Saint Seiya GS - Il Forum della Terza Casa


Autore Topic: La notte in cui il Serpente sedusse la divina Athena  (Letto 2545 volte)

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Offline Sauzer

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La notte in cui il Serpente sedusse la divina Athena
« il: 24 Dicembre, 2019, 16:52:50 pm »
Oh chi ha parlato un po' con me sa che in fondo in fondo sono un romanticone e mi piacciono le storie d'amore anche in Saint Seiya. Il nostro amato SS ha quasi solo personaggi maschili, e nonostante non ci siano molte donne da accoppiare e le poche che compaiono hanno una storia d'amore palese, i fan nel corso degli anni si sono sbizzarriti formando coppie con gente che ignora l'esistenza l'uno dell'altro o andando palesemente contro le caratteristiche dei personaggi stessi di cui ci si definisce fan. Io per esempio rimango allibito a vedere gente che si definisce fan di Shaina ma poi avversa il paring con Seiya, nonostante la dichiarazione di lei sia esplicita e lei compaia sempre in scene legate a Seiya.
Per anni mi sono chiesto di fronte a molte fan art e fanfic: "ma che ci azzecca sta roba con Saint Seiya?".

Detto questo ora voglio togliermi lo sfizio di scriverne una io, su una coppia secondo me ingiustamente sottovalutata dai fan. Onde per cui ecco a voi la prima fic dedicata alla splendida coppia Ichi x Saori :cuore: :cuore: :cuore: A malapena si parlano in tutta la serie? Macchisenefrega! Per me stanno benissimo insieme, sono fatti l'uno per l'altra. Mi piacerebbe molto vedere il manga di Saint Seiya che si conclude con Ichi e Saori che si sposano ed hanno tanti bambini insieme. Sono una mia O.T.P. adoro questa coppia e voglio gridarlo al mondo.

Seduto sul basamento di una vecchia colonna nei pressi del Santuario Ichi osservava le stelle in cielo in uno dei rari momenti di pausa dai suoi doveri di Cavaliere.
<<Le stelle...>> pensava <<si dice che in esse sia scritto il destino di ogni uomo o almeno così mi diceva il mio vecchio maestro. Mi insegnava anche che dalle stelle protettrici i cavalieri traggono forza e vigore.>> Eppure da ormai anni si domandava quale destino avessero scelto per lui le stelle, se veramente la sua strada sarebbe stata quella di servire Atena e proteggere la pace e la giustizia tra gli uomini.
Nei suoi ricordi si affacciavano i bianchi panorami della lontana Finlandia con le sue distese di neve, i numerosi laghi, le sterminate e disabitate foreste, le slitte trainate dalle renne, le saune e i caratteristici souvenir di Babbo Natale da vendere ai turisti sulle bancarelle dei mercatini. Ma lui non si era recato in quel paese per un viaggio di piacere, era lì per una questione di vita o di morte.
<<Dovrai diventare un Cavaliere, conquistare l'armatura custodita nelle profondità lacustri nascosta tra neve e ghiaccio e tornare in Giappone da vincitore.>> gli aveva detto così un tizio vestito da maggiordomo ma che in effetti era il tuttofare del ricchissimo Mitsumasa Kido. E così Ichi si era ritrovato catapultato tutto in un altro mondo lontano dal suo natio Giappone, dai pochi amici che si era fatto alla Villa Kido e da ciò che poteva essere definita una vita tranquilla.
<<Dovrai allenarti duramente come non hai mai fatto prima d'ora ed essere pronto anche a sacrificare la vita! Soffrirai la fame ed il freddo, patirai la solitudine e la fatica, piangerai e ti dispererai ma dovrai andare avanti perché devi diventare un vero uomo, un prode guerriero, un devoto Cavaliere di Atena riconosciuto nella schiera dei giusti!>> aggiungevano altri uomini al servizio della famiglia Kido mentre lo sbattevano su un'auto di grossa cilindrata per portarlo all'aeroporto Narita di Tokyo. Ichi spesso non capiva il lessico ampolloso e i discorsi pomposi del signor Tatsumi, in cuor suo provava solo una profonda tristezza per dover lasciare quella che era la sua casa e i pochi legami su cui poteva contare. E così senza rendersene bene conto dopo un viaggio lungo e travagliato durato più di 10 ore era arrivato all'aeroporto di Helsinki, quasi dall’altra parte del mondo. Da lì un'altra macchina della Fondazione Kido che aveva ramificazioni in tutto il mondo lo portò fino al limite di un piccolo villaggio situato nei pressi del lago di Horts. In lontananza vide un vecchio casolare diroccato posto poco fuori i confini del villaggio dalla parte opposta rispetto alla strada da cui era arrivato. Quella casupola in rovina con le pareti parzialmente crollate sarebbe stata la sua nuova casa per i successivi 6 anni. Quelle pietre ruvide e sbriciolate in diversi punti erano così diverse dagli splendidi marmi e stucchi che ornavano le stanze  di Villa Kido, tutto l’ambiente trasmetteva una sensazione di cupa tristezza ed angoscia ma Ichi si fece coraggio, sapeva che da quel momento in poi avrebbe dovuto contare solo sulle sue forze, era deciso a dimostrare il suo valore a tutti e non sarebbero state le avversità climatiche, un cattivo alloggio o le occhiatacce dei Sami della zona che già avevano squadrato quello strano ospite straniero a fermarlo. Probabilmente la determinazione era stata la sua migliore qualità fin dalla più tenera infanzia.


Questa è l'introduzione ho buttato già qualcosa anche per la scena alla Galaxian War vs Hyoga ma prima ne vorrei mettere una breve ambientata in Finlandia ai tempi dell'addestramento. Purtroppo non sono un grande viaggiatore e mi devo informare un pochino prima  :XD: spero che vi possiate accontentare delle descrizioni prese da Wiki o dai depliant turistici  :XD: Comunque mi informerò più di quanto Kurumada fece ai tempi del manga classico visto che lì la Finlandia non è manco mai nominata :ya: ho buttato giù qualcosa anche per la scena con Saori ma non mi ricordo quali sono i limiti del forum, non so magari è troppo spinto mettere una scena con del rimming o una golden shower. :uhm:
Nella mia testa il paesaggio immaginato da Ichi è più o meno questo:
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Offline LU RE

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Re: La notte in cui il Serpente sedusse la divina Athena
« Risposta #1 il: 25 Dicembre, 2019, 09:38:51 am »
 :+1: :+1: :+1: :+1: :+1: :+1:


Stupenda!!!!
HUNTERJ RIMARRAI PER SEMPRE NEI NOSTRI CUORI!!!



IIMO SBABBARI !!!!!

CHI E' LU RE???


Athena urina sulle Steel Cloth


SCHEDA VAN ANH ALEXANDRA

Offline Sauzer

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Re:La notte in cui il Serpente sedusse la divina Athena
« Risposta #2 il: 13 Gennaio, 2020, 19:43:50 pm »
Stupenda!!!!
Grazie  :D

