi in una mosca e la inghiottì dopo aver giaciuto con lei, la dea però portava già in grembo il nascituro. La dei immediatamente iniziò a fare un elmo ed un elmo la futura figlia e i colpi di martello che dava durante la costruzione dell'elmo procurarono a Zeus un forte mal di testa. Efesto, o secondo altre versioni Prometeo, con un'ascia bipenne spaccò la testa del padre degli dei e ne uscì Atena già vestita ed armata, fu sempre ritratta come la fliglia prediletta di Zeus. Alcune versioni del mito narrano che Zeus in persona le regalò l'Egida, secondo alcuni studiosi però essa sarebbe lo scudo, che era una specie di corazza di pelle di capra, notiamo poi che la dea è spesso rappresentata con l'elmo, lo scudo con affissa la testa della gorgone Medusa che Perseo le offrì in dono per rigranziarla di averlo assistito nelle sue imprese, e la Nike, dea della vittoria (spesso era anche raffigurata con una lancia impugnata), nel palmo della mano. Atena era la dea della saggezza, la sapienza, la tesstura e degli aspetti più nobili della guerra (guerra difensiva e mai offensiva, guerra strategica volta anche ad avere meno vittime possibili tra il suo esercito e quello nemico) al contrario di Ares che era il dio degli aspetti più rudi e cruenti della guerra. Animale sacro alla dea e spesso raffigurato insieme a lei, sul suo capo, è la civetta, uccello notturno che vede benissimo anche di notte e che simboleggia quanto la sapienza penetri anche il buio dell'ignoranza più scura. La dea fu protrettrice di molti eroi tra cui Odisseo, Eracle e Perseo. Diversi erano gli epiteti che la caratterizzavano:
- Glaukòpis: dallo sguardo scintillante, ancora una volta notiamo come è tipico di questa dea l'accostamento con una vista limpida ed acuta (vd. glaùkos=lucente+ops=occhio, sguardo; da notare che in greco antico il sostantivo che voleva dire "civetta" aveva la stessa radice di questo epiteto, era infatti glaùx)
- Pallade: secondo alcune versioni del mito era il nome di una compagna di giochi della dea che morì durante una simulazione di guerra e per questo la dea aggiunse al suo il nome dell'amica, in segno di lutto insomma, secondo altre invece Pallade era uno dei giganti sconfitti dalla dea.
- Parthènos: appellativo che vuol dire vergine poichè la dea non si unì mai ad alcun dio o uomo (da qui vd. Partenone di Atene).
A lei erano anche consacrate le fanciulle dotate di poteri che oggi definiamo soprannaturali.
Nella mitologia poi vediamo che la dea è protrettrice di alcuni tra gli eroi più famosi:
- Dopo aver scoperto che Poseidone si era congiunto alla bella Medusa nel suo tempio la dea, per punire tale profanazione rese Medusa il mostro che conosciamo con la capacità di pietrificare con il solo sguardo le persone, unitamente a ciò inoltre Atena le trasformò la parte inferiore del corpo di modo che ella non potesse più congiungersi con alcuno. Successivamente aiutò Perseo nello sconfiggere Medusa e l'eroe come dono votivo, come abbiamo visto, le regalò lo scudo al quale era fissata la testa della Gorgone.
- Oltre alla lotta contro gli uccelli dello Stinfalo la dea aiutò Eracle in diverse delle sue dodici fatiche tra cui ricordiamo quella del Leone di Nemea in cui insegnò al giovane fratellastro come squoiare il leone.
- Grazie al suo multiforme ingeno (Polùtropos) Odisseo entrò nelle grazie della dea che lo aiutò in varie occasioni per esempio entrò nei sogni di Nausicaa, figlia di Alcinoo re dei Feaci, per spingerla a soccorrere il suo protetto ed aiutarlo ad arrivare ad Itaca. Una volta poi giunto in patria la dea gli si presenta sotto mentite spoglie raccontandogli che la moglie si era risposata e che tutti lo credevano morto, l'eroe a sua volta scopre la dea che si celava dietro la falsa apparenza ed Atena lodando la sua sagacia gli spiega cosa deve fare e cambia le sue sembianze di modo che nessuno lo riconosca.


Altri miti legati alla dea sono:
- Erittonio: re innovatore di Atene protetto sempre dalla dea, attorno alla sua nascita e alla sua figura legata alla dea vi sono diverse versioni del mito:
1) Mentre Efesto tentava di giacere Atena il suo seme cadde a terra e nacque Erittonio, figlio dunque di Efesto e della Terra, la dea decisa di tenere con sè il piccolo quale madre adottiva.
2) Dopo il tentativo fallito di Efesto, Atena con una pezza di lana si ripuli la coscia dal seme del dio e gettò a terra la pezza e nacque Erittonio, figlio dunque della Lana e della Terra.
3) Efesto volle sposare Atena che scomparve improvvisamente dal talamo nunziale e così il seme del dio cadde sulla terra e nacque Erittonio. La dea affidò il bimbo, che aveva la parte inferiore del corpo a forma di serpente, alle tre figlie di Cecrope ma spinta dalla curiosità Agraulo aprì la cesta dove vi era Erittonio e dato il suo mostruoso aspetto sia lei sia le sorelle impazzirono e si lanciarono dall'Acropoli morendo.
4) Secondo altre versioni del mito la dea affidò la cesta con il piccolo Erittonio alle tre figlie di Cecrope perchè doveva recarsi a prendere una montagna per costruire l'acropoli di Atena, due di queste, Erse e Pandroso, aprirono la cesta e impazzirono di terrore alla sua vista lanciandosi da una scogliera. Un corvo volò ad informare la dea che lasciò cadere la montagna che divenne il monte Licabetto e che trasformo in nere le piume dell'uccello che le portò tale sgradevole ed infausta notizia facendo dunque dell'animale portatore di infausti presagi e di sventure.
Agraulo.
Hermes invaghito della di lei sorella, Erse, mentre le tre sorelle erano presso il tempio di Atena chiede ad Argulo come avrebbe potuto sedurre Erse, questa richiede al dio in cambio del denaro ed Ermes le da il denaro che loro stesse avevano offerto alla dea. Per punire l'avidità di Argulo Atena ordinò all'invidia di impadronirsi di lei e la fanciulla ne rimase pietrificata.
Tiresia.
Secondo alcune versioni del mito Tiresia sorprese la dea mentre si faceva il bagno ed Atena per punirlo di tale atto oltraggioso lo rese cieco, la madre di Tiresia, Cercilo, supplicò la dea di far tornare il figlio a vedere ma a quel punto nemmeno Atena era in grado di ridargli la vista e, spinta da pietà verso Cercilo, per riparare a ciò che aveva fatto fece dono a Tiresia della profezia.
Aracne.
Costei andò vantandosi di essere più brava a tessere persino della dea della tessitura stessa, Atena, la quale si recò dalla donna sotto le sembianze di una vecchia chiedendole di pentirsi e chiedere perdono per l'atto di hùbris (arroganza, tracotanza) commesso, Aracne invece sfidò la vecchia ad una gara di tessitura e questa svelò le sue divine sembianze ed accettò la sfida. Mentre la dea aveva tessuto un arazzo con le scene della sua contesa con Poseidone per la città di Atene, Aracne fece un arazzo con rappresentato Zeus preso in giro per le sue innumerevoli amanti, per punire codesta ulteriore tracotanza Atena trasformò in un ragno la donna obbligandola quindi a tessere comunque per sempre la sua tela.

Contesa di Atena e Poseidone per il dominio su Atene
Quando ancora la città non aveva nome i due dei si contendevano il dominio su essa, le due divinità decisero di risolvere la questione in modo pacifico facendo dono ciascuno di qualcosa di utile ai cittadini i quali avrebbero in base ad essi deciso quale sarebbe stata la divinità patrona. Poseidone conficcò nella terra il suo tridente e ne scaturì una sorgente d'acqua che però era non potabile in quanto salata (secondo altre versioni offrì ai cittadini il primo cavallo), Atena invece il primo albero di ulivo e i cittadini constatando che quel dono avrebbe loro portato legna, olio e cibo scelsero come loro patrona Atena e diedero alla città il nome divino. Nonostante questo Poseidone fu sempre benevolo verso la città che lo ricambio con una devozione seconda solo a quella verso Atena: Atene infatti raggiunse il suo massimo sviluppo grazie al commercio marittimo.
[close]

Poseidone
Poseidone,


Figlio di Crono e Rea e dunque fratello di Zeus, Ade ed Era secondo alcune versioni del mito rimase con i fratelli nel grembo paterno dopo essere stato inghiottio finchè non fu liberato da Zeus, secondo altre invece, come Zeus fu salvato dalla madre così lo fu anche lui che crebbe sull'isola di Rodi cresciuto ed accudito dai Telchini e da Cefira, la figlia di Oceano. Una volta cresciuto si innamorò poi della fsorella dei Telchini, Alia, da cui ebbe sei figli ed una figlia, Rodo, da cui l'isola prese il nome. Dopo la vittoria di Zeus sul padre nella ripartizione dei domini a Poseidone toccò quello delle acque divenne quindi il dio dei mari, e stando all'antico Inno Omerico in suo onore, protettore dei naviganti (salvatore di naviganti) ma anche dio dei cavalli (domatore di cavalli) e dei terremoti (ricordiamo il suo appellativo scuotitore della terra). Secondo alcune fonti prima che Apollo ne assumesse il controllo Poseidone era uno dei custodi dell'oracolo di Delfi. Durante la fondazione di nuove colonie il dio proteggeva la navigazione dei coloni verso la propria destinazione ed aiutava a scoprire le acque lustrali per i sacrifici agli dei che propiziavano la fondazione di una nuova colonia. A lui Ippocrate fa risalire certi tipi di epilessia.
Insieme al nipote Apollo servi Laomedonte, re di Troia, per aver offeso Zeus, il sovrano chiese ai due dei di costruire una imponente cinta muraria intorno alla città aggiungendo che li avrebbe ricompensati. A lavori ultimati però Laomedonte non tenne fede alla parola data e Poseidone fece attaccare Troia da un mostro marino in seguito sconfitto da Eracle.


