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Autore Topic: Intervista a Shingo Araki su Saint Seiya  (Letto 816 volte)

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Offline Cristian di Gemini

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Intervista a Shingo Araki su Saint Seiya
« il: 21 Ottobre, 2016, 20:55:57 pm »
Effettuata da Federico Colpi e stampata su "Mangazine" n. 21, Febbraio 1993



“I Cavalieri dello Zodiaco” è considerato da critici e fan un sunto delle sue capacità artistiche. Lei cosa ne pensa a proposito?
Effettivamente, i “Cavalieri dello Zodiaco” sono nati con quell’intento: quello di proporre una “summa” del mio stile. Tratto dal manga di Masami Kurumada, questa serie lanciò il genere dei combattenti dotati di armatura. Inaugurato da Go Nagai col non molto fortunato Tetsu Senshi Musashi (Musashi, guerriero d’acciaio, 1981), in cui dei robot si scompongono nelle varie parti di una corazza, questo genere fu rivitalizzato da Kurumada e ripreso poi da un’infinità di imitazioni più o meno riuscite, come Yoroiden Samurai Troopers e Tenku Senshi Shurato.
Se si guardano i cinque protagonisti dei Cavalieri dello Zodiaco, si può notare come essi rappresentino i cinque modelli più ricorrenti nelle mie opere:
Pegasus è il tipo sanguigno, come lo erano Arin di Danguard o Babil Junior;

Crystal è il “bellissimo” come lo erano Fritz Archen di Danguard o Serge di Lulù, l’angelo dei fiori (tra l’altro, Serge e Archen devono molto alla mano di Michi Himeno, essendo efebici, cioè molto femminili nelle fattezze).

Poi, Sirio può essere bello e misterioso come Actarus di Goldrake o Andrè di Lady Oscar;

Phoenix è un personaggio maturo come Fersen di Lady Oscar;

Andromeda, infine, è un personaggio dal viso rotondeggiante e femminile, e che quindi, più che un uomo, può ricordare eroine come Maria Antonietta, Bia, o Maria di Goldrake.


Tra tutti questi personaggi, qual è quello a cui lei si sente maggiormente legato?
Può sembrare strano, ma probabilmente è Babil Junior.
E’ stato il primo personaggio a cui ho dovuto dare io un volto. Inoltre, quando disegnavo manga, avevo creato personaggi che, come Babil, avevano un viso infantile e indossavano la divisa scolastica. Inoltre, Babil Junior è stata un’esperienza importante nella mia carriera. Da quella serie, ho imparato ad esprimere il dinamismo, il senso della velocità e il senso del tempo nella narrazione. E’ stata forse l’esperienza più preziosa della mia carriera, perché, disegnando Babil ho finalmente cominciato a provare sicurezza nelle mie capacità, perdendo quel senso di “paura” verso l’animazione che sempre avevo provato.

In un’intervista ho letto che lei, più che un disegnatore di anime, continua a sentirsi un disegnatore fallito di fumetti…
Sì, il fatto che non sono mai riuscito a fare dei buoni fumetti, che sono la cosa che davvero avevo intenzione di fare, continua ancora oggi a pesarmi molto.

Non pensa di cimentarsi ancora una volta nella scrittura di un soggetto originale, come ai tempi in cui scriveva manga?
Ci ho pensato molte volte, ma, da un lato, ancora non mi sento sicuro, dall’altro sono troppo occupato con gli anime per mettermi a fare qualcosa di veramente mio.

Se dovesse scrivere una storia, che tema sceglierebbe?
Probabilmente, un racconto fiabesco, che corrisponde a quello che avrei sempre voluto fare nei manga. O un fantasy…(e qui viene in mente il manga fiabesco “Sourire” , “sorriso”, che Araki farà online anni dopo)

Ma, tra le opere che lei ha fatto come disegnatore di cartoni animati, ce n’è qualcuna di cui si sente davvero soddisfatto? Lady Oscar, i Cavalieri dello Zodiaco…
No, non sono completamente soddisfatto di nessuna delle cose che ho fatto.

Vuol dire che, alla conclusione di un’opera, lei non ha mai pensato: “questo è proprio un gran bel lavoro”?
Bè…sì…ripensandoci, effettivamente, c’è qualcosa di cui vado piuttosto orgoglioso. Parlo degli ultimi tre dei quattro film cinematografici dei Cavalieri dello Zodiaco. Sì, quelli sono davvero ben fatti.

Lei si è dedicato molto poco ad opere per il cinema. Anzi, quasi per niente…
Ho fatto qualche lungometraggio, ma esclusivamente per il mercato degli OAV.

Ho letto una bellissima critica su di lei, in cui si dice che lei fa dei disegni troppo beli e precisi per potersi dedicare al cinema. Intendo dire che nelle serie TV si usa un numero relativamente limitato di disegni, per cui è la bellezza di questi a determinare la qualità del cartone. Al contrario, nei lungometraggi viene utilizzato un numero molto elevato di disegni, al fine di ottenere un’animazione più fluida; ma così ogni disegno resta sullo schermo solo per poche frazioni di secondo e lo spettatore non ha il tempo sufficiente per gustarne la bellezza; perciò i suoi disegni non sarebbero adeguatamente valorizzati in un film cinematografico. Lei che ne pensa?
Mah…

Personalmente, non me la sentirei di affermare che un film come Akira, realizzato utilizzando un numero enorme di disegni, abbia un impatto visivo maggiore di Lady Oscar o dei Cavalieri dello Zodiaco, realizzati con pochi disegni ma meglio curati…
Bè…dipende dai gusti...
« Ultima modifica: 21 Ottobre, 2016, 21:00:18 pm da Cristian di Gemini »

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« il: 21 Ottobre, 2016, 20:55:57 pm »