Saint Seiya GS - Il Forum della Terza Casa


Autore Topic: Serie Fate/Stay Night  (Letto 196926 volte)

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Offline Gilgamesh

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Re: Fate stay night + Fate Zero
« Risposta #1200 il: 06 Luglio, 2013, 22:13:24 pm »
Pronto anche il secondo "prologo".
Contate, però, che questo è il capitolo pilota della serie, quindi rischiano di esserci delle differenze tra quello che viene detto qui e quello che verrà poi narrato nei prossimi capitoli. L'unica cosa che sapevo già essere differente l'ho modificata per renderlo coerente (venivano citate quattro guerre del graal, mentre Apocrypha poi si è evoluta come una storia in un universo parallelo a quello della serie canonica, dove le guerre si sono fermate alla terza perché... ma lo scoprirete nella prossima puntata :ya: )

UNBIRTH
Spoiler
Il savio gridò. "Apriti, porta del Paradiso. Benedicici e concedici i tuoi miracoli!"

*************

Era un luogo eternamente abitato da desideri.

Gola e lussurira generavano avarizia e sete di gloria, che a loro volta creavano violenza e truffe. E tutti si gettavano a braccia aperte in quell'Inferno infinito.

Gli uomini vendevano la loro violenza, le donne vendevano i loro corpi.

Gli uomini vendevano i loro corpi, le donne il loro onore.

Deridere, ed essere derisi; divorare, ed essere divorati; schernire, ed essere scherniti; ferire, ed essere feriti; violare, ed essere violati.

Questo era Shinjuku.

Un luogo che brillava davvero solamente nell'oscurità della notte.

Una guerra alla morte mai vista prima, e che mai più verrà vista, tra maghi che avevano guadagnato il diritto di essere definiti "Master", ed eroi da loro evocati chiamati "Servant": questa era la Guerra del Graal.

A shinjuku abitava uno di questi maghi, e si stava preparando per l'imminente battaglia.

Qualcosa, però, non andava per il verso giusto.

Non era ancora riuscito ad evocare il suo Servant.

Un circolo magico era stato tracciato con sangue umano sul tetto di un condominio.

Il circolo inciso brillava scarlatto - ma improvvisamente si spense, come se qualcuno avesse tranciato la sua fonte di energia.

"Non funziona..."

L'uomo abbassò le spalle, deluso.

Davanti a lui stavano quattro coltelli dalla forma bizzarra e due coltellacci da macellaio.

Erano le reliquie necessarie all'evocazione del Servant.

Usando le sei lame usate da quel Serial Killer il mago aveva cercato di evocare il Servant... ma aveva fallito.

"Non è sufficiente, decisamente non è sufficiente"

Normalmente avere un oggetto legato alla leggenda dello Spirito Eroico sarebbe stato sufficiente ad evocare quello specifico Servant.

Ad esempio il fodero della spada un tempo impugnata dal Re dei Cavalieri.

O forse la pelle fossile della muta del primo serpente che abbia strisciato sulla Terra.

Preparando qualcosa del genere, evocare uno specifico Servant sarebbe relativamente semplice.

Ciononostante due fattori portarono al fallimento dell'evocazione in questione.

Il primo era l'abilità dell'evocatore come mago. In questa Guerra del Graal, completamente diversa dalle precedenti, quattordici maghi avevano assunto il ruolo di Master, il che imponeva anche la presenza di quattordici Servant, il doppio rispetto alla norma.

Il rituale di evocazione prevedeva che l'evocazione del Servant venisse eseguita utilizzando unicamente il potere del Graal, e che il compito del mago fosse quello di ancorare lo Spirito Eroico ad una forma fisica. In quest'occasione però i poteri del Graal potevano supportare solo metà dell'evocazione, ed il resto doveva essere eseguito dal mago stesso.

E sfortunatamente il mago in questione era solo un mago di serie B.

Un altro problema era la debolezza dello Spirito Eroico che stava cercando di evocare: era debole, anche se solo in termini di notorietà, dato che era esistito appena centoventi anni prima.

Nonostante la sua indubbia fama, non poteva certamente paragonarsi ad uomini che venivano acclamati come eroi o addirittura divinità.

Per farla breve, era necessario qualcos'altro che aiutasse l'evocazione.

"Cosa posso fare?" si lamentò l'uomo, grattandosi il capo. Dopo un breve istante, gli venne un'ottima idea: le sei lame si erano specializzate nello svolgere un determinato 'compito'.

Quindi la domanda era: quand'è che quelle armi esercitavano la loro funzione storica? La risposta era, ovviamente, quando venivano usate. Avrebbe creato una situazione dove quelle armi letali avrebbero potuto essere utilizzate, aumentando così la connessione con il Servant ad un livello tale da permetterne l'evocazione.

"In sostanza mi serve una donna"

Non gli ci volle molto per pensare ad una candidata ideale. Non conosceva forse una ragazza che si guadagnava da vivere vendendo il proprio corpo, e che ora condivideva l'appartamento con lui? Era una donna sulla quale aveva lanciato un incantesimo di suggestione quando si era trasferito nella città, e quindi non aveva problemi ad usarla come una pedina sacrificabile.

"Molto bene, mettiamoci all'opera"

Mentre riduceva in cenere il circolo magico che aveva tracciato sulla cima del condominio i suoi occhi passarono dall'espressione glaciale propria di un mago a quella calda ed innocente di un giovane ragazzo, quelli di un albergatore di nome Hikaru. Sagara Hyouma, questo era il suo vero nome, si confuse tra la folla nella città del peccato.

*************

Rikudo Reika trovava strano il suono del suo cuore. Quando batteva, era un segno che lei era viva. Senza quel suono il suo cervello, i suoi organi e le sue membra sarebbero state solo carne morta.

Quel piccolo muscolo della dimensione di un pugno, che sembrava poter gestire poco altro che quel flebile suono, in realtà permetteva ad una persona di sopravvivere. Reika non poteva farci nulla, lo trovava strano.

Nessuno vive, al limite è il cuore che gli permette di farlo. Formulava questi pensieri confusi allo stesso modo in cui aveva sempre vissuto, facendosi trasportare da loro. Ancora non capiva quale scopo aveva la sua vita, forse perché non aveva una famiglia. O forse perché aveva subito abusi fin da quando era stata adottata, o ancora perché quand'era una bambina non poteva fare nulla. Reika non sapeva nulla.

Ma anche se non sapeva nulla, era chiaro persino a lei che un essere umano, per sopravvivere, aveva bisogno di denaro. Così aveva deciso di vendere il suo stesso corpo e, per sua fortuna, non aveva mai avuto problemi con i suoi clienti.

Perché qualcuno come lei aveva acconsentito senza battere ciglio ad andare a vivere con un albergatore, che ne era rimasto colpito a prima vista, quando sapeva benissimo come sarebbe andata a finire?

Neppure Reika sapeva perché l'aveva fatto, ma dato che pensarci troppo le faceva male alla testa smise di farlo. Sagara Hyouma era un uomo gentile, almeno non le faceva del male. Al massimo le chiedeva piccole somme di denaro e mai senza farle minacce: le sue erano semplici richieste.

Per qualche motivo Reika non poteva rifiutarsi di acconsentire a queste richieste, l'idea non le era neppure mai passata per la testa. Non lo capiva neppure lei, ma forse si trattava di quello che le altre persone chiamavano "amore".

Reika la pensava così, e ne era felice. Un giorno l'uomo avrebbe potuto svegliarsi da solo. Oppure avrebbero potuto continuare la loro storia d'amore, chissà. Sposarsi? Avere figli? Diventare una famiglia? Forse divorziare?

Tutte queste eventualità erano così remote che per Reika era una seccatura pernsarci. Non poteva prevedere cosa sarebbe successo alla sua vita nei giorni a venire, ma almeno avrebbe potuto sopravvivere al giorno successivo. E sapeva che era sbagliato.

*************

"Ehi, Reika! Mi stai ascoltando?"

Sentendo i leggeri tocchi di un dito sul suo viso Reika volse i suoi occhi chiari sul viso dell'uomo. Cercò di tirarsi a sedere, ma qualcosa le impediva di farlo: le sue caviglie erano legate da una corda.

"Che cosa succede?"

Reika rivolse la domanda a Hyouma, l'uomo con cui viveva, che posò su di lei uno sguardo freddo, uno sguardo che non gli aveva mai visto. Già, quegli occhi... Reika li conosceva bene, erano gli occhi di qualcuno che stava per far ricorso alla violenza. Erano occhi che si riservava ad un'esistenza ritenuta inutile. Ma perché guardarla così, all'improvviso? Anche se lo aveva amato. Anche se lo amava ancora.

"Perché funzioni dovrò ricostruirla"

Per qualche motivo la sua voce fece raggelare il sangue di Reika.

"Ri... costruirla?"
"Già, ricostruire la scena del crimine. Temo che sia questo ciò che serve per evocarlo. Devo fare a pezzi una donna del tuo stampo, usando i suoi coltelli."
"Cosa...?"

Per poter sopportare la violenza, bisogna fare in modo che il proprio cuore venga forzato in uno stato come di morte temporanea. Era questo ciò che aveva sempre fatto, e ciò che pensava di fare anche quella volta. Però Hyouma aveva detto di volerla fare a pezzi. Cosa significava? Cosa voleva dire parlando di "farla a pezzi"?

"Perfetto, il circolo magico è completo"

L'odore di sangue, a cui gli abitanti di Shinjuku erano comunque abituati, fece battere il cuore di Reika ancora più forte mentre andava incontro alla morte. Hyouma sollevò la sua mano marchiata da uno strano tatuaggio, senza notare il cambiamento nell'espressione di Reika, ed iniziò a recitare delle parole.

"Completa, completa, completa, completa, completa! Ripeti cinque volte, e polverizza l’iscrizione al termine"

E' come se fosse un incantesimo, pensò Reika. Anche se non si trattava di parole inquietanti, un grido d'angoscia salì alle labbra della ragazza.

"Gli elementi sono ferro e argento. Il benefattore è l’arciduca del contratto. Il patriarca è il venerabile maestro §§§§§§. Una barriera, che impedisca al vento di scorrere. Chiudi i cancelli di tutte e quattro le direzioni, abbandona la Corona e circola nelle tre vie che conducono al Regno"

Hyouma afferrò un pugnale.

"Per favore..."

Mentre il suo presentimento si trasformava in certezza, Reika parlò con voce spezzata, scuotendo la testa, ma Hyouma non replicò. La punta del pugnale scorse nell'aria sopra il corpo di Reika, senza toccarla, ma l'uomo non stava esitando: si limitava a scegliere dove colpire. Non doveva ucciderla con un solo colpo: se doveva ricostruire i brutali omicidi, aveva bisogno di ucciderla nel modo più doloroso possibile. Finalmente decise dove colpire.

"Proclamo che il mio corpo rivestirà il tuo spirito, che la tua spada vincolerà il mio destino. Se seguirai la mia volontà, e rispetterai il mio giudizio in merito all’ottenimento del Santo Graal, concediti a me!" urlò Hyouma, mentre sollevava ancora più in alto il pugnale.

Il braccio destro di Reika inviò un segnale al cervello.

"Uh...?"

Un istante dopo venne percorso da un intenso dolore e Reika urlò, mentre un intenso calore percorreva tutto il suo corpo e lo ustionava, irradiandosi dal punto in cui il pugnale l'aveva colpita.

"Fa... male... Fa male!"

Nessuna delle volte in cui era stata maltrattata in precedenza poteva competere con quel dolore.

"Segue il sacramento!"

Un'altra volta il pugnale scese, colpendola all'addome.

"Ah...!"

Non ci fu alcun segnale, a differenza della prima volta, il dolore si moltiplicò all'istante. Reika urlò, mentre sentiva la vita scivolarle via tra le dita. Parole che mai prima d'ora avevano sfiorato i suoi pensieri ora inondavano la sua mente.

"Io incarno il Bene, ideale ed immutabile. Io reprimo il Male, assoluto ed eterno"

Il colpo seguente calò sulla sua spalla sinistra, accompagnato dalla morte della voce che quasi fin dal principio aveva pregato il mago di smetterla.

"Tu, che impersoni il potere della Trinità, che orna i Sette Cieli, sortisci dal tuo ciclo confinante, o Guardiano dell’Equilibrio!"

Il pugnale calò verso la testa della ragazza, che in quell'istante capì finalmente che stava davvero per morire. La paura esplose dentro di lei, percorrendole tuto il corpo.

'No, non voglio...'

Non voleva morire in quel modo, a causa di quell'incredibile violenza, in quell'incredibile disperazione. Quanti secondi le rimanevano prima che il pugnale ponesse finalmente termine alla sua vita?

'No. Non voglio. Non voglio, non voglio, no, no, no no no no no no!'

"NO!"

Un pugnale era stato infilzato nella sua mano destra, ed infisso saldamente nel pavimento. Raccogliendo tutte le forze che le erano rimaste afferrò la lama con la mano ferita, la estrasse dal pavimento e la scagliò in un fendente verso il viso di Hyouma.

L'uomo interruppe l'incantesimo mentre il dolore gli percorreva il viso. "Lurida cagna...!"

Pronunciando parole che delle parole non riuscivano più ad assumere la forma, Reika brandì di nuovo il coltello. Hyouma la guardò con odio e la colpì con un calcio allo stomaco, dove un altro coltello era ancora piantato. Fu il colpo finale, che interruppe tutte le funzioni vitali della ragazza: Reika crollò all'interno del circolo magico, ancora cosciente e più cosciente che mai forse proprio a causa del dolore.