Secondo capitolo
Addestramento in Finlandia

Un uomo della fondazione Kido gli aveva brevemente spiegato che quella era la casa del suo maestro, l’uomo che lo avrebbe reso un Cavaliere e che per la durata dell’addestramento avrebbe vissuto con lui. Il funzionario dei Kido gli spiegò anche che il maestro era un uomo di loro fiducia ma che in quel momento non si trovava ancora lì ma che comunque il ragazzo poteva già accomodarsi in casa. Ichi allora entrò nella porta lasciata preventivamente aperta, non che ci fossero grandi problemi di sicurezza in quella landa desolata abitata solo da un pugno di uomini che si conoscevano tutti tra loro. Probabilmente era il primo forestiero a stabilirsi in quel villaggio dopo anni ed anni. Appena entrato in casa Ichi non potè fare a meno di notare di quanto fosse spoglia e spartana. La casa era costituita da solo un grande stanzone unico. Tutto l’arredamento consisteva  di un tavolo di legno posto al centro con 2 sedie attorno e qualche candela sopra. Dalla parte opposta rispetto alla porta d’ingresso si trovava un grosso camino con qualche ceppo di legno, sporco di cenere e fuliggine segno che era usato di frequente per scaldarsi nelle gelide notti finniche. All’interno del focolare era posto un grosso paiolo di rame, un pentolone che sembrava uscito dall’antro di qualche strega e destinato ad ospitare chissà quale pozione. Situati ai lati del camino erano posti i 2 letti, uno per lui e uno per il maestro, ciascuno con sopra un cuscino sgualcito e una coperta in pelle di renna. Completavano il mobilio un grosso scaffale pieno di volumi polverosi, 2 comodini, un grosso armadio a 4 ante per il vestiario, una piccola credenza per le stoviglie e una vecchia cassapanca per le cianfrusaglie rimanenti. L’arredamento essenziale e minimale era così diverso da quello che aveva visto a Villa Kido, Il signor Mitsumasa Kido amava sfoggiare il lusso e si era circondato di mobili antichi acquistati presso i più forniti negozi d’antiquariato e mercanti d’arte. Molti mobili erano appartenuti a ricche famiglie nobili europee cadute in disgrazia nel corso dei secoli a causa di guerre e rivoluzioni e il signor Kido adorava collezionarli. Gli arredamenti erano capolavori di ebanisteria realizzati in legno pregiato come il tek, il palissandro o il sandalo, erano tutti riccamente decorati ed intarsiati, molti mobili avevano rifiniture, maniglie e pomelli in metalli preziosi come oro ed argento oppure con pietre pregiate come l’onice, l’agata o l’alabastro. Le pareti erano completamente spoglie, non un fronzolo o un orpello, nulla che potesse essere fonte di distrazione dall’allenamento. Per Ichi era tutto così diverso dall’ambiente in cui aveva trascorso gli ultimi mesi di vita. Il bellissimo e curato ambiente di Villa Kido era ormai lontano, non avrebbe potuto ammirare gli arazzi finemente tessuti, i quadri rinascimentali, i mosaici e gli affreschi che decoravano il palazzo del ricco magnate per molto tempo. Tutto l’ambiente diceva una cosa sola: chi viveva in quella casa doveva concentrarsi solo su un obiettivo non erano ammesse distrazioni, divertimenti, lussi superflui o inutili frivolezze. Ichi era molto stanco dopo il lungo viaggio e dopo aver visto la casa chiese di poter mangiare e riposarsi. Solo a quel punto si accorse che in quel casolare mancava l’acqua corrente così come l’elettricità. Si accorse poco dopo che fuori dal casolare all’aperto e nascosti alla vista dei più tra grosse pietre e nevi c’erano altri ambienti della casa se così si potevano definire. Attaccato ad una parete c’era il lavabo costituito da un grosso masso la cui forma era approssimativamente quello di un quarto di sfera, scavato al suo interno e levigato. Posti li vicino si trovavano alcuni secchi pieni di acqua e poco distanti dei fili per stendere il bucato. Il freddo si era fatto pungente e l’acqua gelida non aiutò il piccolo Ichi, si lavò velocemente le mani e la faccia sentendo i brividi sulla sua pelle e poi tornò dentro il casolare. La stanchezza e il gelo avevano reso le sue membra pesanti ed intorpidite, addentò voracemente un panino che gli era rimasto dal lungo viaggio e poi si infilò sotto le calde coperte addormentandosi immediatamente come un sasso.
La mattina successiva Ichi fu svegliato bruscamente da un uomo che lo strattonava per le spalle. Ichi aprì gli occhi e sentì l’uomo pronunciare qualche parola ma non ne colse il significato, probabilmente era finlandese. Poi l’uomo spazientito provò a farfugliare qualche parola in giapponese, la sua pronuncia era pessima e la grammatica stentata ma Ichi comprese l’ordine di svegliarsi e di alzarsi dal letto. L’uomo era un vecchio canuto molto alto e magro con una folta barba bianca e dei lunghi baffi, a prima vista sembrava la versione smagrita del Babbo Natale di Rovaniemi. Indossava un lungo cappotto chiuso da bottoni di ottone e con il collo e le maniche in pelliccia per proteggersi dal freddo, dei pantaloni di tela pesante già rattoppati un paio di volte e degli stivali di pelle consumata. Di certo non era un uomo che badava molto all’eleganza. L’uomo gli disse di lavarsi la faccia e di tornare poi subito da lui. Ichi andò fuori al lavabo il freddo pungente e l’acqua ghiacciata lo svegliarono anche più duramente degli scossoni dell’uomo. Ichi pensò che si dovesse trattare del suo maestro, aveva provato a chiedere informazioni agli uomini della Fondazione Kido ma anche loro sapevano poco su di lui. Si diceva solo che in passato era stato un abile guerriero esperto in varie arti marziali, nella scherma e nel tiro, inoltre tutti nel suo paese lo consideravano un esempio di rettitudine e giustizia. Tornato nel casolare l’uomo gli confermò di essere il suo maestro si presentò come Jori e non disse molto altro di sé:
<<Io sono l’uomo che ha il compito di renderti Cavaliere ti basti sapere questo>>
Ichi non fece ulteriori domande d’altra parte la situazione non richiedeva certamente un’approfondita conoscenza della biografia del suo maestro. Gli disse poi
<<Mangia qualcosa è ora di Aamupala, tra poco dovrai impegnarti duramente e dovrai imparare anche un po’ di lingua. Mi avevano detto che il mio futuro allievo sarebbe arrivato dal lontano oriente e avevo imparato qualche parola, ma io ormai sono anziano e il mio cervello è arrugginito per imparare una nuova lingua. Il tuo è ancora giovane e rapido nell’apprendere>>
Aamupala, colazione, fu la prima parola che Ichi imparò, il pasto consisteva principalmente in frutta, yogurt e maitokiisseli seconda parola che imparò. Poco dopo la colazione il suo maestro lo mise alla prova per capire su che base lavorare, lo sottopose ad un serie di test fisici come la corsa veloce, il nuoto, una serie di piegamenti, l’abilità nello schivare i colpi bersagliandolo di palle di neve dura. Ichi non era abitauato a schivare fin dai primi allenamenti a Villa Kido gli era stata trasmessa l’idea che schivare fosse un po’ come scappare mentre invece lui voleva combattere sempre a viso aperto magari incassare e poi catturare il nemico con qualche presa. Il maestro Jori ridacchiò: <<Attento, non riuscirai mai a parare e bloccare tutti i miei colpi e ringrazia che ho cominciato con la neve, da domani proveremo quest’esercizio con le pietre e poi con le frecce!>>.
Questi primi test andarono avanti tutta la mattinata fino al Lounas, terza parola che Ichi imparò in finlandese. Il pranzo consisteva principalmente in carne, pesce, burro e pane. Il maestro continuò:
<<Oggi ti aiuto io visto che sei appena arrivato ma dovrai imparare a cavartela da solo anche cacciando, pescando e soprattutto cucinando! Quando andrai via da qui dovrai essere autosufficente in tutto! Non sei certo venuto qui in villeggiatura!>>
Ichi ancora non capiva tutte le parole del maestro un paio in giapponese ed un paio in finlandese, spesso si aiutava con i gesti, e sinceramente neanche gli interessava comprendere ogni parola, in quel momento era troppo preso dai cattivi sapori che aveva in bocca. L’impatto con la cucina finnica non fu dei migliori, la giudicava povera di ingredienti e fantasia. Infatti una delle cose per cui provò immediatamente più nostalgia erano i sapori della terra natia, gli mancavano i piatti tipici della cucina giapponese che tanto amava: il sushi, il sashimi, il ramen, l’udon, i takoyaki, la salsa wasabi, il caldo shabu shabu, i morbidi onigiri e i dolci mochi, la croccante tempura di pesce, lo speziato e saporito riso al curry erano tutte specialità sconosciute a quelle latitudini. Quelle rare volte, nelle prime settimane del suo soggiorno forzato in Finlandia, che aveva provato ingenuamente a chiederne i contadini e i mercanti del posto gli avevano risposto o con sguardi stralunati osservandolo come se fosse un alieno appena atterrato da chissà quale pianeta lontano oppure scoppiando in grasse e fragorose risate probabilmente ignorando di cosa il ragazzino stesse parlando. Si dovette ben presto abituare al sapore del viili, del karjalanpiirakka, del kalakukko, del ruisreikäleipä, del mämmi e della pulla. Impiegò circa un mese solo per imparare la corretta pronuncia di quelli che erano lo yogurt, il latte cagliato, il pane di segale, salsicce di manzo e pasticcio di verdure e carne. La lingua si rivelò un altro grande problema, l’idioma finnico era così diverso dal giapponese, quelle parole lunghe e complicate piene di k, di n e di r dure erano difficile da leggere e ricordare. Il suo maestro gentilmente gli insegnò qualche parola almeno per comunicare i bisogni essenziali con la gente del villaggio e per leggere cartelli, indicazioni ed etichette. Inoltre il signor Jori gli diede qualche lezione basilare di greco antico durante le serate dopo gli allenamenti, infatti la Grecia era la terra di origine di tutti i Cavalieri e il greco era la lingua internazionale per permettere le comunicazioni tra Cavalieri radunati dai 4 angoli del mondo.
Le giornate cominciarono a susseguirsi tutte uguali l’una all’altra tra allenamenti, corsa, pasti poco graditi e qualche lezione teorica di Jori di medicina sull’anatomia e qualche nozione di primo soccorso in caso di ferite o avvelenamenti, cose che sarebbero potute essere utili in un combattimento da Cavaliere. Tra i suoi compiti, fuori da allenamenti e lezioni, figurava anche quello di sbrigare alcune commissioni come prendere l’acqua alla sorgente di un fiumiciattolo, raccogliere e spaccare la legna, raccogliere le bacche di ribes o cacciare selvaggina. In realtà il suo maestro intendeva allenarlo anche con questi piccoli gesti, prender e trasportare l’acqua fortificava le spalle, spaccare la legna rendeva le braccia forti, imparare a riconoscere le bacche commestibili era essenziale per sopravvivere in caso ci si smarrisse nella foresta, imparare a cacciare e pescare inoltre insegnava la pazienza di attendere le prede e la furtività necessaria ad avvicinarsi di soppiatto ai grandi animali della foresta. Una delle cose che ichi più odiava era raccogliere la legna per il fuoco, non tanto per la fatica del lavoro ma quanto per il tragitto. Infatti per recarsi nella foresta doveva partire dal casolare del signor Jori ed indossare le racchette da neve, Quelle nuove calzature erano una delle cose che più detestava della sua nuova vita, le racchette o ciaspole come le chiamava qualcuno, erano pressochè indispensabili per muoversi tra le nevi ma per Ichi erano proprio scomode, non sopportava portare quegli strani affari ai piedi. Le prime volte che aveva provato a camminare le estremità posteriori delle racchette che lui chiamava volgarmente i manici si incrociavano e lui inciampava, cadendo faccia in giù nella neve e suscitando l’ilarità del suo meastro. Dopo qualche settimana aveva preso più confidenza con le racchette ma si trovava a disagio a camminare così goffamente, gli sembrava di essere un papero con le zampe palmate, era sicuro che se i suoi amici di Villa Kido lo avessero visto in quelle condizioni lo avrebbero di sicuro preso in giro. Inoltre Ichi non era avvezzo alla vita nei boschi spesso non sapeva distinguere tra il legno secco buono da ardere nel camino da quello troppo fresco e ancora bagnato, quando riportava a casa delle legna poco adatta al fuoco Jori lo rimproverava e lui se ne rammaricava.
Nei boschi però cominciò anche a formare qualche nuovo legame, incontrava spesso qualche taglialegna al lavoro. Quegli uomini notando le difficoltà del giovane Ichi gli spiegarono come riconoscere il legno secco, da quello fresco e ad evitare quello marcescente. Gli insegnarono anche a disitnguere i vari tipi di alberi tra pini, abeti e betulle, poi gli spiegarono anche che quella foresta era fonte di sostentamento per molti al villaggio e anche per altre comunità vicine. I boscaioli gli parlvano orgogliosi del loro lavoro, dell’estrazione dello xilitolo per le industrie alimentari della zona e della lavorazione della pasta di legno per le cartiere. Ichi non capiva ogni dettaglio di quello che gli uomini gli stavano raccontando, non era ancora così ferrato con il finlandese, però era molto contento che qualcuno si aprisse con lui e gli dedicasse del tempo, lo stavano facendo sentire parte del loro mondo. Una volta i boscaioli gli raccontarono una leggenda, quei boschi erano stati in passato teatro di duri scontri e di sanguinose battaglie tra il popolo finlandese e gli invasori svedesi e russi. Molti uomini coraggiosi avevano perso la vita in quelle lande per difendere la libertà. Ichi pensò: “Eroi che combattono per la libertà e per proteggere il proprio popolo, eroi le cui gesta sono tramandate ai posteri, un po’ come i Cavalieri di Athena. Si questo posto deve avere qualcosa di speciale. Sono stato fortunato a finire qui.” La leggenda inoltre diceva che spesso le radici assorbivano il sangue degli uomini caduti in battaglia e che le anime di molti soldati riposassero all’interno di quei tronchi. Ichi era affascinato da quest’idea, le prima volte muoversi nei boschi al buio gli aveva messo un po’ paura ma l’idea di essere circondato da molti eroi coraggiosi lo tranquilizzava. Inoltre cominciò a dire una preghiera in segno di rispetto per le anime di quei soldati ogni volta che bruciava uno di quei tronchi nel camino.
Tra i suoi compiti più leggeri e piacevoli tra un esercizio e l’altro c’erano anche le commissioni da sbrigare al villaggio come comprare frutta e verdura che i mercanti portavano da zone dove la coltivazione era climaticamente possibile o prendere qualche candela nuova, del sapone o dei vestiti adatti man mano che cresceva. Gli piaceva trascorrere qualche minuto in un emporio o in una bancarella, era un modo semplice per rompere la noiosa routine degli allenamenti e soprattutto per fare qualche conoscenza. Ichi stava crescendo e sentiva in lui i primi interessi verso il gentil sesso.
Era rimasto ammaliato dalla bellezza di alcune ragazze del villaggio, trovava bellissimi i loro capelli biondi, lunghi, morbidi e fluenti; rimaneva affascinato anche da alcune ragazze con i capelli rossi, colore molto raro in Giappone, da bambino pensava che i colori dei capelli fossero associati alla personalità, credeva che le ragazze con i capelli rossi li avessero perché fossero in qualche modo associate al fuoco e al calore.
Avrebbe passato ore ad ammirare quelle splendide fanciulle dai tratti angelici, gli sguardi dolci, la pelle diafana, i bei candidi sorrisi, gli occhi chiari che gli ricordavano le pietre preziose che ornavano statue e mobili a Villa Kido. Purtroppo i suoi erano incontri brevi e fugaci durante le visite al villaggio, qualche volta si limitava ad osservarle da lontano durante le pause dall'allenamento mentre le ragazze pattinavano sulla superficie di un laghetto ghiacciato. Ai suoi occhi erano delle bellissime ninfe che danzavano armoniosamente su quelle lame, avrebbe voluto avvicinarsi, parlare loro ma non trovò il coraggio. Una volta la mattina molto presto, prima che il maestro si svegliasse  e prima che albeggiasse per essere sicuro di rimanere nascosto da sguardi indiscreti aveva provato pure lui con un paio di pattini trovati tra le cianfrusaglie di Jori ma purtroppo era naturalmente negato. Stare in equilibrio su quelle sottili lame e quella superficie levigata era persino più difficile degli allenamenti per diventare cavaliere.
Da lontano osservava anche alcuni ragazzi che giocavano nei dintorni del villaggio, quando era freddo praticavano hockey sulla superficie del laghetto ghiacciato, quando era più caldo si spostavano in una radura ripulita dalla neve per giocare a Pesäpallo. Ichi non aveva tempo da dedicare a questi divertimenti, non era così legato ai ragazzi del villaggio da poter fare un gioco di squadra con loro nè aveva il tempo o la voglia di mettersi a studiare strani regolamenti, però notò con un pizzico di invidia che i ragazzi più bravi in questi sport erano quelli che ricevevano più attenzioni dalle ragazze con tanto di complimenti come “Bello” o “Affascinante!”; nella testa del piccolo Ichi si radicò l’idea che “il più bello dovesse vincere sempre.”
Una volta Ichi provò a chiedere ad alcuni dei taglialegna che aveva conosciuto di insegnarli almeno qualche rudimento di quei giochi che lì erano visti come sport nazionali. Purtroppo Ichi si rese ben presto conto di non essere per nulla portato per quegli sport era scoordinato e sgraziato, legnoso nei movimenti e sapeva a malapena tenere un bastone o una mazza in mano. Ichi comprese con dispiacere, confrontandosi con i ragazzi più ammirati del villaggio, di non essere sufficientemente bello per soddisfare i canoni estetici delle ragazze.
Non per questo si diede per vinto, caparbio e sicuro di sé decise di supplire con altre doti al suo viso poco attraente o alla sua avversione per il pesäpallo. Diede tutto sé stesso nell'addestramento nei mesi successivi, convinto un giorno di poter diventare un eroe acclamato in tutto il mondo ed ammirato da tutti, ben superiore ad un campioncino di hockey di uno sperduto villaggio finlandese. Lui sarebbe stato uno di quelli che avrebbe fatto innamorare le donne con un solo sguardo. Promise a sé stesso di impegnarsi più di chiunque altro per realizzare il suo sogno, affrontò con coraggio, determinazione e spirito di sacrificio il durissimo e massacrante allenamento. Nuotò ore ed ore nell'acqua gelida per fortificare gambe e braccia, corse giorni e notti nella tundra a piedi nudi per forgiare la sua resistenza alla fatica, al vento e al freddo, imparò a cacciare i balbresiki nikii per sopravvivere, imparò a ricavare lame scheggiando le pietre, frecce appuntite dai rami degli alberi, imparò anche a colpire i cigni in volo, affinò i suoi riflessi, la sua agilità e la precisione nel colpire. Diede il cuore e l'anima per realizzare il suo sogno, rinunciò anche ai pochi momenti di relax che aveva trovato come guardare da lontano le gare di rally che passavano vicino alla foresta o le corse con le slitte trainate dai cani, si impegnò senza mai perdere di vista il suo obiettivo. Alla fine la sua agilità e coordinazione acquisite nel corso degli anni gli avrebbero permesso facilmente di pattinare su quelle lame sottili o vincere a pesäpallo ed hockey ma i giochi dei ragazzini ormai erano spariti dalla sua mente da molto tempo.
Alla fine i suoi sforzi vennero ricompensati, arrivò dopo 6 lunghi anni il giorno dell’esame finale il giorno in cui si sarebbe deciso se Ichi fosse davvero degno indossare una Sacra Armatura.
L’armatura dell’Idra era custodita nel fondo del lago di Horts si diceva da più di 240 anni. Ichi il giorno fatidico si svegliò all’alba, mangiò una frugale colazione, era troppo teso per darsi a pasti abbondanti, e si preparò concentrandosi come mai aveva fatto in vita sua meditando su tutto quello che aveva imparato in quegli anni dalle tecniche del suo maestro, all’uso della armi, alle asperità del territorio che avrebbe costituito l’arena dello scontro. All’ora scelta si diresse verso il lago la cui superficie ghiacciata si era ormai sciolta con l’arrivo del caldo anche in quelle lande.
Secondo la leggenda lo spirito dell’Idra mitologica sconfitta nei tempi antichi da Ercole impregnava quell’armatura. Come l’Idra trovava riparo in una palude così l’Armatura ad essa associata ad ogni generazione trovava riparo in un fiume o lago diverso. Dopo chissà quale battaglia alla fine l’Armatura dell’Idra aveva scelto le gelide acque finlandesi e lì giaceva in attesa di un nuovo possessore. Jori aspettò Ichi di fronte al lago di Horts e quando lo vide arrivare lo accolse:
<<Benvenuto Ichi. Ti sei preparato 6 lunghi anni per questo momento, 6 anni in cui hai sofferto e faticato per conquistare l’armatura. Oggi decideremo tutto qui, se tornerai in Giappone da Cavaliere o perderai la vita per mano mia. Oggi combatterò con tutta la mia forza come non ho mai fatto durante l’addestramento e tu dovrai dimostrarti superiore a me. Ora in guardia!>>
Jori si lanciò contro Ichi sferrandogli una serie rapida di pugni che Ichi schivò, l’allenamento aveva dato i suoi frutti. Quando Jori cominciò ad accusare la fatica e rallentare il ritmo dei pugni Ichi ne approfittò per bloccare le braccia del maestro e colpirlo con una serie di ginocchiate allo stomaco di cui l’ultima tanto forte da farlo volare via. Jori si rialzò rapidamente e dopo i pugni sferrò una serie di calci mirando alla testa di Ichi, ma il suo allievo li parò facilmente con gli avambracci e con la mano opposta mirava a colpire le gambe di Jori con colpi di taglio. Jori si trovava in difficoltà, si mise per un secondo  sulla difensiva per riprendere fiato e cercare di far passare il dolore che sentiva sulle gambe, nel frattempo si parava il viso con le braccia. Ichi colse l’occasione per passare all’attacco dopo essersi difeso nella prima parte dello scontro, caricò un potente gancio destro e si lanciò contro il suo maestro, il colpo era talmente potente che ruppe il braccio di Jori e lo spinse contro il volto di lui facendolo cadere a terra dolorante. L’uomo sentì come se il pugno di Ichi avesse superato la sua guardia e l’avesse stordito. A terra Jori si contorceva per la sofferenza ma alla fine disse facendo molte smorfie di dolore:
<<Bene Ichi direi propro che hai vinto! Sei diventato decisamente molto più forte di me, ora vuoi darmi il colpo di grazia?>>
Ichi riuscì a battere il suo maestro anche più facilmente di quanto si aspettasse ed a dimostrarsi degno di indossare l'armatura dell'Idra, sorrise felicissimo per la vittoria:
<<Maestro non mi sognerei mai di togliervi la vita, grazie di tutto e ora rialzatevi!>>
Ed offrì il braccio all’anziano per aiutarlo a rimettersi in piedi.
Jori accettò l’aiuto del suo allievo e disse:
<<Ora vai a prendere la tua armatura, ti aspetta sul fondo del lago, tuffati prima che la notte renda l’acqua gelida e torbida.>>
Ichi non se lo fece ripetere 2 volte, si tolse rapidamente i vestiti di dosso, prese un bel respiro per immergersi e si tuffò nel lago. Ormai era un nuotatore provetto rapido e preciso nei movimenti e la scarsa visibilità delle profondità del lago non fu un problema. L’occhio attento da cacciatore di Ichi scorse subito il bagliore metallico dello scrigno e si diresse subito verso di esso. La Pandora Box era bloccata al fondo da diversi massi che la sovrastavano, nonostante la resistenza offerta dall’acqua un altro potente pugno fu sufficiente a farli rotolare via. Ichi strinse lo scrigno tra le sue braccia e lo tirò via dai pochi centimetri di sabbia in cui era interrato, poi risalì velocemente in superficie sfruttando la grande potenza della gambe visto che le mani erano occupate dal dolce peso dello scrigno.
Quando riemerse esultò subito:
<<Ecco lo scrigno maestro, ora l’Armatura è mia ed io sono un Cavaliere di Atena a tutti gli effetti!>>
Ichi raggiunse la riva spruzzando gioia da tutti i pori, Jori che intanto si era ripreso dai colpi subiti lo guardava soddisfatto e lo accolse con parole piene di lodi e complimenti:
<<Bravissimo Ichi! Ben fatto ora sei il Cavaliere dell’Idra. Devo ammettere che sei molto migliorato rispetto a quando inciampavi con le racchette o quando ti tagliavi mentre pelavi la patate. Ora sei un uomo completo, un nobile eroe che combatterà per la giustizia. Sono molto fiero di te!>>
Ichi arrossì, il suo maestro non era mai stato così prodigo di complimenti:
<<Grazie maestro, devo tutto ai vostri insegnamenti ed al lavoro che mi avete fatto fare fin da ragazzino!>>
Jori infine spiegò brevemente quel che sapeva sui poteri dell’Idra, quello che sarebbe potuto servire ad Ichi in futuro:
<<Mio carissimo Ichi, il potere della tua armatura discende direttamente dall’Idra di Lerna figlia di Tifone ed Echidna e sorella di Ortro, Chimera e Cerbero che dimorava presso le sorgenti del fiume Amimone in Argolide. Il mito vuole che fosse velenossisima, tanto da poter uccidere chiunque con il suo sangue e persino gli uomini che incautamente toccavano le sue orme ed è questa la forza custodita in essa. Possiede un veleno potentissimo capace di uccidere qualsiasi nemico, per sfruttarlo al meglio però dovrai avvicinarti all’avversario e costringerlo ad uno scontro corpo a corpo. Questo potrebbe esporti a dei rischi, saresti debole contro cavalieri dotati di poteri psichici o dimensionali o attacchi a lungo raggio. Inoltre dovrai studiare bene le difese dei tuoi avversari, esistono armature di rango superiore proprie dei Cavalieri che risiedono in Grecia al Grande Tempio di Atene e che potrebbero resistere alla penetrazione degli artigli dell’Idra, dovrai mirare alle parti scoperte.
Infine conosco miti anche su Cavalieri dotati di grandi poteri medici e capacità di rigenerazione, contro di loro persino il tuo veleno mortale potrebbe risultare inefficace>>
Ichi ascoltò le parole del suo maestro però era troppo felice per la vittoria e la conquista dell’Armatura per prestare attenzione ad ogni dettaglio, rispose meccanicamente:
<<Grazie per i consigli maestro, li terrò a mente!>>
Jori aggiunse:
<<Un’ultima cosa: le Armature nascono per proteggere la giustizia e la pace sulla terra non dovrai mai usarla per scopi personali, questo sarebbe il crimine più grave di cui può macchiarsi un Cavaliere di Athena e se succedesse tutti gli altri Cavalieri del mondo verrebbero a cercarti per punirti severamente!>>
Ichi annuì anche se non era sicuro di poter essere ligio al dovere, in lui era ancora forte la sete di gloria. Dopo lui e il maestro Jori si diressero a casa, l’anziano mentore disse:
<<Questa è l’ultima sera che passerai qui, bisogna festeggiare!>>
Jori si mise a spadellare felice per far passare un bella serata all’amato allievo mentre Ichi si riposò un paio d’ore, stremato dopo lo scontro decisivo e la nuotata. Quando Jori lo svegliò subito disse:
<<Oggi cena speciale spezzatino di renna e lepre con sahti con bacche di ginepro e birra doppio malto. In Finlandia non si usano molto lo champagne o il sakè per questa volta ti dovrai accontentare!>>
Ichi e Jori trascorsero una serata piacevole, chiacchierando e ricordando i tempi passati, Ichi era brillo per gli alcolici a cui non si era ancora abituato, ma in cuo suo era davvero felice, l’addestramento duro e faticoso era finito, una nuova vita lo aspettava, una vita da Cavaliere di Athena. L’indomani sarebbe tornato nella sua terra natia il Giappone, salutando la Finlandia ed affrontando un altro lunghissimo e noioso viaggio aereo, però questa volta la trasvolata avrebbe avuto un sapore diverso, probabilmente sarebbe stata stancante e stressante come 6 anni prima ma sarebbe tornato a casa da vincitore, da Cavaliere e tutti lo avrebbero riconosciuto.


