COSMOGONIA DANTESCA.
Dante, per realizzare il suo progetto di triplice viaggio nei regni dell'oltretomba, ha bisogno di inserire la narrazione in una precisa ed accreditata concezione cosmologica. Egli si rifà quindi alla cosmologia geocentrica tolemaica aristotelico-tolemaica in base alla quale:
- La Terra è immobile al centro dell'universo.
- Alla base del mondo naturale c'è la presenza di 4 elementi: terra, acqua, aria e fuoco .
- L'uomo abita l'emisfero boreale (delle terre emerse ) che va dal Gange allo stretto di Gibilterra.
- L'altro emisfero ( australe ), detto delle acque , vede sorgere al centro la montagna del Purgatorio ed è completamente disabitato
Tale concezione dell'universo si coniugò con una visione cristiana dell'oltretomba accreditata dalle Sacre Scritture:
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- Lucifero, capo degli angeli ribelli a Dio, fu precipitato nel punto più lontano dal luogo dove ha sede il Bene supremo ( L'Empireo dove risiede Dio creatore dei cieli ). Lucifero cadde dunque sulla terra, sede del peccato. La Terra inorridita si ritrasse di fronte a lui e così si formò la voragine infernale, proprio nel cuore dell'emisfero delle terre emerse.
- Nell'emisfero delle acque sorse , in perfetta corrispondenza della voragine infernale, la montagna del Purgatorio, sede della purificazione dal peccato. Sulla sua sommità è situato il Paradiso terrestre.
- Attorno alla Terra immobile c'è l'elemento aria , quindi la sfera di fuoco ed infine i nove cieli ( sfere translucide in cui ruotano con velocità crescente, allontanandosi dalla Terra, i corpi celesti : Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno, Stelle fisse e primo mobile ). Nella zona più esterna c'è l'Empireo sede dei beati e di Dio.
INFERNO.
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Come si può notare ha una struttura concentrica che si va via rimpicciolendo ricordando quindi un enorme cono: la porta dell'Inferno immette nell'Antinferno, il luogo dove sono collocati gli Ignavi, non ritenuti degni, per la loro sostanziale vigliaccheria o incapacità di prendere posizione, di stare nell'inferno vero e proprio. Quest'ultimo è delimitato dal fiume Acheronte, dove il Caronte ha il compito di traghettare le anime dei morti. Successivamente troviamo il I Cerchio che coincide col Limbo, il luogo dove si trovano i bambini non battezzati, e coloro che, essendo vissuti prima di Cristo, non hanno potuto abbracciare la fede cristiana. La distribuzione dei peccati segue l'
Etica Nicomachea di Aristotele, i peccati saranno quindi più o meno gravi a seconda del quantitativo di ragione usato nell'atto peccaminoso stesso: i peccati di incontinenza prevedono un limitatissimo se non nullo uso della ragione, mentre i peccati di violenza ne prevedono un uso consapevole anche se a volte guidati di più dall'istinto, mentre i peccati di fraudolenza implicano l'uso effettivo della ragione nel concepire la frode. La modalità della punizione segue invece il
contrappasso:
La legge del contrappasso (lt. contra+patior=soffrire il contrario) è un principio che stabilisce la pena secondo il contrario della loro colpa commessa o per analogia ad essa.La struttura richiama il simbolismo del numero 3: abbiamo infatti IX cerchi suddivisi in tre sezioni possiamo dire inerenti a 3 tipi di peccato diverso: incontinenza (Cerchi I-V: lussuria, gola, avarizia e prodigalità, ira e accidia ), violenza (Cerchi VI: eretici , VII,a sua volta suddiviso in tre gironi: dei violenti contro il prossimo e le sue cose, dei violenti contro se stessi, dei violenti contro Dio e le sue cose) e fraudolenza (Cerchi VIII,ove sono puniti coloro che hanno usato la frode contro chi non si fida e a sua volta suddiviso in 10 bolge: ruffiani e seduttori, adulatori, simoníaci, indovini, barattierí, ipocriti, ladri, consiglieri fraudolenti, seminatori di discordia, falsari; IX Cerchio: sono puniti i traditori di coloro che hanno usato la frode contro chi si fida, ed è suddiviso in quattro zone: Caina [traditori dei parenti], Antenora [della patria], Tolomea [degli ospiti], Giudecca [dei benefattori]). Queste tre grandi sezioni di peccati vengono caratterizzate anche dalla presenza dai tre fiumi infernali: Acheronte, Stige e Cocito.
