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Autore Topic: Contest Mitologico III Edizione! [racconto 1/6]  (Letto 1863 volte)

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Offline nfscarbon4

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Contest Mitologico III Edizione! [racconto 1/6]
« il: 12 Dicembre, 2009, 14:31:34 pm »
RACCONTO N°1

Il vero grande amore di Afrodite
Afrodite, dea della bellezza, dei giardini e dell'amore viveva beatamente sull'Olimpo svolgendo le sue mansioni divine per l'umanità e vezzeggiandosi nella perenne ammirazione per la sua persona, la vanità infatti era un suo grande difetto.
Un giorno presso un lago a lei sacro scorse le ninfe spaventate che la invocavano fuggendo, la dea subito accorse per vedere cosa stesse succedendo e vide una divinità in un certo qual modo a lei familiare: con indosso una lucente armatura ed un vermiglio mantello davanti a lei vi era un dio affascinante dai capelli mori e gli occhi verde smeraldo, il cui sguardo fiero, altero e glaciale colpì la dolce dea dell'amore che non era certo abituata ad una tale vista.
"Quale dio sei tu che osi dissacrare questo luogo a me sacro-disse Afrodite amareggiata e con gli occhi pieni di lacrime-cosa mai ti ho fatto per recarmi tale offesa?"
Il dio seccamente rispose:"Ares è il mio nome, signore della guerra e dio amato dagli uomini, vedo che già ti sei scordata di me e questo è male: avresti dovuto aspettarti questo ed altro da parte mia!"
Afrodite:"Sei tu Ares, quanto tempo è passato dall'ultima volta che ci siamo visti...Non mi dirai che ancora ti brucia l'offesa che ti arrecai involontariamente?"
Molti anni addietro infatti la dea, parlando con Atena sugli dei più aitanti e virtuosi dell'Olimpo, espresse un parere sfavorevole sul dio della guerra che definì rozzo, incivile e trasandato, sfortuna volle che nei pressi della dimora di Atena ci fosse proprio Ares, che stava andando a visitare la sorella, il quale, ascoltando tutto ciò, irruppe nella sala di Atena e aggredì verbalmente Afrodite dicendole che si sarebbe vendicato. Da allora evitò di accuratamente di incontrarla e la dea dimenticò quell'episodio, mentre Ares lo tenne ben presente nei suoi pensieri e nel suo cuore.
Ares:"Più che altro mi sento beffato da te che dopo avermi ingiuriato così pesantemente ti sei presa come sposo il dio più brutto e deforme dell'Olimpo".
Afrodite era stata costretta dalla vile manovra i Efesto ad acconsentire alle nozze e al termine della cerimonia nunziale, alla quale l'unico dio assente era proprio Ares, aveva fermamente dichiarato che per le il matrimonio era solo formale e non lo avrebbe mai consumato, infatti fece subito dividere in due ali separate la splendida dimora che Efesto aveva fatto costruire ed ornato personalmente per loro. Erano passati già diversi anni dal quel matrimonio fittizio ed Afrodite conduceva la solita vita ignorando completamente il marito e rivolgendogli qualche parola formale quando lui andava a farle visita. Le parole di Ares dunque la colpirono nell'orgoglio e stizzita rispose:
"Sai bene che le mie nozze sono tali solo nella forma ma nei fatti assolutamente no! Ho dovuto acconsentire al ricatto che Efesto fece a tutti gli dei dopo aver usato l'infame trucco del trono che imprigiona! Come osi dunque criticarmi!?!!"
Ares sarcastico ridendo rispose:
"Col diritto che mi è proprio dopo aver ricevuto le tue offese: guardami ora e dimmi se sono ancora così ripugnante ai tuoi occhi! Se tu allora non fossi stata così crudele e spregevole forse neanche saresti sposata con quel dio storpio!"