Angolo autore ^__^
Beh dell'addestramento di Ichi non si dice praticamente nulla ho provato ad inventare qualcosa  :) non ho parlato molto di cosmo e simili perchè in effetti Ichi sembra più portato per gli attacchi fisici che per l'uso raffinato del cosmo.  :ya: :ya:
Le racchette che mi immagino per lui con i manici lunghi sono queste di vecchi tipo non pensate a quelle ultramoderne in fibra e simili
Spoiler
[close]
Mi sono un poco informato sulle tipiche attività finlandesi  :zizi: :zizi: ho scoperto che in Finlandia ci sono più di 187000 laghi ma non ne ho trovato nessuno con il nome Horts o Kurumada si è inventato un nome di sana pianta o deve essere proprio micorscopico LOL
Il Pesäpallo è questa cosa qui sport tipico amatissimo in Finlandia, vagamente simile al baseball
https://www.youtube.com/watch?v=yom1_q8WRck
Altri nomi strani che trovate qui e là sono specialità tipiche finlandesi
https://it.wikipedia.org/wiki/Karjalanpiirakka
https://it.wikipedia.org/wiki/Kalakukko
https://it.wikipedia.org/wiki/Ruisreik%C3%A4leip%C3%A4
https://it.wikipedia.org/wiki/Sahti
il baibrai Niski è una specie di grosso cinghiale, sottospecie tipica della Lapponia.
Nel finale mi sono inventato qualcosa per giustificare un'altra cosa a cui Kuru non pensa mai  :XD: :XD: che ci fanno le armature nei 4 angoli del mondo se Atena risiede quasi sempre in Grecia, il gorsso dei Cavalieri ha base in Grecia, Hades spesso e volentieri attacca il Santuario che si trova in Grecia dunque chi le porta le cloth in Finlandia/Algeria/Tasmania/Cina ect?
« Ultima modifica: 31 Gennaio, 2020, 19:11:10 pm da Sauzer »

Offline SusannaScarmigliati

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Re:La notte in cui il Serpente sedusse la divina Athena
« Risposta #3 il: 13 Gennaio, 2020, 21:17:12 pm »
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Re:La notte in cui il Serpente sedusse la divina Athena
« Risposta #4 il: 14 Gennaio, 2020, 20:07:37 pm »
 :+1:
Grazie ricambio  :D

Terzo capitoletto

Ritorno a casa

Il giorno in cui era programmato il suo ritorno a casa Ichi era entusiasta ma sentiva anche un pizzico di malinconia nell’abbandonare l’ambiente che lo aveva reso cavaliere di Athena. Si alzò all’alba, preparò gli ultimi bagagli con le sue cose, prese con sé il prezioso scrigno che custodiva l’Armatura e salutò gli abitanti del villaggio con cui era entrato più in confidenza nel corso degli anni, promettendo solennemente che un giorno sarebbe tornato. In cuor suo contava di tornare circondato dalla gloria e dalla fama ma non sapeva ancora cosa aveva in serbo il destino per lui. Ichi aveva messo da parte un po’ di soldi vendendo a qualche mercante di passaggio nella zona la carne e la pelliccia delle prede catturate durante i suoi allenamenti nella tundra, la Fondazione Kido aveva interrotto i contatti con lui da tempo e doveva provvedere a sé anche con le incombenze economiche. Per fortuna il denaro fu sufficiente per togliersi qualche sfizio come un vero pranzo in un ristorante, un vestito nuovo elegante prima di rientrare in Giappone e un biglietto di prima classe per l’aeroporto di Narita. Mentre il velivolo decollava Ichi meditava tra sé e sé:
“Arrivederci Finlandia un giorno tornerò da eroe” e vedeva la città diventare ssempre più piccola sotto i suoi occhi. Da quell’altitudine la tundra e le grandi foreste di conifere innevate diventavano solo una grande chiazza bianca e verde nulla che potesse più intimorire il prode Ichi, Quando ormai l’aereo era a metà viaggio una gentile hostess porse i giornali ai passeggeri. Ichi si mise a leggere piuttosto distrattamente immaginando il giorno in cui sarebbe stato lui ad occupare le prime pagine con chissà quali mirabolanti imprese. Mentre sorvolavano la Russia una turbolenza improvvisa scosse il velivolo e spaventò i passeggeri ed anche Ichi.
<<Ma cosa è successo?>>
chiesero in molti. Il pilota dalla cabina di comando cercò di tranquilizzare tutti:
<<Non è successo nulla di grave, una turbolenza improvvisa, la corrente gelida siberiana ci ha giocato un brutto scherzo ma adesso l’abbiamo superata. Il viaggio proseguirà come previsto!>>
Ichi pensò “Siberia, questo posto mi sta già antipatico!”
Quell’episodio fu l’unico momento spiacevole fino di un viaggio tranquillo fino all’aeroporto Narita di Tokyo. Sbrigate le pratiche burocratiche e i controlli all’aeroporto Ichi non vedeva l’ora di respirare di nuovo l’aria di casa dopo 6 lunghi anni. Respirò a pieni polmoni l’aria della grande metropoli, forse era più inquinata di quelle delle foreste e dei laghi finlandesi ma quella era la sua terra natia ed Ichi era felice lo stesso. Arrivato in Giappone Ichi fu ligio ai suoi doveri e non perse tempo in inutili frivolezze, aveva bene in mente il suo obiettivo. Per prima cosa il Cavaliere dell’Idra si mise in contatto con gli uomini della Fondazione Kido recandosi alla Villa dove aveva trascorso parte della sua infanzia. In cuor suo sperava di essere accolto tra grandi onori e festeggiamenti, invece il vecchio Tokumaru Tatsumi, che svolgeva il ruolo di tutore della signorina Saori dopo la morte del signor Mitsumasa, gli comunicò freddamente e frettolosamente che era invitato a partecipare ad un torneo di lotta organizzato dalla Fondazione chiamato Guerra Galattica in cui sarebbe stata messa in palio la preziosa Armatura d’oro del Sagittario. Tatsumi non gli fece nemmeno un piccolo complimento e questo lasciò l’amaro in bocca al giovane Cavaliere dell’Idra. Nei giorni seguenti altri uomini al servizio della famiglia Kido gli diedero altre istruzioni sul da farsi e sul regolamento del torneo. Ichi assistette all’estrazione delle coppie per il torneo, erano previsti 2 incontri preliminari che avrebbero ridotto il numero di Cavalieri da 10 ad 8 per procedere ad incontri ad eliminazione diretta fino alla finale che metteva in palio l’ambito premio.
Tra sé e sé il giovane Cavaliere pensava “E meno male che non bisogna usare le armature per scopi personali. Vero che tutti noi Cavalieri dobbiamo essere grati alla Fondazione Kido per quanto ci aiutò da bambini ma non possiamo essere ridotti a bestie da circo per la signorina Saori. Spero che quella bambolina ben vestita abbia anche qualcosa di più importante in mente!”
La fortuna sorrise al giovane Cavaliere dell’Idra ed evitò i turni preliminari che invece avrebbero coinvolto i Cavalieri delle costellazioni dell’Orsa Maggiore, dell’Unicorno, del Leone Minore e di Pegasus che però non era ancora arrivato. Ichi sarebbe sceso in campo solo dai quarti ed il suo avversario sarebbe stato il Cavaliere del Cigno anch’egli assente in quel momento.
Da una parte però Ichi era un poco dispiaciuto, sarebbe stato orgoglioso di aprire il torneo ed essere il primo a mettersi in mostra ma confidava comunque di riscuotere  un grande successo pur non disputando l’incontro di apertura. Dopo il sorteggio tornò a casa sua, un piccolo appartamento messo a disposizione dalla Fondazione Kido, alla periferia di Tokyo, l’arredamento era spartano come quello del casolare che aveva lasciato in Finlandia ma almeno aveva ritrovato le comodità di una grande città come l’elettricità, l’acqua corrente, un bagno pulito, la televisione e una lavatrice, le tante piccole cose che gli erano mancate nel suo addestramento in Scandinavia soprattutto aveva ritrovato il sapore di casa di cui aveva sofferto al mancanza. Mentre mangiava abbondanti porzioni di sushi pensava: “Che bontà! Nulla a che vedere con lo stufato di renna! E quando avrò vinto la Guerra Galattica potrò mangiare da re ogni giorno e potrò vivere in una villa da sogno!”, ovviamente però restava concentrato sul suo obiettivo nei giorni che mancavano al suo incontro non smise di allenarsi duramente, correndo, facendo sollevamento pesi, boxando, ma anche con la meditazione per espandere meglio il suo cosmo, ormai mancava pochissimo alla fatidica data in cui avrebbe mostrato a tutti i frutti del suo impegno ardimentoso.
Il giorno in cui la Guerra Galattica, il grande torneo tra i 10 Cavalieri di Bronzo organizzato dalla Fondazione Kido, cominciò si radunarono giornali e televisioni da tutto il pianeta per quello che sarebbe stato il più grande evento sportivo di tutti i tempi, sarebbe stato qualcosa di epocale che avrebbe fatto impallidire tutti i tornei di lotta svoltisi in passato e che non avrebbe più avuto eguali in futuro. Ichi era così orgoglioso di poter mostrare al mondo i risultati dei suoi sforzi e dei suoi allenamenti, ciò per cui aveva lavorato per anni. Non ricordava molto degli altri Cavalieri in fondo non li vedeva da molti anni, ma riconobbe il viso di un paio di bambini che da piccolo prendeva in giro e non si preoccupò non ritenendo che potessero essere diventati Cavalieri molto forti e temibili. Ichi in cuor suo contava di avere ottime possibilità di trionfare soprattutto perché aveva studiato a fondo i poteri e le caratteristiche della sua armatura e riteneva la sua arma segreta Mellow Poison praticamente invincibile, si trattava di artigli avvelenati che possono spuntare dalle mani e dalle ginocchia e dopo essersi conficcati nel corpo del malcapitato nemico, l’armatura ne avrebbe subito generati dei nuovi esattamente come le teste della bestia mitologica. Il potente veleno avrebbe rapidamente paralizzato e sconfitto gli altri Cavalieri assicurandogli delle facili vittorie. Ichi fu subito galvanizzato dall'enorme afflusso di pubblico per il suo incontro, dalle foto che i fan scattavano, dalle luci che danzavano sul ring e dalle grida delle gente. Sentì una scarica di adrenalina attraversargli il corpo, voleva combattere, desiderava ardentemente mostrare le sue abilità, era molto sicuro di sé. Comunque la strada almeno all’inizio sembrava in discesa visto che il suo avversario, tale Hyoga del Cigno non si presentava, inoltre costui aveva la fama di essere poco affidabile visto che era di origine russa da parte di madre. Ad un certo punto Ichi era certo del forfait del suo avversario e già immaginava il suo nome scritto a caratteri cubitali sui giornali, le interviste in televisione, il pubblico adorante e la fama. Pensava con un pizzico di vanità che il suo nome sarebbe stato ben presto noto in tutto il mondo anche nella lontana Finlandia che nonostante le asperità e le difficoltà aveva imparato ad amare, e nel profondo del suo cuore considerava la sua seconda patria, quando improvvisamente la realtà presentò il suo conto. Il suo avversario Hyoga del Cigno si presentò sul ring all’ultimo momento e Ichi fu costretto a combattere seriamente. Dopo un primo attacco andato a segno si convinse di poter avere velocemente ragione del biondo avversario ma il cavaliere del Cigno rispose sfoderando il suo potere basato sul controllo delle energie fredde, ed il suo freddo congelò pure il veleno dell'Idra e sbriciolò i suoi artigli. Ichi rimase impietrito, nonostante il suo duro allenamento per resistere alle basse temperature finlandesi nulla poteva contro chi si era addestrato nelle ancora più rigide ed ostili temperature siberiane, per giunta sotto la guida di Camus dell’Acquario dominatore assoluto delle energie fredde. In breve sentì il suo corpo intorpidirsi fino a non rispondere più ai comandi del cervello, provò paura del suo avversario come non ne aveva mai avuta, supplicò anche di lasciargli il braccio ma il Cigno non mollò la presa. Ichi si sentì sempre più debole e la vista si annebbiò e l'armatura si sbriciolò sotto i colpi del Cigno. In pochi minuti tutti i suoi sogni di gloria svanirono come le candide nevi finlandesi al sole del Sahara, tutte le sue ambizioni erano crollate come un fragile castello di carte colpito da vento di burrasca, tutto il suo futuro gli era scivolato via come sabbia dalle dita e il malcapitato Ichi a malapena si accorse di quello che era successo. Provò dolore per la sconfitta subita ma più di ogni altra cosa subì l'umiliazione di vedere tutti i suoi desideri e progetti svaniti in un lampo, non avrebbe avuto la gloria e la fama, né l'ammirazione di qualcuno anzi sperò con tutto il cuore che nessuno di quelli che lo conoscevano in Finlandia avesse visto quella sconfitta così degradante ed umiliante, altrimenti lo avrebbero deriso per il resto della vita. Poi Ichi stramazzò al suolo e perse i sensi venendo soccorso dai medici della Fondazione. Ichi passò il resto della giornata in ospedale ma fortunosamente nessuna delle ferite riportate era grave e fu dimesso poco dopo. Tornato a casa Ichi si chiuse nel suo dolore e pianse come mai aveva fatto in vita sua, la fatica e i colpi subiti durante l’addestramento non gli avevano mai fatto così tanto male quanto quella bruciante sconfitta. Trascorse una notte insonne, la sua mente era in preda a 1000 pensieri, Ichi non sapeva cosa fare, come proseguire la sua vita, la sconfitta aveva minato tutte le sue certezze e sicurezze, era davvero destinato ad essere un prode cavaliere di Athena? Prima di affrontare quella che si rivelò una vera a propria crisi esistenziale Ichi volle seguire gli altri combattimenti della Guerra Galattica più per la curiosità di sapere chi avrebbe vinto l’Armatura del Sagittario che altro. Nei giorni successivi seguì l’incontro di Seiya di Pegasus vs Shiryu del Dragone e rimase colpito dalla generosità di Seiya che rischiò la vita per far ripartire il cuore del suo rivale. Successivamente era in programma lo scontro tra Jabu dell’Unicorno e Shun di Andromeda che riscuoteva successo nel pubblico femminile grazie al suo bell’aspetto. Ichi provava un po’ di invidia per il cavaliere dotato delle mistiche catene. Ichi seguì gli incontri senza particolare interesse finché entrò in scena un altro cavaliere di nome Ikki, che ricordava essere fratello di Shun ma ora gli era ostile. Gli eventi da quel momemto presero molto rapidamente una piega inaspettata per Ichi, solo pochi giorni dopo la sua sconfitta, la Sacra Armatura del Sagittario fu rubata da Ikki della Fenice il cavaliere decaduto proveniente dall’Isola della Regina Nera e dai suoi subordinati, i 4 Cavalieri Neri. Ben presto i Cavalieri dello Zodiaco non dovettero combattere più strenuamente tra di loro per conquistarla, ma uniti affrontare un nuovo nemico per recuperarla a rischio delle vite. Gli eventi precipitarono in un susseguirsi caotico di combattimenti, Ikki non era certo l’unico nemico della pace sulla Terra e i problemi per i Cavalieri si ingigantirono, ad un certo punto nessuno si importò più molto della Guerra Galattica e recuperare la Sacra Armatura sarebbe stato vitale per il bene dell'umanità. Ichi si ritrovò semplicemente stritolato in questo meccanismo molto più grande di lui, si rese conto di non avere forza sufficiente a combattere contro i nemici che si erano palesati e che contavano sull’appoggio del Grande Tempio di Atene, tutto il suo durissimo lavoro alla fine si era rivelato ben misera cosa rispetto alle capacità mostrate dagli altri Cavalieri, impallidiva di fronte alla potenza dei nemici di cui ormai sentiva solo parlare nei racconti dei suoi compagni. Tristemente Ichi con i suoi vecchi amici Nachi del Lupo e Ban del Leone Minore si rassegnò a non essere parte di tutto questo. Ci sarebbero state le grandi battaglie, ci sarebbero stati i nemici crudeli e spietati da sconfiggere, ci sarebbero stati gli eroi amati dal pubblico, la fama, le gesta eroiche da tramandare ai posteri, le azioni nobili da compiere, ma lui sarebbe stato solo una comparsa tra le tante. Ben altri sarebbero stati gli attori principali. Il palcoscenico della storia e la gloria delle battaglie erano riservati a qualcun altro in particolare ad un gruppetto di 4 ragazzini per cui non aveva mai avuto molta simpatia. Uno era Hyoga il Cigno che lo aveva duramente sconfitto ed umiliato davanti al mondo intero perciò per diverso tempo aveva serbato rancore nei confronti di lui e cercato il modo di rivalersi. La differenza di forza emersa rapidamente tra loro 2 aveva però spento i velleitari propositi di rivincita di Ichi. Il secondo del gruppo era Shun della costellazione di Andromeda, Ichi si ricordava di lui perché da bambino era un moccioso piagnucolone e dagli atteggiamenti vagamente effeminati, incapace di fare nulla senza la protezione del fratello maggiore Ikki, a volte stentava a credere che quei 2 fossero fratelli considerati i caratteri così tanto diversi. Il terzo era un ragazzo cresciuto in Cina presso Goro Ho, Shiryu del Dragone, di lui aveva notato che si portava sempre dietro una compagna di nome Shunrei, all'inizio li prese in giro definendo piccioncini ma alla fine provava invidia perché nonostante fosse stato sconfitto Shiryu aveva trovato un amore che a lui era stato troppo a lungo negato. L'ultimo del gruppo era Seiya di Pegasus, tipo strano da piccolo aveva provato una certa ammirazione per lui perché era l'unico a ribellarsi ai capricci di Saori Kido, dall'altra provava disgusto per lui, era il più ingrato tra tutti gli orfani accolti a Villa Kido, la testa calda, e caratterialmente era molto diverso da lui. Questo Seiya sognava di diventare Cavaliere solo per riunirsi alla sorella, non aveva la minima ambizione, né spirito combattivo, né sogni di gloria. Ichi aveva sempre creduto che dare un'armatura a quel Seiya sarebbe stato uno spreco, invece purtroppo per lui Seiya divenne ben presto il leader del gruppo e fulcro dell'azione dei Cavalieri. Era proprio quel Seiya l’eroe ammirato e preso a modello da tutti, il primo a gettarsi in battaglia con sprezzo del pericolo, il primo a ricevere le lodi dei compagni e le attenzioni della signorina Saori Kido. Nel corso delle battaglie sostenute dai suoi compagni Ichi si chiese spesso se il destino fosse stato beffardo con lui, se lui avesse potuto avere una seconda possibilità o se in qualche modo sarebbe potuto trovarsi lui al posto di uno di quei 4, ma non trovò mai una risposta. Il destino sembrò accanirsi sul povero Ichi quando si rese conto persino di essere una seconda scelta tra le seconde scelte. Il suo orgoglio guerriero gli imponeva di rendersi utile: Ichi aveva ancora la sua dignità, anche se non sarebbe stato un prode guerriero in prima linea avrebbe dato il suo contributo dalle retrovie. Dopo la sconfitta patita nella Guerra Galattica Ichi chiese il permesso alla signorina Saori di recarsi di nuovo in Finlandia per un supplemento di allenamento, non era ancora pronto per essere un vero Cavaliere. Questa volta fu un viaggio triste, nessun sogno da realizzare o nessuna nuova speranza di gloria, anzi l’unico sollievo in quell’occasione fu allontanarsi dal Giappone da quella situazione che stava diventando umiliante ed opprimente per lui. In Finlandia Ichi si vergognava per la sconfitta e temeva di essere riconosciuto da qualcuno, in quella situazione essere noto e circondato dalla folla era l’ultima cosa che Ichi desiderasse. Voleva restare solo con sé stesso e fare il punto sulla sua vita ma soprattutto non voleva più subire umiliazioni. Decise di tornare al villaggio di notte non sopportava l’idea di essere visto da qualcuno che conosceva e di dover dare spiegazioni sul suo frettoloso ritorno in Scandinavia. Ricordava ancora bene la strada e non ebbe problemi a percorrerla pure con le poche luci. Arrivato nei pressi del Lago di Horts bussò poi alla porta del suo maestro. Il vecchio Jori sentì il rumore e si svegliò di soprassalto, con tono burbero disse:
<<Chi è che bussa a quest’ora della notte?>>
Ichi rispose a bassa voce per paura di farsi sentire anche se il villagio era deserto a quell’ora: <<Maestro, sono Ichi aprite per favore!>>
A sentire la voce del suo allievo Jori si alzò di scatto ed aprì la porta:
<<Ichi cos’è successo? Come mai sei qui?>>
Ichi con voce rotta dal pianto rispose:
<<Maestro, non sono pronto a diventare Cavaliere di Atena, ho peccato di presunzione e il mio addestramento è stato vano. Vi chiedo di rendermi più forte per le battaglie che verranno!>>
Dopo aver finito la frase Ichi scoppiò a piangere come un bambino dando sfogo a tutto il dolore e le sofferenze che a lungo aveva tenute represse, e poi si buttò tra le braccia del suo meastro. Ichi con vergogna raccontò la sconfitta subita e delle crescenti difficoltà che i Cavalieri dello Zodiaco si erano trovati ad affrontare. Jori si era reso conto dei problemi del suo allievo, come tecniche di combattimento ormai gli aveva insegnato tutto, neppure lui sarebbe potuto essere un eroe contro nemici tanto potenti, ma almeno gli avrebbe insegnato ad affrontare i problemi ed ad avere maggiore fiducia in sé stesso. Jori avrebbe almeno cercato di trasmettergli quello che la sua esperienza gli aveva insegnato. Ichi trascorse di nuovo le settimane a cacciare, correre, nuotare ed allenarsi ma questa volta anche a meditare di più ed ascolatre con maggiore attenzione i racconti del suo maaestro. Riacquistata fiducia nei suoi mezzi Ichi sentì dentro di sé la voglia di rendersi utile, per quanto piccola che fosse avrebbe fatto la sua parte nella battaglia per la giustizia. Salutò il suo maestro con la promessa di tenersi in contatto e tornò in Giappone con uno spirito nuovo, non più sogni di gloria e fama per sé ma tanta umiltà e voglia di rendersi utile a qualcuno.
Spesso Ichi si offriva come guardia del corpo per la signorina Saori, o di fare da scorta ai dirigenti delle Fondazione Kido nelle loro missioni commerciali intorno al mondo, oppure svolgeva compiti da agente di sicurezza per i laboratori della Grande Fondazione.
Spesso però gli veniva preferito qualcun altro, Saori preferiva Jabu dell’Unicorno, per cui aveva già mostrato una certa predilezione fin da bambina, come suo gorilla personale per feste, ricevimenti mondani, interviste ed uscite. Molti affari ed interessi del gruppo Kido erano in Nord America, quindi spesso Geki dell’Orsa Maggiore accompagnava i manager della fondazione nei loro viaggi fungendo anche da scorta ed interprete visto che negli anni dell’addestramento aveva imparato bene la lingua, qualche volta faceva persino da guida turistica nei viaggi presso i monti Appalachi, terre che conosceva bene ed amava. Il compito di proteggere i laboratori e le industrie della grande Fondazione era spesso affidato ai Cavalieri d’Acciaio, uomini di fiducia del Professor Asamori, un importante scienziato al servizio del signor Mitsumasa Kido. Persino Ban e Nachi gli erano preferiti come insegnanti per le nuove reclute del Santuario. Ichi si sentiva frustrato da tutto questo, nonostante i suoi sforzi e la sua buona volontà, nel corso degli anni era rimasto sempre il bambino che guardava le belle pattinatrici finlandesi da lontano. Ora guardava da lontano le imprese degli altri Cavalieri, poteva solo ammirare le loro gesta e complimentarsi, guardava da lontano la bellissima signorina Saori che ormai aveva palesato la sua natura divina a tutti, ed ormai non riusciva a stare al passo nemmeno con gli altri cavalieri di Bronzo più deboli. Lui era quello buono solo a fare numero, quello che se non c’era, era lo stesso, quello non tanto forte e nemmeno tanto coraggioso o intelligente. Dopo la sconfitta di Saga dei Gemelli, Grande Sacerdote usurpatore, Ichi si era trasferito in un alloggio di Rodorio, nei pressi del Santuario di Atene per essere più vicino alla Dea ed ai suoi compagni in previsione delle minacce che gravavano sul pianeta, Saori da tempo parlava di un oscuro presagio che aleggiava intorno a lei anche se non aveva compreso di cosa si trattasse. Ichi aveva spesso compiti di ronda e di guardia ma sovente persino i soldati semplici su cui avrebbe dovuto avere grande autorità, lo trattavano con aria di sufficienza e poco rispetto. Lui per tutti era “quello lì”, il tizio da compatire e commiserare da guardare con un pizzico di pietà ma sperando di non diventare mai come lui, come si fa con i moribondi, i derelitti, i diseredati e i barboni per strada. In alcune notti di solitudine si chiedeva se forse non avesse sbagliato tutto nella vita, desiderava ardentemente una possibilità di riscatto, una svolta nella sua triste esistenza. Aveva anche meditato di abbandonare per sempre la vita da Cavaliere per fare una vita tranquilla da comune essere umano, magari cercarsi una ragazza che potesse apprezzarlo per le sue qualità ed amarlo veramente. Infine magari lei sarebbe potuta diventare una brava moglie e perché no, avrebbero potuto mettere su famiglia insieme ed avere tanti bambini. Però era tremendamente insicuro, abbandonare il Santuario sarebbe stato da vigliacchi e sarebbe stato come buttare all’aria tutto il suo impegno. In cuor suo infine non voleva deludere le persone che avevano avuto fiducia in lui, in particolare il suo maestro che raramente sentiva.