Il circolo magico però non cambiò, non brillò neppure.

"Quindi devono essere cinque persone? O forse dovrò ucciderne tredici? Merda, che seccatura"

Hyouma batté il piede al suolo mentre si girava i capelli in un dito mentre Reika lo guardava, con un getto di sangue che le partiva dalla bocca.

"Gah..."

Il suo cuore batteva sempre più forte, tentando di continuare a garantire all'esistenza chiamata Rikudo Reika di sopravvivere. Il dolore, tuttavia, aveva superato da lungo quanto umanamente sopportabile.

Poco a poco, lo sapeva, il suo corpo stava interrompendo funzioni sempre più importanti per la sopravvivenza. Però non riusciva a trarre conforto dallo star perdendo i sensi, e quindi la capacità di provare dolore. La vita le stava sfuggendo sempre di più, istante per istante. Non sapeva come mai stava sopravvivendo. Non sapeva perché le era permesso di continuare a vivere. Schiacciando ogni dubbio che l'aveva attanagliata per tanti anni, formulò una semplice risposta: voglio sopravvivere.

Era il suo desiderio di vivere che la teneva aggrappata alla vita. Era il suo desiderio di non morire, soprattutto di non morire così dolorosamente. Dopo una vita di disperazione, faccia a faccia con la morte abbracciò il primo desiderio che avesse mai coltivato. Voleva sopravvivere perché sì. Non voleva morire semplicemente perché no. Era tutto lì, semplicemente. Una verità tremendamente semplice.

"Non... voglio... morire"

Una singola goccia di sangue cadde all'interno del circolo magico... e nell'istante sccessivo dal circolo fuoriuscì una tremenda tempesta di potere. Hyouma poteva sentirlo, un turbine di Prana incredibilmente possente, il preludio dell'avvento di un terribile mostro in questa realtà!

"Ce... ce l'ho fatta?"

La voce del mago era percorsa di gioia.

'Vuoi vivere, vero?'

Era una bellissima voce, appartenente ad una giovane fanciulla, e parlò non a Hyouma ma a Reika. Senza esitazione, Reika rispose.

'Sì, voglio vivere'

Reika espresse il suo desiderio, vi si aggrappò disperatamente. E la tenera voce le rispose.

'Bene. Lo capiamo. Sigilliamo il contratto, madre'

Il circolo si attivò ed il Prana si addensò in un solo punto, accompagnato da una luce scarlatta. Reika fissò affascinata lo spettacolo e Hyouma lo accompagnò con un grido d'esultanza.

"Ha funzionato? Ce l'ho fatta! Ce l'ho fatta!"

La voce della ragazza lo raggiunse mentre stava saltando di gioia.

"Domanda... sei tu ad averci evocate?"

Hyouma si bloccò, sorpreso dalla voce che stava sentendo: non era quello che si aspettava. Dopo tutto era impossibile che il più famoso serial killer di tutti i tempi fosse una ragazzina.

"Che... ho sbagliato qualcosa?"

Hyouma fissò, pieno di rabbia, la minuta ragazzina dai corti capelli d'argento che stava emergendo dal circolo magico. I suoi profondi occhi azzurri fissarono il mago con scarso interesse, mentre scuoteva la testa.

"No, nessun errore. Ci hai evocati. Hai evocato esattamente chi desideravi"
"Quindi tu saresti..."
"Esatto. Assassin, il Servant che desideravi evocare. Jack lo Squartatore, questo è il nostro nome"

Di nuovo il viso di Hyouma fu invaso dalla gioia.

"Ce l'ho fatta... ho evocato quello giusto!"

Hyouma capiva perfettamente di non essere portato al combatmento diretto. Le particolarità della magia che per generazioni era stata trasmessa nela sua famiglia erano camuffamento e suggestione, e ciò fece guadagnare alla sua famiglia l'epiteto di "ratti".

Ma anche i topi possono uccidere, nel loro rattesco modo, e Hyouma era orgoglioso delle sue tattiche, del modo in cui combatteva: con la furia di un topo di fogna, con tattiche subdole, con tenacia.

Per poter vincere il Santo Graal era necessario che evitasse Servant troppo appariscenti, come i "cavalieri" Saber e Lancer, o l'inarrestabile ma incontrollabile Berserker.

Tra l'altro considerata la portata del suo potere non era sicuro di potersi far obbedire da loro, né di potergli permettere di esprimere appieno la loro forza. Il Servant perfetto per lui era, senza alcun dubbio, Assassin.

Però i Servant che era possibile evocare sotto la classe Assassin erano fissati a priori, e una volta saputo che il suo servant era un Assassin i suoi nemici avrebbero potuto prendere contromisure.

Per questo Hyouma aveva cercato un Servant completamente nuovo, o almeno qualcuno che non avesse mai combattuto in una Guerra. Un serial killer di cui molto era sconosciuto, ed in possesso dell'abilità Monstrosity era perfetto, per lui. In altre parole, il Servant perfetto era Jack lo Squartatore.

Hyouma cercò di avvicinarsi a Jack, ma la ragazzina si girò e si inginocchiò di fronte al patetico sacrificio umano, Reika.

"Stai bene, madre?"

Quando la ragazzina le parlò per un momento sembrò che l'ultima parola fosse composta da due parole sovrapposte, generando uno strano suono come se avesse pronunciato allo stesso istante "madre" e "Master".

"Eh? E-ehi, aspetta un po'. Ferma. Ehi!"

La ragazza non diede ascolto alle parole di Hyouma o alla sua richiesta.

"Aspetta solo un po'. Presto ti aiuteremo. Va tutto bene, andrà tutto bene"
"Fa male..."
"Ci dispiace, madre. Resisti ancora un po'"

Jack accarezzò gentilmente i capelli di Reika, per poi girarsi a fronteggiare Hyouma.

"Tu sei il Servant Assassin, Jack lo Squartatore... corretto?"

Jack annuì brevemente alle parole di Hyouma, senza nessun segno di affetto. Fin lì tutto bene, ma per Hyouma i guai erano appena cominciati.

"E sei il mio Servant, vero?"

Gli occhi color del ghiaccio brillarono come gioielli. Sotto quello sguardo penetrante, quasi inumano, Hyouma non poté fare a meno di sentirsi spaventato. Le tre magie di comando erano impresse sulla sua mano, e si sentiva come se la loro presenza fosse tutto ciò che, in quel momento, gli permetteva di ricordarsi di essere un mago. Lui era Sagara Hyouma, il mago che aveva evocato Jack. Ma ciononostante Hyouma non poteva fare a meno di sentirsi in teritorio nemico.

Senza rispondergli Jack si chinò a raccogliere le sue reliquie, i sei bizzarri pugnali abbandonati al suolo. Un semplice gesto che non mancò di far accelerare i battiti cardiaci di Hyouma.

"Rispondimi, Assassin. Di chi sei il Servant?"
"Non sempre è comodo essere un mago, vero?" mormorò d'un tratto Jack.
"Forse non varrà per gli incantesimi minori, ma quando si tratta di un incantesimo di grande portata devi pronunciare dei versi, vero?"
"E quindi?"
"Ancora peggio, se vuoi usare una magia del comando non ti basta desiderarlo. D'altro canto il tuo comando non può essere eseguito se non lo esprimi a parole"

All'istante gli istinti di sopravvivenza di Hyouma cominciarono a formicolare. Quel Servant era pericoloso, e lo riteneva un nemico da eliminare.

"Per grazia della magia di comando io ti ordino..."

D'un tratto sentì come se qualcosa di rovente gli fosse stato infilato in bocca. Quando lo ignorò e tentò di pronunciare "suicidati" finalmente si rese conto: la sua mascella era scomparsa.

"...!!"

Voleva urlare, ma le parole non riuscivano a prendere forma. L'unico suono che riusciva ad emettere era una ridicola parodia di un respiro pesante.

"E quindi non ti servono neanche questi"

Sentii un acuto dolore sul polso, e mentre il sangue sgorgava dalla ferita aperta Hyouma cadde in un profondo terrore.

"......!! ...! ...! ...!!"

In ogni caso continuava a non essere in grado di parlare. Sagara Hyouma aveva perso la capacità di parlare ed era quindi diventato meno di un ratto, un semplice grumo di carne. Dopo essersene assicurata Jack tornò da Reika.

"Ora ti guariremo. Potrebbe essere... spiacevole. Scusaci"

Forse era per via di quanto sembrava profondamente dispiaciuta, forse per la profonda apprensione nei suoi confronti che leggeva negli occhi della bambina, ma prima di svenire Reika le mormorò: "Non preoccuparti..."

*************

Quando si risvegliò non sentiva più quella nauseante agonia che l'aveva presa prima dello svenimento. Ma non riusciva a liberarsi della sensazione che nel suo corpo ci fosse qualcosa che non andava. Le corde che le tenevano i piedi erano state disfate, così Reika poté tirarsi in piedi. Quindi guardò la sua mano destra e sobbalzò: la ferita era stata ricucita, ma in un modo che persino a lei sembrava rozzo. Una sorta di orrido filo nero ora le deturpava la mano, e non era neppure del tutto sicura che la ferita fosse realmente chiusa. Ma il sangue aveva smesso di sgorgare, e non sentiva più dolore.

"Beh, finché non fa male credo possa andare"
"Già. E' un bene non faccia male"

La voce proveniva da un punto alle sue spalle. Girandosi poté vedere la ragazza di prima che la fissava con un'espressione di pura innocenza. Reika le si pose davanti e le parlò.

"Uhm, sei tu che mi hai salvata, vero?
"Sì, siamo state noi."
"Noi?"
"Sì. Noi siamo una, e una è tutte."
"Scusami, ma proprio non capisco. Qual è il tuo nome, comunque?"
"Jack lo Squartatore. Jack va bene. O anche Assassin"
"Umh... non sembrano nomi da ragazza"
"Mh..."

Vedendo come Jack si stava avvilendo, Reika si affrettò ad aggiungere

"Jack però è un gran bel nome. Posso chiamarti Jack?"
"Shi"
"Bene... Ora vorrei capire bene cos'è successo. Puoi spiegarmelo, Jack?"
"Sì, possiamo, ma farlo qui è pericoloso. Spostiamoci altrove"
"Capisco. Ah, ma... che ne facciamo di Hyouma?"

Reika piegò la testa da un lato guardando quella cosa, che un tempo era stata una persona, emettere respiri lievi e sibilanti. Dalla ferita della sua mascella strappata non usciva sangue: proprio come la mano di Reika, anche la mascella di Hyouma era stata ricucita con un metodo grossolano.

"Portiamolo con noi. Potrebbe servirci, più avanti"

Jack sollevò Hyouma senza sforzo e se lo caricò in spalla.

"Per favore accompagnaci a casa, madre. Noi ti seguiremo"
"Va bene, ma..."

Reika lanciò un'occhiata a Hyouma ed a Jack che lo trasportava. Chiunque avesse visto una persona senza mascella e senza una mano avrebbe di sicuro chiamato le autorità. Percependo la sua ansia, Jack scosse rapidamente la testa.

"E' tutto a posto, tutto a posto"
"Tutto a posto?"
"Shi. Nessuno mi vedrà, nessuno nessuno"

Proprio come predetto da Jack, la ragazzina non si poteva scorgere da nessuna parte. Reika camminava da sola ed ogni tanto si guardava intorno cercandola, ma non riusciva a vederla. Ciononostante ogni volta che la chiamava si sentiva rispondere "Che succede?"

Era strano, ma ultimamente le erano successe così tante cose incomprensibili che tutto questo non la turbava, e tornò al suo appartamento in tutta calma. Accompagnò Jack in cucina e preparò del té.

"Grazie, madre"

Ancora una volta pronunciò la parola come una strana sovrapposizione di "madre" e "master".

"Da dove cominciamo?"
"Che ne dici di cominciare dall'inizio?"
"Va bene, ti spiegheremo quello che possiamo"

*************

Jack lo Squartatore spiegò a Reika della Guerra del Graal in maniera semplice, dato che la ragazza non aveva alcuna conoscenza della magia. Il Santo Graal, in grado di compiere miracoli, era stato duplicato da un gruppo di grandi maghi. Però questo Graal avrebbe garantito un solo desiderio ad una persona.

Così venne creato il sistema in cui un Master, scelto dal Graal stesso, veniva fornito di un ricettacolo per il Graal e di tre magie di comando, dopodiché poteva evocare uno Spirito Eroico, un servant, ed utilizzarlo per uscire vincitore dalla guerra, o almeno per sopravvivervi.

Ogni Servant aveva delle caratteristiche particolari, e Jack era ella classe Assassin. Molto probabilmente Reika era stata scelta da Hyouma come sacrificio umano per richiamarlo sulla terra.

Questo, la guerra, i maghi... Reika ascoltò ed accettò tutto ciò che Jack le disse.

"Capisco. Quindi tu, Jack, sei il Servant di Hyouma?"
"Il suo piano era questo, crediamo. Ma quando stavamo per essere evocate come Servant ci hanno attirato parole più forti delle sue"

'Voglio sopravvivere. Non voglio morire. Non accetterò di morire così'
Reika aveva pregato per il miracolo necessario a capovolgere la situazione ed evitare la morte a cui era così prossima.
Le sue preghiere erano state esaudite da Jack che quindi, giunta nel mondo, era divenuta la Servant non di Hyouma ma di Reika... un avvenimento indubbiamente senza precedenti.

Una volta che esisteva la magia del comando evocare il Servant era un compito relativamente semplice. Bastava disegnare il circolo magico e pronunciare le parole del rituale... ma certe volte le parole non erano neppure necessarie. Se il mago voleva evocare uno specifico Servant gli poteva essere sufficiente preparare una reliquia con un'alta affinità con il Servant stesso.