Nell'Iliade vediamo che il dio è schierato con i Greci ma tuttavia nel XX Libro salva Enea quando questi sta per essere ucciso da Achille.
Nell'Odissea vediamo quanto fosse funesto a coloro che hanno osato recargli offesa (come Odisseo che aveva ucciso suo figlio Polifemo) e quanto fosse necessaria la sua protezione per una buona navigazione e per giungere sani e salvi alla meta. Infatti nel suo aspetto benevolo Poseidone faceva sorgere nuove isole e donava una favorevole e calma marea per i naviganti.
Come il fratello Zeus era un amante appassionato e tra i suoi figli più famosi, oltre al già citato Polifemo, ricordiamo:
- I gemelli Pelia e Neleo, nati da dalla sua unione con Tiro, moglie di Creteo, innamoratà del dio fluviale Enipeo che però la rifiutò. Invaghitosi della donna Poseidone ne assunse le sembianze per unirsi a lei.
- Teseo della cui madre Etra, secondo alcune versioni del mito, si approfittò Poseidone.
- Pegaso, il cavallo alato nato dal sangue che sgorgò dal collo mozzato della Gorgone Medusa che assunse tale aspetto proprio perchè puntia da Atena che l'aveva sorpresa congiungersi a Poseidone nel suo tempio.
Secondo quanto Platone ci dice ne il Crizia era divinità patrona e fondatrice del mitico continente perduto di Atlantide.
[close]

Ade
Ade


Figlio di Crono e Rea era fratello, tra gli altri, di Zeus e Poseidone e partecipò alla guerra contro i Titani in occasione della quale i Ciclopi per lui costruirono la kunèe, copricapo di pelle animale con il dono dell'invisibilità grazie al quale riuscì ad introdursi nella dimora paterna e sottrarre a Crono le sue armi di modo che mentre Poseidone lo minacciava col suo tridente Zeus potè colpirlo con la folgore. Successivamente la kunèe divenne l'elmo dell'invisibilità che Ade diede in prestito all'eroe Perseo nella sua impresa di uccidere la Gorgone Medusa. Dopo la vittoria su Crono a lui toccò in sorte il dominio sul regno dell'oltretomba che abbandonò in due sole occasioni: per il rapimento di Persefone e per curarsi le ferite infertegli da Eracle. Secondo la tradizione poi era il dio più brutto e raccapricciante di tutti ed era padrone delle greggi solari dell'isola di Erizia, detta anche Isola Rossa, ove quotidianamente moriva il sole. Si narra che ebbe una figlia: Macaria il cui nome significa buona morte. Ad Ade si sacrificava solo nelle ore notturne e voltando il viso da un'altra parte nel terrore di vederlo, i greci antichi tanto lo temevano e ne riconoscevano la grandezza che lo stesso regno dell'oltretomba era chiamato come il suo signore e padrone: Ade appunto.
 Tra i mortali solo Teseo, Piritoo, Eracle ed Orfeo lo videro:
- Teseo e Piritoo furono dal dio ingannati e condannati rimanere seduti presso i seggi che li trattenevano sino a che Eracle non giunse a liberarli riuscendo però a salvare solo Teseo.
- Orfeo invece ammaliò con il soave suono della sua lira sia lui sia la consorte Persefone che concessero all'anima di Euridice di tornare in vita a condizione che Orfeo non si voltasse a guardarla sino a che entrambi non fossero giunti sulla terra.
Secondo il mito narrato da Platone nel Gorgia Ade si lamentò col fratello Zeus del fatto che il giudizio sui morituri non fosse equo e quindi da allora giudici e anime si confrontarono da morti e non più da vivi, in tal modo il giudizio risultava più obiettivo. Ade si lamento con Zeus anche per quanto riguarda Asclepio, figlio di Apollo, che resuscitava i morti rubando così diverse anime dall'oltretomba.


Il ratto di Persefone.
Innamoratosi follemente della nipote Persefone, figlia di sua sorella Demetra, dea delle messi, con il permesso di Zeus egli la rapì. Demetra, dopo aver vagato per ogni dove alla disperata ricerca della figlia, appresa la verità lasciò indignata l'Olimpo procurando carestie in tutta la Terra, Zeus allora si adoperò affinchè Persefone, se ancora non avesse mangiato i frutti del regno dei morti, venisse restituita alla madre. Ade apparentemente non si oppose ma molto astutamente consigliò a Persefone, che sin dal giorno del rapimento era diginuna, di rifocillarsi prima di mettersi in viaggio e le offrì un melograno. La fanciulla prima di incamminarsi verso Eleusi ne mangiò sei chicchi e fu vista da Ascalafo e in questo modo venne a compimento l'inganno teso da Ade. Demetra era furiosa per questa cosa e Zeus propose un compromesso: dal momento che Persefone non aveva mangiato un frutto intero sarebbe stata con la madre sei mesi (sei come i chicchi di melograno da lei mangiati) e i restanti sei con lo sposo, nacquero cosi le stagioni: primavera ed estate quando Persefone era sulla terra e la madre gioiva di questo, autunno e inverno, quando ella stava con il consorte e la madre si struggeva per la sua assenza.
Dopo le nozze secondo alcune versioni del mito Ade si invaghì della ninfa Menta, Persefone, accecata dalla gelosia, la aggredì e quando la ninfa la minacciò oltretutto alludendo alle sue arti amorose maggiori di quelle di Persefone, la signora degli inferi si adirò e la fece a pezzi. Impietosito Ade la trasformo nella pianta di menta che però Demetra rese sterile, incapace di dare frutti. In seguito Ade rapì la ninfa Leuce che Persefone trasformò in un pioppo bianco vicino alla fontana della memoria.
[close]

Apollo
Apollo

Dio delle arti, della medicina, della musica, della profezia e del sole spirituale che illumina l'anima quindi è logico anche che sia il patrono della profezia (mentre Helios era il dio del Sole fisico) nella tarda antichità greca assunse anche il titolo di dio del Sole. Vari miti narrano di questo dio:
1) Poco più che bambino, Apollo volle uccidere il drago ctonio Piton, colpevole di aver tentato di stuprare Lato mentre questa era incinta del dio. Apollo lo uccise presso la sua tana, situata nei pressi della fonte Castalia nei pressi di Delfi, città dove sarebbe poi sorto l'oracolo a lui dedicato. Un altro mito racconta invece come si vendicò terribilmente di Niobe, regina di Tebe, la quale, eccessivamente fiera dei suoi quattordici figli ( sette maschi e sette femmine), aveva deriso Leto per averne avuti solo due. Per salvare l'onore della madre, Apollo, insieme con sua sorella Artemide, utilizzò il suo terribile arco per uccidere la donna ed i suoi figli, risparmiandone solo due.
2) Apollo sfidò il satiro Marsia, (o, secondo altre fonti, venne da questi sfidato) in una gara musicale di flauto, in seguito alla vittoria, per punire l'ardire del satiro, che si era impudentemente vantato di essere più bravo di lui, lo fece legare ad un albero e scorticare vivo.
3) Apollo ebbe una sfida musicale con il dio Pan, che aveva osato affermare di essere più bravo del dio a suonare, il giudice di tale contesa fu Tmolo, dio di una montagna omonima in Lidia: esso rimase incantato quando Pan suonò il suo strumento, incoraggiato dal sostegno del suo buon amico Mida, ma appena Apollo sfiorò le corde della sua lira, Tmolo non poté che dichiarare il dio vincitore della gara. Mida protestò vivamente per questa decisione, ed arrivò a mettere in dubbio l'imparzialità dell'arbitro. Apollo, offeso, trasformò le orecchie dell'irrispettoso umano in orecchie d'asino.
4) Quando Zeus uccise Asclepio, figlio di Apollo, come punizione per aver osato resuscitare i morti con il suo talento medico, il dio per vendetta massacrò i Ciclopi, che avevano forgiato i fulmini di Zeus. Stando alla tragedia di Euripide Alcesti, come punizione per questo suo gesto Apollo venne costretto dallo stesso Zeus a servire l'umano Admeto, re di Fere, per nove anni. Apollo lavorò dunque presso il re come pastore, e venne da questi trattato in modo tanto gentile che, allo scadere dei nove anni, gli concesse un dono: fece sì che le sue mucche partorissero solo figli gemelli. In seguito, il dio aiutò Admeto ad ottenere la mano di Alcesti, che per volere del padre sarebbe potuta andare in sposa solo a chi fosse riuscito a mettere il giogo a due bestie feroci: Apollo gli regalò dunque un carro trainato da un leone e un cinghiale.