Angolo autore ^__^
Capitoletto in cui descrivo la storia principale immedesimandomi in uno degli sconfitti che probabilmente credeva pure di vincere LOL LOL ho provato a vedere come sarebbe stata la trama raccontata dai bronzini sfigati che ne sono stati esclusi. Qua e là ho provato ad aggiungere qualcosa di mio tipo le attività degli altri bronze in condizioni normali, qualcosa dovranno pur fare LOL anche solo per non essere dei mangiapane a tradimento, più ho provato a vedere come sarebbe stato il ritorno dei bronzini sfigati dai maestri cosa che Kurumada cita ma non spiega mai :ya:  Nel prossimo capitoletto arriva la bella Saori san :zizi:.

@Scarlet ecco la fic che cercavi.
Susanna allora a te manderò via mp la versione senza censure :ya:
« Ultima modifica: 02 Febbraio, 2020, 21:15:10 pm da Sauzer »

Offline SusannaScarmigliati

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Re:La notte in cui il Serpente sedusse la divina Athena
« Risposta #5 il: 14 Gennaio, 2020, 21:32:26 pm »
Wowwwwwwwwwwwwwwwwww  :ok:

Offline Sauzer

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Re:La notte in cui il Serpente sedusse la divina Athena
« Risposta #6 il: 30 Gennaio, 2020, 01:11:35 am »
Un incontro voluto dal destino