Il rituale stesso richiede un tempo particolarmente ristretto: anche se evocare uno Spirito Eroico è un rituale complesso, con il supporto del Graal è un'operazione il tempo necessario è pochissimo. Quindi è improbabile che una terza entità abbia mai disturbato il rituale in una situazione simile a quella di Reika e Jack.

Ma in quel caso la "terza entità" aveva elevato una preghiera con più convinzione dell'evocatore: tutto ciò che riguardava il contratto tra Jack e Reika era anomalo.

Dopo aver finito di spiegare brevemente le sette classi di Servant e le loro caratteristiche, Jack posò sul tavolo l'oggetto che fino a pochi istanti prima nascondeva in una borsa.

"Volevamo parlarti di questa, madre"
"Oddio..."

Reika si coprì istintivamente la bocca con una mano: sul tavolo ora c'era la mano destra di Hyouma. Sul dorso era impresso quello che sembrava un tatuaggio raffigurante tre coltelli.

"Queste sono le magie di comando. Normalmente compaiono sul braccio del mago che deve diventare Master. Sono... umh... dei buoni per dare ordini"
"Oh..."

Reika toccò nervosamente il dorso della mano.

"E' ancora vivo, quindi non sono scomparsi... si trova qui?"
"Mmh..."

In tutta onestà Reika non riusciva a pensare a nulla che volesse ordinare a Jack. In ogni caso i poteri delle magie di comando erano immensi, e potevano essere utilizzate persino da qualcuno come Reika. Sarebbero stati un'utilissimo asso nella manica per capovolgere situazioni svantaggiose.

"Se muore, le magie di comando scompariranno. Sarebbe un peccato, quindi credo dovremmo tenerlo vivo"
"Hai ragione. Non voglio venire ferita, ma non voglio neppure sprecarle. Ora, ti spiacerebbe...?"
"Shi, va bene. Non siamo brave con i trapianti, ma faremo del nostro meglio"

Per qualche ragione Reika sentì il bisogno di accarezzare la nuca di Jack. La ragazzina accettò con gioia la carezza.

*************

La trasfusione durò circa un'ora. Nonostante la mano gli fosse già stata amputata, Hyouma tremò d'angoscia mentre le magie di comando venivano strappate dal suo dorso. Che i suoi ricettori del dolore fossero ancora connessi? O era forse causa della disperazione per aver perso la sua posizione di Master nella Guerra del Graal, per aver perso i suoi sogni?

Quale che fosse il motivo, Hyouma aveva appena esaurito le possibilità di rimanere in vita. Durante la trasfusione la mano di Reika aveva cominciato a bruciare, ma il dolore scomparve ben presto: sentiva ancora un certo calore, ma anche quello andava via via scemando.

"Ed ora il ricettacolo per il Graal"
"Deve essere qualcosa di simile ad un bicchiere?"
"No, il ricettacolo può essere qualsiasi cosa: qualsiasi oggetto a portata di mano verrà automaticamente riconosciuto come tale"

Come se quelle parole le avessero ricordato qualcosa, Reika si girò verso l'uomo e gli chiese

"Hyouma. Quando vivevi qui non c'era forse qualcosa che avevi sempre con te, e che ritenevi molto, molto importante?"

Le parole fecero irrigidire Hyouma.

"Mh... sono sicura che... sì, è questo"

La donna stringeva un rubino più grande delle sue mani.

"E' questo?"
"Wow, incredibile... è la prima volta che vedo un cuore cristallizzato"
"U-un cuore?"

Sentendo quelle parole Reika fece cadere a terra il rubino. Gli occhi di Jack intanto si erano allargati per la curiosità e la sospresa.

"Shi, è un cuore umano. Ingegnoso. Era maledetto, o forse malato?"
"Quindi questo è il Graal?"

Jack annusò il gioiello ed annuì.

"Sì, senza alcun dubbio"

*************

Aveva stipulato il contratto con un Servant, aveva ricevuto le magie di comando ed ottenuto un ricettacolo per il Graal. Rikudo Reika era finalmente Master anche di fatto, e non solo di nome, ed era nella posizione di poter sfruttare Assassin.

"Madre, quindi ora cosa faremo? Per la Guerra del Graal, dico"
"Mh... vero. In fondo il mio desiderio è già stato garantito"

Aveva desiderato sopravvivere, ed il suo Servant l'aveva accontentata. Ora sarebbe tornata ad essere il suo vecchio sé, una persona che viveva semplicemente facendosi trascinare dalla corrente.

"Ah... tu hai un desiderio, Jack?"
"Sì, ne ho uno..."

L'espressione di Jack si rabbuiò, e Reika trovò il modo in cui la ragazzina strinse la tazza da té e bevette un sorso piuttosto carino.

"Vogliamo tornare da nostra madre"
"Tornare da vostra madre?"
"Sì, vogliamo tornare dentro nostra madre. Si stava bene, lì"
"Capisco..."

Nonostante la sua natura, sembrava che Jack avesse realmente un desiderio. Un desiderio importante, per la cui realizzazione avrebbe fatto di tutto. Reika non aveva alcun desiderio e quindi non poteva obiettare su quello di Jack, né pensava di avere il diritto.

"Quindi ci uniremo alla Guerra"
"Davvero?"
"Certo. Dopotutto tu mi hai salvato la vita"

Era un desiderio che non avrebbe potuto essere esaudito, in una situazione dove l'unica incertezza sulla morte era il modo in cui sarebbe giunta. E l'unica cosa che poteva fare per ripagare quella bambina che aveva capovolto le carte in tavola era donare sé stessa per aiutarla.

"Non voglio venir ferita, comunque"
"Non preoccuparti, non verrai ferita... almeno crediamo"
"Bene. Quindi si va in guerra"

Jack annuì, con gli occhi scintillanti.

"Shi, si va in guerra!"
"Io cosa devo fare? Non so combattere"
"Beh, madre, per poter combattere abbiamo bisogno di prana"

Il solo fatto di esistere portava un Servant a consumare una discreta quantità di prana anche se Jack, essendo un Assassin, ne consumava in misura minore rispetto ad un Saber o un Berserker.

Ma anche in quel caso Rikudo Reika era meno che una dilettante, non era neppure una maga, e quindi difficilmente avrebbe potuto garantire il flusso di prana necessario all'esistenza di Jack. Quindi il prana andava ripristinato per altre vie...

"Possiamo consumare anime per farlo"
"Consumare anime? Umh, nel senso che dovrai uccidere?"
"Sì, pensiamo"
"Mh... beh, non c'è altro modo"
"Oh, ma le persone cattive vanno meglio. Magari siamo noi, ma l'anima di una persona cattiva è più corrotta, quindi più buona"

Jack era di allineamento caotico-malvagio: un'esistenza che prediligeva il caos all'ordine, e che compiva atti di malvagità. Sembrava, quindi, che le anime della sua stessa natura le fossero più facili da digerire.

"Capisco. Quindi... l'anima di Hyouma ti piacerebbe?"

Quando Reika indicò Hyouma Jack mosse vigorosamente la testa in cenno affermativo.

"Shi. E' anche un mago, quindi sarà decisamente sublime"

Chiedendole di attendere un momento Reika si avvicinò a Hyouma, insieme alla sua mano destra amputata. Si inginocchiò e lo guardò negli occhi, mentre lui si rannicchiava per la paura.

"Mi hai mai amata, Hyouma?"
"Gh ghhh...! Gh ghh!"

Reika sorrise quando Hyouma annuì e gridò.

"Non sono sicura di cosa tu stia dicendo, ma credo sia un sì. Grazie. Probabilmente mi hai lanciato una qualche magia, vero? Ma non te ne voglio. In fondo è grazie a te se ho provato la sensazione di amare qualcuno" disse Reika, accarezzandosi la guancia con la mano mozzata.

"Già, nonostante tutto ti ho amato. Ma mi hai tradita, quindi non c'è molto da fare. Mi spiace. Vivrai in me come un prezioso ricordo"

"Ghh...! Gh ghhh ghh gh ghh ghhhhh ghhh!"

Con un sorriso amaro ad indicare che non capiva come stava dicendo, Reika si girò verso Jack.

"Ora puoi mangiare. Oh, ma portalo in bagno... non vorrei tu sporcassi il salotto"

Reika non provava emozioni forti per il fatto di essere stata risparmiata, ed allo stesso modo non provava alcuna esitazione nel far troncare una vita di cui non le importava nulla.

Una madre avrebbe sofferto per la morte di sua figlia. Un uomo avrebbe sofferto per la scomparsa della sua amata. Ma dato che nessuno aveva mai sofferto per lei, anche lei non avrebbe sofferto per nessuno. Osservò distrattamente Hyouma mentre si divincolava, nel vano tentativo di sfuggire alla morte, e quindi si versò un'altra tazza di té.

*************

Liberarsi di quel corpo rinsecchito fu un'impresa più facile del previsto. Dopo essere stato ben compresso, quell'ammasso di carne che Reika nascose nel bagagliaio della macchina non sembrava neppure più ciò che rimaneva di un essere vivente, ricordava più un ammasso di foglie morte.

Non si sentiva neppure odore di sangue. Solo la mano destra, dove un tempo erano impresse le magie di comando, ancora manteneva il suo calore. La mano era tutto ciò che le rimaneva in ricordo di Hyouma, e Reika pensò che l'avrebbe custodita gelosamente.

"Non ti piace l'odore di sangue, vero madre?"
"No, per nulla"
"Per questo abbiamo succhiato via anche tutto il sangue. Slurp! Però aveva un saporaccio"
"Oh... scusami. Non avresti dovuto farlo"

Jack scosse la testa.

"Oh no, se madre è contenta siamo contente anche noi"
"Capisco"
"Ma... saremmo contente anche se ci accarezzassi il testino"

Sorridendo alla richiesta imbarazzata di Jack, Reika le accarezzò il capo.

"Va bene?"
"Sì. Grazie, madre"

Quella ragazzina era così timida ed infantile che era impossibile credere avesse appena ucciso un uomo.

"Ora ho bisogno di dormire. Posso?"
"Shi. Buonanotte. Non preoccuparti. Ti proteggeremo, madre"
"Va bene, grazie Jack"

Come prevedibile, la fatica stava cominciando ad avere la meglio su di lei: appena posò la testa sul cuscino e chiuse gli occhi, Reika cadde addormentata.

*************

E sognò. La prima cosa che avvertì fu un freddo straziante: tutto intorno a lei il paesaggio era avvolto nella nebbia, ed ogni volta che traeva un respiro  le sembrava che il suo corpo fosse invaso dal veleno.

Abbassò lo sguardo sulla propria mano e rimase shockata nel vederla tremendamente minuta, prima di comprendere che in qualche modo era diventata Jack. Nel sogno Jack stava sbirciando attraverso la finestra di una casa, osservando una donna ridere ed attingere all'alcol.

Il suo corpo ed il suo cuore si erano spezzati, era diventata un'esistenza senza sogni, per cui esistevano solo la realtà materiale e la lotta per sopravvivere ad un altro giorno.

Tuttavia era chiaro che la realtà aveva avuto il sopravvento sui suoi tentativi: era palesemente povera, ed era ovvio che sarebbe morta di fame o di malattia. O forse no.

Ciò che Reika poteva vedere della donna tramite gli occhi di Jack era la sua ineludibile disperazione: disperazione per la mancanza di sogni, disperazione per la prospettiva di non trovare cibo il giorno seguente, disperaione per non poter fuggire dalla realtà se non tramite il collo di una bottiglia.

Però in lei Jack vedeva solo una cosa: madre.

"Madre" mormorò sottovoce, più volte, come un pappagallo che ripetesse una frase appena appresa. "Madre, madre, madre, madre, madre"

Cominciò a bussare alla finestra, leggermente ma con insistenza, finché la donna non si accorse di lei e le aprì.

"Silenzio!" esclamò con espressione furiosa, sbattendo di colpo i vetri. La ragazza era probabilmente conscia del fatto che sarebbe stata rifiutata, e trattenne le lacrime pur lasciando cadere il mento sul petto, sconsolata. E così, senza null'altro da fare, riprese a vagare per le vie della città nottura.

C'erano voci ridenti e sensuali, grida e urla. Voci, voci, voci, voci. Tutte voci che non avrebbero mai pianto per loro.
Per quanto aveva camminato? La bambina si fermò di colpo.

"Madre"

La donna di prima era ferma da sola, in attesa di un cliente. Un uomo le si avvicinò ma i due non riuscirono a raggiungere un accordo sul prezzo, così l'uomo sputò al suolo e se ne andò.

"Madre"

D'improvviso la nebbia si infittì. Reika sapeva, in qualche modo, che era frutto di qualcosa di simile alla magia, ma ovviamente la donna non poteva immaginarlo. Semplicemente l'ispessimento della nebbia la lasciò perplessa.

"Madre"

La donna, agitando le mani per muoversi tentoni nella nebbia, non vide l'avvicinarsi della bambina. Né il singolo coltello che questa reggeva in una manina. Jack si avvicinò alla donna.

"Madre"

Alla sua voce la donna lanciò uno strillo, balzando indietro dalla paura. Tuttavia quando si accorse che si trattava della bambina che l'aveva importunata poco fa, si calmò.

"Non mettermi paura!" esclamò, con un'espressione di sollievo misto a rabbia sul volto.

"Scusami"

Chissà per quale motivo Jack si stava scusando con la donna... per lo spavento causatole poco fa o per il profondo squarcio che le aprì poco dopo nella gola, da parte a parte?

