ciao ragazzi questa e' un idea da malato, sicome sono appassionato sia di calcio che di saint seya ho fuso le due cose ovvero se i saint gold fossero una squadra di calcio come starebbero in campo io li farei giocare cosi
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quindi un 3-4-1-2 attacanti: shura:sempre pronto a fare a fette le difese avversarie con precisi fendenti e a tormentarsi in caso di rigori sbagliati milo: una punta da 15 gol a stagione assicurati saga:genio e sregolatezza la sua specialita' sono le punizioni esplosive, chissa' da quale dimensione arrivino centrocampo: ioria: ruggisce sulla fascia sx alla velocita' della luce virgo: meno veloce ma piu' potente elude gli avversari con le sue finte, sempre che si alzi e apra gli occhi doko: l' esperto e lento regista di centrocampo camus: ineguagliabile nel congelare il risultato difesa: aphro: si sa ultimo baluardo del grande tampio e guai a sgualcirlo cancer: dal cartellino facile non guarda in faccia a nesuno con le cattive butta giu' chiunque gli passi vicino aldy: centrale difensivo pronto a sganciarsi per incornare sui calci d'angolo mur: con il suo muro di cristallo.........saracinesca voi avete in mente altri moduli?
Ciao raga ho rivisto la puntata lc 16 dove thanathos fa il tartaros phobia un colpo dai risvolti mitologici, mi spiego meglio ; prima di tutto diciamo chi sono i tartari: I Tatari (o anche Tartari; in lingua tatara: Tatarlar/Татарлар) sono un gruppo etnico di origine turcica dell'Europa orientale e dell'Asia centrale. Il nome deriva da Ta-ta o Dada, una tribù mongola che abitò l'odierna Mongolia del nord nel V secolo. Il termine fu in un primo momento usato per indicare quelle popolazioni che sopraggiungevano dall'Asia e dall'Europa verso l'impero mongolo nel XIII secolo. In seguito esso fu esteso a tutti gli invasori nomadi dell'Asia, fossero essi delle regioni a nord della Mongolia o delle regioni dell'Asia orientale. Nel XX secolo, prima degli anni venti, i russi usarono il nome tataro per designare le numerose tribù degli Azeri e della Siberia I Tatari fanno parte dei 56 gruppi etnici riconosciuti ufficialmente dalla Repubblica popolare cinese.A noi interessa un gruppo etnico della regione cinese dello xinjiang, gli ugundi(e’ bello anche come insulto..sei un ugundo) ,questa regione facente parte del regno Gandhara del grande Alessandro magno c’e il deserto del Takamakar reso noto all’ occidente solo nel ventesimo secolo dalle imprese di esploratori quali lo svedese Sven Hedin e l’ Anglo-ungherese Aurel Stein hanno avuto il coraggio per avventurarsi tra le sue aride dune.Luogo desolazione e morte,considerato il piu’ pericoloso e desolato deserto sabbioso del globo,gia’ temuto in passato dai viaggiatori all’epoca di Marco polo che ne cita le insidie e la malia che turba i sensi il “telesmat” e soprattutto dalla presenza dei Kara neme(la loro icona popolare e’ proprio come quella che vedete nel colpo di Thanatos) gli spettri neri figli del signore della morte dello sciamanismo, Erlik khan, ma e’ qui che sta la vera chicca mitologica: secondo una leggenda bretone circolata in vandea(regione della Francia occidentale) ai tempi della rivoluzione francese, diceva che per le lande si aggirava con il suo carro per prendere i soldati valorosi caduti in battaglia per farne il suo esercito (mito della masnada de Hellequin)il re degli elfi secondo la pronuncia bretone si chiamava Hellequin, secondo la pronuncia germanica Herlenkoning si dice che avesse l’uniforme fatta di tutti i pezzi delle uniformi dei soldati raccolti qua e la per il modìndo e la maschera nera perche’ bruciata dalle fiamme dell’inferno………non vi ricorda qualcuno? Un personaggio del nostro carnevale?………Arlecchino! paura eh……
ciao a tutti avete praticato sport a livello sia amatoriale o agonistico? quali avete fatto? vi dico cosa ho fatto io basket...........poi l'altezza e' diventata un problema ciclismo.....poi la fatica e' diventata un problema calcio..........poi la voglia di g####a ha cambiato le cose(a 16 anni andare a letto presto al sabato per giocare alla domenica mattina?no meglio andare in giro per locali poi ho cominciato a suonare e at salut) ora gioco a calcetto a livello amatoriale,caviglia permettendo
salve raga serei curioso di sapere alcune leggende sulle vostre citta'...........intanto mettp alcune sulla mia che e' modena