Un fattore importante è quello luminoso: la luce nell'Inferno è assente si ha una fioca lumiinosità nei primi cerchi per poi passare alla totale oscurità, segno del progressivo allontamento da Dio. L'Inferno esiste da sempre e resterà operante eternamente , come regno della giustizia divina. Chi è in esso rinchiuso non può nutrire alcuna speranza di salvezza , in quanto gli sarà preclusa per sempre la luce della Grazia di Dio. La punizione è eterna, incontrovertibile ed essa sarà applicata anche al corpo del dannato dopo il giorno del Giudizio universale , quando ogni uomo riavrà la sua persona per godere in eterno la beatitudine di Dio o per scontare i peccati non redenti. Dante avrà come guida nel mondo del peccato Virgilio, simbolo dell'umana ragione.
Distribuzione luoghi pene, peccatori, contrappasso.
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Vestibolo dell'InfernoIgnavi coloro che per viltà furono neutrali.
Corrono nudi punti da vespe e mosconi inseguendo una bandiera senza insegna; il loro sangue misto alle loro lacrime è raccolto da vermi
Custode-traghettatore: Caronte,
colui che per viltade fece il gran rifiuto: Papa Celestino V, Ponzio Pilato?
Primo cerchio: LimboVirtuosi non battezzati o nati prima di CristoDesiderano invano di vedere Dio ed eternamente sospirano per questo.
Omero, Orazio, Ovidio, Lucano, Elettra, Ettore, Enea, Cesare, Camilla, Pantasilea, Re Latino, Lavinia, Bruto, Lucrezia,Giulia, Marzia, Cornelia, Saladino, Aristotele, Socrate, Platone, Democrito, Diogene il Cinico, Anassagora, Talete, Empedocle, Eraclito, Zenone, Dioscoride, Orfeo, Cicerone, Lino, Seneca, Euclide,
Tolomeo, Ippocrate, Avicenna, Galeno,Averroè.
Secondo cerchioIncontinenti, Lussuriosi.Sono travolti dalla bufera che continuamente spira così come in vita furono travolti dalla passione.
Guardiano: Minosse.
Paolo e Francesca, Semiramide, Nino, Didone, Sicheo,Cleopatra, Elena, Achille, Paride, Tristano.
Terzo cerchioIncontinenti, Golosi. Come da vivi si tuffarono ad aggozzarsi ora sono stesi a terra, immersi nel fango sotto una pioggia pesante e maleodorante, continuamentemorsi e graffiati da Cerbero.
Guardiano: Cerbero.
Ciacco.
Quarto cerchioIncontinenti, Avari e Prodighi Stanno in due schiere opposte che spingono massi lungo il cerchio. Arrivati a metà giro si scontrano insultandosi e rinfacciandosi vicendevolmente gli errori commessi. Il movimento continuo e inutile del rotolare dei massi rappresenta l'inutilità della loro avarizia o della loro prodigalità.
Guardiano: Pluto, dio della ricchezza.
Quinto cerchioIncontinenti, Iracondi ed Accidiosi.I primi sono immersi nella palude dello Stige e si fanno vicendevolmente del male. Gli altri sono costretti a rimanere sommersi senza potersi alzare.
Custode-traghettatore: Flegiàs.
Filippo Argenti, diavoli, Erinni (Megera, Aletto e Tisifone), Messo celeste.
Sesto cerchio: Città di DiteEretici Giacciono in tombe infuocate poichè in vita negarono l'esistenza della vita oltremondana.
Farinata degli Uberti, Cavalcante dei Cavalcanti, Federico II del Sacro Romano Impero, Ottaviano degli Ubaldini, Papa Anastasio II.