Chi avrebbe mai potuto immaginare che Jack lo Squartatore, il leggendario serial killer, famoso per la brutalità degli omicidi commessi nella notte londinese, fosse una così patetica  bimba?

"Scusami, madre. Scusami, scusami, scusami. Ma voglio tornare dentro. Voglio tornare dentro. Voglio tornare dentro, tornare dentro..."

Con il viso rigato dalle lacrime la bambina dissezionò la "madre" morente. Riuscendo finalmente a recuperare la parte della donna a cui mirava, Jack si premette quella massa sanguinolenta sul viso.

"Dentro, dentro, vogliamo tornare dentro"
"Dopo tutto lì dentro è caldo. E' così caldo, lì dentro"

Ma i lamenti della bambina non potevano essere sentiti da nessuno. Si disperò e scomparve nella nebbia, senza riuscire a soddisfare i suoi sogni. Venne uccisa? Scelse volontariamente la morte? O semplicemente la natura fece il suo colpo? Nessuno sa quale fu il suo destino.

Forse si era semplicemente fusa con la città, sopravvivendo agli eoni sotto forma dell'eterno mistero, l'oscurità ormai incisa nella storia dell'Inghilterra.

Non era più un semplice serial killer. Grazie alla sua leggenda aveva ottenuto quella forma di "adorazione" conosciuta col nome di paura. Era uno Spirito Eroico Inverso.

*************

Reika si svegliò dal suo sogno, restando momentaneamente confusa al fatto di trovarsi nel suo letto. Dopo essersi scrollata di dosso gli ultimi strascichi di sonno, si rese conto che la sua avventura londinese era stata solo un sogno.

"Però sembrava così reale..."

Non credeva di poter essere in grado di ricreare da sola la Londra del diciannovesimo secolo con così tanta precisione nei dettagli, trattandosi di un luogo di cui non conosceva nulla: sicuramente aveva qualcosa a che fare con il contratto stipulato con Jack. Pensando questo, la cercò con gli occhi.

"Jack...?"

Notando un rigonfiamento nel suo letto scostò lievemente le lenzuola, e trovò Jack profondamente addormentata, rannicchiata con le braccia intorno alle ginocchia.

"oh oh..."

Reika accarezzò dolcemente i capelli della bambina, facendo attenzione a non svegliarla. Non aveva un lavoro, quindi aveva un sacco di tempo libero... non c'era fretta di andare da nessuna parte, e comunque non aveva nulla da fare quel mattino.

"Ancora qualche minuto..." mormorò, adagiandosi di fianco a Jack e cingendola con le braccia, prima di chiudere nuovamente gli occhi.

*************

Quando scese la notte Jack si avventurò con Reika per le strade della città, e le spiegò della tecnica chiamata "forma di spirito" che annullava completamente la sua presenza fisica.

"Non è la stessa cosa che hai fatto ieri sera, giusto?"
"Esatto. Ieri abbiamo usato l'abilità Presence Concealment della classe Assassin. Non siamo scomparse, abbiamo solo annullato la possibilità di perceperci. In forma di spirito non possiamo trasportare nulla"
"Però io non riuscivo a vederti. Sei sicura di non essere scomparsa?"
"Questa è la natura dei killer: se non lo vogliamo, nessuno può accorgersi che arriviamo. Siamo piuttosto sicure che neppure un Servant potrebbe percepirci, durante la notte"

Anche se non poteva vederla, Reika percepiva Jack gonfiarsi d'orgoglio.

"Ma madre, ci sono davvero così tante cattive persone?"
"Oh, sì. Dovrebbero essere in questo edificio... ma a che piano erano...?"

Leggendo le targhe all'ingresso del palazzo, che indicavano anche il piano dove si trovava ciascuno, Reika recuperò l'informazione.

"Akagami Finance Co., eccoli qui. Al quarto piano"
"Quindi tutti quelli che ci sono al quarto piano?"
"Sì. Non preoccuparti, al quarto piano fanno tutti parte di quell'azienda"
"Bene, allora entriamo senza farci vedere, madre"

Quando l'ascensore raggiunse il quarto piao Reika seguì le indicazioni di Jack, entrando nel bagno delle signore.

"Cosa vuoi fare?"
"Usare il nostro Strumento Prezioso"
"Strumento Prezioso?"
"Un'abilità speciale segreta dei Servant... nostra"

Quando Jack ritornò in forma fisica, reggeva tra le mani quella che sembrava un'antichissima lanterna.

"Che cos'è?"
"Questo è un campo magico, il nostro Strumento Prezioso: The Mist"

I Servant erano eroi del passato, e la loro leggenda girava spesso attorno ad armi o oggetti, piccoli o grandi che fossero. Come una spada sacra del regno fatato; o una lancia demoniaca in grado di trapassare con certezza ogni cuore a cui era mirato; o ancora redini divine, in grado di domare qualsiasi bestia.

La lanterna di Jack era uno di questi artefatti.

"Hai mai sentito parlare del "vecchio fumo", madre?"
"Sì. E' un soprannome di Londra, vero?"
"Esatto. Quando ci vivevamo, lo smog di Londra era terribile. Era nero come la pece, e rendeva quasi impossibile respirare, persino tenere gli occhi aperti"

Tra il diciannovesimo ed il ventesimo secolo Londra era stata ricoperta innumerevoli volte dallo smog dovuto alla combustione del carbone. La volta peggiore fu quella del 1952, denominata "il Grande Smog", una spessa nebbia solforosa che coprì la città e causò oltre diecimila morti.

Jack aprì lo sportellino della lanterna e toccò lo stoppino al suo interno, accendendolo: immediatamente dalla lanterna comincò ad uscire un fumo denso

"Il nostro Strumento Prezioso può ricreare quello smog. Moriranno tutti tra atroci sofferenze, senza alcuna possibilità di scampo"

Su viso di Reika si dipinse un'espressione preoccupata, mentre un dubbio cominciava ad assalirla

"Umh... Jack? Non rischiamo di morire anche noi, così?"

Un'espressione nervosa comparve sul viso di Jack, mentre la bambina si affrettava a rispondere

"V-va tutto bene, va tutto bene! Starai bene, madre! La nebbia può essere guidata, quindi non si avvicinerà a te"

Appena lo disse la nebbia, che aveva già raggiunto un colorito scuro, si spostò per lasciare un'area libera attorno a Reika.

"Ora dobbiamo solo dargli il colpo di grazia, ucciderli uno per uno. Andiamo, madre" disse Jack, con un tono estremamente calmo.

*************

Akagami Finance era, detta semplicemente, un'agenzia di riciclaggio del mercato nero. Prestavano soldi con un sorriso, quindi portavano via tutto ai loro debitori.

Persino nell'ambito dello strozzinaggio erano conosciuti per i loro metodi di recupero crediti molto duri, facendo affidamento sul loro status di sindacato del crimine.

"Ehi, Mr. Murano? Mi spiace dovertelo dire, ma se continui così sarai costretto a vendere qualche organi. Capisci cosa sto dicendo? Lo renderò ancora più chiaro, così anche un idiota come te potrà capirlo: dovrai vendere te stesso, farti strappare gli organi ed usare i soldi dell'assicurazione per pagare gli stramaledetti interessi! Ehi mi stai ascoltando? Ti sto chiedendo di.. eh?"

Rikudo Reika aveva letto per caso su una rivista un articolo a riguardo dei prestiti illegali.

"Che diavolo...? C'è un incendio?"

Ed il fatto che Reika conoscesse, per caso, il loro indirizzo segnò la fine della Akagami Finance. Dopo aver inspirato la densa nubola di fumo, svennero uno dopo l'altro per il dolore.

"Gah...!"
"Non... resp... iro..."
"Q-qualcuno! La fin... estra...! Apri... tel...!"

La nebbia, pesantemente acida, li circondò: il semplice respirare bruciava loro la gola, aprire gli occhi rendeva quasi immediatamente ciechi.

"Fa male... merda, fa male! Aiuto! Aiuto! Aiutatemi! Qualcuno mi aiuti! Qualcuno...!

L'uomo, in preda al panico, colpì la gamba di una scrivania e cadde goffamente al suolo.

"Devo... andarmene..."

Andarsene? Ma dove? Dove avrebbe potuto fuggire?
Nessuno di loro se ne poteva accorgere, ma la nebbia ingannava chiunque cercasse di fuggire, facendolo correre in circolo. D'improvviso risuonò la voce di una fanciulla.

"Ah!"
"Geh...!"

Con uno strillo ridicolo, uno dei suoi colleghi lasciò la vita terrena.

"Cos... chi...?!"

Le parole dell'uomo, a causa della gola bruciata, vennero fuori solo come suoni gracchianti, incomprensibili. Ciononostate, la ragazzina gli rispose.

"Un assassino"

Un assassino? 'Cosa diavolo significa?' pensò l'uomo.

La sua gola ed i suoi occhi gli causavano un dolore intollerabile. Non poteva respirare, e stava soffocando. I suoi occhi erano corrosi, e non riusciva a vedere nulla. Sperava che qualcuno andasse ad aiutarlo, ad alleggerirgli quel fardello.

'Per favore, fate scomparire questo dolore. Lasciatemi in pace, lasciatemi in pace, lasciatemi...'

Maneggiando il coltello con maestria, Jack dissezionò il corpo.

"Prana rifocillato. Cuore... gnam"

Ingoiò il cuore, saturo del sapore del terrore, quindi si guardò intorno per cercare una nuova vittima, dato che il suo stomaco ancora si lamentava per la fame.

"Mmmh... trovato!"
"Iiiih...!"

Uno a uno estrasse il cuore di tutti i dipendenti della Akagami Finance, e finalmente riuscì a soddisfare il suo appetito.



*************

"Grazie per il pranzo!"
"Di nulla"

Quando Jack tornò da Reika, la nebbia si era già dissolta.

"Andiamo a casa, allora"

Alle parole di Reika, Jack si fermò di colpo. Con lo sguardo fisso, pose una domanda a Reika.

"Stiamo... andando a casa?"
"Sì. Perché, volevi fare qualcos'altro?"
"No, niente. Solo che... ci sembra strano. Tornare a casa"
"Perché?"
"Noi non... non abbiamo casa"

La mente della ragazzina volò sui ricordi di vicoli puzzolenti e avvolti dalla nebbia. Luoghi ricoperti di rifiuti e feci, in cui i ratti la facevano da padroni, che non erano sicuramente un luogo di riposo adatto ad una bambina.

Mentre dormivi chiunque avrebbe potuto assalirti. Al mattino avresti potuto svegliarti e scoprire che qualcuno che conoscevi era morto. Per questo Jack trovava che "andare a casa" era qualcosa che non le si adattava, non poteva farne a meno. Jack spiegò timidamente tutto questo a Reika.

"Capisco, quindi è questo il motivo"

Reika fissò intensamente la bambina abbacchiata.
Reika, la donna per cui la sensazione di "essere viva" era qualcosa di vago ed indistinto, come la nebbia.
Jack, la bambina per cui il termine "essere vivo" non era neppure mai stato applicabile.

Jack aveva spiegato a Reika che spesso Servant e Master erano molto simili tra loro. In quel caso il loro incontro, forse, era opera del destino.

"Madre...?"
"Non è nulla. Torniamo indietro. Ma prima ti spiace se ci fermiamo al supermercato?"
"Siamo in forma di spirito quindi non è un problema... perché, comunque?"
"Voglio comprare qualcosa per preparare la cena"
"Cena...?"
"Sì, pensavo di cuciare qualche hamburger"
"Cosa sono?"

Jack piegò perplessa la testa. Il problema non sembrava essere se gli hamburger le sarebbero piaciuti o meno, ma proprio cos'erano gli hamburger.

"Sono molto buoni. Perché non ne mangi qualcuno con me, già che ci sei?"
"Uhm... i Servant non hanno bisogno di pasti. Staremo bene anche senza mangiare mangiare"

Anche se aveva detto che sarebbe stata bene, sembrava ugualmente trisete.

"Oh, quindi non puoi mangiare?"
"Si, possiamo, ma..."

I pasti non erano necessari ai Servant, ma questi mantenevano comunque il senso del gusto. Ciò che serviva era qualcosa dal buon sapore... e che stuzzicasse la sua curiosità.

"Sono molto, molto buoni. Se ti dicessi che è un premio per il tuo ottimo lavoro?"
"Va bene!"

Alle parole di Reika le labbra di Jack si dischiusero in un gran sorriso, e la bimba cominciò a saltellare di gioia. Osservando quel sorriso Reika pensò finalmente ad un desidrio da chiedere al Santo Graal.