la leggenda del Bucamante Alle pendici di Monfestino, dove ha inizio il torrente che forma il torrente Tiepido,la forza dell’acqua ha scavato nella roccia una profonda voragine, che prende il nome di Bucamante e alla quale è legata una drammatica e romantica leggenda. Un umile pastore, innamorato della figlia del castellano, promessa sposa ad un nobile cavaliere, ogni notte era solito cantare melodie d’amore sotto le finestre dell’amata. La ragazza, una sera, rispose a quel richiamo e i due innamorati trascorsero la notte nel bosco, sussurrandosi parole d’amore e scambiandosi eterne promesse. L’alba li sorprese sull’orlo di un orrido profondo, conosciuto allora come il “Pozzo delle streghe”, poiché si credeva che fosse un passaggio segreto per il mondo fatato. Sull’orlo dell’abisso, la fanciulla realizzò che, ormai, era giorno fatto e che le guardie del padre erano già sulle sue tracce: il suo amato sarebbe stato ucciso e lei rinchiusa in convento. L’unico nascondiglio nel quale non sarebbero stati trovati era proprio il pozzo delle streghe. Si abbracciarono forte e si lasciarono cadere nell’orrido. Al loro arrivo, le guardie trovarono il velo azzurro della fanciulla e la cintura di pelle del ragazzo. Dei due amanti, nessuna traccia. Da allora, in ricordo dei due giovani, il pozzo delle streghe, lambito da una fitta selva e dalla roccia brulla venne chiamato Bucamante
IL PONTE DEL DIAVOLO Nel luogo ove si incontrano i confini di tre comuni (Pavullo, Lama Mocogno e Polinago), immerso in un bosco rigoglioso, crocevia di comodi sentieri che lo collegano ai centri abitati più vicini, si erge uno dei fenomeni geologici più rilevanti dell'intero Appennino. Il Ponte del Diavolo è un monolite naturale che unisce i fianchi di un avvallamento, lungo 33 metri, largo tre, con una arcata alta tre metri. Questa è la descrizione scientifica di un monumento naturale che però può anche essere raccontato in modo meno razionale, ma più suggestivo: il nome, per esempio, da che cosa deriva? La magia dei tanti "tre" che ricorrono nelle sue misurazioni; il luogo, posto vicino ad una zona in cui nell'antichità si svolgevano riti pagani. Molte sono le leggende nate intorno al Ponte. Guai a infilare la testa nel foro che si trova in una delle protuberanze che si innalzano come ali sul fianco del ponte! Improvvisamente si vede il diavolo o addirittura può essere tagliata la testa. Secondo un'altra di queste leggende, un tempo viveva da queste parti un agricoltore dal gergo piuttosto colorito. Per raggiungere i propri terreni doveva attraversare un avvallamento che spesso le piogge facevano diventare un torrente, e ciò lo costringeva a fare un lungo giro o rischiare il guado nella corrente impetuosa; un giorno, stanco di ciò, chiese al Diavolo di aiutarlo dicendosi disposto, in cambio, a donargli la sua anima. Naturalmente il Diavolo accettò e di buon grado andò a prendere un bel ponte; mentre lo portava a destinazione, una notte, passando nel bosco, fu attratto da un sabba di streghe che ballavano discinte e con canti melodiosi; tanto era coinvolto dalla leggiadria delle malefiche fanciulle, che non si accorse del sopraggiungere dell'alba: la luce era per lui mortale, quindi dovette fuggire lasciando il ponte proprio ove oggi tutti lo possiamo ammirare. Leggenda popolare naturalmente: ma non è leggenda che il ponte non sia nato qui ma, come attestano i geologi, il ponte è stato qui trasportato da qualche cataclisma naturale o soprannaturale, o da un movimento tellurico, ma perché dobbiamo per forza dare una risposta scientifica ad un fatto che è molto più suggestivo se ripescato da qualche poetica leggenda? In passato queste leggende tenevano lontani i curiosi: solo gente del luogo, geologi, studiosi di storia frignanese passavano di qui. Oggi, che siamo tutti più razionali e distaccati, il ponte è diventato meta di piacevoli escursioni, alla scoperta di uno dei più suggestivi aspetti della nostra montagna. Il Ponte può essere raggiunto da diverse località; venendo da Pavullo, lungo la statale dell'Abetone, si può prendere per Monzone e, arrivati alle prime case, imboccare a sinistra; oppure si può proseguire fino a Montecenere, e dal centro del paese prendere la strada a destra in discesa. Proseguendo ancora, un chilometro circa prima di Lama, e precisamente alla maestà di Casa Ritorno, un tempo luogo di sosta dei pastori nel corso della transumanza, si lascia la Giardini per imboccare a destra la strada che conduce al Ponte; infine possiamo raggiungere la meta da Brandola. Tutti gli accessi sono percorribili in parte in auto, ma gli ultimi tratti solo a piedi, mountain bike o a cavallo. Il ghetto degli ebrei Un quartiere della antica Modena che comprendeva l’attuale piazza Mazzini, mezzo vicolo