Afrodite era allibita...che dunque Ares l'amasse da tempo? Che le sue parole di allora lo avessero fatto immensamente soffrire poichè era innamorato di lei? Che lei, la dea dell'amore, non avesse notato i sentimenti sinceri del dio poichè stupidamente si era fermata alla mera apparenza? Che ora si sentisse profondamente pentita anche per il fatto che, alla subitanea vista del dio, il suo cuore sussultò come mai aveva fatto prima dando un chiaro segno dell'amore che in lei era nato per lui?
La dea continuava a fissare l'affascinante dio della guerra in silenzio e continuando a porsi mentalmente le stesse domande, Ares con passo deciso si avvicinò a lei e giuntole accanto con forza e passione la strinse a sè baciandola a lungo con infinito ardore.
Ares:"Che questa si la tua punizione! E ora addio: non ci rivedremo mai più!"
Afrodite era scossa, emozionata, felice e al tempo spaventata dal turbinio di emozioni che il gesto del dio le aveva procurato, rimase quindi in silenzio mentre Ares svaniva....
Passarono i giorni, i mesi e gli anni ma di Ares nessuna traccia se non per i racconti che sentiva dagli altri dei, da quel giorno Afrodite era cambiata: molto più caritevole e gentile con tutti ma in certi periodi triste, sconsolata e sospirante giacchè proprio lei che era la dea dell'amore si vedeva negato l'amore stesso che nel suo cuore ardeva come fuoco perpetuo per Ares.
Come avveniva ogni duecento anni Zeus convocò il concilio delle divinità e in quell'occasione sicuramente Afrodite sapeva che avrebbe rivisto l'amato: cosa mai avrebbe potuto dirgli? Come si sarebbe dovuta comportare? Queste domande insieme all'ansia felice nata dalla notizia che certamente lo avrebbe rivisto l'accompagnarono sino al giorno del concilio. Efesto intanto sospettava da anni di Afrodite poichè aveva notato da tempo i suoi cambiamenti di umore: il dio era ormai rassegnato al fatto che il loro fosse solo un matrimonio formale ma, se poteva sopportare le scappatelle della moglie con uomini mortali, non poteva ammettere un tradimento fatto con un altro dio, preparò quindi una trappola certo del tradimento della moglie, che invece ancora non aveva fatto nulla, che consisteva in una fine rete indistruttibile nella quale sarebbero stati imprigionati i due amanti. Il dio del fuoco e dei metalli sorvegliava quindi attentamente Afrodite e di nascosto la seguiva ovunque già da un po' quando infine giunse il giorno del concilio durante il quale si accorse degli sguardi infuocati che la moglie rivolgeva a suo fratello Ares, furente dunque si preparò a cogliere in trappola i due.
Terminato il concilio gli dei uscirono dal palazzo di Zeus e Afrodite seguì Ares nel giardino degli eroi dove si ritrovarono soli l'una di fronte all'altro: si guardarono a lungo in silenzio fino a che la dea in lacrime si gettò tra le braccia del suo amato. Ares incredulo indugiò un po' prima di ricambiare quell'abbraccio: possibile che la più bella di tutte le dee si fosse davvero innamorata di lui e del suo scontroso carattere? Non stava sognando? Che fare?
Ares ricambiò poi l'abbraccio stringendo Afrodite tra le sue forti braccia e scaldandole il cuore con il suo grande amore, la baciò a lungo e poi prese tra le sue mani il volto della dea: non ci sono parole per esprimere l'intensità dei loro sguardi, la grande passione ed il grande amore che li univa.
Improvvisamente dei corvi gracchiarono e quando i due dei guardarono verso l'alto già la rete di Efesto era prossima a loro cadendo dall'alto: i due pertanto si ritrovarono intrappolati e stretti nella morsa dei fili di metallo sottili. Ares imprecò e strinse a sè Afrodite quando da dietro una grande quercia comparve Efesto indignato e sarcastico:
"Così dunque, fratello, mi tratti? E tu moglie fedifraga cos'hai da dire? Oh dei dell'Olimpo accorrete e assistete al disonore che ha colpito la mia casa e la dignità di voi tutti!":
Ares pazzo d'ira si rivolse ad Efesto:"Tu scempio della natura infido come una serpe come osi esporre tua moglie al pubblico disprezzo?!?!"
Efesto:"Ne ho tutti i diritti: che le piaccia o meno io sono suo marito ed esigo da lei rispetto! Non m'importa cosa pensi lei di me ma tu, fratello pagherai caro questo affronto!".
Ares:"E sia dunque: liberami e battiamoci a duello ma lascia andare Afrodite!".
Nel frattempo erano accorsi alle grida di Efesto tutti gli dei che vedendo Ares e Afrodite intrappolati nella rete di fine metallo ebbero due diverse reazioni: gli dei risero della scena quasi fosse uno scherzo mentre le dee indignate per la sorte di Afrodite si rivolsero duramente al dio del fuoco e dei metalli.
Atena:"Fratello scellerato cos'altro vuoi far patire alla povera Afrodite?
Era:"Figlio mio che cosa mai è questa messa in scena? A tal punto sei accecato dalla gelosia e dall'invidia per tuo fratello? Forse non sapevi sin dall'inizio che Afrodite non ti amava? Le vuoi impedire dunque anche di essere felice?
Artemide:"Spregevole dio che hai obbligato la più bella e leggiadra delle dee ad unirsi in matrimonio a te col ricatto! Ancora dunque usi taluni trucchi infami per tormentarla?".
Efesto era schockato per questa reazione, nessuno degli dei lo capiva: o era deriso o insultato! Sbottò allora in urla e recriminazioni riguardo ad Ares e Afrodite: le dee se ne andarono e gli dei cercarono di calmarlo ma senza nessun risultato, allora Poseidone e Zeus gli proposero di chiedere come risarcimento una grossa multa da Ares. A queste parole il dio accondiscese e liberò i due amanti, Ares fece solenne giuramento di pagare la multa stabilita e Afrodite mentre la dea così si rivolse al marito:
"Stupido essere storpio che nemmeno voglio chiamare dio: già mi costringi a dividere la stessa dimora con te pensi forse di costringermi ad amarti? Mai sia e di fronte al sommo Zeus infine dichiaro che l'unico amore della mia mia vita è Ares con il quale certo non potrò abitare ma con cui passerò la maggior parte del tempo! Rassegnati dunque e non osare più rivolgermi la parola! Io ed Ares staremo insieme in luoghi segreti o privati in modo da non recare offesa al tuo insulso e stupido orgoglio se questo può renderti felice....non sei altro che un essere meschino e miserabile!".
Detto questo la dea si inchino a Zeus e così fece Ares, dopo di chè i due si allontanarono insieme.
Indignato Efesto si rivolse al padre degli dei:
"Sommo Zeus li lasci andare così impuniti? Non vedi come mia moglie mi manca di rispetto?".
Zeus:"Efesto che questo ti serva di lezione: col ricatto sposasti Afrodite, secondo le leggi Ares ti risarcirà ma secondo le leggi se i due si incontrano in luoghi nascosti o in privato tu non puoi far nulla ed è giusto così, pensavi forse di costringere al da dell'amore ad amarti? Folle sei dunque se questo è il tuo pensiero".
Il padre degli dei si allontanò col fratello Poseidone lasciando Efesto rabbioso ed impotente presso la quercia del giardino delgi eroi.


RACCONTO N°2 ---> LEGGI
« Ultima modifica: 19 Dicembre, 2009, 13:41:38 pm da nfscarbon4 »
Una volta serbavo molto rancore per il mio destino. Però ora provo solo gratitudine!
In un attimo così breve della vita rispetto all’immensità del tempo, ho avuto la fortuna di incontrarvi.. fratelli!

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Contest Mitologico III Edizione! [racconto 1/6]
« il: 12 Dicembre, 2009, 14:31:34 pm »