Si era da poco concluso lo scontro con Poseidone che tanti pericoli aveva fatto correre all’umanità.
Julian Solo non ricordava più nulla del periodo in cui il suo corpo aveva ospitato lo spirito di un Dio dell’Olimpo anzi aveva cominciato ad usare le sue ricchezze per aiutare le persone disastrate. I Cavalieri di comune accordo avevano deciso di non rivelare nulla a Julian ma di tenerlo sotto controllo in caso di emergenza. Saori inoltre aveva deciso di concedere un po’ di riposo ai prodi Cavalieri di Bronzo che erano tornati temporaneamente nei luoghi di origine: Seiya in Giappone da Miho e dai bambini dell’orfanotrofio ed il giovane Cavaliere di Pegasus ancora sperava di riabbracciare la sua amata sorella Seika, Shun all’Isola di Andromeda ad aiutare June che aveva cominciato la ricostruzione del villaggio distrutto da Milo dello Scorpione ed Aphrodite dei Pesci, Hyoga in Siberia dal suo amico Jacov, Shiryu in Cina dalla sua amata Shunrei e dal suo maestro Dohko che ormai era diventato come un padre per lui, infine Ikki era tornato all’Isola della Regina Nera a rendere omaggio alla tomba di Esmeralda. Saori era grata ai suoi Cavalieri che più di una volta avevano rischiato la vita, in fondo avrebbero voluto vederli felici e sereni, anche se erano pochi i momenti di felicità permessi a chi combatte per la giustizia. Sentiva però in lei la mancanza di quei momenti di felicità che avrebbe voluto concedere agli altri.
Ichi aveva trovato il suo equilibrio nella routine quotidiana fatta di ronde, turni di guardia ed allenamenti delle reclute. Lui era stato lontano dalle battaglie, al massimo aveva aiutato nei soccorsi dopo la grande inondazione causata dal Dio dei mari, comunque alla fine era soddisfatto di poter ricevere la gratitudine di qualcuno anche se non era un eroe di fama mondiale. Ichi si era reso conto alla fine che nemmeno Seiya, Shiryu, Shun, Hyoga ed Ikki erano diventati poi così famosi, anzi dopo l’interruzione della Guerra Galattica la Fondazione Kido con i suoi potenti mezzi aveva fatto in modo di tenere il più nascoste possibili le azioni dei Cavalieri e del Grande Tempio. Saori infatti decise anche su consiglio dei saggi Dohko di Libra e Mu dell’Ariete che per la stragrande maggioranza degli esseri umani sarebbe stato meglio non conoscere mai la vera natura di certe minacce. Far sapere a tutti dell’esistenza di divinità come Poseidone o Ares o Hades, che avrebbero potuto estinguere il genere umano,  ma che d’altra parte ormai nell’immaginario collettivo erano solo dei miti antichi scritti sui libri, avrebbe solo diffuso il panico a livello mondiale. Paradossalmente la divinità che più teneva a saggezza e conoscenza alla fine aveva optato per l’ignoranza, un velo di bugie che avrebbe permesso alla maggior parte degli esseri umani di continuare a condurre le loro vite tranquillamente mentre lei e i suoi paladini si sarebbero fatti carico delle battaglie. Ichi era contento così meditava spesso: “Come sono stato superficiale… diventare Cavaliere solo per la gloria e la fama! Ho sbagliato molto in passato ma adesso devo dare il meglio di me stesso! La cosa più importante è essere sicuri di essere nel giusto non combattere per un titolo di giornale o un’intervista! Sono sicuro che alla fine la fortuna mi sorriderà ed anch’io avrò la mia felicità!”
Purtroppo però la felicità tardava ad arrivare nonostante tutto l’impegno di Ichi.
Era una sera di luglio e faceva molto caldo, una temperatura soffocante che ad Ichi ricordava le saune finlandesi che aveva provato un paio di volte con i suoi amici boscaioli. Finito il turno di guardia, decise di farsi una bella doccia fresca e riposante. Si diresse ad una sorta di spogliatoio riservato ai soldati del Grande Tempio si insaponò per bene e si ripulì da capo a piedi. Le docce e i bagni dei soldati semplici non erano comodi ed ampi come la grande vasca della sala del Grande Sacerdote ma avevano comunque parecchi comfort come spugne, bagnoschiuma, shampoo, profumi, deodoranti, dopobarba e specchi, Saori si era impegnata anche a migliorare le condizioni di vita dei soldati semplici. Ichi ne approfittò, durante le saune in Finlandia gli era stato anche insegnato a prendersi cura della sua salute e del suo corpo anche se non molti soldati seguivano il suo esempio. Faceva molto caldo e decise di non rimettersi i vestiti ma di coprire solo le pudenda con un asciugamano legato in vita, e di tornare a casa coperto solo con quello, il giorno dopo avrebbe riportato l’asciugamano alla lavanderia del campo militare, tanto era sicuro di non incontrare nessun a quell’ora tarda della sera. Ichi fece un fagotto con gli altri indumenti e se lo mise sottobraccio, dopodichè si diresse a passo svelto e sovrappensiero verso l’uscita dalle docce e cominciò ad incamminarsi. Le stradine del Grande Tempio che collegavano le casupole dei soldati ai campi di addestramento e alla sala del Sacerdote costituivano un vero e proprio labirinto per chi non era abituato. Il Grande Tempio era rimasto legato alle tradizioni più antiche ancora alle soglie del 2000 si evitavano l’illuminazione elettrica e le strade asfaltate. La scarsa illuminazione era data solo da qualche torcia accessa per strada e di certo non aiutava ad orientarsi, ma Ichi nel corso dei mesi era diventato esperto, talmente tanto che ormai le sue gambe si muovevano in automatico ad ogni piccolo incrocio mentre la sua mente era impegnata in altro. Anche la signorina Saori Kido era ancora in giro nonostante l’ora tarda, il caldo non la faceva dormire ed era uscita a fare una passeggiata sperando di trovare un po’ di sollievo nel fresco della sera tarda. Nel suo giro ne aveva approfittato per dare la buona notte ad alcune ancelle e per controllare la camerata delle reclute; pure Saori era pensierosa e meditabonda, era preoccupata per i suoi sottoposti avrebbe voluto evitare che dei ragazzi così giovani rischiassero la vita seppure per un alto ideale: “Poveri ragazzi molti sono orfani, hanno già sofferto abbastanza nelle loro vite, possibile che la giustizia e la pace sulla terra esigano un tributo così alto in termini di sangue e vite sacrificate?”.
Mentre Saori era immersa nei suoi pensieri non si accorse di essere arrivata ad un gruppo di baracche di soldati poste proprio di fronte agli spogliatoi maschili e proprio poco dopo il momento in cui Ichi era uscito senza guardarsi attorno, d’altra parte a quell’ora ben poche persone vanno giro, eccezion fatta per la guardie del turno notturno, e lui stava già pensando ai doveri delle giornata successiva per fare caso a chi incontrava per strada. Lo scontro tra i 2 distratti fu inevitabile, pochi metri dopo l’uscita degli spogliatoi mente giravano entrambi attorno all’incrocio di una piccola casa, Ichi mentre si allontanava dal Santuario per andare verso Rodorio, Saori mentre tornava nelle sue stanza; batterono la testa uno contro l’altro finendo entrambi malamente a terra, Ichi però cadde proprio sopra Saori a causa della differenza di massa tra i 2 l’urto aveva causato più danni a Saori. Si scusarono all’unisono senza nemmeno essersi accorti di chi avevano incrociato.
Ichi non appena si accorse di chi aveva fatto cadere, si scusò:
<<Divina Atena, scusatemi, ho commesso un terribile errore, non volevo!>>
e nella sua mente pensava:
<<La divina Atena in giro a quest’ora? Ma cosa ci fa qui? Tra tutte le persone che potevo incontrare proprio lei e proprio in questa situazione,  che razza di guaio ho combinato!>>
Ichi si affrettò a rialzarsi ed offrì il suo aiuto a Saori:
<<Prego nobile Atena la aiuto a rialzarsi, mi perdoni ancora!>>
Il terreno morbido aveva attutito l’impatto e Saori non si era fatta male, il suolo secco inoltre non aveva nemmeno sporcato gli abiti. Saori per una frazione di secondo si era trovata faccia a faccia con Ichi con il suo corpo seminudo vicino al proprio, per lei era una situazione strana non le era mai capitato ma guardare occhi negli occhi Ichi anche solo per un brevissimo istante aveva avuto un qualcosa di piacevole, una sensazione che nemmeno lei saprebbe bene come definire. 
Saori si rialzò velocemente con l’aiuto di Ichi, lo squadrò da capo e piedi ed osservando l’enorme rigonfiamento sotto l’asciugamano nella zona pelvica non potette fare a meno di notare quanto Ichi fosse dotato della virtù meno apparente. Arrossì e sorrise maliziosamente sotto i baffi, si coprì parzialmente il volto con la mano destra e disse:
<<Buonasera Ichi, perdona la mia sbadataggine!>>
Ichi molto imbarazzato rispose ovviamente senza pensare di essere quasi completamente svestito:
<<Ma cosa dite nobile Atena? È tutta colpa mia, perdonatemi ero distratto e non vedevo dove mettevo i piedi, non capiterà più. Anzi permettetimi di accompagnarvi alle vostre stanze!>>
Ichi era molto preoccupato, quello che in condizioni normali poteva essere un banale incidente con una divinità poteva diventare una tragedia immane.
Saori rispose:
<<Oh non c’è bisogno che ti preoccupi alla fine non è successo nulla di grave!>>
Ichi riprese ancora più imbarazzato:
<<insisto, lasciate che vi accompagni e mi sinceri delle vostre condizioni, per me sarebbe gravissimo anche se vi foste fatta un piccolo graffio, sarebbe una macchia imperdonabile per la mia dignità di Cavaliere!>>
Saori ribatté:
<<Apprezzo il tuo zelo ma veramente non c’è nessun bisogno!>>
Ichi accennò una timida protesta balbettando un:
 <<Ma nobile Atena...>>
Saori tagliò corto:
<<Non voglio che tu perda tempo prezioso con me che sottrarresti al giusto riposo es ai tuoi doveri di Cavaliere, lasciami tornareda sola alle mie stanze, e non pensare più a questa sciocchezza. Consideralo un ordine!>>
Detto questo Saori sorrise ad Ichi bloccò il ragazzo con un gesto della mano prima che potesse dire altro e si allontanò. Ichi era rimasto impietrito non sapendo bene come gestire la situazione ma concluse che a quel punto non gli restava altro da fare che seguire gli ordini e dopo aver fatto il salameleccoso con Saori, raccolse i suoi vestiti si rimise almeno un paio di pantaloni per evitare altre spiacevoli situazioni e poi corse via verso la sua residenza, una piccola casetta in muratura situata presso Rodorio, ormai era abituato ad uno stile di vita morigerato ed evitava gli eccessi anche nelle abitazioni. Ichi si preparò una camomilla per tranquilizzarsi e togliersi dalla testa il pensiero dell’increscioso incidente, poi si infilò a letto per provare ad addormentarsi ma il suo fu un sonno irrequieto, tormentato dagli incubi, in fondo ricordava che da bambini Saori aveva mostrato un lato molto sadico e vendicativo.
Saori, con passo svelto, si diresse nelle sue stanze private con l’intenzione di mettersi rapidamente a letto e concedersi un sonno ristoratore. Sdraiatasi sul materasso, Saori Kido però fu preda di stranissimi pensieri, delle voglie che mai aveva avuto prima di allora. Saori semplicemente non riusciva a chiudere occhio, sebbene il suo corpo umano reclamasse il giusto riposo. Quella splendida immagine era ancora vivida nelle sue pupille e soprattutto era centrale nei suoi pensieri. Nella sua vita era stata spesso circondata da uomini ma raramente si era interessata a loro dal punto di vista puramente estetico. Aveva osservato molti corpi maschili ma nessuno le aveva mai suscitato passione anzi semmai il contrario. Qualche volta aveva sentito i discorsi delle ancelle che vivevano nel Santuario o delle ragazze di Rodorio, era venuta a conoscenza della stima e dell’ammirazione di cui godevano molti dei suoi cavalieri presso il gentil sesso ma lei non ci aveva mai fatto troppo caso. I Cavalieri che conosceva lei non erano figure mitizzate ma erano uomini in carne ed ossa di cui conosceva pregi e difetti e spesso i secondi superavano i primi.
Ricordava i volti tumefatti dei giovani Cavalieri dopo gli scontri della Guerra Galattica, i corpi martoriati dai lividi, il sangue che scorreva lungo i corpi seminudi dei Cavalieri che si toglievano le armature. Non riusciva a rimuovere dalla memoria i volti orribilmente sfigurati dalla smorfie di fatica e dolore e le immagini di corpi ormai deformati dagli sforzi sovrumani a cui erano sottoposti. Inoltre nella sua mente erano ancora impresse le immagini dei suoi Cavalieri feriti e costretti al ricovero in ospedale dopo la battaglia alle 12 Case, allettati, fasciati ed intubati, circondati da macchinari strani che ogni tanto emettevano un bip, fili elettrici, flebo, cateteri e tubicini che iniettavano un qualche medicinale dal nome complicato. Nelle sue orecchie ancora risuonavano le grida di dolore, i tonfi dei corpi sbattuti sul ring, il rumore delle armature frantumate e gli scricchioli delle ossa rotta. Non si era mai dimenticata nemmeno degli odori sgradevoli che emanavano i corpi madidi di sudore dei cavalieri. Per lei, cresciuta nella bambagia e circondata da persone che la viziavano e riverivano ,tutto ciò era semplicemente molto fastidioso. Tutti i suoi sensi le dicevano una sola cosa: quegli uomini le facevano ribrezzo, li trovava repellenti, non avrebbe mai voluto guardarli o toccarli, tutte quelle immagini, quelle sensazioni erano così disgustose che la facevano stare male. Con Ichi semplicemente tutto ciò fu diverso. Il corpo del ragazzo era davvero perfetto, non un piccolo graffio o cicatrice lo macchiavano, probabilmente restare lontano dalle battaglie più cruente aveva preservato il suo corpo dalle ferite che non erano state risparmiate agli altri Cavalieri. Guardare da vicino quel corpo tonico e ben curato, quel fisico statuario seminudo era stato davvero molto piacevole, anzi molto più che piacevole, eccitante. Ricordava i libri di arte classica che da bambina sfogliava nella fornitissima biblioteca del nonno adottivo Mitsumasa. Si era appassionata fin da subito all’arte greca antica, forse un segno che il cosmo della divina Atena si stava manifestando in lei. Ormai dopo anni si poteva dire espertissima in quel campo, ma non riusciva assolutamente a trovare un metro di paragone adatto per sottolineare la bellezza di Ichi. Quegli splendidi muscoli, quegli addominali che sembravano scolpiti nel marmo più pregiato, erano superiori a qualsiasi statua di Fidia o di Lisippo.  Era sicura: se Policleto avesse riscritto il suo Canone nel 1900 avrebbe certamente scelto il meraviglioso Ichi come modello di bellezza maschile. Il suo splendido corpo sembrava finemente cesellato e curato in ogni dettaglio, come se qualche scultore dotato di capacità sopraffine lo avesse modellato in anni di lavoro certosino. Senza alcuna ombra di dubbio si trovava di fronte ad un'opera d'arte, un capolavoro assoluto della natura superiore a qualsiasi quadro o statua creata da mano umana, un modello sublime di perfezione e bellezza a cui anche gli dei si sarebbero dovuti inchinare.
In Ichi ogni dettaglio, ogni particolare era bellissimo, non certamente solo il corpo a partire dalla sua chioma così particolare, folta, fluente e selvaggia, le ricordava molto le capigliature dei mohicani di cui leggeva nei libri di avventura. Quella bellissima chioma folta, ruggente, caratteristica risaltava subito rispetto agli anonimi capelli arruffati che portavano molti altri cavalieri o rispetto ai banali capelli lunghi lisci che portavano altri, lo rendeva unico. I suoi occhi profondi le sembravano 2 perle nere di Tahiti, rare e brillanti, da sempre i suoi gioielli preferiti. Ichi aveva anche un bellissimo sorriso splendente, i lineamenti del suo viso erano molto caratteristici, magari non tutti li troverebbero attraenti ma per lei erano perfetti, nella sua fantasia notava somiglianze con star dello spettacolo come Barbara Streisand o Adrien Brody, sì probabilmente se Ichi avesse voluto avrebbe potuto sfondare nel cinema o nella musica bello com’era. Ricordava anche il contatto con la sua pelle morbida e fresca ed il profumo delicato che emanava. Ora tutti i suoi sensi le dicevano il contrario rispetto alle altre volte, lei voleva stare vicino a quell’uomo per provare di nuovo quelle sensazioni gradevoli.
Saori non potette fare a meno di fantasticare sul bellissimo Ichi, il suo corpo fu preda di un desiderio molto carnale. In fondo aveva scelto lei, la divina Atena, di vivere in un corpo umano accettandone vantaggi e svantaggi. Tra i contro di un corpo umano c’erano certamente i piccoli problemi di tutti i giorni come la fame, la stanchezza e sicuramente l’invecchiamento che prima o poi l’avrebbe portata alla conclusione del suo ciclo vitale in quest’epoca e l’avrebbe costretta di nuovo ad un paio di secoli di riposo nell’Olimpo. Saori era ancora un’adolescente, non voleva pensare alla morte ed era ancora presto per parlare di invecchiamento. Saori preferiva definirla crescita o meglio maturazione, ormai non era più la bambina vestita come una bambola di porcellana che faceva la principessina a Villa Kido, aveva riacquistato la consapevolezza di essere una dea con il peso dell’umanità sulla spalle ma si era fatta donna, una bellissima donna a giudizio di tutti, negli anni il seno si era fatto più prosperoso, la vita stretta, la voce stava cambiando, ora il suo corpo era davvero molto sensuale ma pure in preda ad altri tipi di ormoni. Sentiva crescere in lei desideri e passioni molto umani a cui avrebbe volentieri ceduto. Saori si rotolò varie volte nel letto senza riuscire a togliersi dalla mente l’effigie splendida e sensuale, così erotica e trasgressiva di Ichi. Bramava rivedere quel seducente corpo seminudo, sognava di toccarlo, di palparlo, di massaggiarlo con oli profumati, di accarezzare il suo viso, di baciare le sue labbra sottili, ma anche di leccarlo, di stuzzicare con la sua lingua i capezzoli turgidi di lui ed ogni altra zona erogena che avrebbe trovato. Saori, mentre si contorceva in preda a pensieri peccaminosi, sentì il suo corpo diventare sempre più caldo, poi il sangue ribollire nelle sue parti intime, che diventarono poi sempre più gonfie ed umide. Saori non resistette alla tentazione data da quelle immagini voluttuose, infilò le mani nelle candide mutandine di seta, si sfiorò il monte di Venere e giocherellò con le dite sul pube infine accarezzò le sue parti intime per poi penetrarle, dapprima solo con il dito medio poi con 2 dita. Man mano che si toccava sentiva crescere l’eccitazione, era davvero molto piacevole titillare il clitoride con la punta delle dita, continuò a giocare con le falangi sempre più rapidamente, le lubrificò con un po’ di saliva e giocò anche ad allargare le labbra con tutte e 2 le mani poi infilò tutto il pugno nella vagina e continuò a spingere fino a raggiungere l’orgasmo, la mano affusolata di Saori si rivelò ottimamente adatta al fisting concedendole il primo vero piacere sessuale della sua vita. Saori aveva il viso imperlato da qualche gocciolina di sudore, si morse le labbra per la goduria, anche i fragili e vulnerabili corpi umani potevano nascondere piaceri inarrivibili per una divinità.
Ormai solo un pensiero attanagliava la mente di Saori Kido possedere il giovane ed affascinante Ichi dell’Idra, farlo esclusivamente suo, ma come avrebbe potuto?
Saori da umana non aveva mai avuto bisogno di chiedere niente, tutto le era dovuto e tutto era pronto a sua disposizione. Il denaro ed il potere della famiglia Kido avevano aperto molte porte e spianato molte strade. Saori aveva avuto sempre una vita agiata, i beni materiali non le erano mai mancati. Lei non aveva mai sofferto la fame come altri orfani, il cibo era sempre stato abbondante e raffinato, cucinato da chef stellati dei migliori ristoranti. Non le erano mai mancati vestiti costosi e firmati da stilisti di fama, scarpe realizzate su misura, parrucchieri che curavano la sua chioma, gli insegnanti privati la seguivano passo passo e le fornivano l'istruzione necessaria per guidare un giorno il grande impero economico dei Kido al posto del nonno. In ogni occasione era sempre seguita da cameriere e guardie del corpo che le evitavano qualsiasi fatica o qualsiasi problema. Lei, in breve era la principessa di Villa Kido, servita e riverita in ogni suo capriccio. Solo una cosa non poteva essere comprata con i soldi dei Kido: la vera felicità! Saori sentiva nel suo cuore una sensazione di grande vuoto qualcosa che neppure lei sapeva ben spiegare. Solo crescendo cominciò a capire che ciò che le mancava era il vero amore. Nessuno, a parte suo nonno adottivo Mitsumasa, le aveva mai mostrato un affetto sincero e disinteressato solo per lei, molti erano costretti dalle circostanze del caso ad essere ubbidienti per paura di incorrere nelle ire del vecchio Kido che desiderava vedere la sua bambina viziata e coccolata. Forse anche in quella situazione da dea avrebbe potuto possedere un uomo se lo avesse ordinato, ma no, non sarebbe stato giusto e sarebbe stato crudele verso l’oggetto della sue attenzioni amorose ridotto solo ad uno schiavo. Saori si decise allora a conquistare il cuore di Ichi senza ricorrere a vigliacchi sotterfugi. Non sapeva bene neanche da dove cominciare ,in fondo non aveva mai avuto il desiderio di sedurre un uomo, a dire il vero non sapeva nemmeno bene come comportarsi ma il suo cuore e la sua mente erano ormai concentrati su Ichi. Il Cavaliere dell’Idra era sempre stato un uomo riservato, introverso e poco aperto a conversazioni amichevoli. Se questo lato del suo carattere aveva ammantato di fascino e mistero la sua figura, dall’altra parte aveva reso la missione di Saori ancora più difficile, non sapeva che tipo di donna avrebbe gradito, magari una donna forte, di carattere deciso, o una donna molto dolce, o una romantica sognatrice tutta serenate, poesie e cenette a lume di candela, o magari una semplice massaia che badasse alla casa. Non era nemmeno tanto sicura di piacergli fisicamente, aveva paura di fallire e di essere rifiutata, una paura molto umana che non provava da tempo. Saori infine era troppo timida per esporsi pubblicamente ed apertamente, si sarebbe dovuta ingegnare su come avvicinarsi ad Ichi senza dare troppo nell’occhio. Solo dopo aver preso consapevolezza dei suoi desideri, Saori si tranquillizzò e si concesse qualche ora di sonno ristoratore. Come si suole dire la notte portò consiglio e la mattina dopo Saori si alzò piena di buone intenzioni e pronta a tutto pur di conquistare Ichi, avrebbe dato sfoggio di tutte le sue arti di seduzione femminile ed anche in questo caso le letture di romanzi d’amore nella biblioteca del nonno le sarebbero state d’aiuto.
L’assenza di molti Cavalieri dal Grande Tempio le avrebbe facilitato il compito, avrebbe potuto avvicinarsi ad Ichi senza dare nell’occhio e senza esporre i suoi sentimenti. L’idea per incontarlo era semplice: aveva ordinato ad un’ancella di riferire ad Ichi che la Dea necessitava di incontrarlo quella sera stessa nelle sue stanze per parlargli di una questione della massima urgenza e che lei era troppo impegnato per mettersi a cercarlo. Ovviamente Saori sperava di adescare Ichi senza che nessuno se ne accorgesse ma anche inventando una scusa plausibile per incontrarlo privatamente di sera, d’altra parte nessuno avrebbe discusso un ordine di Athena e nessuno avrebbe fatto troppo caso alla dea che affidava qualche missione ad un Cavaliere, quindi nessuno avrebbe pensato che quello fosse un appuntamento romantico.
Fu una giornata tranquilla per il Grande Tempio ma non per Saori che fremeva all’idea di avere un appuntamento con l’uomo di cui si stava innamorando. Trascorse tutto il pomeriggio a prepararsi per il grande evento dedicandosi al maquillage ed al trucco come non faceva da moltissimo tempo.
Dopo aver preso decisioni che mettevano a repentaglio l’intera umanità, Saori Kido si trovò ad affrontare decisioni ben più frivole del tipo: “Che rossetto mi metto? Cosa potrà piacere ad Ichi, meglio il rosa shocking o un rosso pastello?  I capelli lisci saranno troppo banali? Meglio uno chignon o una treccia?” Saori poi abbondò con il mascara e l’ombretto per avere uno sguardo da femme fatale, non lesinò nemmeno sul profumo e sulla lacca per capelli, voleva essere perfetta e sgargiante per colpire il suo Ichi. Per l’abbigliamento scelse mutandine di pizzo trasparenti che ben poco lasciavano all’immaginazione. Saori svuotò il suo guardaroba alla ricerca del vestito adatto. Davanti ad una grande specchiera la ragazza provò diversi abiti scelse alla fine un vestito da sera nero, che risaltava le forme del suo seno, senza spalline e con un vistoso spacco. Concludevano l’abbigliamento delle scarpe di pelle nere con tacco 12, una collana di perle nere abbinata con un paio di orecchini che a Saori ricordavano tanto gli occhi di Ichi. Completò l’arredamento della sua stanza privata con delle candele profumate che rendevano la luce soffusa nell’ambiente, inoltre nascose qualcosa da bere nei cassettoni di una scrivania, ed anche un oggetto che le era molto caro. Spostò la disposizione di qualche mobile in modo che il suo letto, molto comodo e grande sicuramente capace di ospitare 2 persone fosse di fronte all’entrata. Nei suoi sogni Saori già immaginava di poter accogliere Ichi nella sua alcova e di poter giacere con lui su quel morbido materasso, magari lui sarebbe entrato e, indotto dalla mise provocante che aveva scelto, si sarebbe fiondato su di lei e l’avrebbe buttata violentemente sul letto per poi possederla ma pensava pure che Ichi era troppo gentile e nobile d’animo per fare questo di sua iniziativa, però avrebbe sempre potuto sedurlo e convincerlo.