Squallore, , mezza via Torre e confinava con l’attuale via Taglio era chiamato il ghetto e comprendeva tutti gli edifici dove abitavano gli ebrei modenesi. Il ghetto era circondato da una cancellata che veniva chiusa ogni notte obbligando gli abitanti a non uscire dal loro rione. Ancora oggi se si percorre vicolo Squallore dalla via Emilia si nota che la parte sinistra, tranne alcune aperture chiaramente recenti, non ha porte né portoni. La presenza degli ebrei a Modena è segnalata dal 1205 però la cultura ebraica ha molti aspetti comuni con quella tradizionale modenese. Basti dire che l’ antichissimo modo di dire “a gh’è casche la ghegna” corrisponde esattamente al biblico “concidit vultus suus“ . Le leggende intorno al ghetto sono numerose, si parla di passaggi segreti che collegano piazza Mazzini ad altre parti della città, di tesori, di sotterranei, di formule magiche incise sui muri delle sinagoghe che hanno preceduto quella attuale e, perché no, di un golem, nascosto tra le rovine di una di queste ed attualmente murato in una delle case del ghetto.
IL MISTERO DI GUNDEBERGA Molti scrittori hanno sviluppato la teoria dei “mondi paralleli” di universi, cioè, che esistono contemporaneamente al nostro ma nei quali la storia ha subito diversi sviluppi. Ad esempio potrebbero esistere mondi dove Colombo non ha mai scoperto l’America e Giulio Cesare non è stato ucciso o dove Hitler ha vinto la seconda guerra mondiale. Esisterebbero poi, nella nostra realtà, punti magici, dove due mondi si incontrano e dove sarebbe quindi possibile passare dall’uno all’altro. Se questa ipotesi è vera una di queste porte esiste nel Duomo di Modena e mette in contatto il nostro mondo con uno in cui l’impero romano non è caduto all’inizio del medioevo.Nella cripta del Duomo, infatti, a fianco del gruppo delle statue che raffigurano Sant’Anna che da la pappa al piccolo Gesù, esiste la lapide di una pia donna di origine longobarda, chiamata Gundeberga, morta, secondo quanto vi si afferma il 12 giugno del 570 dopo Cristo. Fino a qui niente di misterioso, ma la lapide continua segnando anche la data secondo il modo usato nell’antica Roma, segnalando cioè sotto il nome dei consoli alla data della morte. Ma nel 570 Roma era già caduta e non esistevano più consoli.
UN VILLAGGIO SCOMPARSO Nella mitica selva Lovoleta, situata in una non precisata zona della bassa tra Carpi e Mirandola, esisteva, tra il IX° e il XII° secolo un ricco e fiorente villaggio, Flexum. Fondato da Longobardi era forse il più importante della zona. I suoi abitanti coltivavano la terra ma, come avveniva nell’Alto Medioevo, traevano la maggior parte del loro sostentamento dal bosco cacciando animali selvatici, allevandovi maiali allo stato brado, raccogliendo radici, frutti, erbe, funghi. La selva Lovoleta era stata a loro assegnata dai re Longobardi ed i loro diritti erano stati confermati in seguito. Ma un bosco così importante interessava anche i monaci di Nonantola che, abili falsificatori, sostenevano documenti alla mano, il loro diritto di proprietà. La causa andò avanti con alterne vicende fino a che, esasperati un giorno a Reggio gli abitanti di Flexum bastonarono il messo imperiale che aveva dato ragione ai monaci. Flexum fu distrutto e del paese si è persa ogni traccia se non quelle sui documenti. Ancor oggi però, nelle notti di nebbia, tra Carpi e Mirandola molti automobilisti raccontano di avere attraversato un villaggio medioevale dai fieri abitatori.Molti dei falsi documenti dei monaci sono conservati a Nonantola, ma anche la biblioteca estense ha un ricco patrimonio di documenti testimonianti le concessioni imperiali a modenesi. LA CASA DELE 100 FINESTRE Una delle leggende piu’ moderne, questa casa situata nella via che porta da vignola a modena una volta appartenuta alla famiglia Negri ora appartiene a un gruppo bancario la leggenda narra che la famiglia una notte si suicido impiccandosi a parte il figlio ultimo genito di cui i vicini sentirono il pianto(ma di fatto nessuno dei corpi fu mai trovato) da allora si dice che la casa di giorno abbia 99 finestre ma dopo la mezzanotte appare la centesima e si ode il vagito di un bambino
mi e' venuta in mente l'idea: quali cavaglieri potrebbero suanare in un gruppo,ho 2 formazioni: genere prog: orfeo-lead guitar mime-lead guitar pharao-bass(lo vedo come basso a 6 corde) libra-drums(sara' per via degli scudi che a me sembrano 2 crash) syrye-vocals and flute genere metal: tanatos-lead guitar pharao-bass thor-drums radamante-vocals pandora-guitar and vocals avete qualche altro accostamento?