'Voglio essere felice'

Era un desiderio puro, sicero, ingenuo... un piccolo desiderio che non avrebbe mai potuto essere esaudito per l'assassino e sua madre.
[close]

Link al prologo

Poi aggiungerò al primo post il link ai vari capitoli, man mano che li posto
« Ultima modifica: 06 Luglio, 2013, 22:16:23 pm da Gilgamesh »

Offline genesis

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Re: Fate stay night + Fate Zero
« Risposta #1201 il: 13 Luglio, 2013, 09:32:08 am »
interrompo un attimo la storia di gilga per dire che ad agosto sapremo di più sulla nuova serie di fate che verrà prodotta dalla ufotable :ninja:
"tu colui che catturò una stella cadente
oh uomo senz'anima
il tuo cuore è una mia proprietà"

Ogni istante che si ripete è eterno. Questa è la libertà!
La via ti si può aprire solo se credi in te stesso. Saranno le esperienze fatte a dirti qual era la scelta giusta.
Trattenni il respiro vedendo quei capelli neri danzare, mentre la neve scendeva illuminata dalla Luna. Era come un ciliegio che sboccia fuori stagione

>:D sempre Lode alla Sorellanza Stregonesca >:D

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Re: Fate stay night + Fate Zero
« Risposta #1202 il: 13 Luglio, 2013, 11:46:16 am »
interrompo un attimo la storia di gilga per dire che ad agosto sapremo di più sulla nuova serie di fate che verrà prodotta dalla ufotable :ninja:

Cosachecosachecosa???? O.o
Che serie? Chi ha detto niente? Voglio altre informazioni *_*
Heaven's Feeeeeeeeeeeel  :O_O:

Ps

Approfittando delle ore passate in treno ho completato la quarta parte su cinque del primo capitolo, a breve dovrei poterlo postare  :D

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Re: Fate stay night + Fate Zero
« Risposta #1203 il: 13 Luglio, 2013, 12:07:05 pm »
ti posto la notizia in toto, ma come vedi non c'è molto altro
Citazione
Hikaru Kondo, fondatore dello studio d'animazione ufotable, ha annunciato tramite un messaggio dal suo profilo Twitter che il suo studio produrrà prossimamente un nuovo progetto riguardante Fate/Stay Night.

Nel suo Tweet, Kondo non ha specificato nulla riguardo la natura del nuovo progetto sul quale non ci sono al momento ulteriori informazioni. Tuttavia, considerato l'appeal del franchise, non è escluso che nuovi dettagli possano arrivare con il prossimo Comiket di Agosto.
"tu colui che catturò una stella cadente
oh uomo senz'anima
il tuo cuore è una mia proprietà"

Ogni istante che si ripete è eterno. Questa è la libertà!
La via ti si può aprire solo se credi in te stesso. Saranno le esperienze fatte a dirti qual era la scelta giusta.
Trattenni il respiro vedendo quei capelli neri danzare, mentre la neve scendeva illuminata dalla Luna. Era come un ciliegio che sboccia fuori stagione

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Re: Fate stay night + Fate Zero
« Risposta #1204 il: 14 Luglio, 2013, 16:12:16 pm »
Capitolo 1.1

Spoiler
Capitolo 1

E' strano come quella stanza buia e vuota distorceva la percezione delle distanze: sembrava essere incredibilente ampia, ma dava ugualmente un senso di oppressione. Le candele piazzate al centro della stanza illuminavano fiocamente i volti degli uomini ivi riuniti, rendendo sfocati e indistinti i loro lineamenti. Nella stanza si poteva percepire un'atmosfera di nervosismo inespresso.

"Quindi... ne è tornato soltanto uno"

Si erano riuniti in tre. Chi aveva parlato era un vecchio uomo, basso ma non curvo per l'età, le cui rughe luccicavano in modo tale da dare l'impressione fosse una statua di legno: Rocco Belfaban, il direttore del Dipartimento di Invocazione, che si diceva avesse mantenuto la sua posizione per più di cinquant'anni, sebbene fosse solo una diceria. Il suo fioco mormorio venne accolto da un cenno affermativo da un altro dei presenti, dalle cui parole traspariva un profondo senso del dovere.

"Ho potuto seguire io stesso lo scontro... uno spettacolo terrificante. A quella... cosa... non dovrebbe essere permesso di esistere"

Il secondo uomo era considerevolmente più giovane di Belfaban, piacente e dai capelli rossi. Una sola occhiata al suo sguardo forte e intelligente, e ai suoi lineamenti delicati, avrebbe fatto capire che si trattava del membro di una qualche nobiltà.

Egli era Bram Nuada-De Sophia-Ri, successore alla testa del Dipartimento di Evocazione, ed uno degli istruttori di prima classe della Torre dell'Orologio.

Il vecchio annuì, mostrandosi d'accordo con le sue parole, e lanciò un'occhiata al terzo uomo presente nella camera, che finora si era mantenuto in silenzio, aggrottando le sopracciglia in quello che sembrava disappunto.

"Che ne pensate, Lord El-Melloi?"

Accendendo un sigaro con la fiamma delle candele l'uomo scosse la testa lentamente da un lato all'altro, facendo ondeggiare i lunghi capelli sciolti.

"El-Melloi II. Per quanto apprezzi il rispetto che mi viene mostrato da un anziano come voi, non omettete il 'secondo'. Quel titolo è tremendamente irritante, senza"
"Chiedo venia. E dunque, Lord El-Melloi II, cosa ne pensate di questa situazione?"
"Beh... sembra chiaro che dobbiamo cambiare i nostri piano. Dopo tutto abbiamo appena perso quarantanove maghi. Uno di loro sarà anche sopravvissuto, ma dubito ci sarà di ulteriore utilità"

L'operazione era stata pianificata nei minimi dettagli, coinvolgendo cinquanta maghi. Era iniziata nel migliore dei modi, sotto ogni aspetto, ma era stata completamente rovinata da un singolo famiglio. Il risultato era stato di quarantanove morti ed un singolo sopravvissuto.

"Ma grazie ai suoi sforzi ora abbiamo modo di contrattaccare. Se riuscissimo a riunire sette Master la vittoria potrebbe essere nostra"
"Ma chi possiamo inviare? Un qualsiasi mago che andasse a Trifas soffrirebbe lo stesso destino: l'intera area è sotto il loro controllo"

La risposta, chiara e semplice, giunse da Lord El-Melloi II dopo un breve silenzio.

"Dobbiamo inviare dei professionisti esterni. Questa Guerra è su una scala totalmente diversa dalle precedenti. Anche se ovviamente almeno uno o due maghi dovranno appartenere alla Torre"

Gli altri due annuirono, d'accordo con El-Melloi. Ora avrebbero dovuto scegliere sette Master. C'erano comunque dei problemi nel farlo: scegliere tra le grandi famiglie di maghi affiliate alla Torre sarebbe stata un'impresa. Ci sarbbero voluti mesi per fare le selezioni a causa di una gran varietà di motivi, non ultimi le linee di successione ed il mantenimento della cresta magica delle famiglie. Contattare dei mercenari sarebbe stato decisamente più comodo e velce.

"Dobbiamo cominciare a raggruppare i candidati che ci sembrano più adatti. Lasceremo alla Chiesa il compito di inviare l'ultimo Master: il loro appoggio ci è necessario per rendere chiaro che il nostro coinvolgimento è più che legittimo"
"In questo caso, io comincerò a selezionare le reliquie per le evocazioni. Il tempo non è nostro alleato, ma dovrei riuscire a collezionarne di sufficienti a garantirci un livello di forza alla pari con quello dei nostri nemici"

Alle parle di Bram, Belfaban sbatté sul pavimento di pietra il suo bastone.

"Questa guerra è completamente diversa dalle altre False Guerre che vengono combattute di questi tempi. Per dimensioni è persino più grande di quella che ebbe luogo tre volte in Giappone, a Fuyuki. Dobbiamo prepararci per ciò che sta per succedere. I nostri nemici si pentiranno di aver deturpato il nome della Torre dell'Orologio"

Guardandosi l'un l'altro un'ultima volta, i tre uomini lasciarono la stanza in tre direzioni diverse.

*************

Successe la notte prima dell'invasione della Polonia da parte della Germania Nazista, agli albori della Seconda Guerra Mondiale. Nella città di Fuyuki, in Giappone, stava avendo luogo il terzo rituale della Guerra del Graal: sette Servant e sette Master che, per esaudire i propri desideri, combattevano una guerra dove ci sarebbe stato un solo vincitore, un solo sopravvissuto. Purtroppo nel corso della guerra accaddero alcune circostanze che portarono alla distruzione del Graal Minore, portando ad un termine della Guerra senza alcun vero vincitore. Il problema fu quello che accadde dopo.

Il Graal Maggiore, l'oggetto onnipotente in grado di garantire i desideri della coppia vincente, venne trovato nascosto in una caverna del monte Enzou. Per uno scherzo del destino il mago che lo scoprì era affiliato ai Nazisti, e tentò di rimuoverlo grazie al loro aiuto militare.

Scoppiò un conflitto quando le tre famiglie principali, i Matou, i Tohsaka e gli Einzbern, insieme all'Armata Imperiale, tentarono di impedire il furto, ma dato che tutto ciò accadde poco dopo la fine della Guerra del Graal erano troppo deboli per riuscire a sconfiggere i loro nemici. Il Graal Maggiore, creato dagli sforzi combinati dei loro antenati, venne rubato dai Nazisti.

La battaglia non venne registrata in nessun modo, non ne vennero scritti rapporti o scattate immagini, non esisteva neppure nella mente della gente comune. Eppure quella terribile guerra di pallottole e magie aveva avuto luogo.

La Germania Nazista, impossessatasi del Graal Maggiore, era pronta a dominare il mondo, come si riteneva degna di fare.

Ma ovviamente un tale futuro non arrivò mai. Mentre stava venendo trasportato in Germania il Graal Maggiore improvvisamente scomparve, forse rubato dall'Armata Imperiale o dalle forze Sovietiche.

Quale che fosse il motivo comunque il Graal Maggiore, destinato a diventare il simbolo di potere del Terzo Reich e realizzare il suo sogno di unificazione del mondo, scomparve senza passare per le mani di nessun uomo.

Con i suoi custodi uccisi e tutti gli individui ad esso collegati mandati in guerra, persino i Nazisti non ne conoscevano l'ubicazione: non rimaneva neppure nessuno tra coloro che ne conoscevano l'esistenza. Anche il mago che aveva preso le parti dei Nazisti, tale Yggdmillennia, era scomparso.

Il Graal Maggiore scomparve come nebbia, e con lui il sogno delle tre famiglie - anche se forse non era altro che vacuo attaccamento ai propri capricci - e Fuyuki poté accogliere la fine delle Guerre.

Così passarono gli anni, e anche i giovani divennero vecchi...

*************

Inghilterra, dove si trovava il cosidetto quartier generale dell'associazione dei maghi, la Torre dell'Orologio. Situata nel British Museum, era il luogo dove aspiranti tiranni che desideravano lasciare l'impronta nella storia della taumaturgia, e molti altri maghi pieni di ambizione, si riunivano da ogni parte del mondo.

Che mille maghi su un migliaio avrebbero fallito lungo il loro percorso era un fatto... ma dopotutto a tutti è concesso sognare.

O almeno era questa l'opinione di Shishigou Kairi, ex studente. Qualcosa colpì la sua spalla: evidentemente era così assorto nei suoi pensieri che aveva urtato uno degli studenti. Stava per scusarsi ma detto studente, col viso irrigidito, stava fuggendo lontano il più in fretta possibile.

Anche se era un trattamento a cui era abituato, sospirò. A causa degli ingredienti con cui lavoravano, o forse per il tipo di magia che praticavano, i lineamenti dei maghi a volte si distorcevano. Non era nulla di cui vergognarsi, anzi era normale che un mago li usasse come motivo di vanto.

Shishogou, invece, spesso si chiedeva se il suo caso non fosse tremendamente sfortunato. Il semplice camminare per le strade gli aveva guadagnato ben tre perquisizioni da parte di poliziotti (a cui era sfuggito tramite magie di condizionamento mentale). Per quattro volte il corpo di sicurezza della Torre dell'Orologio lo aveva sottoposto a pesanti interrogatori. Innumerevoli studenti erano fuggiti dopo averlo incontrato per i corridoi, con gli occhi pieni di terrore.

"Questo è razzismo! Discriminazione!"
Shishigou avrebbe voluto lamentarsi ma la risposta che gli avrebbero dato era palese: "No, però mi spaventi"

Era una storia molto triste. Eppure Shishigou stesso non poteva negare di avere un aspetto che certamente saltava all'occhio, né che i vestiti che indossava aiutassero a dargli un aspetto più terrificante rispetto ai maghi normali. Però non aveva ancora dimenticato come sorridere...

E questo dimostrava che Shishigou Kairi ancora non aveva capito cosa lo rendeva davvero spaventoso. Certo, erano il suo viso coperto di cicatrici, i suoi occhi taglienti, la sua muscolatura possente e la sua giacca di pelle nera, creata a partire dalla pelle di creature magiche scuoiate. Inoltre l'aver calcato così tanti campi di battaglia come cacciatore di taglie mercenario gli aveva lasciato addosso un permanente odore di sangue e polvere da sparo. Anche per i maghi, per cui l'etica spesso è solo un intralcio, l'orrore rimane orribile.

"Il tuo sorriso è certamente qualcosa di terrificante"

L'anziano mago, Rocco Belfaban, riuscì a calmare lo scontento Shishigou persino aspirando rumorosamente tra le risate. Erano entrambi nella stanza del vecchio mago nel Dipartimento di Invocazione della Torre.

In una vetrina inchiodata al mura c'era il teschio di un essere che sembrava una chimera tra una scimmia e un elefante. Dietro il teschio c'era una pergamena vecchia di almeno un millennio, che invece di essere trattata con cura sembrava essere stata gettata lì dentro a casaccio. Appoggiata in equilibrio precario sulla parte alta della vetrina c'era una bottiglia di vetro contenente un serpente con la testa divisa in nove, preservato in formalina.

"In questo posto si può trovare veramente di tutto..."

Se i suoi occhi esperti non lo ingannavano, il rettile in formalina era un oggetto quasi unico, introvabile praticamente in tutti i luoghi del mondo. Shishigou si lasciò cadere sul divano mentre contemplava l'oggetto.