Settimo cerchioViolenti: Girone IViolenti contro il prossimo Tuffati nel fiume di sangue bollente Flegetonte, più o meno in profondità a seconda della loro colpa (tiranni fino agli occhi, omicidi fino al collo... predoni e ladroni fino al petto).
Custodi: Centauri (Chirone, Nesso e Folo).
Minotauro, Alessandro di Fere, Dionisio di Siracusa, Ezzelino da Romano, Obizzo II d'Este, Azzo VIII d'Este, Guido di Montfort, Attila, Pirro Neottolemo, Sesto Pompeo, Rinieri da Corneto, Rinieri de' Pazzi.
Violenti: Girone IIViolenti contro se stessi; suicidi e scialacquatori.Mutati in alberi secchi (suicidi), knseguiti e sbranati da cagne (scialacquatori)
Custodi: Arpìe.
Pier della Vigna, Lano da Siena, Giacomo da Sant'Andrea, suicida fiorentino anonimo.
Violenti, Girone III Violenti contro Dio e la Natura: bestemmiatori, sodomiti ed usurai.Giacciono in diverse maniere sotto una pioggia di fuoco su una spiaggia incendiata (sdraiati i bestemmiatori, seduti gli usurai, in perenne corsa i sodomiti).
Custode: Gerione.
Capaneo, Brunetto Latini, Prisciano di Cesarea, Francesco d'Accorso, Andrea de' Mozzi, Guido Guerra, Tegghiaio Aldobrandi, Iacopo Rusticucci, Guglielmo Borsiere, componente della famiglia Gianfigliazzi, componente della famiglia Obriachi, componente della famiglia Scrovegni.
Ottavo cerchioX Malebolge: Fraudolenti in chi non si fida.
Bolgia I Ruffiani e seduttori. Corrono in cerchio sferzati da demoni così come in vita frustarono con la menzogna e le false lusinghe coloro dei quali volevano ottenere i favori.
Venedico Caccianemico e Giasone.
Bolgia II Adulatori e lusingatori. Immersi nello sterco cosi come in vita sommersero di false lusinghe glia altri.
Alessio Interminelli, Taide.
Bolgia III Simoniaci (venditori di cariche spirituali)Avendo invertito i valori spirituali e materiali ora sono conficcati in fosse a testa in giù con i piedi in fiamme, poi schiacciati nelle viscere del terreno via via che nuovi peccatori prendono il loro posto in superficie.
Papa Nicolò III.
Bolgia IV Maghi e indovini Come in vida guardarono troppo avanti sia nelle discipline occulte sia nella previsione del futuro ora camminano con la testa all'indietro.
Anfiarao, Tiresia, Arunte, Manto, Calcante, Euripilo, Michele Scotto, Guido Bonatti, Asdente.
Bolgia V Barattieri Come in vita ingannarono per il baratto ora sono sommersi nella pece bollente e uncinati dai diavoli Malebranche (Malacoda, Scarmiglione, Alichino,Calcabrina, Cagnazzo, Barbariccia, Draghignazzo, Libicocco, Ciriatto, Graffiacane, Farfarello, Rubicante).
L'anzian di Santa Zita (Martino Bottario), Ciampolo da Navarra, Frate Gomita, Michele Zanche.
Bolgia VI Ipocriti Come in vita ingannarono mostrando una faccia buona nascondendo cattivi propositi ora sono coperti di cappe di piombo dentro e dorate fuori.
Anna e Caifa subiscono un particolare supplizio: sono crocifissi a terra e calpestati da tutti gli altri, come contrappasso per la loro responsabilità nella crocifissione di Cristo.
Catalano dei Malavolti, Loderingo degli Andalò, Farisei.
Bolgia VII Ladri Come in vita usarono le mani per infrangere uno dei comandamenti ora sono con le mani legate da serpenti, si trasformano in rettili o si fondono con essi, oppure si inceneriscono e si ricompongono al morso dei serpenti.