L'incontro tra Ichi e Saori è un po' banale fa tanto Licia e Mirko che si incontrano per caso LOL LOL ma è il classico battito d'ali che scatena la tempesta ormonale di Saori  :ya: :ya: Certo penserete voi con tutti i figoni che ci sono proprio Ichi? Nel prossimo capitolo spiegherò perchè Saori lo preferisce ad altri  :zizi: :zizi:
Nella stanza di Saori la situazione comincia a farsi piccante  :sisi: :sisi:
https://www.youtube.com/watch?v=oVygsNlom_4
e nel capitolo finale grande bunga bunga :metal: :metal:.
« Ultima modifica: 09 Dicembre, 2022, 14:34:57 pm da Sauzer »

Offline SusannaScarmigliati

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Re:La notte in cui il Serpente sedusse la divina Athena
« Risposta #7 il: 30 Gennaio, 2020, 16:12:57 pm »
Che capitolo bene  :ok:

Offline Scarlet

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Re:La notte in cui il Serpente sedusse la divina Athena
« Risposta #8 il: 30 Gennaio, 2020, 16:33:35 pm »
Mmmh, sono piacevolmente colpita da questa storia.

Voglio dire, hai dato più background e spessore a Ichi tu in poco tempo che il suo creatore in più di trent'anni, e ciò non è mica poco!  *O.O
Questa fanfiction è scritta talmente bene che sembra di leggere un libro, e i sentimenti che traspaiono sono incredibili! Io ovviamente non conosco Ichi nella sua vita privata più di quello che ha mostrato Kurumada, ma leggere ciò che hai scritto tu mi dà l'impressione di leggere canonicamente di lui, come se fosse tutto parte integrante del manga originale. Questa, in fondo, sembra una novel spinoff dedicata ad un personaggio di decima categoria ma che ha assunto uno spessore pazzesco!
E poi... L'altra volta ho pianto dalle risate con la tua fanfic di Maria De Filippi, ma stavolta seppur io abbia riso e sputacchiato il cellulare per alcune parti davvero comiche (come la sua descrizione soprattutto agli occhi di Saori), sono stata piacevolmente presa dalla lettura e catturata dal modo eccelso in cui scrivi! Complimenti vivissimi dal profondo del cuore e tanto di cappello, Sauzer-san! Sei bravissimo e talentuoso! Le atmosfere che hai creato mi hanno dato come l'impressione di poter percepire i luoghi della Finlandia e la durezza degli addestramenti di qualcuno che sebbene avesse un sogno e mirasse in alto, ha finito col precipitare suo malgrado di fronte a una realtà che lo ha fatto a pezzi a causa dei bronzi miracolanti, e nel suo caso specifico, Hyoga.

Per quanto riguarda il suo incontro con la cagna e il successivo svilupparsi degli eventi, mi piace come hai reso i sentimenti e soprattutto le sensazioni che sono rimaste impresse nel corpo di Saori, perché benché sappiamo bene che questa coppia è un parto mentale, il fatto che tu abbia indagato i personaggi a 360° e sia giunto ad un incontro dopo diversi sviluppi della storia e delle loro persone (soprattutto Ichi) rende tutto molto verosimile.

Hai la capacità di trasmettere bene un punto di vista così diverso da quello di chi legge (perché suvvia, chi se n'è mai fregato o se ne frega nulla di Ichi?) e farglielo persino assumere, bravo davvero! :ok:

Per quanto riguarda sempre lei, la cagna, leggerla come umana la rende più umana di per sé (ma sempre una cagnazza rimane), e non vedo l'ora di vedere come continua questa storia e cosa scriverai!

Infine, il fatto che tu abbia fatto tante ricerche e ti sia informato nel tessere i fili di questa storia davvero ben articolata non è da tutti, perché il tuo impegno traspare in ogni piccola descrizione, e in ogni elemento che hai inserito dalla tua fantasia, come il suo maestro!

Decisamente, Ichi non potrebbe essere più felice di così di sapere che qualcuno ha scritto delle cose tanto belle su di lui e lo ha rispettato molto più del suo autore originale!

Complimenti davvero, dal profondo del cuore! :ok:


Ah, ovviamente mi piacerebbe leggere la versione integrale, se possibile!  :sisi:

Offline Sauzer

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Re:La notte in cui il Serpente sedusse la divina Athena
« Risposta #9 il: 30 Gennaio, 2020, 18:18:06 pm »
Grazie per tutti i complimenti, così mi mettete in imbarazzo  :)

Citazione
hai dato più background e spessore a Ichi tu in poco tempo che il suo creatore in più di trent'anni
In effetti era questo l'intento LOL di Ichi si dice cosi poco nel manga che paradossalmente ci si può inventare un po' di tutto sul suo passato.

Citazione
come la sua descrizione soprattutto agli occhi di Saori
Sono gli occhi dell'amore che deformano un pochino la realtà :cuore:

La notte d’amore

Quando giunse l’ora fissata per l’appuntamento Saori si mise in piedi di fronte al letto ed aspettò il suo uomo di fronte alla porta da cui sarebbe entrato. Scelse di mettere una musica di sottofondo per la serata, all’inizio pensò di usare il grammofono ricordo d’antiquariato del nonno, però alla fine ritenendolo troppo vistoso optò per una più semplice musicassetta messa in loop in un lettore sul comodino. Scelse una sonata al pianoforte, strumento che aveva sempre amato fin da bambina e la sua passione era nota a tutti, un po’ di musica non sarebbe sembrata strana agli occhi di Ichi, però quella era una sonata romantica di Chopin perfettamente adatta ada una serata intima.
 Nell’istante in cui Ichi bussò Saori ebbe un tuffo al cuore pensò: “Eccolo è lui! Finalmente è arrivato! Ora devo farlo mio!”, trattenendo l’emozione pronunciò:
<<Entra pure Cavaliere dell’Idra la porta è aperta!>>
Ichi ubbedì, abbassò lentamente la maniglia, aprì l’anta ed entrò in punta di piedi per paura di disturbare, e con un filo di voce disse:
<<Eccomi Divina Athena, sono qui per servirvi!>>
In cuor suo Ichi ancora preoccupato per l’incidente della sera prima invece Saori accolse sorridente e benevola l’affascinante Cavaliere:
<<Benvenuto nelle mie stanze carissimo Ichi! Immagini per quale motivo ti ho convocato?>>
Ichi era ancora molto teso non aveva neanche fatto caso all’abbigliamento provocante di Saori e rispose alquanto imbarazzato:
<<Onestamente non capisco perché mi abbiate convocato, non credo di essere degno per una missione importante, forse vi ho deluso o vi ho arrecato danno?>>
Ichi temeva qualche punizione perché da bambina Saori era molto crudele anche se negli anni aveva addolcito questo lato del suo carattere. Saori poi continuò con un tono deciso ed enfantico:
<<No, assolutamente niente di questo! Ti devo affidare una missione molto importante ed urgente per me!>>
Ichi si preoccupò non poco a sentire queste parole, non riusciva a pensare proprio quale compito fondamentale potesse affidargli la dea Athena, ma rispose:
<<Certo parlate pure, sono qui per obbedirvi a costo della vita>>
Saori tra sé e sé meditava “Oh dolce Ichi, è proprio la tua vita che vorrei avere ma non certo in sacrificio.”, poi continuò con enfasi:
<<Questa è una missione della massima prioirtà, dovrai sconfiggere per me un nemico tremendo e terribile che mi perseguita da molto tempo...>>
Ichi si meravigliò per queste parole e cominciò ad agitarsi, quale nemico tanto potente da spaventare una divinità avrebbe dovuto affrontare? Saori proseguì:
<<… dovrai sconfiggere la mia solitudine e la mia tristezza, ciò che più arreca dolore al mio cuore umano!>>
Ichi rimase ancora più sbigottito di prima, a sentire queste parole, rispose timidamente:
<<Mia Signora, sono costernato ma non credo di aver capito i vostri ordini...>>
Saori proseguì con un tono di voce molto più dolce e meno enfasi:
 <<Oh te lo spiego in maniera più semplice, nel mio animo è sempre rimasta una parte umana, quella di una tenera e sensibile fanciulla forse cresciuta troppo in fretta e con troppe responsabilità, ma pur sempre una delicata ragazzina che desidera la compagnia dei suoi amici e sogna il suo principe azzurro, sogna di essere coccolata e stretta tra le braccia di qualcuno, essere amata, accarezzata, baciata… capisci cosa intendo?>>
Saori arrossì e sorrise leggermente mentre pronunciava queste parole, nella sua mente già imperversavano pensieri peccaminosi con il suo Ichi. Il giovane cavaliere dell’Idra era rimasto attonito di fronte alle parole della sua dea, sapeva che persino una divinità poteva soffrire o provare sentimenti ma mai avrebbe pensato che Saori si aprisse in maniera così esplicita con lui, pensò a come rispondere, deglutì prese un bel respiro per cercare di mantenere la calma e proseguì:
<<Comprendo il vostro stato d’animo ma onestamente non capisco perché abbiate convocato me e mi stiate dicendo queste parole. Pensate forse a me come soluzione dei vostri problemi? Io...>>
Saori lo interruppe non dandogli tempo di finire la frase:
<<Ichi, ho pensato ad un uomo vero, un prode Cavaliere devoto alla giustizia, un uomo fedele alla causa, instancabile, incrollabile nonostante le difficoltà. E perché no? Ho pensato anche ad un uomo bellissimo, aitante, prestante, affascinante, attraente, un uomo che qualsiasi donna su questo pianeta e credo proprio anche sull’Olimpo vorrebbe avere al suo fianco!>>
<<Milady, io sinceramente non credevo di meritare le vostre attenzioni, mi lusingate fin troppo, ben oltre i miei meriti!>>
balbettò Ichi non sapendo bene come comportarsi di fronte alle avances sempre più insistenti di Saori. La signorina Kido ribattè:
<<Oh bene chi credi dunque che fosse degno delle mie attenzioni? Credi forse di saperne più di una divinità? O forse credi, tu semplice mortale, di poter scrutare nella mente di una dea?>>
Ed Ichi in evidente imbarazzo di fronte alle domande di Saori:
<<Mia Signora, credevo che i Cavalieri d’Oro potessero suscitare ben altri interessi. Loro sono uomini giovani, forti, aitanti, coraggiosi, sprezzanti del pericolo e totalmente devoti a voi nell'anima e nel corpo, farebbero ogni cosa pur di soddisfarvi e credo che le donne li trovino anche di bell'aspetto, sicuramente più di me. Credo che in particolare il Cavaliere del Leone e il Cavaliere dello Scorpione siano molto stimati dalla fanciulle dei dintorni per la loro bellezza...>>
Sconsolata Saori continuò:
 <<Sciocco! Anche se prima ho detto che a volte vorrei vivere solo come una ragazza normale, rimango pur sempre una dea, dea della Guerra e della Saggezza nel caso non te lo ricordassi e non posso negare la mia natura divina, non posso separare queste 2 parti!>>
Ichi chinò il capo in segno di rispetto e riverenza, ed arrossì mai avrebbe voluto offendere la sua dea anche se era quello che stava facendo. Saori cominciò anche a camminare lentamente in circolo attorno ad Ichi che era rimasto in piedi al centro delle stanza e poi continuò:
<<Credi forse che io apprezzi quel rintronato di Aiolia che ha sputato sulla tomba del fratello per 13 lunghi anni senza porsi il minimo dubbio? Un incapace buono solo ad attaccare a testa bassa senza pensare, nemmeno fosse una vera bestia della savana, e quando ha attaccato spesso ha fatto più danni che altro. Non è stato nemmeno capace di riconoscermi quando ho palesato il mio cosmo a pochi metri da lui, è ottuso oltre ogni limite tanto da risultare fastidioso. Forse qualcuno pensa che io possa interessarmi a quello stolto di Milo? In fondo è stato solo un devoto cagnolino da riporto di Saga e per colpa sua molti innocenti hanno perso la vita sull'Isola di Andromeda causando molta sofferenza a Shun e June del Camaleonte. Dovrei rimanere colpita da Shaka e sì che lui afferma di essere l'uomo più vicino alla divinità, ma è stato devoto servitore di Saga senza mai porsi una domanda. Ha pure permesso che i suoi discepoli Shiva e Loto attaccassero dei civili innocenti sull’Isola di Kanon e per fortuna in quell’occasione Ikki della Fenice evitò danni peggiori, ma lui è totalmente fallito anche come maestro al massimo è buono come giardiniere per curare gli alberi della VI Casa. Forse dovrei apprezzare il serafico Mu? Penso che abbia combattuto più il piccolo Kiki di lui! Forse pensi che abbia apprezzato il loro ruolo di belle statuine durante la guerra ad Asgard e poi contro Poseidone? Hai dimostrato molto più coraggio e valore tu attaccando Syd della stella Mizar di Asgard a Villa Kido che tutti loro messi insieme. Credi davvero che io possa apprezzare uomini dalle qualità così infime? Anche prima della battaglia alle 12 Case credi davvero che altri Cavalieri d’Oro avrebbero potuto interessarmi: avrei dovuto scegliere forse quel narcisista di Aphrodite? Oppure quel maniaco omicida di Deathmask o quello psicopatico di Saga? Dohko è saggio e devoto ma credo che sia un po’ troppo in avanti con gli anni per me!>> e su Dohko Saori ridacchiò.
Anche se alla fine Saori aveva perdonato i Cavalieri d’Oro per gli errori commessi le era sempre rimasto il rammarico su come fosse stato facile ingannarli da parte di Saga. Molte volte si era trovata a piangere per i lutti e le sofferenze causate dai suoi Cavalieri, coloro che tra tutti dovrebbero essere esempio di virtù e giustizia. Spesso si rammaricava di come fossero stati superficiali ed avessero giurato la loro fedeltà alla persona sbagliata, si chiedeva se fosse stato possibile agire diversamente per evitare la guerra intestina nel Santuario ma purtroppo non trovava risposta. Ichi notando l'acredine nelle parole di Saori sviò il discorso dai Cavalieri d’Oro:
<<Milady, credevo che voi avesse un legame profondo con 5 Cavalieri di Bronzo...>>
<<Oh forse dunque credi che io possa amare quel necrofilo con il complesso di Edipo di Hyoga del Cigno? Uno che adora palpeggiare il cadavere congelato della madre e ornarle con fiori i capelli? O forse mi sarei dovuta innamorare di quel rammollito di Shun che piange ancora chiamando il fratello ad ogni problema? E dire che ha  già affrontato molti nemici potenti e persino Poseidone una delle divinità maggiori dell’Olimpo! Mi chiedo a questo punto quando maturerà? Cosa dovrà mai accadere perché lui cresca un po’ ed acquisisca un po’ di fiducia in sé stesso?>>
Ichi rimase sorpreso a sentire queste parole, Saori senza peli sulla lingua gli aveva rivelato ciò che aveva sempre pensato dei suoi prodi paladini, quelli che agli occhi di tutti erano eroi senza macchia e senza paura per lei erano ragazzi normali spesso con diversi problemi da affrontare. Saorì proseguì con tono più calmo:
<<Il cuore di Ikki è stato reso duro come la pietra dal dolore e dal lutto, il suo animo è ancora legato alla dolce Esmeralda e non so se mai una donna potrà mai farlo battere di nuovo!>>
sospirò con malinconia Saori che teneva molto al Cavaliere che tra tutti aveva sofferto di più la guerra contro Saga ed il suo passato.
<<Il cuore di Shiryu invece è già impegnato con la tenera Shunrei credo da diversi anni ormai ed io non sono certo una sfascia-famiglie!>>
concluse poi Saori ridacchiando sotto i baffi. Ichi non sapeva come trarsi d’impiccio e farfugliò:
<<Divina Atena credevo voi provaste un affetto particolare verso Seiya, il valoroso e coraggioso Cavaliere di Pagasus, che più di tutti si è distinto nel corso di numerose battaglie combattendo strenuamente e mettendo a repentaglio molte volte la vita per salvarvi...>>
Saori leggermente stizzita lo interruppe:
<<Smettila di essere così formale e di darmi del voi, non essere timido, chiamami pure Saori, e soprattutto smettila di dire sciocchezze>>.
All'improvviso Saori si fermò dietro Ichi e gli pose le mani sulle spalle cominciando delicatamente a massaggiarle. Ichi rimase stupito dal comportamento della sua dea, sapeva che alcune volte poteva risultare poco comprensibile ma ora stava superando ogni limite, mai avrebbe pensato di potersi trovare in quella situazione. Il disagio del giovane cavaliere aumentò man mano che Saori avvicinò la bocca all'orecchio di lui e cominciò a muovere la mani anche su altre parti del corpo. Saori accarezzava delicatamente ma anche vogliosamente le scapole, poi le braccia e scendeva lungo i fianchi, stuzzicava i capezzoli del ragazzo stringendoli leggermente tra indice e pollice, per poi concentrarsi sull'addome dell'affascinante guerriero, seguiva le linee dei muscoli e poi con le dita disegnava cerchietti attorno all'ombelico. Le dita agili ed affusolate di Saori poi cominciarono a sfiorare la zona pelvica e l'inguine di Ichi ormai paonazzo in viso per il disagio, infilandosi tra i pantaloni e i boxer di lui. Saori, cercando di far rilassare il suo amato si strinse a lui poggiando il morbido seno sulla schiena di lui, gli morse delicatamente il lobo dell'orecchio destro e cominciò a sussurrare:
<<Suvvia non essere ingenuo, Seiya non è mai stato nulla per me! Solo un trastullo da bambina, un passatempo, un gioco e niente più. Il mio divertimento è sempre stato quello di sottomettere il suo spirito coriaceo, tenace, testardo e battagliero, desideravo averlo sotto il mio controllo solo per disporre di un altro balocco e nulla più. D'altra parte non credo proprio che lui abbia mai provato nulla per me: tra frustate, bastonate e maltrattamenti di Tatsumi, e ricatti quando cercava disperatamente la sua cara sorella non credo abbia mai avuto motivi per sviluppare un sentimento verso di me. Né avrebbe mai avuto il tempo materiale di provare qualcosa per me, siamo stati a lungo separati senza nemmeno mai vederci. Seiya è stato anni ed anni in Grecia senza nemmeno mai pensare un secondo a me e in Giappone la ricerca di Seika ha sempre avuto la precedenza su tutto il resto. Lui poi ha sempre preferito la compagnia di altre donne come Miho o Shaina. Ma non mi importa, Seiya è sempre stato un Cavaliere leale, coraggioso, forte e sincero ed in caso di bisogno tornerà a combattere per me, ora gli auguro di avere una vita felice con le persone che ama. Però, Ichi, non credi che pure io abbia diritto ad un poco di felicità?>>
<<Certo Saori, tu meriteresti la felicità più di ogni altro al mondo!>>
rispose sinceramente Ichi. Saori continuò:
<<Ichi per essere felice io ho bisogno di un vero uomo accanto a me! Non voglio un cascamorto che fa gli occhi dolci ad ogni amica d’infanzia o ad ogni ancella del Santuario, e neppure uno scendiletto servile, adorante ma senza personalità, né un belloccio impomatato, ricchissimo, viziatissimo e con il fare da principe azzurro delle fiabe ma senza nemmeno un sentimento vero, uno che pensa al matrimonio come fosse una fusione aziendale...>>
Ichi in cuor suo intuì che Saori si stesse riferendo a Seiya, Jabu e Julian Solo che, si diceva nei corridoi del Santuario, avevano un debole per lei. Saori continuò affabile:
<<Ichi non pensi che abbia diritto pure io a concedermi qualche piccolo piacere delle carne, o a soddisfare qualche desiderio chiamiamolo pure sfizio umano?>>
Ichi rispose dolcemente e romanticamente:
<<Certo Saori, io vorrei vederti felice e poter goder pienamente dei piaceri di questa vita, vorrei vederti sempre gioiosa e sorridente.>>.
Saori era emozionata, la sua voce tremava all’idea di dichiararsi  al suo uomo:
<<Ichi, io desidero un uomo come te, hai mantenuto la tua normalità in un mondo di superuomini, dei e tiranni fanatici ebbri di potere, hai conservato le tue qualità in una situazione che avrebbe fatto impazzire chiunque altro, tu hai preso le armi contro un mare di affanni e sfidato l’oltraggiosa sorte. Sei sempre stato presente al mio fianco fin dai tempi della Guerra Galattica, davi sicurezza con la tua presenza discreta, forse qualcuno non faceva caso a te ma io sì, l’ho sempre fatto fin da quando eravamo bambini e ti vedevo allenarti alla villa di mio nonno.
Ricordo ancora con piacere il tuo ardore e il furore che avevi ai tempi della Guerra Galattica, sembravi poter sgretolare le montagne ed attraversare i mari solo con la forza della tua grinta. E quando la fortuna non ti ha sorriso sul ring tu eri il più dispiaciuto di tutti, perché non avevi potuto mostrare tutto quello che avresti voluto, volevi dare di più. Queste sono cose che una donna nota, chiamalo pure intuito femminile. Ichi io ho sempre notato ed apprezzato le tue qualità.
Ora però desidero un uomo che mi possa rendere la sua principessa per tutta la vita, nelle situazioni normali di ogni giorno, qualcuno che mi faccia sentire speciale anche solo con un abbraccio prima di dormire, non un eroe sbruffone che mi considera solo la madamigella da salvare per 10 minuti e poi scomparire andando a corteggiare qualcun altra...>>
Saori arrossì, sudava e ansimò leggermente, una forte agitazione traspariva chiaramente dal suo volto:
<<… Ichi io desidero anche un uomo che mi faccia sentire donna nel corpo. Qualcuno che mi possa far godere di quei piccoli piaceri carnali da cui da troppo tempo rinuncio, del calore umano di un abbraccio, della dolcezza di un bacio, e anche di qualcos’altro...hai capito?>>
Ichi era imbarazzato come non mai, ma era anche emozionatissimo, il suo cuore palpitava ed esplodeva di gioia, finalmente il suo grande sogno si stava realizzando, aveva conquistato l’amore di una donna, anzi di una dea. Ichi era in preda a molte emozioni diverse: felicità, gioia, desiderio sessuale, eccitazione, rinnovate speranze, 1000 pensieri si affacciavano alla sua mente ma questa volta erano tutti pensieri positivi come mai gli era capitato precedentemente in vita.
Saori a quel punto si mise davanti e luì lo guardò dritto negli occhi e chiese con la voce rotta dall’emozione ma in maniera esplicita:
<<Ichi vuoi essere tu l’uomo che sconfiggerà la mia solitudine?>>
Ichi trasalì a sentire quelle parole, con decisione rispose:
<<Sì Saori mia amata, sarò io il tuo uomo. Sarò per te il cavaliere devoto e protettivo, sarò la tua spalla su cui piangere, il tuo petto a cui stringersi, sarò il principe azzurro della tua favola, sarò il re dei tuoi sogni erotici, sarò il tuo amante focoso e passionale, il mio corpo sarà lo strumento del tuo piacere e questa stanza sarà il tempio del nostro amore!>>
Saori gli saltò con le braccia intorno al collo, lo baciò appassionatamente sulle labbra e poi baciò ogni centimetro di pelle che vedeva, lo abbracciò e lo accarezzò, poi con voce sensuale:
<<Farai davvero tutto per me? Qualsiasi cosa ti chiederò?>>
Ichi affermò con convinzione:
<<Certo ogni cosa. Ogni tuo desiderio sarà soddisfatto!>>
Saori sorrise, ormai non riusciva più a controllare la sua immensa libido, mosse qualche passo in direzione del letto e chiese a conferma:
<<Ogni mio desiderio sarà soddisfatto? Anche il più peccaminoso, il più libertino, il più perverso, il più lussurioso, il più immorale e il più sadico?>>
Ichi spavaldamente continuò:
<<Certo! Renderò qualsiasi tua fantasia una splendida realtà dovesse costarmi la vita!>>.
Saori fu lieta di sentire queste parole dalla bocca del suo innamorato, ammiccando a lui prese il suo frustino da cavallerizza che teneva nascosto tra le pieghe del lenzuolo, infine chiese ad Ichi con voce suadente:
<<Ti ricordi, mio amato Ichi, qual era il mio gioco preferito da bimba?>>
<<Ovviamente Saori, il cavalluccio con gli altri bambini!>> rispose sommessamente il Saint dell’Idra. Saori con sguardo malizioso e voce sensuale continuò:
<<Era un gioco molto divertente anche un po’ malizioso. Ho tanta nostalgia di quei momenti della mia infanzia, ti andrebbe di farmeli rivivere adesso?>>
Ichi senza nemmeno rispondere si mise a gattoni sul pavimento offrendo la sua schiena come sella per Saori, la fanciulla non se lo fece ripetere 2 volte ed accolse l’invito del suo amato, ponendosi a cavalcioni sul suo compagno. Gli passò poi la mano sulla testa e tra i capelli, poi li strinse con la mano sinistra, mentre nella destra teneva il frustino con cui cominciò a colpire i glutei sodi di lui. Lo schiocco del frustino le stimolava strane fantasie e voglie:
<<Dai bel cavallino, trotta fammi fare almeno il giro della stanza!>>
Ichi cominciò a correre a 4 zampe, ad ogni schiocco di frusta aumentava un poco l’andatura, i colpi gli provocavano dolore ma non era nulla in confronto al piacere dato dal contatto con Saori, sentiva le parti intime di lei strofinarsi rapidamente contro la sua schiena diventando sempre più calde e questo eccitava molto anche lui. Ad uno schiocco di frusta molto forte sentì un brivido di piacere percorrergli la schiena, Saori gli tirò i capelli e continuando il gioco disse:
<<Bel cavallino perché non giochiamo al rodeo? Mi piacerebbe tanto domare uno stallone da monta imbizzarrito del selvaggio West!>>
Ichi sorrise a quella richiesta e cominciò a correre sempre più forte e a scuotersi e a dondolarsi e poi ad inarcare la schiena su e giù come un vero cavallo imbizzarrito. Alla fine fece cadere Saori sul materasso, ma non era affatto dispiaciuta, le sue erano grida di gioia e di piacere che risuonavano in tutta la stanza, disse:
 <<Oh Ichi sei stato fantastico, non credo di essermi mai divertita tanto in vita mia, io ti amo non ho mai provato una sensazione simile prima d’ora.>>
Ichi le sorrise a sua volta e domandò:
<<Sono stato un bravo destriero, mia dolcissima amazzone?>>.
Saori poi rispose:<<Oh certamente sei proprio un bellissimo mustang, forte, selvaggio, indomabile e soprattutto molto focoso>> ridacchiò leggermente mentre finiva la frase. Riprendendo il contegno per qualche secondo Saori poi continuò:
<<Ichi hai sete? Hai cavalcato tanto dovrai refrigerarti!>>
Nella sua mente la ragazza già preparava un altro gioco per sedurlo ed eccitarlo.
L’ingenuo Ichi rispose: <<Sì grazie, Saori un bicchiere d’acqua andrà benissimo.>>
Saori maliziosamente: <<No, niente acqua! Questa è una serata speciale solo per noi 2! Una notte magica da ricordare per il resto della vita! Bisogna festeggiare anzi brindare!>>
Si alzò dal letto e si diresse verso il comò della sua stanza, aprì uno sportellino e tirò fuori una bottiglia di champagne in un cestello pieno di cubetti di ghiaccio. Ichi pensò che in fatto di gusto ed eleganza Saori avesse ripreso molto dal nonno adottivo. Saori stappò la bottiglia che fece un bel botto e dal collo uscì un poco di schiuma:
<<Ichi non preferiresti un goccio di champagne? Ho qui giusto un Dom Perignon del 1950, annata ottima.>>
Ichi era pronto al brindisi di festa con la sua amata, fece per alzarsi dalla posizione a gattoni in cui era rimasto dal gioco del cavalluccio ma Saori lo interruppe:
 <<No Ichi! Rimani ancora inginocchiato per un poco ed apri la bocca.>>
Ichi seguì l’invito della sua donna che si stava avvicinando ancheggiando a lui. Con una finta aria da innocentina Saori disse:
<<Ops che sbadata mi sono dimenticata di prendere i calici per il brindisi e qui non abbiamo neanche una tazzina! Dovremo rimediare in qualche modo!>> 
Saori poi si pose in piedi davanti ad Ichi, si tolse le scarpe e con il piede destro cominciò ad accarezzare il viso di Ichi, la fronte, le guance, il sottomento, con l’alluce gli solleticò la punta del naso e i lobi delle orecchie, infine gli infilò l’alluce in bocca. Ichi rispose subito leccandolo e succhiandolo, assecondando le fantasie fetish della sua compagna. Saori disse alla fine:
<<Su non avevi sete?>>
Allora infilò tutto il piede nella bocca spalancata di Ichi, piegò la gamba destra in modo da farne uno scivolo per lo champagne e cominciò a versarlo partendo dal ginocchio, nel contempo spostò il vestito e divaricò le gambe più che poteva per mettere bene in mostra di fronte agli occhi di Ichi la lingerie di pizzo semitrasparente che lasciava intravedere le grandi labbra,
Ichi deglutiva a fatica il costoso liquido, anche se era champagne pregiato di ottima qualità, era troppo distratto dalle grazie di Saori in evidenza per poterlo assaporare; non riusciva a distogliere lo sguardo da quelle gambe lunghe e sinuose ed ovviamente men che meno dalle parti intime di Saori che la ragazza gli stava voluttuasamente offrendo. Saori dopo aver dissetato il suo compagno, riprese:
<<Ora ne prendo un goccio pure io!>>
E cominciò a bere mentre Ichi si ripuliva la bocca. Saori mentre trangugiava abbondanti dosi di champagne simulava un atto di fellatio con il collo della bottiglia, lo leccava avidamente , lo succhiava e lo muoveva su e giù per la bocca, ormai anche i desideri più peccaminosi si erano palesati. Saori alla fine si versò un po’ di champagne addosso facendo attenzione che andasse sul suo seno:
<<Ops oggi sono davvero sbadata! Mi sono rovesciata lo champagne addosso! Ichi mi daresti una mano a pulirmi?>>
e mostrò ad Ichi i suoi occhioni dolci che lo invitavano ad avvicinarsi. Ichi non si lasciò sfuggire l’occasione, si alzò di scatto e cominciò a leccare tutto lo champagne che Saori aveva sul petto e sul vestito e intanto abbracciava la sua donna, la toccava e le stimolava seni e glutei. Ichi disse:
<<Va bene ripulita così?>>
Saori annuì ma ormai per lei era finito il tempo dei preliminari, voleva soddisfare le sue voglie più recondite e proibite, i desideri carnali che teneva a freno da sempre. L’alcool diede una mano a sciogliere la tensione tra i 2 rendendoli entrambi più briosi e sbrazzini. La signorina Kido disse con voce provocante e tono imperioso:
<<Spogliati Ichi, ho tantissima voglia di farlo, qui ora, subito, immediatamente!>>
La ragazza lo baciò profondamente e passò la lingua anche sulle guance, sulla punta del naso e sulle labbra di lui. L’eccitazione e il calore di lei erano evidenti, aveva perso ogni timidezza iniziale e senso del pudore. Ichi sentiva battere il cuore all’impazzata, l’agitazione  e il furore del momento avevano preso anche lui. Seguendo l’invito della sua amata Saori Ichi si tolse rapidamente la maglietta, buttò via le scarpe scalciandole direttamente via dai piedi senza nemmeno slacciarle, poi si abbassò i pantaloni e i boxer mostrando il suo membro ormai gonfio e turgido.
Saori assaporava con gli occhi ogni centimetro del suo amato e man mano che la pelle si scopriva l’eccitazione cresceva sempre di più, il battito accelerava, tutto il suo corpo avvampava e la salivazione aumentava. Non potè fare a meno di notare maliziosamente:
<<Ichi, sarai anche un Cavaliere di Atena ma credo che tu sia benedetto dal dio Priapo, sei il favorito del dio Min! Sei il simulacro perfetto della fertilità e della mascolinità!>>
Saori si sentiva come un bambino goloso in un negozio di dolci pronto a far man bassa di ogni leccornia, ai suoi occhi Ichi nudo era come uno stupendo, abbondante e succulentissimo banchetto che si offriva ai suoi piaceri. La portata principale, il boccone più prelibato era lì in bella mostra tra le gambe muscolose del ragazzo ed aspettava solo di essere assaporato da lei.
Saori alla vista meravigliosa di quel fallo enorme in erezione così virile e duro, così vigoroso e mascolino, percorso da vene gonfie di sangue non poté fare a meno di eccitarsi, tutti i suoi freni inibitori erano perduti, in preda ad una frenesia esagerata, non poté fare a meno di gettarsi rapidamente sul membro di Ichi, si inginocchiò e se lo infilò tutto in bocca.


Qui comincia la parte più hot ed esplicita, credo che purtroppo il regolamento del forum vieti di approfondire ulteriormente, vi mando la scena via mp :zizi: :zizi: qui metto giusto un paio di righe come riassunto.

Fecero l'amore tutta la notte esplorando e soddisfando le fantasie l'uno dell'altro, assaporando i piaceri proibiti della carne, in ogni parte del corpo, dalla bocca, ai ca pezzoli, ai genitali fino al retto, resero i loro corpi una cosa sola, godettero insieme, le parole dolci e romantiche si alternavano alle grida di piacere. I baci e le effusioni si mischiavano con i giochi erotici finchè entrambi non raggiunsero l'estasi del piacere sessuale.