"Non direi. E' certamente raro, ma non ha grande utilità. Credi davvero sia così di valore?"
"Il cucciolo di idra? Credo che "di valore" non renda bene l'idea"
"E' un falso"

Belfaban si lasciò sfuggire una risatina soffocata, come se lo stesse deridendo. Shishigou si limitò a fissarlo e, senza lasciare intendere di voler continuare il discorso, ingoiò la sua medicina. Il sapore era così tremendo, ma Shishigou sapeva dei suoi effetti miracolosi contro la fatica.

"Bene... se ti ho chiamato qui, è solo per una ragione. Conosci la Guerra del Graal di Fuyuki?"
"Certo che sì" disse Shishigou, aggrottando le sopracciglia.

Una Guerra del Graal era, in generale, una battaglia che aveva come scopo l'impossessarsi di un oggetto onnipotente chiamato Santo Graal, che si diceva essere in grado di esaudire qualsiasi desiderio. Quando però veniva seguita dalla specificazione "di Fuyuki", ogni mago sapeva che si trattava di un conflitto unico, in cui degli Spiriti Eroici venivano evocati come servant per combattersi fino alla morte.

Forse a causa dello scarso controllo che l'Associazione aveva sulle terre dell'Est quella guerra si era ripetuta tre volte senza attirare troppa attenzione. Anche solo suggerire che un oggetto onnipotente poteva comparire in qualche remota terra d'oriente sembrava uno scherzo di cattivo gusto, e l'Associazione non gli dava molto peso.

Le cose cambiarono, tuttavia, al termine della terza guerra. La guerra finì in una maniera inaspettata, e poco più tardi per il mondo cominciarono a girare informazioni su come riprodurre il sistema che stava alla sua base.

Era la prova di quanto superiori fossero le tre famiglie dei Matou, degli Einzbern e dei Tohsaka.

Per fare un esercizio mentale del tipo "e se...?" su quel preciso periodo storico: e se la Terza Guerra del Graal non fosse finita a quel modo? Sarebbe probabilmente rimasta un evento unico nel suo genere, e la quarta guerra sarebbe stata combattuta una decina d'anni prima del colloquio tra Shishigou e Belfaban. Con la perdita del Graal Maggiore, tuttavia, nessuna guerra poteva più essere combattuta a Fuyuki.

A seguito di fatti avvenuti agli albori della Seconda Guerra Mondiale, però, molte repliche in scala minore della Guerra del Graal erano scoppiate in tutto il mondo. Molte di queste erano decisamente inferiori, potendo al massimo evocare cinque Servant e non riuscendo in ogni caso ad evocare l'onnipotente Graal.

"Sai qual era il vero scopo della Guerra del Graal di Fuyuki?"
"No, non lo so"

Belfaban lo guardò con un sorrisetto inquietante. Shishigou sollevò le sopracciglia, e gli intimò di sopravvivere.

"Creare un buco nel Vortice dell'Origine"
"Cos'hai detto?"

La risposta lasciò Shishigou interdetto. Se Belfaban aveva detto il vero, ciò che era necessario al rituale non erano i Master ma i Servant. In altri termini, gli Spiriti Eroici.

Il Graal Minore aveva lo scopo di evitare temporaneamente che le anime evocate tornassero nel luogo dove sopravvivevano. Con le anime di sette potenti Spiriti Eroici era possibile aprire un percorso per Akasha, il Vortice dell'Origine: era questo il vero scopo della Guerra di Fuyuki.

"Quindi in sostanza è completamente diverso dalle altre Guerre del Graal?"

Belfaban annuì.

"L'essenza del rituale non ha nulla a che vedere con le sue imitazioni, che hanno copiato solo la componente di 'garantire i desideri'"

La capacità di garantire i desideri era solo un esca per attirare i maghi e farli uccidere. Anche gli scontri tra i Servant erano fondamentalmente inutili. Il rituale era così perfetto che il suo vero scopo doveva essere nascosto, anche se era ironico come anche le tre famiglie fondatrici avevano finito per partecipare secondo le regole.

Shishigou era sorpreso, ma non così tanto. Forse era vero che questo era lo scopo reale del rituale, ma dopo il furto del Graal Maggiore non c'era nessuno che sapeva con certezza la verità, e le tre famiglie non avevano indetto alcuna quarta guerra.

Persino per maghi del livello di Shishigou, un mago di prima classe, era impossibile replicare il rituale della Guerra di Fuyuki. Persino tra i maghi più potenti della Torre dell'Orologio probabilmente non c'era nessuno in grado di farlo. In sostanza era un'informazione interessante, ma fondamentalmente inutile.

"Quindi, vecchio... perché sono qui?"
"Ora comincia la parte complicata. Il pezzo principale del rituale di Fuyuki, il Graal Maggiore, scomparve nel nulla dopo la Terza Guerra. Ma questo lo sai già, vero? Bene... tre mesi fa lo abbiamo trovato. O almeno abbiamo scoperto dov'è nascosto"
"E... dove?"
"In Romania, nella città di Trifas, in Transilvania. Crediamo sia stato impiantato nel più antico edificio della città, la fortezza di Millennia"
"Quindi vuoi che lo recuperi?"
"Umh... Beh, qualcosa del genere, direi, però ci sono altre notizie preoccupanti. Chi ci ha fornito queste informazioni è il capofamiglia degli Yggdmillennia, Darnic"
"Intendi proprio quel Darnic?"
"Esatto... la 'Lingua otta-forcuta'"

Darnic Prestone Yggdmillennia, il capofamiglia degli Yggdmillennia, che si diceva aver vissuto per più di un secolo. Aveva ottenuto il rango di "Gran", il più alto dell'associazione, ed era un istruttore di seconda classe in conversione elementale, anche se i suoi studenti avevano un'opinione di lui piuttosto bassa. Più che in quel campo, sfruttava i suoi talenti nella politica.

Lotte intestine, lotte per il potere e per i fondi... erano tutte cose piuttosto normali, all'interno della Torre. Grazie alle sue incredibili doti politiche, però, Darnic aveva manipolato ed ingannato chiunque si fidasse di lui, e persino chi non si fidava, tradendo e facendo il doppiogioco. Un truffatore di prima categoria.

"Quindi il problema è Darinc?"

Conoscendolo avrebbe sicuramente cercato di negoziare la consegna del Graal. Belfaban però scosse la testa, mentre il suo viso veniva trasformato da un'espressione che raramente gli si vedeva: scontento e rabbia.

"Il problema non è Darnic, ma l'intero clan Yggdmillennia"
"Cosa vuoi dire?"
"La fortezza di Millennia è loro, e hanno deciso di staccarsi dalla Torre dell'Orologio"

In un certo senso quella notizia risultò più sconvolgente della rivelazione sul vero obiettivo della Guerra di Fuyuki. Semplicemente, non era possibile.

In linea generale, l'Associazione dei Maghi era divisa in tre gruppi. Una era l'Accademia di Atlante, un'organizzazione incentrata sull'alchimia che esisteva da eoni, situata sui monti Atlante in Africa. C'era poi il Mare Vagante, che errava lungo le coste del nord Europa e poteva essere definita il prototipo dell'organizzazione di maghi; quindi c'era la Torre dell'Orologio, il pilastro centrale dell'organizzazione e centro di ricerche più grande e più nuovo.

Persino all'interno dell'Associazione esistevano casi di distacco eretico... o di uomini ritenuti troppo potenti ed indicati per essere sigillati. Non era dunque così raro che qualcuno abbandonasse la Torre. Ciò che era sconvolgente è che l'evento, stavolta, aveva coinvolto un intero clan.

"Si sono staccati tutti in una volta? Che diavolo succede?"
"Suppongo tu sappia che i membri degli Yggdmillennia non sono Lord"

L'abilità e la potenza di una famiglia di maghi dipendeva da quanto tempo aveva passato a contatto con la magia - in altri termini dalla sua storia. Si diceva che una delle più antiche famiglie reali, coloro che avevano studiato la taumaturgia fin dagli albori, avesse alle spalle una storia lunga duemila anni.

Tre erano le famiglie reali, e venti i clan ad esse collegate. Gli Yggdmillennia non appartenevano a nessuna di queste due categorie, né avevano connessioni con nessuna delle famiglie. Non si sapevano per certo i motivi, ma di certo il clan non aveva una storia particolarmente lunga. Si diceva che tempo addietro avessero perso una lotta per il potere, e che da allora fossero ai ferri corti con le famiglie reali. Altri dicevano che erano stati estromessi dai circoli d'elité a causa della povertà dei loro circuiti magici.

Quale che fosse il caso, in generale non erano ritenuti una delle famiglie nobili. Ma certamente non avevano intenzione di ingoiare la pillola senza combattere.

Il clan abbandonò i metodi classici di potenziare il sangue ed il potenziale magico della famiglia attraverso le generazioni e di raggiugnere la maestria nel campo della magia scelto dai fondatori del clan. Invece avevano deciso di accogliere a se tutti i maghi che avessero anche la più connessione con loro.

Miravano a clan con poca storia e circuiti magici scarsi e deboli. O clan che avevano iniziato un inesorabile declino, i cui circuiti magici si indebolivano di generazione in generazione. Clan che avevano perso lotte di potere ed erano condannate a cadere in rovina. O maghi sulla cui testa l'Associazione aveva posto una taglia. In altri termini, raccoglievano a sé maghi che si erano allontanati dai dettami dell'Associazione ma che rifiutavano di abbandoanre il percorso verso l'Origine.

Gli Yggdmillennia si avvicinavano al loro orecchio, sussurrando parole invitanti. Non desiderate lasciare il ricordo e l'eredità del vostro clan? Non volete raccogliere i frutti del vostro duro lavoro? Non sperate che il vostro clan lasci la sua impronta nella storia?

Il secondo nome di ognuno dei membri del clan Yggdmillennia era in realtà il nome della sua famiglia di origine, assorbito all'interno del clan. Neppure la cresta magica della famiglia era unita: ognuno dei clan continuava a passare la propria al nuovo successore.

All'interno del clan, quindi, si studiavano svariate branche della magia: alchimia occidentale, arti oscure, stregoneria, astrolgia, kabbalah, ronologia, persino l'onmyodo giapponese... ogni possibile strada veniva seguita da almeno un membro del clan.

In ogni caso non erano altro che un'accozzaglia di clan nuovi, deboli o morenti. I veri nobili ridevano loro dietro e li lasciavano giocare con le loro magie.

La maggior parte degli Yggdmillennia non riusciva a superare il secondo livello, tranne qualche rarissima eccezione che raggiungeva il primo. Erano molto numerosi, ma costituivano una minaccia veramente flebile. Ovviamente era solo grazie all'abilità politica di Darnic che erano stati lasciati vivere, ma in ogni caso l'unico punto di forza del clan era il numero - o almeno così avrebbe dovuto essere.

"Non si sa quanto dibattito ci sia stato al loro interno, ma un giorno annunciarono che avevano intenzione di separarsi dall'Associazione e che avrebbero creato un'Associazione tutta loro, incentrata nel loro clan. Che gruppetto pietoso" sospirò Belfaban.

Shishigou annuì. Dichiarare una scissione dalla Torre era praticamente una dichiarazione di guerra. Avrebbero ottenuto lo stesso effetto che avrebbero avuto lanciando un guanto di sfida.

Anche se era vero che rimanendo all'interno dell'Associazione le possibilità di guadagnarsi un posto tra le famiglie nobili era pressoché inesistente. Senza una rivoluzione non si sarebbero mai risollevati dalla loro supposta inferiorità, neppure in un migliaio di anni.

Ma la secessione non era l'unico metodo a cui potevano fare appello. Anzi, era praticamente impensabile che un intero clan si staccasse dall'Associazione, a meno di non avere le mani su qualcosa di veramente eccezionale.

D'altro canto... se, invece, avessero davvero posseduto qualcosa di importante, questo avrebbe potuto rappresentare un ottimo incentivo alla secessione. Qualcosa come, ad esempio, un oggetto onnipotente in grado di garantire ogni desiderio, in grado di aprire il percorso verso Akasha.

L'espressione sul viso di Shishigou dimostrava che aveva capito la situazione. Belfaban annuì, soddisfatto.

"Esatto. Il Graal Maggiore di Fuyuki è il simbolo della loro nuova Associazione. Il mago sopravvissuto ci ha portato questo messaggio"
"Il mago... sopravvissuto?"

Belfaban si grattò la testa e poggiò sul tavolo un pezzo di pergamena che, alla pressione del dito del vecchio mago, attivò una magia che mostrava immagini di un passato recente. Shishigou avrebbe accettato anche una foto o un video, ma agli occhi di un vecchio mago come Belfaban persino una macchina fotografica sarebbe stata una tecnologia inaccettabile.

Quello che apparve dalla pergamena era una vista a cui Shishigou era piuttosto abituato: un uomo chiaramente reduce da una tortura, seduto su una sedia con lo sguardo fisso nel vuoto, le labbra che si muovevano a mormorare qualcosa con espressione vacua.

"Questo è il mago che ci ha portato il messaggio. Quando lo abbiamo trovato era già in questo stato, ma siamo riusciti in qualche modo a curarlo: ora sta dormendo. Ci vorranno almeno sei mesi prima che la sua mente sia completamente guarita"
"Cosa sta dicendo?"

"Noi Yggdmillennia ci siamo liberati dai patetici giochini della politica dell'Associazione dei Maghi, e abbiamo intenzione di gettare le fondamenta di una nuova associazione qui, in Romania, il vero luogo di pace in cui condurre ricerche sulla taumaturgia. Perché noi siamo in possesso del settecentoventiseiesimo Santo Graal, e quando lo attiveremo e riporteremo in vita sette Spiriti Eroici saremo di un passo più vicini alla gloria
Continua a ripetere solo queste parole"

Il settecentoventiseiesimo Santo Graal, il Graal materializzato a Fuyuki. Se fossero riusciti ad attivarlo avrebbero avuto accesso ad una fonte di prana che, probabilmente, non si sarebbe esaurita per svariati secoli. Forse avrebbero persino potuto raggiungere l'Origine.