Vanni Fucci, Caco, Agnolo Brunelleschi, Cianfa Donati, Buoso Donati, Puccio Sciancato, Francesco de' Cavalcanti.
Bolgia VIII Consiglieri fraudolenti Come in vita sparsero falsi consigli al fine di ottenere vantaggi personali ora sono tormentati all'interno di fiamme a forma di lingua.
Ulisse e Diomede sono all'interno di un'unica fiamma a forma di lingua biforcuta.
Guido da Monfeltro.
Bolgia IX Scismatici e seminatori di discordia Come in vita straziarono le religioni portando discordia tra i credenti o semplicemente portando discordia ora sono straziati e mutilati a colpi di spada, con ferite che si rimarginano prima di venire di nuovo aperte dai diavoli.
Maometto, Ali ibn Abi Talib, Pier da Medicina, Gaio Scribonio Curione, Mosca dei Lamberti, Bertrand de Born, Geri del Bello.
Bolgia X Falsari lebbrosi e scabbiosi (falsari di metalli, ovvero alchimisti)
Come in vita alterarono la materia ora sono tormentati dalla lebbra (gli alchimisti, falsari dei materiali), come in vita falsarono i comportamenti dei singonli per ingannare ora corrono rabbiosi (falsari di persone, imitatori per frodare), come in vita falsificarono i denari ora sono idropici (falsari di monete). come in vita mentirono con le parole ora sono febbricitanti (falsari di parole, bugiardi).
Pozzo dei Giganti e nono cerchio (Cocito)Traditori di coloro che hanno in loro fiduciaPrima zona, CainaGiganti, sfidanti nei confronti delle divinità e superbi insieme ai traditori dei parenti I giganti condannati all'immobilità nel pozzo, i traditori dei parenti immersi nel ghiaccio col viso rivolto in giù come in vita si mossero contro la divinità (giganti) e voltarono le spalle al proprio sangue (traditori dei parenti).
Giganti, Nembrot, Fialte, Anteo, Briareo, Tizio, Tifeo, Alessandro degli Alberti, Napoleone degli Alberti, Mordret, Vanni de' Cancellieri, Sassolo Mascheroni, Camicione de' Pazzi.
Seconda Zona: Antenora Traditori della patria Immersi nel ghiaccio col viso rivolto in su come in vita voltarono le spalle alla patria muovendosi nel fuoco del male.
Bocca degli Abati, Buoso da Duera, Tesauro dei Beccheria, Gianni de' Soldanieri, Gano di Maganza, Tebaldello Zambrasi, Conte Ugolino della Gherardesca,
Arcivescovo Ruggieri degli Ubaldini.
Terza zona: Tolomea Traditori degli ospiti Immersi sotto il ghiaccio con il viso rivolto verso l'alto e gli occhi congelati come in vita distolsero lo sguardo dall'onore che ad essi di deve e li tradirono.
Frate Alberigo, Branca Doria.
Quarta zona: Giudecca Traditori dei benefattori Interamente sommersi nel ghiaccio come in vita furono interamente avvolti dalle fiamme del male che fece compiere loro il peggiore dei peccati.
Tre grandi peccatori sono continuamente maciullati da Lucifero
Lucifero, Giuda Iscariota, Bruto, Cassio.
PURGATORIO.
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La struttura morale del Purgatorio segue la classificazione tomistica dei vizi dell'amore mal diretto e non fa più riferimento a singole colpe. La divisione dei peccati è in questo regno ricondotta ad un principio di bene, l'amore che può essere o naturale, cioè innato, o d'animo, val e a dire soggetto alla ragione. Il primo è sempre senza errore. Il secondo può errare o per
malo obbietto, quando tende al male, o per
bono obbietto, quando tende al sommo
bene con poco di vigore o con
troppo di vigore. Esso non può essere fonte di peccato se tende a Dio con la giusta misura; se si volge al male dà luogo ai peccati di superbia, invidia, ira; se a Dio con poco vigore all'accidia; se ai beni terreni con troppo vigore, ai peccati di avarizia, gola, lussuria. Il Purgatorio è suddiviso in sette cornici nelle quali si espiano i sette peccati capitali: superbia, invidia, ira, accidia, avarizia e prodigalità, gola, lussuria. In apertura abbiamo anche l'Antipurgatorioe in chiusura il Paradiso terrestre. Costruito in modo speculare all'Inferno, inteso quindi non più come voragine ma come montagna, anche l'ordine dei peccati risulta capovolto: il cammino di Dante è infatti dal peccato più grave a quello più lieve (ancora una volta la lussuria, ovvero l'amore che eccede nella misura).