5) Un mito narrato negli Inni Omerici descrive l'incontro tra il giovane Hermes ed Apollo: il dioappena nato sfuggì  alla madre Maya e iniziò a vagabondare per la Tessaglia, fino ad imbattersi nel gregge di Admeto, custodito da Apollo. Hermes riuscì con uno stratagemma a rubare gli animali e, dopo essersi nascosto in una grotta, usò gli intestini di alcuni di essi per confezionarsi una lira. Quando Apollo, infuriato, riuscì a rintracciare Hermes e a pretendere, con l'appoggio di Zeus, la restituzione del bestiame, non poté fare a meno di innamorarsi dello strumento e del suo suono, ed accettò infine di lasciare ad Ermes il maltolto, in cambio della lira, che sarebbe diventata da allora uno dei suoi simboli.
6) L'inizio del'Iliade di Omero vede Apollo schierato a fianco dei Troiani, durante la guerra di Troia. Il dio era infatti infuriato con i Greci, in particolare con Agamennone per il rapimento da questi perpetrato di Criseide, giovane figlia di Crise, sacerdote di Apollo; per vendicare l'affronto il dio decimò le schiere Achee con le sue terribili frecce, fino a che il re a capo dei Greci non acconsentì a rilasciare la prigioniera, pretendendo in cambio Briseide, schiava di Achille. Questo fatto provocò l'ira dell'eroe mirmidone. Apollo continuò comunque a parteggiare per i Troiani: in un'occasione salvò la vita ad Enea impegnato in duello da Diomede. In seguito, aiutò Paride ad uccidere Achille, guidando la freccia da questi scagliata nel tallone dell'eroe, il suo unico punto debole. Da non dimenticare infine,l'importantissimo aiuto che il dio offrì ad Ettore e ad Euforbo nel combattimento che li vedeva avversari del potente Patroclo, il dio infatti, oltre ad aver stordito il giovane, confuso per il re mirmidone vista l'armatura che indossava, lo privò di quest'ultima sciogliendola come neve al sole. Distrusse perfino la punta della lancia con cui Patroclo stava mietendo vittime tra le file Troiane.
7) Un giorno, Cupido, stanco delle continue derisioni di Apollo, che vantava il titolo di dio più bello, dio della poesia nonché un arciere migliore di lui, colpì il dio con una delle sue frecce d'oro, facendolo cadere perdutamente innamorato della ninfa Daphne. Allo stesso tempo però, colpì anche la ninfa, con una freccia di piombo arrugginita e spuntata, stregandola in modo che rifiutasse l'amore di Apollo e addirittura rabbrividisse per l'orrore alla sua vista. Perseguitata dal dio innamorato, la ninfa, piangendo e gridando, chiese aiuto a Zeus che la tramutò in una pianta di lauro, o alloro. Apollo pianse abbracciando il tronco di Daphne che ormai era un albero. Per questo il lauro divenne la pianta prediletta da Apollo con la quale era solito far ornare i suoi templiò.
8 ) Apollo sostiene Giacinto morente, dipinto di Jean BorcUno dei miti più conosciuti riferiti al dio è quello della sua triste storia d'amore con il principe spartano Giacinto, mito narrato, fra gli altri, da Ovidio nelle sue Metamorfosi. I due si amavano profondamente, quando un giorno, mentre si stavano allenando nel lancio del disco, il giovane venne colpito alla testa dall'attrezzo lanciato da Apollo, spintogli contro da Zefiro, geloso dell'affetto tra i due. Ferito a morte, Giacinto non poté che accasciarsi tra le braccia del compagno che, impotente, lo trasformò nel rosso fiore che porta il suo nome, e con le sue lacrime tracciò sui suoi petali le lettere άί (ai), che in greco è un'esclamazione di dolore. Da ricordare che in questo mito viene svelata,nuovamente,la perfida personalità che talvota riemerge dall'animo del dio...infatti,saputo che Tamiri,un altro pretendente alla compagnia di Giacinto (per inciso fu il primo uomo ad innamorarsi di un individuo del suo stesso sesso) reputava di superare le muse nelle loro arti, il dio, con estremo piacere andò dalle sue alieve per riferire tali parole...le muse allora,privarono il povero Tamiri, reo di presunzione, privandolo della vista ,della voce e della memoria.
9) Per sedurre Cassandra, figlia del re di Troia Priamo, Apollo le promise il dono della profezia. Tuttavia, dopo aver accettato il patto, la donna si tirò indietro, rimangiandosi la parola data. Il dio allora, sputandole sulle labbra, le diede sì il dono di vedere il futuro, ma la condannò a non venir mai creduta per le sue previsioni.
[close]

Eris
Eris

Eris, che in greco antico vuol dire lite e\o conflitto, era la dea della discordia, legata ad Ares, cui spesso si accompagna, e secondo Stazio (Tebaide) faceva da guardia al palazzo del dio della guerra, in Tracia. Eris era raffigurata sullo scudo di Eracle, nell'atto di volteggiare intorno a Phobos (la paura), e la sua immagine terrificante era riprodotta anche sullo scudo di Achille. Virgilio la pone all'ingresso dell'Ade, con serpi in luogo dei capelli, che tiene annodate con bende intrise di sangue.
Nascita e parentele
Secondo Omero e Quinto Smirneo, Eris era sorella di Ares, e dunque figlia di Era e Zeus.
Un altro mito, riportato da Ovidio e dal Primo Mitografo Vaticano, narra che Eris e Ares siano stati concepiti da Era semplicemente toccando un fiore, senza che la dea giacesse con il divino consorte Zeus.
Per Esiodo, "Teogonia", invece sua madre fu la Notte, che la generò senza bisogno di accoppiarsi, mentre secondo Igino la concepì con Erebo.
Eris risulterebbe quindi appartenere all'era preolimpica,in effetti il suo ruolo nel mito è frequentemente quello tipico delle altre personificazioni di concetti: la dea è un'incarnazione di una delle forze cui sono soggetti i mortali e le stesse divinità, ma non ha una storia propria né caratteristiche che la individuino, oltre a quelle strettamente legate alla sua funzione.
Sono fratelli e sorelle di Eris secondo Esiodo (Teogonia): Moros (il destino avverso), Ker (la morte violenta), Thanatos (la morte), Hypnos (il sonno) e la tribù degli Oneiroi (i sogni), Momos (la colpa), Oizys (la miseria), Nemesi (la vendetta), Apate (l'inganno), Philotes (l'amicizia), Geras (la vecchiaia), i Keres ( i destini fatali), le Esperidi e le Moire filatrici del destino. A questo elenco, Igino aggiunge: Letum (dissoluzione), Continenza, Lysimele (amore), Epifrone (prudenza), Porfirione, Epafo, Petulanza, Eufrosine (benevolenza), Misericordia e Styx (l'odio).
Sempre secondo Esiodo (Teogonia), Eris diede alla luce Ponos (travaglio, fatica), Lethe (oblio, dimenticanza), Limos (fame), Algea (i dolori), Isminai (i combattimenti), Makhai (le battaglie), Fonoi (gli omicidi), Androktasiai (le stragi), Neikea (i litigi), Pseudo-logoi (le bugie), Amfilogie (le dispute), Disnomia (la disobbedienza alle leggi), Ate (errore, rovina) e Horkos (giuramento). Per quest'ultimo figlio fu assistita nel parto dalle Erinni, cui sarebbe poi spettato il compito di perseguitare e uccidere chiunque non tenga fede ai propri voti (questa notizia ci è nota dal Le opere e i giorni).
Natura e carattere
Generalmente Eris è descritta come una dea spietata e sanguinaria, animatrice dei conflitti e delle guerre tra gli uomini, dei quali gode e si rallegra.
Omero (Iliade. IV) ne offre un illuminante ritratto, descrivendola come una piccola cosa, all'inizio che cresce fino ad avanzare a grandi falcate sulla terra, con la testa che giunge a colpire i cieli, seminando odio fra gli uomini e acuendone le sofferenze. Forse per questo il poeta le attribuisce anche l'epiteto di signora del dolore. Una simile rappresentazione si ritrova anche in Quinto Smirneo: mentre Eris cresce a dismisura, la terra trema sotto i suoi piedi, la sua lancia ferisce il cielo, dalla sua bocca si sprigionano fiamme spaventose, mentre la sua voce tonante accende gli animi degli uomini.
Anche Esopo nelle sue Favole riprende lo stesso tema: Eracle stava attraversando uno stretto passaggio quando nota una mela che giace al suolo, la colpisce ripetutamente con la sua clava, ma ad ogni percossa la mela raddoppia le sue dimensioni, fino a ostruire completamente il suo cammino. Atena, accorgendosi della cosa, spiega ad Eracle come quella mela sia in realtà Aporia ed Eris: se lasciata a sé stessa, rimane piccola, ma a combatterla si ottiene solo di ingigantirla.
Esiodo ne Le Opere e i Giorni ricorda che la dea ha, oltre a quella violenta, anche un'altra natura che, se compresa, può essere d'aiuto ai mortali: quando si presenta nella forma della competizione, la dea è di stimolo agli uomini, spingendoli a superare i propri limiti e permettendo loro di conseguire risultati che la loro innata pigrizia renderebbe altrimenti irraggiungibili.


Eris nel mito
Vediamo nei racconti della mitologia greca solo brevi apparizioni sui campi di battaglia, specie durante la guerra di Troia. Ricordiamo che la dea vi è spesso inviata da Zeus per aizzare con le sue grida gli spiriti dei combattenti: non solo quelli dei greci, per i quali parteggia come il fratello Ares, ma anche quelli dei troiani. Il suo accanimento supera però quello del fratello, al punto che Eris spesso rimane a gioire del sangue versato dagli uomini anche dopo che gli altri dei si sono ritirati, e ama passeggiare fra i corpi dei morti e dei morenti una volta che lo scontro si è concluso.
Di lei sappiamo che forgiò l'alabarda con cui l'amazzone Pentesilea, figlia di Ares, combatté nella guerra di Troia, e che apparve in sogno a Dioniso, sotto le mentite spoglie di Rea per rimproverare al dio i suoi ozi ed esortarlo a riprendere la battaglia con il re d'India, allettandolo con la prefigurazione della sua prossima ascesa all'Olimpo. Aiutò inoltre Efesto a forgiare la collana di Armonia, che svolse il suo ruolo funesto nelle vicende dei Sette contro Tebe e dei loro Epigoni (Sofocle, "I sette contro Tebe").
Stando a Nonno, fu l'ancella di Tifone durante la battaglia del mostro con Zeus, che invece era fiancheggiato da Nike.
Eris ebbe un ruolo anche nella vicenda del vello d'oro (vd. Euripide, "Oreste"), nell'epoca in cui questo era entrato in possesso di Tieste, consentendogli di diventare re di Micene, ai danni dell'altro pretendente al trono, Atreo. Zeus, che prediligeva quest'ultimo, ottenne da Tieste la promessa che avrebbe ceduto il trono se il sole avesse cambiato il suo corso. Quindi, il dio inviò Eris sul cammino del carro di Elio, e la dea pose il sentiero della sera sotto gli zoccoli del cavallo dell'alba, di modo che il sole quel giorno, giunto a metà della volta celeste, invertì il suo normale tragitto e tramontò a oriente.
Quando poi Politecno e Aedona di Colofone vantarono di amarsi più di Zeus e Era, la dea infuriata inviò Eris fra di loro per far nascere una disputa, il cui esito finale fu l'assassinio del marito da parte di Aedona.
Il pomo della Discordia
L'episodio più famoso che vede come protagonista la dea è quello del pomo della discordia: furiosa per essere stata volutamente esclusa dal banchetto nuziale di Peleo e Teti (poichè avrebbe guastato la festa), Eris giunse a pensare di scagliare i Titani contro gli altri dei dell'Olimpo. Invece per compiere la sua vendetta scelse poi un modo molto più sottile e subdolo: presentatasi ove si teneva il banchetto, fece rotolare a terra una mela d'oro, secondo alcuni presa nel giardino delle Esperidi, dichiarando che era destinata "alla più bella" fra le divine convitate. Sorse una disputa fra Era, Atena e Afrodite per l'assegnazione del pomo e del relativo titolo di "più bella", condusse al giudizio di Paride (che scelse Afrodite la quale gli promise che avrebbe avuto per sè la più bella delle donne, rifiutanto la saggezza offeragli da Atena e gli onori e glori offertigli da Era) e in seguito al ratto di Elena che originò la guerra di Troia.
[close]