"Posso chiedere una cosa? Hai detto che è l'unico mago sopravvissuto. Quindi ci sono state delle morti?"
"Ovviamente"
"Quante?"

Belfaban esitò qualche istante, prima di rispondere sinceramente.

"Quarantanove. Abbiamo inviato all'attacco cinquanta cacciatori specializzati, e solo uno è tornato"
"..."

Ci fu un sospiro, anche se non era chiaro chi l'avesse emesso.

Cacciatori specializzati... ovvero maghi che lavoravano nello stesso campo di Shishigou. Ovviamente non erano mercenari, e facevano parte dell'Associazione, ma cinquanta era comunque un numero incredibilmente altro. Solo da questo risultava chiaro che lo scopo della missione era solo uno: lo sterminio totale degli Yggdmillennia.

Ed era solo naturale, data la portata della secessione. Limitarsi a riderci sopra avrebbe portato un tremendo disonore al'Associazione, e calpestare due millenni di storia della taumaturgia era un insulto che non meritava altro che la punizione più severa. Cinquanta era un numero più che adeguato alla situazione. E ciononostante non era stato sufficiente.

"Non è mai stata una sola questione di numeri, comunque. Ciò che si sono trovati di fronte era su un livello completamente diverso dal loro. Sono stati attaccati da un Servant"

Le parole di Belfaban resero comprensibile il massacro dei cinquanta maghi.

"Ora capisco. Non hanno mai avuto alcuna possibilità"

Anche inviare altri cento maghi non avrebbe fatto alcuna differenza. Chiunque fosse stato il loro nemico, era un tipo di entità nota come Spirito Eroico. Per una creatura del genere cinquanta maghi non erano altro che un'orda di bambini indifesi.

"Il famiglio che abbiamo inviato con loro ha visto tutto. Il Servant è apparso davanti a loro come dal nulla, ha salutato con la mano ed ha sorriso... poi è finito tutto. In un istante ognuno di loro è stato impalato da una lunga asta"
"Aste da impalazione in Romania. Ma non mi dire..."

A quanto pareva, quindi, erano riusciti ad evocare un Servant. La cosa, comunque, giocava a loro vantaggio.

"Quindi, vecchio, dato che hanno evocato un Servant ciò non significa che possiamo unirci anche noi alla lotta, mandando un Master?"

Se il Graal Maggiore era stato attivato, anche altri maghi avrebbero potuto diventare Master. L'associazione avrebbe potuto inviare dei suoi rappresentanti e fargli evocare dei Servant per opporsi agli Yggdmillennia.

"E' troppo tardi. Dalla loro parte ci sono già sette Master. Non avranno ancora evocato i loro Servant, ma il Graal non concederà mai altre magie di comando"
"Quindi... contano di uccidersi tra di loro?"
"Forse. O forse il capofamiglia guiderà gli altri e gli ordinerà di far suicidare i rispettivi Servant. Quale che sia il loro piano, apparentemente non abbiamo modo di opporsi"
"Mettiamo bene in chiaro le cose, non ho intenzione di combattere contro nessun Servant"

Shishigou preferì chiarire subito la cosa. Anche con la più meticolosa delle preparazioni e tutta la fortuna ed i miracoli del mondo dalla sua parte, le possibilità di sconfiggere anche un singolo Servant erano irrisorie. Sconfiggerne sette, poi, era completamente impossibile, avrebbe richiesto un vero miracolo, qualcosa che solo un oggetto come il Graal avrebbe potuto rendere possibile.

Sorridendo soddisfatto, Belfaban scosse la testa.

"Quello che ti chiedo di fare è combattere usando un Servant che tu stesso evocherai"
"Non ti seguo... Cosa stai dicendo?"

Il sistema che guidava la Guerra di Fuyuki permetteva un massimo di sette Servant, e altrettanti Master.

"Sto parlando dell'aspetto più interessante di questa particolare guerra. C'è la possibilità di evoare quattordici Servant, il doppio del normale"
"Cosa...?"
"Il mago sopravvissuto ha scoperto il Graal Maggiore nelle profondità della fortezza di Millennia, ed ha attivato il sistema d'emergenza"
"Sistema d'emergenza?"
"A seconda dei casi, il Graal Maggiore può distribuire una nuova tornata di magie di comando. E' un sistema ausiliario che è stato preparato nel caso che i sette Servant avessero deciso di unire le forze"
"Praticamente evocare sette Servant per combattere gli altri sette"

Quattordici in totale. Shishigou comprese subito cosa significava quel numero.

"Esatto. Trifas si trova lungo la vena magica più fertile della Romania. Molto probabilmente il Graal ha accumulato prana a velocità decisamente maggiore che a Fuyuki, al punto da poter garantire l'evocazione di altri sette Servant"

A Fuyuki un sistema del genere sarebbe stato usato sicuramente solo in caso di emergenza, ed in quel caso avrebbe molto probabilmente prosciugato la vena magica.

"Quello che stai dicendo è che dato che gli Yggdmillennia hanno già sette Master e sette Servant..."
"Raduneremo anche noi sette Master e sette Servant e muoveremo guerra agli Yggdmillennia, reclamando la vittoria"
"E che cosa succederà al Graal se dovessimo vincere?"
"Lo terremo in custodia, naturalmente. Anche se è difficile dire se i maghi che sopravvivranno sapranno mantenere il sangue freddo di fronte alla possibilità di raggiungere l'Origine"

In poche parole, il concetto era: qualsiasi cosa succeda dopo la sconfitta degli Yggdmillennia, la responsabilità sarà solo tua. Potrai decidere di esprimere un desiderio al Graal o evitare che gli altri lo facciano - o potrai persino distruggere tutto. Ovviamente la vecchia volpe sarebbe rimasta in attenta attesa. Probabilmente un gruppo di recupero sarebbe stato messo in moto appena terminata la guerra.

Ma se avesse giocato bene le sue carte... sicuramente avrebbe avuto l'opportunità di esprimere il suo unico desiderio. Un brivido percorse la schiena di Shishigou, e il cuore cominciò a battegli più forte. Come se non si aspettasse altra reazione, Belfaban annuì.

"Allora, accetti l'incarico?"

Shishigou si prese del tempo per rispondere. Accettare troppo in fretta avrebbe svelato la sua debolezza.

"Ho ancora qualche domanda, dopodiché deciderò cosa fare"
"Bene"
"Per prima cosa, voglio sapere chi sono i Master dalla nostra parte"
"Ah, certo. Gli altri sei Master sono già stati radunati e stanno aspettando a Trifas. Rottweil Berzinsky, la lucertola argentata; Gene Rum, i fili della tempesta; i due fratelli di gomma, della famiglia Pental; e Feend vor Sembren, un istruttore di prima classe alla torre. Questi sono i cinque che abbiamo inviato"

Shishigou annuì, d'accordo con i maghi scelti. Tutti maghi ben conosciuti per il mondo, mostri specializzati nel combattimento e nell'annientare senza alcuna pietà il nemico. Aveva lavorato con tutti loro, in passato, tranne che con vor Sembren. Non avrebbe avuto problemi a combattere nuovamente con loro.

"Il sesto Master è un inviato della Chiesa, e fungerà anche da osservatore"
"Un Master che fa anche da osservatore?"
"Certamente"

Dato il suo nome, la Guerra del Graal aveva ovviamente attirato l'attenzione di un'altra forza, l'unica al mondo in grado di opporsi all'Associazione dei Maghi: la Santa Chiesa. Anche se era quasi certo che il Graal di Fuyuki non fosse l'originale, non potevano certo rimanere in silenzio mentre un gruppo di maghi combatteva per il possesso di un oggetto onnipotente. Si diceva che la Chiesa fosse intervenuta per la prima volta nella terza guerra. Stando ad alcuni furono proprio le tre famiglie fondatrici a richiederne l'intervento, ma la verità era sepolta da lungo tempo.

"Ma è davvero necessario un osservatore, in questa Guerra?"

La Guerra di Fuyuki aveva bisogno di un giudice che fosse imparziale e non parteggiasse per nessuna delle tre famiglie fondatrici o dei maghi esteri. La scelta ovvia ricadde sulla Chiesa, dato che era comunque coinvolta.

Quella nuova Guerra, tuttavia, era qualcosa di differente. Era una lotta tra l'Associazione ed una fazione secessionista che le si opponeva, ed un giudice imparziale era totalmente non necessario. La Chiesa avrebbe certamente potuto lavorare per nascondere la Guerra agli occhi degli uomini comuni, ma l'Associazione non mancava certo di uomini.

"Beh, non abbiamo potuto evitare di coinvolgerli. Ci avrebbe causato non pochi problemi se si fossero alleati con gli Yggdmillennia. Dobbiamo sfruttare questa opportunità per affermare nuovamente la nostra posizione come unica associazione magica legittima"

Così la Chiesa avrebbe sostenuto l'Associazione... almeno per i primi tempi. Ovviamente per la Chiesa questo era solo un altro modo per tenere in scacco l'Associazione.

"Seconda domanda. Per l'evocazione di un Servant è necessaria una reliquia che faccia da catalizzatore. Hai già preparato qualcosa?"

Belfaban annuì. Il catalizzatore non era assolutamente encessario: senza catalizzatore sarebbe stato evocato ugualmente un Servant, ma quale Spirito Eroico sarebbe stato richiamato dipendeva solo dall'affinità con il Master. Ovviamente molti Master preverivano utilizzare una reliquia per evocare un Servant di loro scelta.

Ovviamente avere un catalizzatore non garantiva l'evocazione certa del Servant scelto. Usando un pezzo della nave Argo, ad esempio, quale Servant sarebbe stato evocato? L'invincibile Eracle? Il capiano Giasone? La strega Medea? O ancora Asclepio, il dio della medicina? Non sarebbe stato noto se non al termine dell'evocazione stessa. Ma usando una reliquia si poteva restringere la scelta, ed usandone una connessa ad un singolo Spirito Eroico le probabilità salivano vertiginosamente.

Ovviamente anche evocare senza l'uso di una reliquia aveva i suoi vantaggi. Dato che Master e Servant avrebbero avuto una natura affine, sarebbe stato semplice costruire un rapporto di reciproca fiducia. Avere un rapporto fragile con il proprio Servant sarebbe stato come tenere in mano una bomba inesplosa: un singolo passo falso poteva portare al disastro.

Ma anche se l'affinità non era certavemente un vantaggio da sottovalutare, i possibili svantaggi di un'evocazione senza reliquia erano troppo grandi.

Quindi possedere una reliquia sarebbe stata un'ottima cosa, e trattandosi dell'Associazione dei Maghi non avrebbe dovuto essere difficile procurarsene una connessa a più Spiriti Eroici.

Alzandosi Belfaban prese una scatola d'ebano da un cassetto della scrivania e l'aprì delicatamente, mostrando un pezzo di legno lavorato. Non sembrava nulla di speciale, ma quando Shishigou aprì la bocca le parole gli uscirono con un tono stridulo. Quel pezzetto di legno emanava uno strano potere.

"Che cos'è?"
"Un pezzo della Tavola Rotonda. Un tempo i più valorosi tra i cavalieri si sedevano attorno a questo tavolo, per proteggere la Britannia combattendo non solo con le spade, ma anche con le parole"
"La Tavola Rotonda di Britannia... quella di Re Artù?"

Senza pensare Shishigou allungò la mano e cercò di prendere la reliquia, ma riuscì a controllarsi. I Cavalieri della Tavola Rotonda... non c'era bisogno di presentare i seguaci di Re Artù. La Tavola Rotonda era stata proposta dal re stesso, in modo da sottolineare come tutti loro fossero uguali.

Ognuno dei cavalieri che si erano seduti a quella tavola era oggetto di leggenda. Re Artù stesso, ovviamente, ma anche Lancillotto, Galahad, Gawain, Tristano, Parsifal... evocare uno qualsiasi di loro avrebbe garantito un enorme vantaggio in fatto di notorietà e forza.

"Ma non si può sapere con certezza quale cavaliere verrà evocato. Tra i tanti, verrà richiamato quello a te più affine"
"Non sarebbe comunque un problema. Uno qualsiasi dei Cavalieri della Tavola Rotonda evocato come Servant sarebbe un ottimo acquisto"
"Capisco... il che significa che accetti?"

Shishigou si prese del tempo per pensare. Tutto era pronto per l'evocazione del suo Servant. Gli Yggdmillennia avrebbero certamente cercato di avvantaggiarsi del loro territorio, evocando il Servant che avrebbe tratto maggior vantaggio dal trovarsi in Romania. In ogni caso, non sarebbe stato un grosso svantaggio.

Era una guerra sette contro sette... erano in parità numerica. E, più importante ancora, Shishigou covava un desiderio che solo il Graal avrebbe potuto esaudire - e Belfaban lo sapeva. Non c'era molto da decidere.

Shishigou annuì, accendendosi una sigaretta. Inspirò a fondo il fumo, permettendo per un momento a quel veleno di attaccargli i polmoni... e irritando Belfaban, che odiava il fumo.