salve o da porvi una domanda,vedendo la punta della serie eliseo dove in aiuto dei bronze saynt arrivano le 5 armature d'oro ho dedotto che i 5 bronze fossero i sucessori e futuri possessori delle 5 gold;perche' sagitter-pegasuss libra-sirio aquarius-crystal gia' si sapeva virgo-andromeda ci sta visto la possessione di hades ma phoenix-leo no sarebbe stato meglio se fosse arrivata l'armatura dei gemelli secondo me superiore a quella del leone e poi piu' adatta a phoenix visto che ha combattuto anche contro tutti e due e in comune hanno il colpo illusorio. voi cosa ne pensate?
metto qui questo topic perche' ne ho visto uno simile se e' il posto sbagliato scusate. spiega le 12 case dello zodiaco durante la vita di un individuo LA PRIMA CASA - dell'Ariete e di Marte Parole chiave: Motivazione psicologica, benessere
E' la casa più importante del tema natale perché segna l'Ascendente; è in questa casa che si rivelano la personalità, la salute e il benessere, insieme alle attitudini e al temperamento. Un pianeta in prima casa ha una potente influenza sulla personalità, connotando in maniera significativa sia le caratteristiche dell'Ascendente, sia ciò che riguarda la casa stessa.
LA SECONDA CASA - del Toro e di Venere Parole chiave: Possesso, sentimenti
La seconda casa ci parla delle attitudini verso la sicurezza, il possesso, come affrontare il rapporto con il partner. A secondo del pianeta che transita in questo casa può succedere che la persona amata o un bambino siano considerati come una proprietà.
LA TERZA CASA - dei Gemelli e di Mercurio Parole chiave: Fratelli, sorelle, trasporti, ambiente, studi inferiori
E' la casa dei parenti più prossimi; dà informazioni circa gli studi, sul tipo di lettura che più ci appassiona, la capacità di comunicare, i rapporti quotidiani, l'ambiente in cui si vive. La terza casa è in relazione all'uso della parola, può essere usata per comprendere in che modo un individuo ha la possibilità di esprimersi pienamente.
LA QUARTA CASA - del Cancro e della Luna Parole chiave: Casa, ambiente domestico, genitori
Qui ci addentriamo nel regno del focolare domestico e il ruolo dei genitori è messo a fuoco. Attraverso questa casa osserviamo il modo in cui è vissuto il rapporto con la famiglia; emergerà il modo in cui il bambino vede i genitori ed il rapporto con ciascuno di essi. La quarta casa ci parla anche del luogo d'origine
LA QUINTA CASA - del Leone e del Sole Parole chiave: Creatività, piacere, figli, amori, assunzione di rischi, il padre
Si tratta della casa della creatività, non necessariamente legata all'arte; può esprimersi anche attraverso semplici abilità come ad esempio cucinare o badare alla manutenzione dell'auto. In questa casa si legge l'attitudine ad essere madre o padre, l'istinto materno e paterno, la capacità di procreare e di essere genitore; essa si occupa del rapporto che i genitori hanno con i figli. In questa casa vivace e positiva scoprirete anche il modo in cui si manifestano gli istinti affettivi. I pericoli inerenti alla quinta includono l'eccessivo ottimismo e la sfrontatezza.
LA SESTA CASA - della Vergine e di Mercurio Parole chiave: Salute, alimentazione, attività fisiche e ricreative, lavori quotidiani
Questa è la casa della salute, dell'alimentazione e delle attività fisiche; ha perciò un'influenza rilevante sul nostro benessere in senso lato. Da questa casa è possibile capire se una persona è disciplinata e sistematica, se è schiava delle abitudini o vittima della propria disorganizzazione.
