Saint Seiya GS - Il Forum della Terza Casa


Autore Topic: [Oneshot] Volcano  (Letto 1209 volte)

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Offline Gilgamesh

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[Oneshot] Volcano
« il: 23 Gennaio, 2016, 09:42:39 am »
Ok, proviamoci :XD:
Ho buttato giù questa piccola fic in mezza giornata circa ieri, non l'ho neanche revisionata quindi non so cosa ne sarà venuto fuori :XD:
Rating: Arancione (più per sicurezza che altro, nessuna scena è descritta nel dettaglio ma lascia immaginare :ya:


Il mio nome è Mawenzi. Dove e quando nacqui non è importante, così come non è importante chi fossero mia madre e mio padre. Ciò che importa è che un giorno dei primi anni del 1800 io e i miei fratelli, Shira e Kibo, eravamo lungo le coste del Mozambico. Sfortunatamente quel giorno una nave inglese diretta verso il Madagascar navigò da quelle parti e il capitano decise che quei tre bei negretti che vedeva dal ponte della sua nave avrebbero potuto essere venduti a un buon prezzo. Dei suoi uomini scesero a riva su una barca mentre noi tre – con la curiosità e l'innocenza dei bambini – li osservavamo senza sospettare minimamente cosa avessero intenzione di fare… quando lo capimmo era ormai troppo tardi, e noi tre non potemmo nulla contro dei nerboruti marinai.
Venimmo portati sulla loro nave e rinchiusi nella stiva per… non saprei dire quante settimane, o mesi; quasi completamente al buio, con a malapena abbastanza acqua e cibo per sopravvivere, perdemmo ben presto la cognizione del tempo. Io e Kibo perdemmo in breve anche ogni speranza. Ma non Shira: nostra sorella minore era più forte di quanto, all'epoca, avessimo mai potuto prevedere; ed anche di quanto potesse prevedere l'equipaggio della nave. Fu per questo che uno dei marinai si lasciò sorprendere da Shira, e si fece sottrarre il kopesh. Quando vidi tutto ciò in me si riaccesero le speranze, quel barlume di luce che forse ci avrebbe portato almeno fino al ponte della nave… ma le cose andarono in maniera molto diversa da quanto sperassi. Shira si fece prendere da una sorta di frenesia omicida, e cominciò a massacrare tutto l'equipaggio. Non so come fosse possibile, ma una bambina che neanche arrivava ai dieci anni di età annientò senza grandi problemi i nostri rapitori, lasciando il legno della nave ad impregnarsi del lago di sangue che si era formato nello scontro. Ma senza equipaggio una nave non poteva certo muoversi, e noi tre non avremmo saputo governarla. Fu così che la nave si schiantò sugli scogli: ricordo ancora perfettamente il legno che scricchiolava fino a spezzarsi, schegge e pezzi di legno, corpi ed interiora che volavano in aria e, infine, il duro impatto con l'acqua del mare. Quando mi risvegliai ero su una spiaggia sconosciuta… da solo.