Al termine del rapporto, i 2 ormai stremati e soddisfatti, placarono i loro bollenti spiriti e cominciarono a coccolarsi e a sussurrarsi parole dolci.
<<Ichi.. è stato indescrivibile, paradisiaco, superlativo, memorabile è stata la mia prima volta ed è stata indimenticabile, tu sei fantastico, meraviglioso… non ero mai stata felice di essere donna prima d’ora ma ora grazie a te ho scoperto l’amore...>>
<<Saori ti renderò felice ogni volta che lo vorrai, tu sei il bene più prezioso della mia vita...>>
Ichi e Saori passarono tutta la notte insieme avvinghiati con i loro corpi che oramai erano diventati una cosa sola baciandosi ed accarezzandosi finché Morfeo non ebbe il sopravvento e si addormentarono uno nelle braccia dell’altro.
Al suo risvegliò alcune ore più tardi Ichi sentì Saori farfugliare qualche parola confusa nel sonno:
<<Trottolino amoroso… ancora...sei il mio grazioso cricetino...passerottino che svolazzi nel cielo e cinguetti soavi parole d’amore...baciami...tenerello micetto da coccolare vieni qui.. Ichi accarezzami...coccolami non mi lasciare...stringimi tra le tue braccia...>>
Ichi pensò che Saori stesse sognando altre situazioni dolci e romantiche tra loro, sorrise dolcemente alla sua donna notando come anche in sogno avesse una vena poetica e una dolcezza che raramente si potevano notare in una ragazza qualsiasi ed arrossì ascoltando quei nomignoli sdolcinati. Sì la sua Saori era proprio speciale e lui era un uomo fortunato ad aver fatto breccia nel suo cuore. La baciò delicatamente sulla fronte per non svegliarla e si alzò dal letto. Si diresse in cucina e preparò la colazione per lei. Anche se pochi lo sapevano Ichi aveva sempre avuto un’anima romantica e galante e volle fare un ulteriore gesto d’amore per Saori. Le preparò la colazione con le sue mani e gliel’avrebbe portata a letto. Nel suo addestramento in Finlandia aveva imparato a cavarsela bene anche in cucina. Ichi scavò nei meandri della sua memoria tornando a quando era bambino a Villa Kido e i cuochi viziavano la piccola Saori fino a ricordarsi i suoi gusti e i suoi dolci preferiti.
Impastò dei biscotti con farina, uova, burro, miele e gocce di cioccolata, usò poi una formina a cuore per dargli la foggia romantica per eccellenza e li mise a cuocere in forno. Preparò poi il pane tostato con la marmellata di more ed adagiò le fette du un vassoietto d’argento. Poi scaldò il latte senza farlo arrivare a bollitura ed aggiunse un cucchaino di zucchero di canna grezzo come piaceva a Saori, e lo versò in una tazza di porcellana con un cucchaino d’argento. Spremette un paio di arance succose e poì versò il nettare in un bicchiere di cristallo di Boemia, sapeva bene che Saori era cresciuta in un ambiente ricco e raffinato, amava qualche piccolo sfizio di lusso e faceva attenzione al più piccolo detttaglio a tavola. Quando i biscotti furono cotti li tolse dal forno e li adagiò su una teglia, li cosparse di zucchero a velo lentamente facendo in modo che la polvere versata sui biscotti formasse le parole “AMORE MIO”, Quando fu soddisfattto del suo lavoro, copri le varie portate con coperchi d’argento e le pose su un vassoio più grande per poi dirigersi verso la camera di Saori. Scrisse un bigliettino e lo pose vicino alla tazza del latte” A te mia amatissima e dolcissima stella del mattino, un delicato risveglio dopo la notte di passione più bella dela mia vita”
Ichi lasciò la colazione sul comodino di Saori, la baciò un’ultima volta sulla guancia e andò via.
Saori si svegliò solo qualche minuto più tardi stimolata dall’aroma fragante dei biscotti che si mischiava con il profumo di maschio di Ichi che ancora inebriava l’aria ed ovviamente notò subito il piccolo regalo del suo amato sul comodino ed il biglietto non potette fare a meno di pensare “Oh Ichi quanto sei tenero, come sono fortunata ad avere te! Però ieri non è stata la notte più bella della tua vita. Il mio amore per te brucia più del fuoco di 1000 soli e supererà tutte le avversità. Sono sicura che ce ne saranno altre, l’uno nelle braccia dell’altro...” e baciò il pezzo di carta che conteneva la dichiarazione dell’amato.
Ichi intanto tornò semplicemente ai suoi doveri di Cavaliere e ai suoi turni di guardia intorno al Santuario. Le Forze Oscure avrebbero ben presto minacciato di nuovo l’umanità, il risveglio di Hades, il Signore degli Inferi era ormai prossimo anche se Ichi non ne era consapevole, di una cosa era certo: da quel momento avrebbe avuto un posto speciale nel cuore di Saori, un ruolo di cui probabilmente nessuno sarebbe mai venuto a conoscenza ma che nessuno gli avrebbe mai potuto portare via.


Fine

Spero che la storia vi sia piaciuta, chissà magari ho convinto qualcun altro a shippare questa bellissima coppia  :sisi:

Susy e Scarlet a voi mando anche la scena esplicita se qualcuno è interessato basta che me lo dica. :zizi:
« Ultima modifica: 31 Gennaio, 2020, 20:56:20 pm da Sauzer »

Offline SusannaScarmigliati

  • Gold Saint
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  • Sesso: Femmina
  • 聖闘士星矢永遠に! - Saint Seiya Eternamente!
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Re:La notte in cui il Serpente sedusse la divina Athena
« Risposta #10 il: 30 Gennaio, 2020, 18:56:54 pm »

<<Suvvia non essere ingenuo, Seiya non è mai stato nulla per me! Solo un trastullo da bambina, un passatempo, un gioco e niente più. Il mio divertimento è sempre stato quello di sottomettere il suo spirito coriaceo, tenace, testardo e battagliero, desideravo averlo sotto il mio controllo solo per disporre di un altro balocco e nulla più. D'altra parte non credo proprio che lui abbia mai provato nulla per me: tra frustate, bastonate e maltrattamenti di Tatsumi, e ricatti quando cercava disperatamente la sua cara sorella non credo abbia mai avuto motivi per sviluppare un sentimento verso di me. Né avrebbe mai avuto il tempo materiale di provare qualcosa per me, siamo stati a lungo separati senza nemmeno mai vederci. Seiya è stato anni ed anni in Grecia senza nemmeno mai pensare un secondo a me e in Giappone la ricerca di Seika ha sempre avuto la precedenza su tutto il resto. Lui poi ha sempre preferito la compagnia di altre donne come Miho o Shaina. Ma non mi importa, Seiya è sempre stato un Cavaliere leale, coraggioso, forte e sincero ed in caso di bisogno tornerà a combattere per me, ora gli auguro di avere una vita felice con le persone che ama. Però, Ichi, non credi che pure io abbia diritto ad un poco di felicità?>>


Spero che la storia vi sia piaciuta, chissà magari ho convinto qualcun altro a shippare questa bellissima coppia  :sisi:

Susy e Scarlet a voi mando anche la scena esplicita se qualcuno è interessato basta che me lo dica. :zizi:
Innanzitutto complimentoni per questa fan fiction e per quest'ultimo capitolo e grazie per il messaggio privato che andrò subito a leggere appena finisco di risponderti ;) :cuore:  :ok:  :+1:

Quindi secondo la tua versione Saori San non se la prenderebbe minimamente a male se il mio adorato Seiya kun me lo prendessi io?  :yea: :yea: :yea: :yea: :XD: :XD: :XD: Ma andiamoooooooooooooooooooooooooooooo  :ok: :ok: :ok: :ok: :pucci:
Potrei essere sia Miho che Shaina e ovviamente tutte le altre?  :uhm: *plego :sisi: :zizi: :ya: :yea:

Offline Scarlet

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Re:La notte in cui il Serpente sedusse la divina Athena
« Risposta #11 il: 31 Gennaio, 2020, 16:12:03 pm »
:rotolo:

Sto ridendo come una cretina da tre quarti d'ora... :rotolo:
Non ce la posso fare, seriamente... :rotolo: Il cavallo... La frusta... L'avevi detto e l'hai fatto, non si può dire che tu non sia uomo di parola! :rotolo:

Credo ci sia davvero materiale per una short novel! Complimenti per la bravura nella scrittura, nel linguaggio fluido e per la descrizione di ogni momento nel dettaglio! Hai lasciato pochissimo all'immaginazione, non è mica da tutti! :yea:

Offline capricorn2007

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Re: La notte in cui il Serpente sedusse la divina Athena
« Risposta #12 il: 28 Maggio, 2020, 12:53:39 pm »
la voglio pure io la scena spinta
Trovo Lost Canvas una serie soggettivamente orrenda.

Offline Sui Feng

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Re: La notte in cui il Serpente sedusse la divina Athena
« Risposta #13 il: 21 Febbraio, 2021, 16:44:39 pm »
Scusa, sei per caso siger su EFP?  :ok:
La coppia più WTF e crack che abbia mai visto. Ma lo dico in senso buono.
Di solito, Saori la appioppano ai belloni e fighi(vedi Saga), fa specie vedere uno che la accoppia a quello considerato "il bruttone" della serie.
Comunque, non vedo che ci sia id strano nell'avversare Seiya pur essendo fan di Shaina. E lo dico io che ora la detesto.
Perché la si deve appioppare al bronzoscemo raccomandato e arrogante, che non ha rispetto per il suo status di guerriera?
Detto fra noi, per me Shaina starebbe meglio pure con Aldebaran del Toro.
« Ultima modifica: 21 Febbraio, 2021, 16:48:28 pm da Sui Feng »

Offline Sauzer

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Re: La notte in cui il Serpente sedusse la divina Athena
« Risposta #14 il: 22 Febbraio, 2021, 01:52:39 am »
Scusa, sei per caso siger su EFP?  :ok:
Sì sono sempre io, ogni tanto cambio nick, su EFP Sauzer era già stato preso però ho l'avatar a tema.

Citazione
La coppia più WTF e crack che abbia mai visto. Ma lo dico in senso buono.
Ma no almeno sono 2 personaggi che si conoscono, se ne tovano di molto più assurde come Aiolos x Seika, Eden x Lascoumune, Aphrodite x Miho, Shaka x Morgana... c'è pure il sondaggio scemo per ridere:
https://saintseiyags.altervista.org/index.php/topic,12163.0.html

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Di solito, Saori la appioppano ai belloni e fighi(vedi Saga), fa specie vedere uno che la accoppia a quello considerato "il bruttone" della serie.
Ichi è diversamente bello  :sisi: :sisi: e soprattutto è bello dentro  :sisi: poi pure lui si merita un po' di svago e chi meglio della gnocca senza testa? Poi caratterialemnte sono molto simili, due esseri inutili.

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Comunque, non vedo che ci sia id strano nell'avversare Seiya pur essendo fan di Shaina. E lo dico io che ora la detesto.
Perché la si deve appioppare al bronzoscemo raccomandato e arrogante, che non ha rispetto per il suo status di guerriera?


Io trovo strano avversare il pairing con Seiya da parte dei fan che dicono di averla apprezzata LOL Shaina compare quasi sempre in combinazione con Seiya, la legge della maschera di fatto esiste solo nella coppia Seiya-Shaina (lei non se ne frega mai nulla di tutti quelli che la vedono dopo ma Kurumada non spiega mai il perchè), i combattimenti per vendicarsi sono contro Seiya, la dichiarazione è esplicita ed evidente, in combattimento sta quasi sempre con lui, fa pure da scudo umano per salvare Seika che era l'unico motivo per cui Seiya combatteva nella GW... detto questo cosa sarà mai piaciuto ad altri fan per dire: "mi piace Shaina ma non in coppia con Seiya, molto meglio in coppia con Milo" (che nemmeno mai vede ed è uno che ammazza le gente con il sorriso sulle labbra senza pensarci un secondo).
Seiya x Sahina era il pairing che piaceva me, l'unico che mi aveva colpito, l'unico degno di nota e con scene veramente romantiche nel canone e pure adatto ad un lieto fine, anche perchè Saint Seiya è scarno a livello di sentimenti; guardando le altre possibili coppie:
-Ikki ed Esmeralda, lei non fa in tempo presentarsi che finisce subito tragicamente, poi Esmeralda si vede solo nei flashback.
-Ikki e Pandora, non fanno in tempo ad avvicinarsi che finisce subito tragicamente, poi Pandora a differenza di Esmeralda non compare manco più nella mente di Ikki.

-Shun e June: ancora lei non fa in tempo a presentarsi che viene tagliata dalla storia. Shun faceva una promessa sull'aereo verso Atene del tipo " ricostruirò l'isola di Andromeda con June"; ma poi niente e June si vede al massimo in flashback. Lei è ancora data per dispersa nel Next Dimension, mai citata nel Tenkai o Omega.

-Hyoga ed Eiri che di fatto esiste solo nel primo OAV durata totale 47 minuti circa, per più di mezz'ora poi lei è posseduta da Eris; una love story che si svolge in 7/8 minuti in totale, lui la salva la tiene in braccio e poi Eiri non viene mai più nominata nè nell'anime nè nel manga e Hyoga se la dimentica.

-Hyoga e Flare storia d'amore filler che dura 3 puntate e serve per fare il triangolo con  Artax...poi lui non  la nomina più. Flare ricompare in Soul of Gold ma non mostra mai di pensare a Hyoga o dà l'impressione di essere una ragazza innamorata in pena per l'amato lontano.

-Shiryu e Shunrei... coppia praticamente canon perchè di fatto Shiryu non conosce altra donna che Shunrei per anni ed anni e Shunrei non conosce altro uomo che Shiryu. Stanno sempre insieme perchè sì ma di vero romanticismo pocoo o nulla. Io definisco Shunrei l'ammorbante badante di Shiryu nelle mie fic  *err, cucina, pulisce, lava e stira ed accudisce Shiryu quando è cieco cioè spesso e volentieri. Più una crocerossina che una fidanzata. Coppia che non mi ha mai detto niente.

-Aiolia e Marin, coppia che si basa su una scena filler in cui lui aiuta lei dopo lo scontro con Shina, episodio 16 credo, e pochi altri scambi di battute, mai una scena romantica tra i 2. Onestamente sono rimasto meravigliato dal successo a livello di fic e fan art. Comunque è un pairing talmente poco considerato dagli autori che si inventeranno uno spin off in cui il leoncino non fa altro che strusciarsi e fare il cascamorto con una bella sacerdotessa nordica.

-Seiya e Miho hanno tutta la parte iniziale con lui che chiede consigli a lei per ritrovare Seika, lei che prega per lui, lei che lo supporta, lui che cerca lo sguardo di lei durante lo scontro con Dragone, lui che festeggia con lei la vittoria, le scene all'ospedale, lei che lo vuole bloccare dall'inseguire i black saint di Ikki perchè è preoccupata, le passeggiatine sul lungomare, lui che la tine sottobraccio, i sorrisini... poi si arriva alla scena prima della partenza per Atene con loro 2 sotto le stelle con tanto di promessa "Non piangere non rendere questo momento più difficile. Tornerò Lania. Tornerò PER TE! Te lo prometto!" Quando sembra possa arrivare la svolta romantica tra i 2 o un bacio.... lei scompare e non viene mai più nominata nella serie classica, si rivedrà solo in Hades, nella opening mentre saluta Seiya e nel finale durante la Grande Eclisse. A che è servito passare 40 puntate a fargli fare la fidanzatina del protagonista per poi tagliarla completamente quando la storia entra nel vivo?

-Seiya e Shaina era l'unica scelta possibile con una storia sufficentemente sviluppata dalla prima puntata con lui che le fa i complimenti per la bellezza dopo averle rotto la maschera, ha una dichiarazione esplicita e veramente romantica fino al finale con lui e lei abbracciati nel Tempio di Poseidone, leui e lei felici dopo la vittoria e lui e lei vicini nella scena finale dell'episdoio 114. Poi io appartengo alle generazione che ha conosciuto l'anime in Tv e per parecchi anni Saint Seiya per me era finito a Poseidone. Arrivati a quel punto chi è che non avrebbe voluto un lieto fine? Soprattutto chi apprezzava Shaina come poteva opporsi al desiderio palese del personaggio? (Seguo anche altri anime ma ragionamenti così assurdi non ne ho mai trovati, per esempio la stragrande maggioranza di chi apprezzava Hinata in Naruto sperava in un lieto fine con Naruto  non con altri personaggi messi a caso).

-Seiya e Saori... ecco non è un pairing che odio, semplicemente da persona razionale ed abituata ad usare il metodo scientifico e l'analisi dei dati non l'avevo mai presa minimamente in considerazione. Nel Saint Seiya che conoscevo io c'erano le frustate, gli sguardi truci, gli insulti, le bastonate e i maltrattamenti vari di Mylock, c'era Seiya che piangeva per la sorella e Saori lo ricattava per costringerlo a partecipare alla GW; c'era Seiya che si strusciava sempre con l'amichetta d'infanzia, preferiva pure farsi prendere a calci dai bambini dell'orfanotrofio piuttosto che stare con Saori. Ecco detto questo per quale motico logico shippare 2 che si odiano? Per una buona ventina d'anni questo era stato il mio Saint Seiya finchè nell'era dei social network scoprii che esistevano i Seiya x Saori shippers...vil razza dannata come si suole dire. Hanno rovinato i miei ricordi più belli e mi hanno aperto nuovi orizzonti nel campo della psichiatria. Ho scoperto che quelle che io avevo sempre chiamato frustate e bastonate erano i chiari segni che Kurumada aveva messo nel manga per sottolineare il legame tra Seiya e Saori. Non ho ancora capito se il fandom di SS è pieno di analfabeti funzionali che hanno visto la serie ma non ci hanno capito un tubo o semplicemente di psicopatici che considerano normale torturare la gente. Io non riesco a credere che una persona sana di mente possa volere Seiya con una che ama torturare bambini orfani per passatempo, roba da galera se non da linciaggio nelle pubbliche piazze. Non avessi scoperto l'esistenza di tali idioti probabilmente non avrei nemmeno mai sviluppato una tale avversione verso quel pairing ripugnante.
Ho letto una tale sequela di cazzate su questa aberrante "coppia" veramente da farmi dubitare dell'effettiva utilità della libertà di pensiero e pure di aver fatto bene a diffondere internet a cani e porci, forse era meglio se restava roba da scienziati e militari.

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Detto fra noi, per me Shaina starebbe meglio pure con Aldebaran del Toro.
Negli hentai si trova pure quello.

Saint Seiya GS - Il Forum della Terza Casa

Re: La notte in cui il Serpente sedusse la divina Athena
« Risposta #14 il: 22 Febbraio, 2021, 01:52:39 am »