Ogni cornice ha un custode angelico, e precisamente gli angeli dell'umiltà, della misericordia, della mansuetudine, della sollecitudine, della giustizia, dell'astinenza e della castità; in ogni cornice, inoltre, le anime purganti hanno sotto agli occhi esempi del loro vizio punito e della virtù opposta. Giunto alle soglie del Paradiso terrestre, Virgilio deve abbandonare il poeta; alla guida di Dante si pone il poeta latino Stazio, che lo condurrà nel giardino celeste, dove lo accoglierà Matelda, a sua volta anticipazione dell'apparizione di Beatrice. Le anime del Purgatorio sono già salve, ma prima di arrivare al Paradiso, per espiare i propri peccati, devono salire il monte come facevano ai tempi di Dante i pellegrini che per far penitenza partivano per Roma o per Santiago de Compostela. Ogni anima deve dunque percorrere tutto il cammino e purificarsi in ogni cornice del peccato corrispondente; ma per facilitare l'incontro con determinati personaggi, il poeta li colloca nella cornice propria del loro peccato più rilevante.
Il Purgatorio ha la funzione specifica di espiazione, riflessione e pentimento, ed è solo attraverso il cammino, quindi il pellegrinaggio verso Dio, che l'anima può aspirare alla redenzione. Questo vale anche per Dante, che all'inizio ha incise sulla fronte sette P, simbolo dei sette peccati capitali; alla fine di ciascuna cornice l'ala dell'angelo guardiano cancella la P indicando così che quella specifica espiazione è compiuta.
Il secondo regno è collocato al centro dell'emisfero delle acque, agli antipodi di Gerusalemme, in forma di isola, sulla quale si eleva la montagna del Purgatorio ai cui piedi si trova una spiaggia. Il monte, emergendo dalle acque e salendo altissimo verso il cielo, porta con sé il principio della transitorietà. Collocato tra la pena eterna ( Inferno ) e la felicità della contemplazione divina ( Paradiso ), l'anima che si purifica conserva del mondo il ricordo del peccato, ma possiede anche l'aspirazione intensa alla vista di Dio ed alla sua grazia. Solo la sofferenza che si consuma nelle varie cornici della montagna la renderà degna di salire al cospetto di Dio ad assaporare l'eterna beatitudine. Quindi troviamo l'ansiosa attesa della pena purificatrice nell'antipurgatorio e su per le varie cornici dell'espiazione la gioia che accompagna le anime che sanno di dover giungere fino a Dio.