La spiaggia risultò essere la costa meridionale dell'Inghilterra. Venni soccorso da una coppia di uomini, e pensai che la mia vita sarebbe finalmente stata salvata. Ma la sfortuna di un bambino può non avere mai fine, e i due uomini fecero lo stesso ragionamento del capitano della nave; fu così che venni venduto ad un bordello.
Lì dentro persi il conto degli anni. Per i primi tempi venni venduto solo ad uomini che volevano provare l'ebbrezza di possedere un ragazzo di colore, quando divenni più grande cominciarono a concedermi anche a donne attratte dalle storie che si raccontavano – e ancora si raccontano – sugli abitanti dell'Africa. Io portai sempre a termine il mio lavoro, soddisfacendo il mio cliente ma senza mai trarre soddisfazione da ciò che facevo. Fino al giorno in cui, quando ormai ero (probabilmente) quasi un adulto, giunse da me un cliente molto speciale. Era un uomo anziano con una lunga barba riccioluta e… per la prima volta, con lui, provai piacere in quello che facevo. Non solo piacere fisico, ma anche piacere mentale: con lui il tempo non veniva speso solo per il piacere della carne, ma anche conversando. Inizialmente mi spaventava questa sessione di chiacchiere: già una volta, tempo addietro, provai a parlare con un cliente e il risultato fu che venni fustigato dal padrone del bordello. Ma quell'uomo non si lamentò mai della cosa, e dato che pagava come tutti gli altri clienti il mio padrone decise di lasciare procedere la cosa. Giunsi ad attendere con ansia i giorni in cui si sarebbe presentato, e quando un dì arrivò accompagnato da un ragazzo dalla carnagione olivastra… mi prese un tuffo al cuore. Dopotutto, era solo un altro dei clienti pervertiti del bordello. Ma quando cominciai a spogliarmi mi fermò, e mi fece sedere sul letto. Si presentò per la prima volta, dicendo di chiamarsi Sileno, e mi presentò il ragazzo come Koukish. “Sono venuto qui” mi disse, “per liberarti da questo posto. Quando sono entrato per la prima volta da quella porta sapevo che avrei trovato una persona speciale, e in te vedo le potenzialità di diventare mio allievo. Allora, Mawenzi… vuoi venire con me?”
Non ci pensai su neppure due volte: non mi chiesi come faceva a sapere il mio nome, quali fossero le potenzialità che vedeva in me e che tipo di maestro era… gli dissi subito di sì. D'altro canto, poteva andare peggio di così? La risposta era sì, in modi che non mi sarei mai immaginato. Però c'era un problema, un ostacolo che si frapponeva tra noi e la realizzazione di quel piccolo sogno di libertà. “Non penso che il padrone mi lascia venire fuori”
“Bisognerà anche insegnargli a parlare, nantan” mi derise Koukish, dirigendosi verso la porta. “Non preoccuparti, alchiné, è già tutto a posto”. Pensavo che mi avessero comprato, ma quando uscimmo dalla stanza vidi tutti – TUTTI, dai clienti del bordello al padrone – riversi a terra. Alcuni gemevano, altri si contorcevano in modo strano, altri ancora distesi immobili. Un ricordo della mia infanzia mi si dipanò davanti agli occhi, la mia agile sorella Shira che danzava al ritmo di un ballo mortale. “Sono tutti...”
“Ebbri” terminò la frase Sileno. “O magari comprendi meglio il termine ubriachi. Non ci daranno problemi, e tu potrai uscire di qui senza che il tuo padrone ti noti”