Ares
Ares


Nascita e indicazioni principali sulla sua figura mitica
Nella mitologia greca Ares è figlio di Zeus ed Era. E' il dio solo degli aspetti più selvaggi e feroci della guerra, e della lotta intesa come sete di sangue.
Secondo Omero (Iliade)Ares era un dio del quale diffidare sempre. Il suo luogo di nascita e la sua dimora sono in Tracia, ai limiti estremi della Grecia, un paese abitato da una popolazione barbara e bellicosa secondo quanto ci dicono Omero ed Ovidio; e proprio in Tracia, sempre secondo Omero (Odissea) Ares decise di ritirarsi dopo che venne colto in fragrante con Afrodite.
Atena, la sorellastra di Ares, era considerata anche lei dea della guerra ma il suo campo di azione era quello delle strategie di combattimento e dell'astuzia applicata alle battaglie quasi sempre ingaggiate a scopo difensivo, mentre Ares prediligeva gli improvvisi ed imprevedibili scoppi di furia e violenza indiscriminata applicando una guerra di tipo sostanzialmente offensivo.
La parola Ares fino all'epoca classica fu usata anche come aggettivo dal significato infuriato o bellicoso, ad esempio si ricordano le forme "Zeus Areios", "Athena Areia", o anche" Aphrodite Areia". Alcune iscrizioni risalenti all'epoca Micenea riportano Enyalios, un nome che è sopravvissuto fino all'epoca classica come epiteto di Ares.
Pur essendo protagonista nelle vicende belliche, raramente Ares risultava vincitore. Era più frequente, che si ritirasse vergognosamente dalla contesa, come quando combattè a fianco di Ettore contro Diomede, o nella mischia degli Dei sotto le mura di Troia: in entrambi i casi si rifugiò sull'Olimpo perché messo in seria difficoltà - direttamente o indirettamente - da Atena. Altre volte la sua furia brutale si trovò contrapposta alla lucida astuzia e alla forza di Eracle, come nell'episodio dello scontro dell'eroe con suo figlio Cicno.
I Romani identificarono Ares con il dio Marte, che a sua volta era un'antica divinità guerriera degli indoeuropei, la cui figura aveva però assunto in territorio latino caratteristiche differenti, essendo una divinità molto più complessa e importante dell'Ares greco. Fu anche assunta dagli Etruschi col nome di Maris.
I suoi Simboli
Omero, Iliade, ci riporta che Ares aveva una quadriga trainata da quattro cavalli immortali dal respiro infuocato, legati al carro con finimenti d'oro. Tra tutti gli dei si distingueva per la sua armatura luccicante di bronzo ed in battaglia solitamente usava una lancia. I suoi animali sacri erano il cane e l'avvoltoio. I suoi uccelli sacri erano il barbagianni, il picchio, il gufo reale e, specialmente nel sud della Grecia, l'avvoltoio. Secondo le Argonautiche di Apollonio Rodio gli uccelli di Ares, mentre si muovevano come uno stormo e lasciando cadere piume appuntite come dardi, difendevano il suo tempio costruito dalle Amazzoni su di un'isola vicina alla costa del Mar Nero.


Ares a Sparta
Il culto di Ares non era molto diffuso nell'antica Grecia, tranne che a Sparta dove veniva invocato perché concedesse il suo favore prima delle battaglie e, nonostante sia presente nelle leggende riguardanti la fondazione di Tebe è uno degli dei sul conto del quale gli antichi miti meno si soffermano. A Sparta c’era una statua di Ares che lo ritraeva incatenato, a simboleggiare che lo spirito della guerra e della vittoria non avrebbero mai potuto lasciare la città; durante le cerimonie in suo onore venivano sacrificati cani.
Ares nell'Iliade
Nell'Iliade Ares non aveva stretto alleanze fisse con nessuno dei contendenti, e neppure mostrava rispetto per Temi, dea dell'ordine e della giustizia. Promise ad Atena ed ad Era di schierarsi dalla parte degli Achei, ma Afrodite fu abile a convincerlo a passare invece al fianco dei Troiani. Nel corso della guerra Diomede, mentre si stava scontrando con Ettore, vide Ares che combatteva nello schieramento troiano ed ordinò così ai suoi uomini di ripiegare lentamente. Il dio guidò personalmente la lama di Ettore contro numerosi guerrieri achei, uccidendo Teutrante, Oreste, Treco, Eleno, Enomao ed Oresbio, mentre da solo massacrò il forte Perifante. Sua madre Era si accorse di quest’inopportuna intromissione e chiese a Zeus il permesso di allontanare il figlio dal campo di battaglia. La dea esortò poi Diomede ad attaccare Ares, così l'eroe gli scagliò contro una lancia e il suo urlo di battaglia spaventò tanto i Troiani quanto gli Achei. Atena fece in modo che la lancia colpisse Ares che urlando di dolore fuggì sull'Olimpo costringendo i Troiani a ritirarsi. Era poi, durante l'attacco alle navi, scese sulla terra per vendicare il figlio non curandosi di ritorsioni di Zeus, ma venne fermata da Atena che la convince a restare dicendo che anche le altre divinità sarebbero state punite. Successivamente, quando Zeus permise agli dei di partecipare nuovamente alla guerra, Ares tentò di scontrarsi con Atena per vendicarsi della ferita precedentemente subita, ma fu nuovamente battuto e ferito in quanto la dea lo colpì scagliandogli contro un grosso masso.
Ares ed Afrodite
Secono Omero (vd. aedo che la palazzo di Alcinoo canta la storia dei due amanti, Odissea) Helios vide Ares ed Afrodite che si incontravano di nascosto nella camera di Efesto e quindi andò a riferirglielo. Efesto decise di preparare una tete di sottilissimo metallo con la quale legare i due amanti clandestini. Al momento giusto fece scattare la sua trappola e i due finirono così bloccati in una posizione intima e moltocompromettente. Il marito oltraggiato da cotal tradimento perpetrato da moglie e fratello chiamò gli altri dei dell'Olimpo per mostrare loro i due amanti. Le dee per pudore si rifiutarono di andare, ma gli dei andarono senza indugiare. Alcuni si abbandonarono a commenti sulla bellezza di Afrodite, altri osservarono che avrebbero volentieri preso il posto di Ares: tutti si fecero beffe di loro. Una volta liberati Ares, imbarazzato e pieno di vergogna, se ne andò via tornando nella sua terra natale, la Tracia. Una versione del mito di epoca più tarda narra che Ares aveva messo di guardia alla porta Alectrione perché lo avvisasse dell'arrivo di Helios, dato che sapeva che se li avesse scoperti lo avrebbe rivelato ad Efesto, ma egli finì per addormentarsi. Ares, visto che Alectrione non aveva rispettato la sua mansione, si infuriò e per punirlo lo trasformò in un gallo, animale che da allora non dimentica mai al mattino di avvisare dell'arrivo del sole.
La fondazione di Tebe
Uno dei miti più importanti riguardo ad Ares è quello che tratta del suo coinvolgimento nella fondazione della città di Tebe in Beozia: Cadmo aveva ricevuto dall'Oracolo di Delfi l'ordine di seguire una vacca e fondare una città nel luogo ove si fosse fermata. L'animale si fermò presso una fonte custodita da un drago acquatico sacro ad Ares. Cadmo uccise il mostro e, su consiglio di Atena, ne seminò al suolo i denti: da questi nacquero istantaneamente dei guerrieri, gli Sparti che aiutarono Cadmo a fondare quella che sarebbe appunto diventata Tebe. Cadmo, prima di diventarne il re dovette però servire Ares per otto anni per espiare l'affronto fattogli uccidendo il drago, nonché sposare la figlia del dio e di Afrodite, Armonia per appianare la discordia tra loro sorta.
Scontro con Eracle
Suo figlio Cicno, che abitava in Macedonia, era talmente sanguinario da aver tentato di costruire un tempio dedicato al padre usando le ossa ed i teschi dei viaggiatori da lui trucidati. Questo mostro venne a sua volta ucciso da Eracle: la sua morte suscitò l'ira di Ares che a sua volta si scontrò con Eracle, uscenendone alla fine ferito e sconfitto.
La disavventura con i giganti
La dea Dione (Odissea) riferisce alla figlia Afrodite che i due semidei Aloadi, Oto ed Efialte, una volta incatenarono Ares e lo misero in un vaso di bronzo dove restò imprigionato per tredici mesi ovvero un anno lunare. Ma Eribea, la matrigna dei due giganti, informò Hermes di cosa avevano fatto i due. Apprendiamo poi nell'Odissea che Ares rimase chiuso nel vaso ad urlare e lamentarsi finché Hermes non andò a salvarlo mentre Artemide indusse nel contempo con un trucco Oto ed Efialte ad uccidersi l'un l'altro.
[close]
« Ultima modifica: 03 Luglio, 2010, 17:26:03 pm da Pandora »

Offline Pandora

  • *Pazza del Forum*
  • Giudice degli inferi
  • *
  • Post: 8483
  • Cosmo: 502
  • Sesso: Femmina
    • Mostra profilo
    • Awards
Re: Saint Seiya attraverso il mito - speciale divinità
« Risposta #1 il: 03 Luglio, 2010, 17:14:39 pm »

Crono
Crono


Crono nella mitologia greca è un Titano che ricopre anche il ruolo di dio del tempo (dal greco Kronos che significa appunto tempo). Figlio di Urano (il cielo) e Gea (la terra), spodestò il padre dopo averlo evirato e ne prese il trono. Dopo aver scacciato dal suo regno e aver confinato nel Tartaro i fratelli Ciclopi e gli Ecantochiri, sposò sua sorella Rea dalla quale ebbe sei figli: Demetra, Era, Estia, Ade, Poseidone e Zeus. Venuto a sapere dai suoi stessi genitori che i suoi figli gli avrebbero sottratto il trono, Crono decise di mangiare uno per uno tutti i suoi figli man mano che Rea li partoriva. Come narrato nella Teogonia di Esiodo, i cinque figli vennero divorati, tutti tranne uno: Zeus. Egli come narra il mito venne salvato dalla madre Rea che lo sostituì con un sasso e lo nascose in una grotta sul monte Ida nell'isola di Creta. Appena il figlio fu grande tornò dal padre e gli fece rigettare tutti i suoi fratelli. Un’altra versione del mito narra che quando Zeus fu cresciuto si fece assumere come coppiere da Crono e su consiglio di Meti somministrò senape e sale nell'idromele di Crono.