LA SETTIMA CASA - della Bilancia e di Venere Parole chiave: Associazioni, relazioni, matrimonio
Questa è la casa dei rapporti affettivi. La settima casa, sinonimo di impegno, riflette uno dei più radicati bisogni di una persona, quello cioè di unirsi a un'altra; indica perciò quale tipo di partner cerca il soggetto e, dato il rapporto simbolico di questa casa con la Bilancia, fornisce informazioni circa l'equilibrio nelle relazioni, quanto queste siano necessarie, e quanto il soggetto sia autonomo o dipendente.
L'OTTAVA CASA - dello Scorpione e di Plutone Parole chiave: Sesso, eredità, investimenti
L'ottava casa si riferisce ai beni ricevuti in eredità: è inoltre la casa della ricerca interiore, e indica la disposizione dell'individuo nei confronti della morte e dell'aldilà. L'ottava è la casa della forza vitale, dove tutti gli istinti, compreso quello sessuale, sono messi a fuoco; la tradizione afferma che è anche la casa del crimine, della ricerca scientifica e delle qualità investigative.
LA NONA CASA - del Sagittario e di Giove Parole chiave: Studi superiori, lunghi viaggi, ideali, sogni, sfide
La nona casa riguarda gli studi superiori, la capacità di comunicare e di estendere le facoltà della mente; qui conosciamo quale visione del mondo ha l'individuo, se idealista e filosofica, e le sue opinioni su argomenti di tipo spirituale. In pratica è alla nona che dobbiamo guardare quando esaminiamo il caso di un abbandono scolastico o la decisione di proseguire gli studi o se ci viene posta una domanda su un viaggio.
LA DECIMA CASA - del Capricorno e di Saturno Parole chiave: Aspirazioni e ambizioni
Questa è la casa delle aspirazioni e dell'autorità, ovvero come esercitiamo tale ruolo quando ci viene delegato; pone l'accento sulle condizioni sociali di un individuo, sui valori della famiglia, la tradizione, il senso del dovere e tutto ciò che è al di fuori del focolare domestico.
L'UNDICESIMA CASA - dell'Acquario e di Urano Parole chiave: Vita e coscienza sociale, obiettivi, amici
Qui troviamo rappresentati gli amici e la vita sociale, gli obiettivi riguardanti la propria vita, la sensibilità alla sofferenza del mondo che ci circonda e ai problemi ecologici. Non è una casa molto potente, ma aggiunge una dimensione in più quando si osserva la personalità di qualcuno in rapporto agli altri.
LA DODICESIMA CASA - dei Pesci e di Nettuno Parole chiave: Solitudine, isolamento, fede, istituzioni.
E' la casa della fuga dalla realtà e dell'isolamento; collegata per tradizione agli ospedali e alle prigioni. Governa tuttavia aree forse ancora più importanti. Questa è un potente indicatore della natura dell'inconscio e delle radici profonde di questioni psicologiche. La dodicesima riguarda anche il sacrificio, argomento ricorrente nell'analisi di temi con forti valori provenienti da questa casa. Quindi secondo me pegasus e compagni sono la metafora dell'uomo da qundo nasce,prima casa dove mur gli rigenera l'armatura fino alla 12 dove giace quasi morente nel giardino di demon rose, se si e' nel giusto e si hanno solidi ideali quali l'amore la giustizia e il sacrificio ,circondati dai giusti amici si possono raggiungere tutti i traguardi anche quelli che si pensano irrangiungilbili se si e' uniti per la stessa causa.
salve a tutti volevo citare due chicche mitologiche su questi due cavaglieri: avete notato che l'armatura di sorrento e' simile a un ucello,questo perche' rappresenta una sirena,le sirene nella mitologia greca sono rappresentate come ibribi meta' donne e meta' animali non necessariamente un pesce, le sirene greche erano tre lucosia,ligia, e partenompe quest'ultima abitava nel golfo di napoli(per questo i napoletani si chiamano partenopei) nei pressi di sorrento. per quanto riguarda cancer e' una figata che abbia fatto addestramento in sicilia perche' secondo dante uno degli ingressi dell'inferno e' il cratere dell'etna quindi per cancer che ne e' il guardiano della soglia non ve posto piu' azzeccato
ciao a tutti sono ligardo e come voi sono appassionato dai cdz sono nato sotto la costellazione del capricorno, tra le mie passioni ci sono la musica(suono il basso elettrico in un gruppo trash-metal) l'astrologia e il mondo antico , e gli anime.