Salii con Sileno e Koukish su una carrozza, che ci condusse al porto. Per tutto il viaggio nessuno parlò, ed io osai spezzare il silenzio solo dopo alcune ore di viaggio per mare. “Dove andiamo?” chiesi. “In Italia” mi rispose Sileno, “A Siracusa”. Poi più nulla. Per quanti fossero i miei tentativi di comunicare, né Sileno né Koukish mi risposero, né parlarono tra di loro. Dopo settimane di silenzio – ero ancora troppo spaventato dai marinai per parlare con l'equipaggio della nave – finalmente arrivammo al porto di Siracusa e da lì ad una grotta fuori dalle mura cittadine. Arrivammo al centro della grotta, sempre nel più perfetto silenzio, fino a giungere ad una sorta di grezzo altare di pietra dove erano poggiati un calice ed una brocca d'argento. Sileno si avvicinò all'altare, riempì il calice con quello che si trovava nella brocca e me lo porse: “Bevi”. Annusai il liquido scuro che riempiva metà del calice e poi lo bevvi: era vino, innaturalmente alcolico, che mi diede subito alla testa e mi fece crollare completamente ubriaco quasi immediatamente. Con la mente annebbiata dall'alcol, feci uno strano sogno. Vidi una montagna, a me familiare, che sembrava fatta di fumo. Dalla montagna si  estendevano verso il cielo tre pennacchi di fumo, che andavano ad intrecciarsi poco sopra la sommità del monte; proseguivano così per qualche tempo, per poi separarsi e prendere ognuno strade diverse fino a ricongiungersi nuovamente in un'esplosione di fumo e luce, come se fuoco, fulmine e la luce stessa si fossero abbracciati. Mi svegliai di soprassalto, con ancora negli occhi l'abbacinante lampo luminoso causato dallo scontro tra le tre colonne di fumo, completamente liberato dall'ebbrezza causata dal vino. Davanti a me il vecchio e il ragazzo mi fissavano dall'alto in basso, il primo con un sorriso compiaciuto e il secondo decisamente incuriosito. “Non finite mai di stupirmi, nantan” commentò Koukish, allontanandosi al fianco del vecchio “Avevate ragione anche stavolta”
“Non congratularti con me, Koukish. È solo merito del Divino, se lo abbiamo trovato. Guarda bene intorno a te, Mawenzi”
Feci come ordinato, guardandomi intorno: la caverna era come devastata, frammenti di roccia erano caduti dal muro, la coppa e la brocca accartocciati e gettati al suolo… sembrava che si fosse consumata una catastrofe, e solo noi tre ne fossimo usciti indenni. “La Terra ha gridato?” chiesi, domandandomi se ci fosse stato un terremoto. “No, kola, sei stato tu”. Guardai Koukish senza comprendere… come potevo essere stato io. Il vecchio Sileno mi si avvicinò, e si sedette davanti a me. “Dentro ognuno di noi” iniziò a spiegare, come comprendendo la mia perplessità, “esiste una forza sconfinata, che rivaleggia con le forze stesse che muovono l'universo… che muovono il mare, la terra, il cielo e tutto ciò che c'è oltre le nuvole. Noi chiamiamo questa forza il Cosmo.
Ciò che ti ho fatto bere, quel vino… ha due scopi. Il primo è quello di farti vedere qualcosa, uno stralcio di ciò che è, che è stato o che ancora deve essere. No, non parlare: la tua visione è solo tua, e ti parla attraverso simboli che solo tu puoi comprendere. Ed è stato proprio grazie a questo vino che sono stato in grado di trovarti.
Il secondo scopo, quello più importante… è quello di distruggere ogni tua inibizione, lasciare che tu scatenassi inconsciamente ciò che auspicavamo ci fosse in te. E così è stato: dentro di te c'è la capacità di bruciare il Cosmo, ma ancora non sai controllarla. E, se lo vorrai, ti insegneremo a farlo. Ora permettici di presentarci...”
“Il mio nome lo sai già” disse Koukish, interrompendo Sileno. “Sono Koukish, Ebbro dell'Ingordigia, generale dei Baccanti del dio Dioniso”
“Quanto a me, mi conosci e mi chiamerai con il nome di Sileno, ma questo non è che il mio titolo… Il mio nome è Santiago, un tempo io stesso Ebbro dell'Ingordigia ed ora Sileno, la voce in Terra di Dioniso e guida dei suoi Baccanti”
Santiago e Koukish passarono le ore successive a parlarmi del dio Dioniso, di come fu imprigionato dalla dea Atena per fermare l'eccessivo dilagare del vizio che aveva colpito la Terra, e il totale abbandono ai piaceri che aveva colpito l'umanità. Mi parlarono poi dei Baccanti, un esercito di combattenti addestrati il cui scopo principale era però accendere il fuoco del vizio negli uomini per creare un'oasi di piacere in cui il dio, una volta liberato, avrebbe potuto abbandonarsi. E mi parlarono anche di come il dio stesso, attraverso il vino, avesse mostrato al suo Sileno il luogo dove trovare un candidato per i Baccanti Lussuriosi, ovvero io. Quando chiesi spiegazioni e mi dissero cosa significava “lussuriosi” inorridii: dopo quello che avevo passato nella mia ultima “casa” non avevo alcuna intenzione di lasciarmi andare a quel vizio. Ma il Sileno mi posò una mano sulla gamba, guardandomi negli occhi. “Tu pensi che a causa di ciò che ti è stato fatto non potrai mai trarre piacere da tutto ciò… io affermo il contrario. Proprio tu, che per così tanto tempo hai sofferto per la lussuria degli uomini, puoi capire come trarre il maggior vantaggio dal piacere della carne”
All'epoca non capii le sue parole, ma la sua voce e il suo sguardo erano terribilmente convincenti… così tanto che accettai di addestrarmi fino a divenire, anni dopo, Ebbro della Lussuria.