La pozione emetica fece vomitare Crono che rigettò in ordine inverso prima la pietra (Abadir, una pietra conservata ancora in età storica che era oggetto di particolare venerazione) e poi i fratelli e le sorelle di Zeus.  In seguito, liberati i Ciclopi e gli Ecantochiri, con l’aiuto dei suoi fratelli e sorelle privò il padre del suo trono e lo affidò alla custodia dei fratelli Ecantochiri. Durante la battaglia, chiamata Titanomachia, l’esercito di Titani, dato che Crono era troppo vecchio , venne guidato da Atlante, il quale alla fine della battaglia fu condannato da Zeus a sorreggere il peso del mondo sulle sue spalle.
Crono veniva adorato principalmente ad Atene ed in altre colonie minori ed a lui erano dedicate le Cronie, le quali probabilmente erano feste dedicate al raccolto, con il dio rappresentato con il falcetto, simbolo del mietitore e arma con il quale evirò il padre, erano feste probabilmente analoghe a quelle celebrate in onore di Saturno a Roma: i Saturnalia. Saturno infatti è il corrispettivo del Crono greco con la differenza che per i romani era il dio dell’agricoltura.
Le caratteristiche principali di Crono sono la voracità, l’egoismo, la possessività, la crudeltà e l’invidia.
[close]

Zeus
Zeus


Zeus è una divinità della mitologia greca che tuttavia trova riscontri con divinità di altre mitologie essendo definito padre di tutti gli dei.
Egli è a capo di tutte le divinità distinguendosi come unica autorità dell'olimpo, inoltre egli stesso è il padre di altre numerose divinità come Atena o Ares.
Figlio dei titani Crono e Rea, insieme agli altri suoi fratelli quali Poseidone, Ade, Estia, Demetra ed Era viene definito come divinità originaria giacché questi furono le prime divinità esistenti dopo la caduta di Crono e da questi  nacquero le altre divinità.


Zeus fu protagonista di molti miti e leggende dell'antichità fra i quali le più famose quelle a Creta, quelle della sua nascita e della sua ascesa al trono (n.d. vedi Crono), o ancora quei miti che lo dipingevano come fedifrago, la sua più nota caratteristica, questi per l'appunto erano i più numerosi giacché Zeus aveva fama di gran donnaiolo, cosa che naturalmente mandava puntualmente in bestia sua moglie e sorella Era.
Nonostante la tradisse di frequente, Zeus era sposato con sua sorella Era dalla quale sfuggiva sempre per via della sua abitudine di invaghirsi di giovani fanciulle che fossero dee, ninfe o semplici mortali. Dalla moglie Era Zeus ebbe i seguenti figli:  Ares, Ebe ed Efesto. Fra le sue amanti più famose abbiamo Leto, dalla quale ebbe Apollo e Artemide; Metide, dalla quale ebbe Atena; Maia, dalla quale ebbe Hermes;  fra le mortali ci fu Europa, dalla quale ebbe Minosse e Radamante; Leda, dalla quale ebbe i due dioscuri Castore e Polluce, etc.
L’infanzia del dio fu molto difficile: nato dalla titanessa Rea egli stava per avere lo stesso destino riservato ad i suoi fratelli maggiori, ossia quello di essere divorato per paura dal padre Crono. Tuttavia Rea riuscì a salvarlo sostituendolo con un masso e lasciandolo in una cesta presso una casa di pastori. Molti sono i miti che riguardano la sua infanzia e molti sono coloro che, secondo la leggenda, crebbero il piccolo Zeus. Uno dei miti più famosi vuole che questi fosse stato allevato da una capra di nome Amaltea, la quale lo nutrì ed allevò finché questi non fu abbastanza grande;  si dice inoltre che per ringraziare la capretta il giovane dio pose la sua immagine fra le stelle e da quel momento divenne la costellazione dell’Ariete.
Una volta cresciuto Zeus decise di riprendersi il suo regno, così, una volta costretto il padre a rigettare i fratelli ingoiati, insieme a questi, ai Ciclopi ed agli Ecantochiri riuscì a spodestare il padre Crono e ad ottenere il regno. In seguito i tre fratelli maschi, Poseidone, Zeus ed Ade, si spartirono il regno rispettivamente mare, cielo ed inferi.



Dagli uomini veniva adorato anche come divinità del cielo, responsabile specialmente di fenomeni come le tempeste di fulmini sicché questi spesso lo immaginavano seduto su di un trono con in mano una folgore. Era il dio protettore di città come Olimpia nella quale si ricorda il fantomatico tempio eretto in suo onore e la sua statua d'oro ed avorio, ed oltre ad essere venerato con rituali e feste in suo onore si svolgeva l'evento sportivo più famoso sia in quell'era che ai nostri giorni: le olimpiadi.
A lui erano consacrati anche numerosi oracoli come quello di Dodona, il più famoso, o quello di Siwa, ai confini estremi del mondo greco in Egitto.
Gli aspetti del suo carattere più famosi sono: la sua infedeltà, la meschinità,  il senso della giustizia, l’arroganza, la furbizia e la libidine.
[close]

Gea
Gea


Nella mitologia greca Gea è una titanessa e personificazione della terra, nata spontaneamente da Caos e progenitrice di tutto. Appena nata infatti ella procreò da sola Urano con il quale poi si accoppiò dando alla luce i titani fra i quali Oceano, Ceo, Crio, Iperione, Giapeto, Teia, Rea, Temi, Mnemosine, Febe, Teti ed infine Crono. Quest'ultimo in particolare si contraddistinguerà per aver spodestato il padre Urano e per aver preso il potere.
Gea si accoppiò una seconda volta con Urano dando alla luce i Ciclopi e una terza procreando gli Ecantochiri, rispettivamente aventi i primi un solo occhio ed i secondi cento braccia.
Quando Urano decise di rinchiudere la seconda e terza progenie nel tartaro Gea ne rimase così addolorata che lo sposo ordinò ai figli di tenerle compagnia e di aiutarla, tuttavia Crono approfittando della situazione evirò Urano dando vita alle Erinni ed ai Giganti e dal membro reciso del padre caduto in mare nacque Afrodite.
Dopo aver spodestato il padre Crono prese il comando dei Titani e dei Ciclopi liberati dal Tartaro, ma quando questi iniziò per paura ad ingoiare i suoi figli la moglie Rea chiese aiuto a Gea che le consigliò di scambiare l'ultimo dei figli ancora in vita con una pietra e di far ingoiare quella a Crono. Quando Zeus iniziò la lotta contro i titani, la Titanomachia, Gea lo appoggiò fin quando una volta vinto Zeus punì severamente i Titani sconfitti. A quel punto Gea furiosa diede inizio ad una seconda lotta aizzando contro Zeus i Giganti, tale lotta che vide nuovamente vincitore Zeus prese il nome di Gigantomachia.


Gea viene comparata alla Madre Terra di tantissime altre mitologie. La sacralità della terra, riconosciuta in tutta la Grecia, rese Gea assimilabile ad altre divinità che avevano caratteristiche simili e che provenivano dall'Asia Minore, come Rea e Cibele, o da Creta, come la Gran Madre, principio vitale e forza feconda di tutti gli esseri.  Anche i popoli italici veneravano la divinità della terra, che veniva invocata per rendere sacrosanto un giuramento. Onorata come regina anche di ciò che è sotterraneo, Gea era inoltre legata ai culti funebri e a quelli di morti. Per il suo aspetto legato alla fecondità, Gea fu indicata anche come protettrice dei matrimoni e della famiglia, ed a Roma le venne dedicato un tempio in comune con Cerere, dove si celebravano feste solenni per propiziare i raccolti.
[close]

Thanatos e Hypnos
Thanatos e Hypnos


Thanatos ed Hypnos nella mitologia greca erano fratelli gemelli figli di Erebo e Notte. Erano rispettivamente la personificazione della morte e del sonno. Thanatos era rappresentato come un uomo barbuto ed alato, insensibile alle preghiere perché dal cuore di ferro e dai visceri di bronzo, il fratello invece era di natura più pacata come il sonno stesso e veniva rappresentato anch'egli alato ma completamente nudo. A questo appartengono le Porte del sonno: porte che secondo gli antichi si trovavano negli inferi ed erano una di corno e l'altra d'avorio, attraverso queste i morti potevano inviare ai mortali sogni veri (porta di corno) e sogni falsi (porta d'avorio).
 

Su Thanatos i miti e le leggende sono molto pochi, uno dei più famosi è quello di Sisifo. Questi era un giovane re di Corinto il quale, mentre cercava di risolvere il problema della scarsità d'acqua nella sua città, vide Zeus con una bella ninfa:  Egina, figlia del dio fluviale Asopo, che Zeus aveva rapito. Il dio Asopo si presentò da Sisifo con le sembianze di un vecchio chiedendogli notizie di sua figlia. Sisifo disse che l'aveva vista, ma non rivelò subito con chi. Chiese in cambio dell'informazione una fonte d'acqua per Corinto. Asopo allora promise che gli avrebbe dato la fonte, così Sisifo rivelò che la ninfa era stata rapita da Zeus. Asopo mantenne la parola e donò al re la sorgente perenne detta Pirene. Quando Zeus venne a sapere che Sisifo aveva parlato, chiese ad Ade di mandare Thanatos per catturare Sisifo e rinchiuderlo nel Tartaro. Quando Thanatos giunse a casa di Sisifo, questi lo fece ubriacare e lo mise in catene, imprigionando la morte stessa. Con Thanatos incatenato, la morte scomparve dal mondo ed il dio Ares, quando si accorse che durante le battaglie non moriva più nessuno, e che quindi non avevano più senso, si mosse per prendere Sisifo e, liberato Tanato, lo condussero nel Tartaro.