Allegoricamente la cantica rimanda alla riconquista della libertà morale perduta con il peccato, attraverso il dolore dell'espiazione. Le anime dei morti in grazia di Dio, prima di giungere sul monte, vengono radunate ad Ostia alla foce del Tevere da un angelo nocchiero, che le conduce alla spiaggetta dell’antipuragtorio dopo averle imbarcate su di un'imbarcazione veloce e leggerissima sulle acque. Il regno della purificazione può essere suddiviso in tre parti: antipurgatorio, purgatorio vero e proprio, paradiso terrestre. L'atmosfera terrestre avvolge la parte inferiore fino alla porta del purgatorio; da qui, fino alla sommità, le perturbazioni atmosferiche sono assenti. L'Antipurgatorio è costituito dalla spiaggia dell'isola (dove stanno temporaneamente gli scomunicati che rientrarono in seno alla Chiesa solo al termine della loro vita e dove ha la sua dimora anche Catone, guardiano di tutto il monte), da un primo ripiano (dove stanno i morti di morte naturale che si pentirono in fin di vita), da un secondo ripiano (dove sono i morti di morte violenta che si pentirono solo in fin di vita). In quest'ultimo ripiano c'è anche la Valletta dei Principi, che rivolsero il pensiero a Dio in prossimità della morte in quanto distratti dalle cure terrene. Il purgatorio è composto da sette cornici concentrice ma non a spirale. Nella prima vi sono i superbi, nella seconda gli invidiosi, nella terza gli iracondi, nella quarta gli accidiosi, nella quinta gli avari e i prodighi, nella sesta i golosi, nella settima i lussuriosi. Si segue cioè lo schema dei peccati capitali ma rovesciato rispetto all'inferno, per quanto riguarda i peccati puniti nelle ultime cinque balze. Il Paradiso Terrestre, la sede naturale destinata al genere umano, è costituito da una
divina foresta e spessa e viva dove l'anima si pur ifica definitivamente immergendosi in due fiumi, il Lete e l’Eunoè, prima di salire in paradiso. Dante sarà qui affiancato dalla sua nuova guida, Beatrice, dal momento che Virgilio non potrà più accompagnare il poeta nel regno della grazia divina, in quanto egli è pagano. Beatrice avrà cura della salute spirituale del poeta e poi - nel Paradiso - dovrà istruirlo in quei problemi teologici che trascendono le capacità intellettive della ragione.
Distribuzione penitenza, penitenti e contrappasso
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Antipurgatorio: spiaggiaArrivo delle anime nel Purgatorio.
Catone, Casella.
Antipurgatorio: primo ripianoScomunicati.
Poichè morirono in contumacia della Chiesa ora devono sostare nell'Antipurgatorio 30 volte il tempo della scomunica.
Manfredi.
Antipurgatorio: secondo ripiano NegligentiColoro che indugiarono a pentirsi delle loro colpe o si pentirono solo in punto di morte; occupati in armi, pensiero o politica, trascurarono fino all'ultimo la propria conversione ora sostano nell'Antipurgatorio tanto tempo quanto durò la loro vita.
Belacqua, Jacopo del Cassero, Bonconte da Monfeltro, Pia de' Tolomei, Benincasa da Laterina, Guccio dei Tarlati, Orso degli Alberti, Pierre de la Brosse, Sordello da Goito.
Antipurgatorio: Valletta dei Principi Troppo presi dalla gloria mondana, attesero all'ultimo a pentirsi quindi ora sostano nell'Antipurgatorio tanto tempo quanto durò la loro vita.
Rodolfo Imperatore, Ottocaro II, Filippo III di Francia, Enrico I il Grosso di Navarra, Pietro III d'Aragona, Carlo I, Pietro di Aragona (o forse Alfonso), Enrico III d'Inghilterra, Guglielmo VII del Monferrato, Nino Visconti, Corrado Malaspina.
Prima cornice Superbi Come in vita sollevarono altezzosi il capo ponendosi al di sopra degli altri ora camminano portando pesi.
Omberto Aldobrandeschi, Oderisi da Gubbio, Provenzano Salvani.
Seconda cornice Invidiosi I
Come in vita invidiarono coloro che vedevano superiori per varie doti ora indossano un cilicio e hanno le palpebre cucite da filo di ferro.
Terza cornice IracondiCome in vita furono offuscati dal fumo dell'ira ora camminano nel fumo.
Marco Lomabardo.
Quarta cornice Accidiosi Come in vita non si mossero per nulla ora corrono gridando esempi di sollecitudine e di accidia punita.
Gherardo II da San Zeno.
Quinta cornice Avari e prodighiCome in vita si affrettarono a muoversi e a ritrarre (avari) o porgere troppo (prodighi) le mani piene di denaro ora sono distesi bocconi e legati.
Adriano V, Ugo Capeto, Stazio.
Sesta cornice Golosi Come in vita furono ingordi di cibo e bevande ora patiscono i morsi di fame e sete.
Forese Donati, Bonagiunta Orbicciani, Martino IV, Ubaldino degli Ubaldini, Bonifazio Fieschi, Marchese degli Argugliosi.