Di nuovo, gli anni passarono. Lo scopo dei Baccanti non era la conquista, quindi per noi Ebbri non c'era molto lavoro da fare. Passavamo le giornate a vagare per il mondo, spargendo il verbo del piacere, o nel nostro tempio nascosto nelle profondità dell'Orecchio di Dioniso – la grotta a Siracusa dove ebbe inizio il mio viaggio – ad abbandonarci al vizio con i Baccanti nostri sottoposti. Era proprio in un giorno di questi, mentre oziavo insieme ai miei due luogotenenti, i gemelli Jean e Margot, che fece irruzione nelle mie stanze Rani. “Bentrovata, Rani” la salutai, facendole un cenno verso il giaciglio accanto a noi. “Hai finalmente accettato il mio invito ad abbandonarti al piacere con noi?”
Splendida, nella sua lunga veste color lillà e con la treccia di capelli neri intrecciata di fili d'argento ed ametiste, mi guardò altezzosa con le mani incrociate sotto al seno. “Quanta arroganza… pensi davvero che possa abbassarmi a simili sozzi piaceri con gente come te? No, Ebbro della Lussuria, io non ho nemmeno intenzione di avvicinarmi a questa stanza. Il Sileno ci ha convocati. Sbrigati” detto ciò, l'illusione di Rani svanì nel vuoto.
“Ha un bel coraggio a dare a voi  dell'arrogante, mio signore” disse Jean, con la mano ancora poggiata su una mia gamba. Con un gesto delicato lo spinsi via, accingendomi ad alzarmi e a recuperare le mie vesti. “Lascia correre, Jean. Ormai noi tutti siamo abituati alla sua altezzosità”. Vestitomi ed indossato la cavigliera d'argento con rubino uscii dalle mie stanze, lanciando un ultimo languido sorriso ai due corpi nudi sul mio letto.
Quando arrivai al cospetto del Sileno i miei compagni erano già tutti presenti, ognuno vestito nel colore proprio del suo Baccanale. Anche Rani era presente, ovviamente, vestita con il viola della Superbia. Le feci un occhiolino, in egual misura canzonatorio e civettuolo, prima di salutare i miei compagni. “Vi porgo i miei omaggi, Sileno. Bentrovati, compagni Ebbri. Scusatemi per il ritardo”
La situazione, per come la spiegò il Sileno, era molto semplice. Il sigillo imposto sull'anima di Ares si era sciolto, ed ora il dio ed i suoi Berserker stavamo muovendo guerra al mondo. I ranghi dei Saint di Atena si erano mossi per contrastarli, ed i sette Baccanali di Dioniso avrebbero dovuto affiancarsi a loro per aiutarli.
“Ma per quale motivo dovremmo aiutare quei vermi?” sbottò Schlagen, “Sono stati loro a sigillare il nostro dio. Che abbiano ciò che si meritano”
“E cosa accadrà dopo che Ares avrà vinto, Schlagen?” ribatté Rani in tono di scherno. “In un mondo dove tutti sono occupati a combattere, quando ci sarà spazio per indulgere nel piacere?”
E fu così che io mi ritrovai di nuovo in Inghilterra, al comando del Baccanale dei Lussuriosi. Quando arrivammo sul campo di battaglia, lo scontro si stava già consumando da tempo. Avvicinandoci allo scontro da una posizione sopraelevata, potemmo subito individuare il nostri primo obiettivo: un lampo dorato che si muoveva a velocità tale che solo io e Jean, che era venuto con me in veste di mio secondo, potemmo individuare. “Lì, Ebbro” indicò Jean, vestito nella corazza cremisi del mio Baccanale. “Vedo il Gold Saint”.
“Facciamoci notare anche noi, allora”. Feci un passo in avanti, e il rubino sulla mia cavigliera si frantumò. Luce scarlatta uscì dai frantumi, mi avvolse e si condensò nella mia corazza, la Crystal Sin della Lussuria. “State indietro”
Estesi il mio Cosmo, avvolgendo il campo di battaglia fino a raggiungere ciò che stavo cercando: il sangue sparso dai caduti. La lussuria è per eccellenza il peccato della carne e del sangue, ed essere l'incarnazione in Terra della lussuria di Dioniso mi dava controllo sul sangue. “Crimsom Nightmare”