Per quanto riguarda Hypnos uno dei miti più famosi è presente nell'iliade dove Era lo prega di addormentare Zeus, affinché Poseidone possa aiutare i Greci senza che il dio lo venga a sapere. Nell'Eneide invece il dio bagna il volto del timoniere Palinuro con un ramo imbevuto di acque letee, così questi si assopisce cadendo in mare.
[close]

Ecate
Ecate


Ecate fa parte sia della mitologia greca che romana ed era una dea capace di spostarsi liberamente fra l'olimpo, il mondo dei vivi e dei morti ed era la divinità degli incantesimi e degli spettri. Secondo una leggenda era figlia di Zeus e Ferea e veniva raffigurata con una candela o torcia in mano proprio perchè un suo compito era quello di scortare i vivi nel mondo dei morti. Inoltre veniva rappresentata come dea dalla triplice natura: giovane, adulta e vecchia e pertanto con tre corpi. In alternativa veniva raffigurata con sembianze di cane o accompagnata da cani infernali ululanti, per questo veniva considerata protettrice dei cani.


Ecate possiede in sé entrambi i principi della generazione, il maschile e il femminile. Per questo motivo veniva definita la fonte della vita e le viene attribuito il potere vitale su tutti gli elementi.
Il mito più famoso che la riguarda è quello del rapimento di Persefone: ella infatti ode le urla della ragazza ed avverte Demetra di ciò che era accaduto.
La sua rappresentante, sua e al contempo anche di Apollo, nel mondo dei mortali era la Sibilla Cumana, la cui dimora si trovava a Cuma una località dei Campi Flegrei presso Napoli.  Questa solitamente era una giovane vergine che, si credeva, una volta entrata in uno stato di trance avesse la capacità di dare responsi provenienti, appunto, dagli spiriti o dagli Dei, considerata una vera e propria maestra della divinazione e veggente.
[close]

Artemide
Artemide


Sorella gemella di Apollo, Artemide era figlia di Zeus e Leto ed era una delle divinità più adorate della grecia in particolar modo dalle Amazzoni.
Era la dea della caccia, della selvaggina e dei boschi e una divinità lunare. Per sua espressa richiesta era vergine ma era adorata anche come dea del parto e della fertilità perché si diceva avesse aiutato la madre a partorire il fratello Apollo.
Le sue dimore principali erano Delo e Braurone, in quest'ultima le giovani fanciulle ateniesi venivano mandate al santuario di Artemide con lo scopo di servire la dea per un anno.


Era venerata in particolar modo ad Efeso ove gli uomini la onorarono costruendo il tempio di Artemide una delle sette meraviglie del mondo antico. Veniva rappresentata come una giovane con arco e frecce anche se questi sono talvolta sostituiti da delle lance da caccia. A volte veniva rappresentata con una lira in mano o con torce.
Compare in numerosi miti fra i quali famoso è quello della sua nascita, analogo ovviamente a quello di Apollo, o ancora in quello di Orione. Questi era un compagno di caccia di Artemide che secondo una leggenda fu ucciso dalla dea poichè tentò di stuprare violentemente una delle ninfe di Artemide, un'altra narra che tentò di stuprare la dea stessa, di nascosto perché sapeva che la dea desiderava rimanere vergine, e che desiderava moltissimo possederla. La dea lo uccise per difendersi. Secondo un'altra ancora Artemide era innamorata di Orione e voleva sposarlo, ma lo uccise perché ingannata dal fratello Apollo che intendeva difendere la verginità della sorella.


Un altro mito famoso e più volte riportato è quello di Ifigenia. Artemide volle punire Agamennone per aver ucciso un cervo sacro oppure, secondo un'altra versione, per essersi vantato di essere un cacciatore migliore di lei. Quando la flotta greca si stava preparando per salpare verso Troia per portare la guerra, Artemide fece sparire il vento. L'indovino Tiresia disse ad Agamennone che l'unico modo per placare la dea era sacrificare sua figlia Ifigenia. Quando il re era sul punto di farlo, Artemide la portò via dall'altare e la sostituì con un cervo. La fanciulla fu nominata sacerdotessa del tempio della dea a Tauride, nel quale gli stranieri le venivano offerti come sacrifici umani. In seguito suo fratello la riportò in Grecia dove istituì il culto di Artemide Tauridea.
La figura di artemine viene spesso archetipizzata con la donna indipendente dall'uomo e solidale con le altre donne, archetipo giustificato dl suo comportamento nei miti che la riguardano.
[close]

Mitologia norrena

Freyja
Freyja


Freyja nella mitologia norrena era la dea dell'amore, della seduzione, della fertilità e della guerra, figlia di Njörðr e di Skaði, sorella di Freyr e moglie di Óðr, che la lascia per intraprendere lunghi viaggi ed a causa del quale soffre le pene d'amore, durante quali si piange lacrime d'oro.
Dalla sua unione con Óðr nascono due figlie, ma ella non si accontenta mai del solo marito al contrario è disposta a saziare i suoi desideri con chiunque tanto che gli altri dei la definivano ninfomane.
Ella ama i canti d'amore e incita gli innamorati ad invocarla, inoltre cavalca nei campi di battaglia ed ha diritto alla metà dei caduti che guiderà in battaglia durante il Ragnarök, mentre l'altra metà è di Odino.Dimora nel palazzo Sessrumnir e ne esce ogni giorno viaggiando su un carro scintillante tirato da due gatti.


Freyja era esperta nelle arti magiche seiðr, con cui poteva realizzare divinazioni e incantesimi a distanza. Possiede la collana Brísingamen, forgiata dai nani che gliela donarono a patto che giacesse con loro. Il suo giorno sacro è il venerdì e ne rimane traccia nel termine inglese Friday. Freyja, nella mitologia norrena, viene a volte confusa con Frigga, dea Æsir moglie di Odino, con la quale condivide la salvaguardia della fertilità e della fecondità e il ruolo di protettrice delle partorienti.
[close]

Odino
Odino

Figlio di Borr e della gigantessa Bestla,  marito di Frigg e padre di molti degli dèi, tra cui Thor, Baldr, Víðarr e Váli.
Vive  ad Ásgarðr nel palazzo di Válaskjálf da dove osserva quello che accade nei 9 mondi
 E' il più potente degli dei, capace di ogni magia guerriera, descritto come bello d'aspetto e capace di essere grandioso in battaglia quanto piacevole in conversazione con individui che egli ritiene amici, nello stesso tempo appare terribile e pericoloso agli avversari. Ha vari appellativi:
Dio della guerra,
E' il dio guerriero per eccellenza, porta armi fabbricate espressamente per lui, come Gungnir, la sua lancia, cavalca  Sleipnir, il  destriero a otto zampe, nato dall'unione tra il dio Loki  e il cavallo Svaðilfœri. 
Dio della poesia
Oltre che destreggiarsi sul campo di battaglia, Odino era un ottimo poeta, si narra che parlasse sempre in versi e che fu lui a dare inizio all'arte della pesia nel nord Europa.
Dio della magia
Odino pratica spesso il seiðr, una sorta di magia sciamanica popolare  nordica. È una pratica di stregoneria o di cura utilizzata da singole individualità, quasi sempre di sesso femminile che implica comportamenti sessuali  ambigui e vergognosi.


Viene dipinto come un viandante che gira per il mondo nascondendo la sua vera natura usa la sua lancia la sua come bastone, infatti spesso appare  con le sembianze di un normale vecchio, durante i sui viaggi chiede ospitalità indistintamente a ricchi e poveri, motivo per cui in passato ogni straniero trovava facilmente alloggio in quanto poteva essere il Dio sotto smentite spoglie, ciò nonostante gli capitò anche qualche disavventura, come quando chiese ospitalità al re Geirrøðr, il quale lo fece torturare, sino a quando oltre che rivelare segreti del mondo divino svelò anche la sua vera identità, a quel punto   Geirrøðr corse a liberarlo ma inciampò sulla sua spada e morì.
Odino tiene accanto a se la testa di Mimir (un antico dio della mitologia norrena, che era rinomato per la sua saggezza) mentre secondo altre versioni, Odino offre il suo occhio a Mimir in cambio un sorso di idromele (antica bevanda alcolica) da Mímisbrunnr, la fonte della saggezza che il gigante custodisce.
Odino è anche a conoscenza del segreto delle Rune (lettere che, incise sul legno, sulla pietra, sulle lame delle spade ecc) che sarebbero la fonte di ogni conoscenza e di ogni potere.
[close]

 Thor
Thor

(in tedesco antico il Tonante", era il signore del tuono e delle tempeste)
Figlio di Odino e Dea della Terra Joro dopo il padre , era il più potente fra gli Dei, dimorava ad Ásgarðr, nel regno di Þrúðvangar nel castello Bilskirnir.  Sua moglie, dea della fertilità,si chiamava Sif, ma poco si conosce di lei a parte che avesse i capelli d'oro come il grano, fabbricati per lei dai nani dopo che Loki le aveva tagliato quelli originali. Thor ebbe molti altri amori oltre alla moglie: la gigantessa Járnsaxa partorì suo figlio Magni mentre con Sif ebbe Þrúðr e Móði; aveva anche un figliastro Ullr che era in realtà solo figlio di Sif.
 Rappresentato  alto, con barba e capelli castani o neri. Era molto amato dagli scandinavi per la sua generosità e perché veniva considerato il difensore degli uomini  dalle forze del male, é principalmente una divinità guerriera, ed infatti possiede due potentissimi oggetti, una cintura che aumenta la sua forza ed il martello Mjomnir, in grado di colpire e tornare nelle mani di chi lo ha lasciato come un boomerang. Nelle mani di Thor questo martello poteva distruggere montagne e creare valli immense. Viaggiava su un carro trainato   da due capre (Tanngnjóstr e Tanngrisnir). Le quali avevano una capacità singolare: in caso di bisogno potevano essere mangiate dal loro padrone, ma conservando pelle e ossa il giorno dopo si rigeneravano e tornavano normali