Settima cornice Lussuriosi e sodomiti Come in vita arsero di insane passioni ora camminano nel fuoco.
Guido Guinizzelli, Araut Daniel.
Paradiso terrestre e fiume Lete Anime che hanno compiuto la loro espiazione Metelda e Beatrice.
PARADISO
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La parola Paradiso nel contesto religioso comune si riferisce alla vita eterna beata dei defunti che godono della visione del volto di Dio. Il termine deriva dal sanscrito paradesha o "paese supremo", più tardi occidentalizzato in pairidaeza (iranico) che è un composto di pairi- (attorno) e -diz (creare), paràdeisos (greco), pardes (ebraico), partez (armeno) (giardino) e paradisus (latino), da cui derivò in italiano paradiso. Fonti quali Senofonte usavano questo termine per indicare il famoso giardino "paradiso" imperiale persiano, simbolo visibile della capacità ordinatrice (cosmetica) del sovrano, contrapposta al resto del mondo (caotico) che sfuggiva al suo dominio. Si trattava di zone di altopiano e di agricoltura pluviale recintate, con vegetazione lussureggiante, in netto contrasto con i terreni circostanti semi-aridi e abbandonati a se stessi, che si diffusero sotto i primi imperatori achemenidi e da cui trasse origine la leggenda dell'Eden.[1] Le tre principali derivazioni occidentali del termine (ebraico
pardès, persiano
pairidaēza e greco
paràdeisos), contengono infatti la stessa idea fondamentale di un parco o giardino.
L'accezione attuale di "Paradiso", che oggi è inteso come "i Cieli" o comunque luogo di piacere finale, deriva dal significato della parola greca
paràdeisos usata nella Bibbia dei Settanta per indicare il giardino dell'Eden.
La certezza della vita eterna beata si è manifestata solo negli ultimi libri dell'
Antico Testamento. Precedentemente si considerava che i morti scendessero al "regno dei morti" o sheol, "luogo delle ombre", senza gioie.
Nei libri dei
Maccabei, libri deuterocanonici non inclusi nel canone ebraico, si esprime la certezza della risurrezione dei morti e della vita eterna. La retribuzione sarà secondo le opere di ciascuno.
Gesù ha presupposto molto chiaramente questo insegnamento in varie parabole e discorsi:
- nel giudizio universale (
Matteo 25,31-46).
- al "buon ladrone" (espressione meglio tradotta come "delinquente pentito") Gesù promette il regno usando questa stessa parola: "In verità ti dico: oggi sarai con me nel Paradiso" (
Luca 23,39-43).
Il termine appare anche in
2Cor 12,4: l'apostolo Paolo afferma di essere stato rapito in Paradiso ove udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunziare.
Apocalisse 2,7 usa la parola in un riferimento all'Eden, che chiama Paradiso: "Al vincitore darò da mangiare dell'albero della vita, che sta nel Paradiso di Dio".