Il sangue si sollevò dal terreno, si condensò in una minuscola sfera e quindi si espanse in una miriade di rami, che a loro volta si divisero, dando l'impressione di un enorme roveto scarlatto che fosse sbocciato sul campo di battaglia. Controllati in modo preciso dal mio Cosmo le spine evitarono i Saint, scagliandosi ad impalare gli ignari Berserker. Non tutti ovviamente, solo i più deboli non notarono per tempo l'attacco e non riuscirono a difendersi, ma la mia tecnica ridusse notevolmente i loro numeri. Il campo di battaglia si fermò, ed il Gold Saint rivolse lo sguardo verso di noi. “Bene, ci hanno notati. Jean, lascio a te il comando degli uomini” dissi, prima di lanciarmi nel campo di battaglia. Avevo già individuato il mio obiettivo, il nemico di cui avrei dovuto occuparmi personalmente. Persino durante l'attacco che avevo scagliato, un particolare Berserker non si era mai fermato nella sua corsa, ruotando quello che sembrava un enorme disco tagliente e seminando la morte tra le fila dei Saint. Soldati, Bronze Saint e persino Silver Saint cadevano facilmente preda di quella che, se non fosse stato per il sangue che scatenava, sarebbe sembrata una danza bellissima. Con un movimento fluido il Berserker tagliò in due il soldato che gli si parava davanti, piantò la lama della sua arma a terra ed usò il disco come punto d'appoggio per eseguire una capovolta in avanti e scagliare verso di me quella che sembrava una lama di fuoco. Mi preparai a difendermi, ma qualcuno ci pensò al posto mio: i sette colori dell'arcobaleno si materializzarono davanti a me, condensandosi in una solida barriera e riparandomi dall'attacco. Un istante dopo, il Gold Saint si apparve al mio fianco. “Non so chi tu sia, ma ti ringrazio per il tuo aiuto… per quanto non richiesto” mi disse, parlando con il volto seminascosto dall'elmo e dalle corna ricurve che gli avvolgevano le spalle. In qualche modo la sua presenza mi sembrava familiare, ed il suo arrivo mi fece ricordare la visione vista la prima volta che bevvi il sacro vino di Dioniso. “Io sono...”
Il Gold Saint non riuscì a terminare di presentarsi. Il nostro nemico aveva scagliato verso di noi la sua arma, e dopo essersi aggrappato al disco aveva approfittato dello slancio per giungere fino da noi. Io ed il Gold Saint ci separammo, allontanandoci dal luogo dell'impatto, ed approfittandone per attaccare entrambi. Con un gesto della mano il Saint scagliò verso il Berserker una serie di fasci luminosi dei sette colori dell'arcobaleno, mentre io ci aggiunsi del mio. “Haunted Lily” Il sangue che mi circondava creò una piccola circonferenza davanti a me, da cui si scagliarono svariati tentacoli acuminati. Ma né il mio attacco né quello del Gold Saint riuscirono a raggiungere il Berserker, che evitò i fasci di luce con un agile salto e respinse il sangue con l'ausilio della sua arma.
“Kibo di Aries” disse il Berserker, o meglio la Berserker, rivolgendosi al Gold Saint. “Ho sentito parlare di te, ma non pensavo fossi davvero tu. Non vieni a dare un abbraccio alla tua sorellina?”
“Shira?” esclamò il Gold Saint, stupefatto. “Non puoi essere tu...”
“È passato molto tempo da quel giorno, fratello. Tu ricordi tua sorella Shira, davanti a te c'è Shira del Blade Ring”
Shira. Kibo. Mio fratello e mia sorella. E allora capii il senso della visione che mi aveva mostrato Dioniso. Nostro padre ci raccontava spesso di aver scelto i nostri nomi in onore delle tre bocche della sacra montagna… era quello il senso del sogno, che mostrava passato presente e futuro: noi tre ci eravamo separati, ognuno avrebbe seguito la sua strada e ci saremmo riuniti, scontrandoci. “Kibo… Gold Saint di Aries… E Shira… Berserker del Blade Ring” mi intromisi, avanzando verso di loro. “Il fato a volte è crudele, non è vero? Io sono Mawenzi… Ebbro della Lussuria, Baccante di Dioniso”