Inoltre in quanto Dio del tuono e delle tempeste era venerato dai contadini che usavano appendere dei martelletti alle loro catenine per ingraziarsi il Dio
Nel corso del Ragnarök  Thor ucciderà  Miðgarðsormr, il serpente di Miðgarðr : (la terra)  ma, ammorbato dal suo soffio velenoso, farà solo nove passi prima di cadere a sua volta a terra morto, quasi a voler simboleggiare l'eterna lotta fra il bene ed il male
 Thor fu il più popolare fra gli dei del mondo germanico.
[close]

Offline Aldebaran88

  • God Saint
  • *
  • Post: 6063
  • Cosmo: 1013
  • Sesso: Maschio
    • MSN Messenger - edipomaggione@hotmail.it
    • Mostra profilo
    • E-mail
    • Awards
Re: Saint Seiya attraverso il mito: speciale divinità
« Risposta #2 il: 28 Maggio, 2011, 12:02:34 pm »
Aggiungo le divinità del sonno, comparse in Lost Canvas, e qualcosa in più sui dei gemelli Hypnos e Thanatos  :ok:
Hypnos


Nella mitologia greca Ipno o Hypnos (dal greco antico Ὕπνος) è il dio del sonno, figlio della Notte e fratello gemello di Tanato.
Ipno, secondo Omero (Iliade, XIV, 230–231), dimorava a Lemno. Un'altra versione ne fa lo sposo di Pasitea, una delle Cariti, originaria di quella città. Per Virgilio viveva nel vestibolo dell'Ade, per Ovidio nel lontano paese dei Cimmeri.
Il potere di Ipno era tale che poteva addormentare uomini e dei. Nel canto XIV dell'Iliade Era lo prega di addormentare Zeus, affinché Poseidone possa portare aiuto ai Greci senza che il dio lo venga a sapere. Nel V libro dell'Eneide bagna con un ramo imbevuto di acque letee (ramum Lethaeo rore mandantem, 854) il volto del timoniere Palinuro, per assopirlo e farlo cadere in mare. Sempre al dio appartengono le Porte del Sonno, nel VI libro, all'uscita dell'Ade.
Hypnos dorme in una grotta sulle rive del fiume Oblio, il suo compito è quello di sopire le sofferenze del genere umano. Per assolvere al suo mandato invia i suoi collaboratori ad addormentare e a far sognare gli uomini. Il dio si serviva di due porte: una di corno per i sogni veritieri e una d’avorio per quelli falsi.
Ebbe numerosi figli, dei quali i principali sono Morfeo, Momo, Icelo, Fobetore e Fantaso.
Fu Ipno a dare ad Endimione la facoltà di dormire ad occhi aperti.
Viene raffigurato come un giovane nudo con le ali sul capo.
[close]
Thanatos

Nella mitologia grega, Thanatos (do grego θάνατος , transl. Thánatos, "morte"),  era la personificazione della morte, in quanto Hades era il sovrano dei morti nel mondo inferiore; Thanatos possiede anche una sua versione latina, Orco (Orcus in latino) o ancora, Morte (Mors). Era conosciuto per aver avuto un cuore di ferro e viscere di bronzo.
Thanatos era il figlio, senza padre, di Nix, la notte, o secondo altre versioni, figlio di Nix e Erebo, la notte eterna dell'Ade. Era il fratello gemello di Hypnos, il dio del sonno, ed era rappresentato come una nuvola argentee, oppure come un giovane uomo alato con occhi e capelli di colore argento. Thantos ebbe un piccolo ruolo nella mitologia, essendo stato eclissato da Hades.
[close]
 Divinità del sonno: Icelos, Phantasos, Morpheo, Oniro
Nella mitologia greca Fobetore (in greco Φοβητώρ / Phobêtốr, «spaventoso») o Icelo (Ἴκελος / Íkelos, «somigliante») è uno degli Oneiroi, figlio di Ipno e fratello di Morfeo e Fantaso.
Nelle Metamorfosi di Ovidio viene descritto come la personificazione degli incubi, nei quali appare con sembianze di animale o di mostri, infatti è il responsabile degli incubi. Gli dei lo chiamano Icelo, mentre gli uomini Fobetore. Insieme ai fratelli, il Fobetore risiede nella terra dei sogni (Demos Oneiroi), una parte del mondo sotterraneo.

Nella mitologia greca, Phantasos era il figlio di  e uno dei Oneiroi. Appare nei sogni sotto forma di oggetti inanimati.
Egli è il figlio di Hypnos, il dio del sonno. Sua madre è Pasitea, la dea dell'allucinazione. Phantasos è nipote di Thanatos, il Dio della morte (Hypnos fratello), la nonna è Nyx, dea della notte e il nonno è Erebus, il dio delle tenebre.
Si differenzia dal fratello Morfeo per via delle continue menzogne: egli, infatti, non annuncia mai la verità.
Vive nella terra dei sogni (Demos Oneiroi) con i suoi fratelli.

Morpheus ( Μορφέας, Morpheas, "creatore di sogni") nella mitologia greca è il dio dei sogni, capo degli Oneiroi. Morpheus ha la capacità di assumere qualunque forma umana e appaiono nei sogni. La sua parvenza vero è quello di un demone alato, l'immaginario condiviso con molti dei suoi fratelli.
Morfeo, nelle sue apparizioni notturne, prendeva le forme delle persone o delle cose sognate. Egli quando inviava sogni popolati da forme umane portava sempre con sé un mazzo di papaveri con cui, sfiorando le palpebre dei dormienti, donava loro realistiche illusioni. Gli altri due quelli con animali (Fobetore) e paesaggi, case, oggetti inanimati (Fantaso). Spesso era rappresentato nell'atto di abbracciare il padre, Sonno.

Oniro nella mitologia greca è la personificazione del sogno. Figlio della Terra o della Notte non possiede una personalità ben definita venendo spesso confuso con il Sonno, Hypnos. Nei culti oracolari Oniro, grazie al rito dell'incubazione, faceva da tramite tra il volere divino ed il fedele attraverso il sogno, trovando la sua collocazione adeguata.
Esiodo indica che i sogni erano figli della Notte. L'idea di una divinità specifica dei sogni chiamata Morfeo è più tarda e viene generalmente attribuita ad Ovidio, che nelle sue Metamorfosi diede un nome ai tre figli di Ipno, il sonno: Morfeo, Phobetor (Fobetore) e Phantasos (Fantaso). Nell'Iliade e nell'Odissea, infatti, troviamo invece un'altra divinità, Oniro, che riassume in sé la caratteristiche di tutte le altre.
Il personaggio di Oniro viene rappresentato nell'Iliade come messaggero di Zeus.
[close]





« Ultima modifica: 29 Maggio, 2011, 11:51:56 am da Aldebaran88 »

Offline ligardo

  • Silver Saint
  • *
  • Post: 405
  • Cosmo: 69
  • Sesso: Maschio
    • Mostra profilo
    • Awards
Re: Saint Seiya attraverso il mito: speciale divinità
« Risposta #3 il: 28 Maggio, 2011, 14:07:38 pm »
complimenti ragazzi espa per voi :ok: :+1:

Offline whitemushroom88

  • Giudice degli inferi
  • *
  • Post: 1882
  • Cosmo: 601
  • Sesso: Femmina
    • Mostra profilo
    • Awards
Re: Saint Seiya attraverso il mito: speciale divinità
« Risposta #4 il: 29 Maggio, 2011, 11:43:34 am »
Wow, grazie mille, pur essendo molto ferrata in divinità questa ssolutamnte mi mancava! Sono felice di aver aggiunto qualcosa al mio misero sapere!
Cammino nell'ombra di questo giorno infinito
dove anche il cielo sembra cadere alle nostre spalle
indicandoci una strada che forse non percorreremo mai
perchè consci che niente è eterno,mentendo a noi stessi e al nostro cuore
morirà ogni giorno il sole sapendo di rinascere
tornerà ogni giorno la notte ad illuminare i nostri sogni
perchè è con essi che diamo un senso alla vita
i nostri occhi saranno le cascate in questo mondo di lacrime
i nostri cuori barche sospinte da tempeste
nell'immenso oceano della vita
ma se sentirai le corde del cuore vibrare ad ogni tuo respiro
sentirai la canzone della vita


         

Offline hunterj

  • Super Mod
  • *
  • Post: 41610
  • Cosmo: 4083
  • Sesso: Maschio
    • Mostra profilo
    • il mio canale Youtube
    • Awards
Re: Saint Seiya attraverso il mito: speciale divinità
« Risposta #5 il: 29 Maggio, 2011, 16:32:18 pm »
grande Aldy  :ok:
  l'arma più lenta del grande tempio, l'arma che più provoca dolore, benvenuti alla fine del viaggio, non altra conclusione è altrettanto adatta alla vostra follia!

Offline pedro_or_tiz

  • *Regina delle Tartazombies*
  • Giudice degli inferi
  • *
  • Post: 7298
  • Cosmo: 1428
  • Sesso: Femmina
  • *la zombila*
    • Mostra profilo
    • E-mail
    • Awards
Re: Saint Seiya attraverso il mito: speciale divinità
« Risposta #6 il: 29 Maggio, 2011, 19:00:10 pm »
interessantissimo!!! grazie mille  :D

più divinità norrene che spaccano...  :yea:
TARTAZOMBIES, THEY' RE LOOKING FOR YOU!!