Il paradiso vero e proprio è costituito da nove cieli concentrici. compresi a loro volta dall'Empireo o cielo di pura luce, sede permanente di Dio e dei beati che sono collocati in una candida rosa. cioè in un immenso anfiteatro da cui contemplano Dio e in ciò consiste la loro beabitudine. Gli eletti si presentano a Dante nei rispettivi cieli di appartenenza solo eccezionalmente e in relazione alla virtù esercitata sulla terra, virtù che è corrispondente all'influsso di quel cielo sulle azioni degli uomini. Ad esempio il pianeta Marte predispone alla combattività, quindi nel cielo omonimo (il quinto ) si incontreranno gli spiriti militanti per la fede. Questo criterio di assegnazione richiama un po' il contrappasso degli altri due regni. I cieli sono mossi dalla volontà divina attraverso le gerarchie angeliche, ciascuna delle quali presiede ad un cielo medesimo. La velocità del movimento di rotazione è direttamente proporzionale alla vicinanza al Creatore. Ad ogni cielo presiede una gerarchia angelica. Da quanto detto deriva il seguente schema:
1° Cielo della Luna Spiriti inadempienti ai voti Angeli
2°Cielo di Mercurio Spiriti amanti Principati
3°Cielo di Venere Spiriti sapienti Podestà
4°Cielo del Sole Spiriti militanti per la fede Virtù
5°Cielo di Marte Spiriti giusti Dominazioni
6' Cielo di Giove Spiriti contemplanti Troni
7°Cielo di Saturno Spiriti operanti il bene per la gloria terrena Arcangeli
8°Cielo delle Stelle Fisse Spiriti trionfanti Cherubini
9°Primo Mobile Gerarchie angeliche Serafini
10°Empireo La candida rosa con Dio, gli angeli, i beati
La terza cantica è l'esaltazione della divina potenza del creato che si esprime con una luce ed un suono purissimi e pervasivi, capaci di richiamare la perfetta armonia di tutto l'universo.. I beati tranne poche eccezioni, non compaiono con le loro sembianze corporee ma sotto forma di pura luce, mentre il paesaggio del paradiso appare privo di ogni riferimento ad elementi terrestre
Distribuzione beati e cieli
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Primo Cielo (Luna) Spiriti inadempienti: non compirono i voti perché costretti.Intelligenze motrici: Angeli.
Immagini riflesse in cristalli o in acque.
Piccarda Donati, Costanza d'Altavilla.
Secondo Cielo (Mercurio)Spiriti attivi: operarono il bene per aver famaIntelligenze motrici: Arcangeli Bagliori che danzano e cantano.
Giustiniano, Romeo di Villanova.
Terzo Cielo (Venere) Spiriti amantiIntelligenze motrici: Principati Volteggiano cantando
Carlo Martello d'Angiò, Cunizza da Romano, Folchetto da Marsiglia, Raab.
Quarto Cielo (Sole)Spiriti sapientiIntelligenze motrici: Potestà Danzano e cantano in triplice corona.
San Tommaso d'Aquino, Alberto Magno, Graziano, Pietro Lombardo, Salomone, Dionigi l'Areopagita, Paolo Orosio, Boezio, Isidoro di Siviglia, Beda, Riccardo da San Vittore, Sigieri di Brabante, San Bonaventura, Illuminato da Rieti, Agostino, Ugo da San Vittore, Pietro Mangiadore, Pietro Ispano, Natan, Giovanni Crisostomo, Sant'Anselmo, Elio Donato, Rabano Mauro, Gioacchino da Fiore.
Quinto Cielo (Marte) Spiriti militantiIntelligenze motrici: Virtù Gemme danzanti in una croce luminosa.
Cacciaguida, Giosuè, Giuda Maccabeo, Carlo Magno, Orlando, Guglielmo d'Orange, Rinoardo, Goffredo di Buglione, Roberto il Guiscardo.
Sesto Cielo (Giove) Spiriti giustiIntelligenze motrici: Dominazioni Cantano volando in forma di lettere, poi di aquila.
David, Traiano, Ezechia, Costantino, Guglielmo il Buono, Rifeo.
Settimo Cielo (Saturno) Spiriti contemplativiIntelligenze motrici: Troni.
Si muovono lungo una scala d'oro.
San Pier Damiani, San Benedetto, San Macario, San Romualdo, vari benedettini.
Ottavo Cielo (Stelle fisse) Spiriti trionfantiIntelligenze motrici: Cherubini Luci accese da un sole fulgente.
San Giacomo Maggiore, San Giacomo, San Giovanni, Adamo.
Nono Cielo (Primo mobile) Cori angelici attorno a Dio.Intelligenze motrici: Serafini Nove cerchi splendenti che girano attorno a un punto.
Empireo Tutti i beati
Candida Rosa.
San Bernardo, Eva, Rachele, Beatrice, Sara, Rebecca, Giuditta, Ruth, San Giovanni Battista, San Francesco, San Benedetto, Sant'Agostino, Arcangelo Gabriele, Adamo, San Pietro, san Giovanni, Mosè, Sant'Anna, Santa Lucia, Maria, Dio, la Trinità.