Nota a margine:
La storia è lasciata volutamente a finale aperto. Era già da un po' che volevo scrivere una storia - un po' più lunga - su questi tre personaggi, ma non ho ancora ben chiaro come svilupparla per bene. Per togliermi lo sfizio quindi ho scritto questa sorta di "condensato", che forse forse un giorno finirò per espandere per bene.
Proprio per quanto sottolineato sopra, vi pregherei di essere il più brutali possibile con gli eventuali commenti :ya:
Grazie dell'attenzione e scusate per il disturbo :ok:

Offline Pandora

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Re: [Oneshot] Volcano
« Risposta #1 il: 29 Maggio, 2017, 12:14:35 pm »
Come ti avevo detto l'ho letta  :yea: e ti dirò, francamente .... Sei pazzo se non la continui  *zitto
Guarda ha tutti i presupposti per uscire davvero una bella storia, non merita di essere solo una oneshot :nono: anzi per dirtela tutta io la riprenderei  da capo e la imposterei  proprio come una long fic :sisi:
Spero tanto che seguirai il mio consiglio anche perché pure i personaggi sono belli e meritano di essere caratterizzati al meglio  :sisi: senza contare che tu scrivi molto bene e si vede che hai le capacità di arricchire di particolari la storia  :sisi:  è un peccato lasciarla così secondo me  :nuu: cmq scoperta la tua bravura a questo punto sono ancora più curiosa di leggere quelle complete che hai scritto  *zitto
Bravo  :sisi: :+1:
« Ultima modifica: 29 Maggio, 2017, 12:16:23 pm da Pandora »

Offline Gilgamesh

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Re: [Oneshot] Volcano
« Risposta #2 il: 29 Maggio, 2017, 12:32:34 pm »
L'idea sarebbe proprio quella di allungarla, ma come ti dicevo sono un momentino in "blocco dello scrittore" :ya: Più che altro sono più o meno bloccato sul... prologo  *err Non sto riuscendo a scriverlo come mi piace  :ehm:
Poi devo ripensare a un po' di cose che non mi convincono :uhm:

Comunque grazie dell'apprezzamento e dei commenti :pucci:
« Ultima modifica: 29 Maggio, 2017, 12:36:35 pm da Gilgamesh »

Offline Pandora

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Re: [Oneshot] Volcano
« Risposta #3 il: 29 Maggio, 2017, 12:44:34 pm »
Beh allora spero ti sblocchi presto  :XD: quando lo farai sarò lì pronta a leggere il seguito  :U_U: cmq tu butta giù lo stesso  :yea: magari sei troppo ipercritico con te stesso e non è affatto male come pensi  :nono: tu scrivi quello che senti e basta tanto per revisionare c'è sempre tempo, l'ispirazione beh quella invece ahimè va e viene, meglio approfittare quando c'è :XD:
Ancora complimenti  :yea:

Offline fishNOjura

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Re: [Oneshot] Volcano
« Risposta #4 il: 29 Maggio, 2017, 17:55:52 pm »
Come ti avevo detto l'ho letta  :yea: e ti dirò, francamente .... Sei pazzo se non la continui  *zitto
Guarda ha tutti i presupposti per uscire davvero una bella storia, non merita di essere solo una oneshot :nono: anzi per dirtela tutta io la riprenderei  da capo e la imposterei  proprio come una long fic :sisi:
Spero tanto che seguirai il mio consiglio anche perché pure i personaggi sono belli e meritano di essere caratterizzati al meglio  :sisi: senza contare che tu scrivi molto bene e si vede che hai le capacità di arricchire di particolari la storia  :sisi:  è un peccato lasciarla così secondo me  :nuu: cmq scoperta la tua bravura a questo punto sono ancora più curiosa di leggere quelle complete che hai scritto  *zitto
Bravo  :sisi: :+1:

ciao,
condivido l'opinione di Pandora, è un ottimo prologo, continua così possiamo allietarci ancora.

Ps per parlare di "blocchi" io ho la fanfic della prima guerra sacra ferma da 2 anni e passa perché non riesco a trovare gli ultimi due gold!!!!!
Alea iacta est..... chi si è fregato i dadi!?!
Padre Dante mi perdonerà: - Venite avanti Anime Prave, fatte non foste pe' viver come bruti ma per morir nella mia canascenza

Saint Seiya GS - Il Forum della Terza Casa

Re: [Oneshot] Volcano
« Risposta #4 il: 29 Maggio, 2017, 17:55:52 pm »