:yea: !!TEMETE TUTTI LO SPETTRO GNEGNE!! :yea:                                                                                       :uhm: EHI! TU CREDI... NEI SARCHIAPONI? :uhm:
Citazione
- :XD: :XD: ed ecco a voi Sado e Maso in... "una notte di pelle"!!  :XD: :XD:-

    

"Je déteste ce que vous écrivez, mais je donnerai ma vie pour que vous puissiez continuer à écrire."
"Non condivido la tua opinione ma difenderò fino alla morte il tuo diritto ad esprimerla..." ( Voltaire)
Citazione da: Lina Lee
"LA NANA STELLINATA DELLA FAN*****STA OSCURA"!!!!!!!! :XD: :XD: :XD: :XD:
NEW ACHIEVEMENT: "sagipedroNANOninjazombi" :yea: :yea:          lode alla sorellanza stregonesca :yea: :ya: :ya:
arriverà il momento in cui i nani saranno saggi :saggio: e tramanderanno il loro sapere ad altri nani :saggio:

Citazione
L' umanità non potrà nulla contro gli indicibili poteri della leggendaria e mutevole :XD: Mystic Force degli occhi sbirulini

Offline Gemini Saga

  • Admin
  • *
  • Post: 28291
  • Cosmo: 2056
  • Sesso: Maschio
  • ...l'angelo in volto e il demone nel cuore...
    • Mostra profilo
    • Saint Seiya GS - Il Forum della Terza Casa
    • Awards
Re: Saint Seiya attraverso il mito: speciale divinità
« Risposta #7 il: 30 Maggio, 2011, 22:22:20 pm »
Ottimo lavoro Aldebaran :+1:
hunterj, caro amico, il tuo ricordo rimarrà con me per sempre, grazie di tutto.



by etamindraconis

Offline Aldebaran88

  • God Saint
  • *
  • Post: 6063
  • Cosmo: 1013
  • Sesso: Maschio
    • MSN Messenger - edipomaggione@hotmail.it
    • Mostra profilo
    • E-mail
    • Awards
Re: Saint Seiya attraverso il mito: speciale divinità
« Risposta #8 il: 30 Maggio, 2011, 22:27:10 pm »
grazie boss... ricambio  :grazie:

Offline Pandora

  • *Pazza del Forum*
  • Giudice degli inferi
  • *
  • Post: 8483
  • Cosmo: 502
  • Sesso: Femmina
    • Mostra profilo
    • Awards
Re: Saint Seiya attraverso il mito: speciale divinità
« Risposta #9 il: 31 Maggio, 2011, 14:25:49 pm »
Aggiungo le divinità del sonno, comparse in Lost Canvas, e qualcosa in più sui dei gemelli Hypnos e Thanatos  :ok:
Hypnos


Nella mitologia greca Ipno o Hypnos (dal greco antico Ὕπνος) è il dio del sonno, figlio della Notte e fratello gemello di Tanato.
Ipno, secondo Omero (Iliade, XIV, 230–231), dimorava a Lemno. Un'altra versione ne fa lo sposo di Pasitea, una delle Cariti, originaria di quella città. Per Virgilio viveva nel vestibolo dell'Ade, per Ovidio nel lontano paese dei Cimmeri.
Il potere di Ipno era tale che poteva addormentare uomini e dei. Nel canto XIV dell'Iliade Era lo prega di addormentare Zeus, affinché Poseidone possa portare aiuto ai Greci senza che il dio lo venga a sapere. Nel V libro dell'Eneide bagna con un ramo imbevuto di acque letee (ramum Lethaeo rore mandantem, 854) il volto del timoniere Palinuro, per assopirlo e farlo cadere in mare. Sempre al dio appartengono le Porte del Sonno, nel VI libro, all'uscita dell'Ade.
Hypnos dorme in una grotta sulle rive del fiume Oblio, il suo compito è quello di sopire le sofferenze del genere umano. Per assolvere al suo mandato invia i suoi collaboratori ad addormentare e a far sognare gli uomini. Il dio si serviva di due porte: una di corno per i sogni veritieri e una d’avorio per quelli falsi.
Ebbe numerosi figli, dei quali i principali sono Morfeo, Momo, Icelo, Fobetore e Fantaso.
Fu Ipno a dare ad Endimione la facoltà di dormire ad occhi aperti.
Viene raffigurato come un giovane nudo con le ali sul capo.
[close]
Thanatos

Nella mitologia grega, Thanatos (do grego θάνατος , transl. Thánatos, "morte"),  era la personificazione della morte, in quanto Hades era il sovrano dei morti nel mondo inferiore; Thanatos possiede anche una sua versione latina, Orco (Orcus in latino) o ancora, Morte (Mors). Era conosciuto per aver avuto un cuore di ferro e viscere di bronzo.
Thanatos era il figlio, senza padre, di Nix, la notte, o secondo altre versioni, figlio di Nix e Erebo, la notte eterna dell'Ade. Era il fratello gemello di Hypnos, il dio del sonno, ed era rappresentato come una nuvola argentee, oppure come un giovane uomo alato con occhi e capelli di colore argento. Thantos ebbe un piccolo ruolo nella mitologia, essendo stato eclissato da Hades.
[close]
 Divinità del sonno: Icelos, Phantasos, Morpheo, Oniro
Nella mitologia greca Fobetore (in greco Φοβητώρ / Phobêtốr, «spaventoso») o Icelo (Ἴκελος / Íkelos, «somigliante») è uno degli Oneiroi, figlio di Ipno e fratello di Morfeo e Fantaso.
Nelle Metamorfosi di Ovidio viene descritto come la personificazione degli incubi, nei quali appare con sembianze di animale o di mostri, infatti è il responsabile degli incubi. Gli dei lo chiamano Icelo, mentre gli uomini Fobetore. Insieme ai fratelli, il Fobetore risiede nella terra dei sogni (Demos Oneiroi), una parte del mondo sotterraneo.

Nella mitologia greca, Phantasos era il figlio di  e uno dei Oneiroi. Appare nei sogni sotto forma di oggetti inanimati.
Egli è il figlio di Hypnos, il dio del sonno. Sua madre è Pasitea, la dea dell'allucinazione. Phantasos è nipote di Thanatos, il Dio della morte (Hypnos fratello), la nonna è Nyx, dea della notte e il nonno è Erebus, il dio delle tenebre.
Si differenzia dal fratello Morfeo per via delle continue menzogne: egli, infatti, non annuncia mai la verità.
Vive nella terra dei sogni (Demos Oneiroi) con i suoi fratelli.

Morpheus ( Μορφέας, Morpheas, "creatore di sogni") nella mitologia greca è il dio dei sogni, capo degli Oneiroi. Morpheus ha la capacità di assumere qualunque forma umana e appaiono nei sogni. La sua parvenza vero è quello di un demone alato, l'immaginario condiviso con molti dei suoi fratelli.
Morfeo, nelle sue apparizioni notturne, prendeva le forme delle persone o delle cose sognate. Egli quando inviava sogni popolati da forme umane portava sempre con sé un mazzo di papaveri con cui, sfiorando le palpebre dei dormienti, donava loro realistiche illusioni. Gli altri due quelli con animali (Fobetore) e paesaggi, case, oggetti inanimati (Fantaso). Spesso era rappresentato nell'atto di abbracciare il padre, Sonno.

Oniro nella mitologia greca è la personificazione del sogno. Figlio della Terra o della Notte non possiede una personalità ben definita venendo spesso confuso con il Sonno, Hypnos. Nei culti oracolari Oniro, grazie al rito dell'incubazione, faceva da tramite tra il volere divino ed il fedele attraverso il sogno, trovando la sua collocazione adeguata.
Esiodo indica che i sogni erano figli della Notte. L'idea di una divinità specifica dei sogni chiamata Morfeo è più tarda e viene generalmente attribuita ad Ovidio, che nelle sue Metamorfosi diede un nome ai tre figli di Ipno, il sonno: Morfeo, Phobetor (Fobetore) e Phantasos (Fantaso). Nell'Iliade e nell'Odissea, infatti, troviamo invece un'altra divinità, Oniro, che riassume in sé la caratteristiche di tutte le altre.
Il personaggio di Oniro viene rappresentato nell'Iliade come messaggero di Zeus.
[close]






ti adoro aldy :pucci: grazie di questi approfondimenti  :+1:

Offline Aldebaran88

  • God Saint
  • *
  • Post: 6063
  • Cosmo: 1013
  • Sesso: Maschio
    • MSN Messenger - edipomaggione@hotmail.it
    • Mostra profilo
    • E-mail
    • Awards
Re: Saint Seiya attraverso il mito: speciale divinità
« Risposta #10 il: 31 Maggio, 2011, 17:41:46 pm »
grazie Pando... ricambio  :D

Offline saga-gemini

  • Giudice degli inferi
  • *
  • Post: 548
  • Cosmo: 37
    • Mostra profilo
    • Awards
Re: Saint Seiya attraverso il mito: speciale divinità
« Risposta #11 il: 02 Maggio, 2012, 21:04:08 pm »
é sempre utile sapere qualcosa in più specie sulla mitologia
Il potere di dominare spazio,tempo,e universo

Offline arles83

  • Mythos
  • *
  • Post: 8975
  • Cosmo: 771
  • Sesso: Maschio
  • ...IL MIO SEVERO SGUARDO CHE TUTTO SOVRASTA...
    • Mostra profilo
    • Awards
Re: Saint Seiya attraverso il mito: speciale divinità
« Risposta #12 il: 02 Maggio, 2012, 21:06:03 pm »
é sempre utile sapere qualcosa in più specie sulla mitologia

Certamente... anche perchè Saint Seiya è pieno di riferimenti mitologici :sisi:

HYOGA4EVER

  • Visitatore
Re: Saint Seiya attraverso il mito: speciale divinità
« Risposta #13 il: 02 Maggio, 2012, 21:35:39 pm »
eh si si la mitologia greca poi è bellissima perchè ricchissima di dei , dei minori semi-dei ecc ecc

Offline saga-gemini

  • Giudice degli inferi
  • *
  • Post: 548
  • Cosmo: 37
    • Mostra profilo
    • Awards
Re: Saint Seiya attraverso il mito: speciale divinità
« Risposta #14 il: 02 Maggio, 2012, 22:41:48 pm »
si è vero,ad esempio sapevate che Apollo era bisex?
Il potere di dominare spazio,tempo,e universo

Saint Seiya GS - Il Forum della Terza Casa

Re: Saint Seiya attraverso il mito: speciale divinità
« Risposta #14 il: 02 Maggio, 2012, 22:41:48 pm »