"Quindi abbiamo radunato sette Master. Anche gli Yggdmillennia ne hanno sette, quindi l'Associazione invierà i suoi sette. Quindi quattordici Servant calcheranno il suolo di Romania. Non c'è mai stato un rituale di questa scala. Non è una semplice Guerra del Graal... questa è La Guerra del Graal, la più grande di tutte."
"La guerra più grande, eh..."

Sette Servant contro Sette Servant. In passato solo sette si erano scontrati, finché non ne rimaneva vivo uno solo. Era impossibile prevedere cosa ne sarebbe stato di Trifas, dopo quella Guerra.

"Voglio anticipata la metà del mio compenso. Se ti va bene, abbiamo un accordo"

Belfaban aggrottò le sopracciglia.

"Il compenso stabilito non ti va bene?"
"Questa missione ha una possibilità di sopravvivenza bassissima. Voglio racimolare il possibile ora"
"Oh? E hai già qualcosa in mente?"

Shishigou si alzò in piedi e si avvicinò alla vetrina senza alcuna esitazione, indicando l'idra.

"Questa"
"... E un falso ti basta?"

Shishigou annuì senza pensarci due volte. L'espressione di Belfaban si rannuvolò in un istante... ovviamente, dato che l'animale era una vera idra. Anche vendendo ogni proprietà della famiglia Shishigou il ricavato non avrebbe raggiunto neppure un terzo del suo valore.

"E sia, dunque"

Shishigou afferrò l'idra con una mano e la scatola con la reliquia con l'altra.

"Parti per la Romania, dunque. Chiamerò gli altri Master e l'osservatore... ti contatteranno appena raggiungerai il paese"
"Ah, vero. Si sa il nome dell'oservatore?"

Shishigou si girò a porre la domanda mentre se ne stava andando. Una missione del genere sicuramente sarebbe stata affidata ad un membro dell'Assemblea degli Otto Sacramenti, forse persino qualcuno di noto.

"Non l'ho mai incontrato di persona, ma sì, so il suo nome... è un prete di nome Shiro"

Che non era un nome noto a Shishigou.

*************

Poco dopo, Shishigou Kairi si imbarcò su un volo diretto in Romania. Fortunatamente appena era stato contattato aveva considerato l'ipotesi di dover nuovamente accettare un lavoro di caccia: tutto il suo equipaggiamento da combattimento era pronto, e non dovette tornare a casa per prepararsi.

Durante il volo Shishigou lesse il documento sulla Guerra del Graal che Belfaban gli aveva consegnato. Si fece così una cultura sulle sette classi, sulle loro caratteristiche, sulle magie di comando e su come permettevano di costringere i Servant ad eseguire qualsiasi ordine, e sulla terza guerra...

L'aereo atterrò poco dopo che ebbe finito di leggere i documenti. Per i maghi vigevano regole strettissime riguardo i viaggi in Romania, per evitare che il Graal distribuisse magie di comando a maghi di terza categoria, per quanto improbabile fosse.

Appena sceso dall'aereo sentì un dolore sordo alla mano destra, e quando la guardò vide una sorta di tatuaggio inciso sul dorso: il Graal lo aveva riconosciuto come Master, ed aveva permesso alle magie di comando di manifestarsi.

Anche se se lo aspettava, questa cosa gli provocò un'ondata di sollievo. Se le magie di comando non si fossero presentate non importava quanto avesse potuto aspettare, l'unica cosa che avrebbe potuto fare era tornare a casa.

Shishigou non si diresse immediatamente da Bucarest a Trifas, pensando che prima di tutto sarebbe stato il caso di evocare il suo Servant. Trifas era il territorio degli Yggdmillennia, ed infiltrarvisi da sol senza un Servant sarebbe equivalso ad un suicidio.

Fortunatamente Bucarest aveva una storia che si poteva datare almeno a seicento anni addietro, e nella città esistevano molte vene spirituali sufficientemente potenti. Shishigou fece un giro per la città, e nel pomeriggio aveva già stilato una lista di posti adatti e compatibili con i suoi poteri. La scelta migliore era indubbiamente uno degli angoli del cimitero gestito dalla chiesa di Stavropoleos, dato che per un negromante come Shishigou era il luogo più affine.

"Anche se dubito che un Servant sarebbe contento di venire evocato vicino ad una pietra tombale..."

Shishigou si mise immediatamente al lavoro una volta che il Sole fu tramontato e la notte fu scesa sulla città. Applicò una barriera intorno al cimitero, per fare in modo che la gente fosse lontana. Il rituale per erigere la barriera non era complesso, e questa avrebbe dovuto essere mantenuta solo per il tempo necessario all'evocazione del Servant.

Quindi, usando un gessetto creato distillando polvere d'ossa e sangue di maghi, disegnò un circolo magico: un anello di purificazione disegnato intorno ad altri quattro anelli simili, che a loro volta circondavano il marchio di evocazione. Al centro del circolo posizionò una sfera di cristallo. Nonostante fosse un rituale preparato alla bell'e meglio, Shishigou annuì di soddisfazione per la qualità del lavoro.

Ora mancava solo offrire la reliquia come catalizzatore per l'evocazione. Ad una prima occhiata il rituale sarebbe stato troppo semplice per un'operazione complessa come l'evocazione di uno Spirito Eroico, ma lo scopo del Master era unicamente quello di ancorare lo spirito ad una forma fisica: l'evocazione in se stessa sarebbe stata eseguita dal Graal.

Dato che aveva completato l'iscrizione del circolo molto più in fretta dl previsto, Shishigou aveva del tempo libero prima che il suo prana fosse pronto all'evocazione.

Inconsciamente - e probabilmente guidato dalla noia - si accese una sigaretta. Era un prodotto taiwanese, terribilmente raro: era praticamente un miracolo che fosse riuscito a procurarsene un pacchetto, grazie ad un altro mago. In ogni caso, il sapore era orribile, ma il connubio di grande rarità e sapore orrendo gli permetteva di comprendere appieno la transitorietà del mondo.

Respirando volontariamente il fumo, quasi con rammarico, Shishigou si fermò un momento a riflettere. La Guerra del Graal era la più piccola guerra al mondo, e nel contempo la più grande... dato che consentiva un solo vincitore. La situazione al momento era un po' diversa dal normale, ma in ogni caso le armi in campo erano dei veri e propri mostri, Spiriti Eroici contro i quali nessuna magia avrebbe mai funzionato.

La sua mente si focalizzò sul suo desiderio per il Graal. Il suo desiderio non era niente di eccessivo, ed era addirittura qualcosa per la quale Shishigou Kairi non aveva particolare fretta: aveva vissuto la sua intera vita nella convinzione che le sue speranze erano già morte. Lasciare la Torre dell'Orologio, diventare un mercenario e un cacciatore di taglie... erano tutti risultati di questo. Eppure la speranza che era così sicuro di aver gettato via così tanto tempo fa tornava a fare capolino, mettendosi a portata di mano.

"Però... posso davvero raggiungerla?"

Non ne era certo, non in quella Guerra del Graal. Avrebbe potuto portare soamente alla sua morte, e anzi le probabilità erano piuttosto alte. Eppure...

'Che stupidaggini. Se avessi voluto tirarmi indietro non avrei neppure accettato questo incarico'

Lo sapeva benissimo, sapeva che non aveva più modo di fuggire o tirarsi indietro, dato che aveva bruciato lui stesso il ponte che aveva appena attraversato. Anche se fosse tornato indietro, non avrebbe avuto alcun luogo a cui tornare. E gli stava bene. Si avvicinò al circolo magico.

Presto sarebbero state le due di notte. Sia la Romania che il Giappone, a quell'ora, sarebbero stati avvolti dalle tenebre: nessun orario poteva essere migliore di quello, più appropriato per qualcuno che, come Shishigou Kairi, aveva potere sulla morte.

"Cominciamo"

La sua voce era venata di tensione - un ottimo segno, ad indicare che stava tenendo la giusta condizione mentale, pensò analizzando se stesso. Confermò un'ultima volta a quale colore apparteneva. Apparentemente a ciascuna delle due fazioni era stato assegnato un colore: nero per i Servant degli Yggdmillennia, rosso per quelli della Torre dell'Orologio.

"Gli elementi sono ferro e argento.
Il benefattore è l’arciduca del contratto
Il rosso è il colore a cui dichiaro la mia fedeltà.
Una barriera, che impedisca al vento di scorrere.
Chiudi i cancelli di tutte e quattro le direzioni, abbandona la Corona e circola nelle tre vie che conducono al Regno"

Iniziò a recitare le parole del rituale di evocazione, pur modificando le parole rispetto alla versione originale. Allo stesso tempo, tuttavia, cominciò a sentire un vago senso di sconforto, come se le mani di un estraneo stessero giocando con i suoi organi. I circuiti magici si attivarono per convertire il mana nell'atmosfera, e la sua cresta magica si risvegliò per dargli manforte.

Il suo intero corpo era umano, ma era anche stato trasformato in qualcosa di sovrumano: un oggetto portatore di miracoli, la parte di una macchina, forse un ingranaggio... questo era ciò che era diventato. Ben conscio di questo Shishigou diede ancora più fondo alle sue risorse, accelerando il flusso del prana nel suo corpo.

Il circolo di evocazione brillò di rosso, ma Shishigou non poteva permettersi di osservare ciò che avrebbe davvero permesso il miracolo.

"Completa, completa, completa, completa, completa!
Ripeti cinque volte, e polverizza l’iscrizione al termine!"

*************

Romania, Transilvania

Trifas, una piccola cittò a nord di Sighisoara, il luogo di nascita del Principe Impalatore. Le sue mura, costruite come difesa contro l'invasione delle orde Turche durante il Medioevo, erano ancora perfettamente conservate, e circondavano la cittadella e parte della città.

Molti degli edifici che la componevano erano stati costruiti nel Medioevo, ed erano stati riparati e ricostruiti molte volte, rendendo il loro valore alla pari con quelli di Sighisoara. La sua popolazione era di circa ventimila anime, i cui sforzi si concentravano principalmente nell'agricoltura e nell'industria tessile.

E ovviamente c'era il simbolo della città, un gigantesco castello arroccato sulla cima di una collina, che torreggiava sopra le strade della città: la fortezza di Millennia. Il castello non era mai cambiato dai tempi del Medioevo: l'invasione dei turchi ottomani, la peste nera, l'esplosione delle guerre moderne... molte disgrazie avevano colpito Trifas, ma il castello resisteva.

Ora vi abitava il clan degli Yggdmillennia, maghi provenienti da ogni parte della Romania e del nord Europa: il castello pullulava di vita più che mai.

Ma non c'erano solo gli Yggdmillennia: vi abitavano anche molti servi, la cui provenienza era ignota praticamente per chiunque, che svolgevano svariati compiti e che pattugliavano il perimetro del castello armati di alabarda... qualcosa di completamente anacronistico. E camminando per i corridoi di pietra si potevano vedere statue dagli occhi scintillanti...

Una vista che avrebbe sconvolto chiunque vi avesse posato lo sguardo, ma fortunatamente per loro i residenti di Trifas non sarebbero mai stati così imprudenti da posare piede all'interno del castello. E quando le luci si accendevano nella cittadella, gli era proibito persino mettere piede fuori di casa.

Era per questo che tre mesi prima, quando le luci a lungo spente avevano ricominciato a brillare, gli abitanti della città avevano cominciato a lanciarsi sguardi tetri. I dominatori del castello, quei tiranni sanguinari, erano tornati. La popolazione di Trifas continuò a vivere la sua vita, pregando ogni giorno per la salvezza delle loro case.
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Offline Gilgamesh

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Re: Fate stay night + Fate Zero
« Risposta #1205 il: 14 Luglio, 2013, 16:13:51 pm »
Capitolo 1.2

Spoiler
Erano passate due ore dopo la mezzanotte, e la città di Trifas era già avvolta dal torpore, con la fortezza di Millennia che pareva osservarla attentamente, in contemplazione. Un uomo stava ritto ad una delle finestre del castello, osservando i dintorni. I suoi occhi, fissi sul vuoto delle strade inferiori, brillavano di decisione.

Era Darnic Prestone Yggdmillennia, capofamiglia degli Yggdmillennia. Durante la Terza Guerra del Graal aveva combattuto in veste di mago alleato dei Nazisti, ed era l'uomo che aveva progettato e diretto il trasferimento del Graal Maggiore in Germania.

Ma nonostante fossero già passati sessant'anni, non una singola ruga segnava il suo viso: se ci si fosse fermati all'aspetto fisico, non gli si sarebbe dato più di vent'anni, come se il tempo si fosse fermato all'epoca della Terza Guerra.

"Sì... tutto è stato fatto per l'esistenza di questo giorno"

In quelle poche parole echeggiavano migliaia di emozioni. Dopotutto aveva passato gli ultimi sessant'anni a prepararsi, fin dalla fine della Terza Guerra del Graal, dirigendo ed eseguendo tutto senza attrarre neppure la più piccola attenzione o sospetto.

L'unico passo falso fu permettere che si spargesse la voce sul funzionamento della Guerra di Fuyuki. A causa di ciò, e delle false guerre che ne emersero, molte delle reliquie più preziose erano scomparse. Il più grande Re degli Eroi, il valoroso Re dei Cavalieri con la sua spada sacra, il possente Re dei Conquistatori che aveva dominato mezzo mondo... in breve tempo tutte le reliquie a loro legate erano scomparse. Certo, le reliquie accumulate dal suo clan negli ultimi decenni erano comunque sufficienti ad evocare degli Spiriti Eroici d'eccellenza. Ma di sicuro l'Associazione dei Maghi era in possesso di reliquie non meno poderose.

Con la quadrupla evocazione simultanea che sarebbe avvenuta quella notte gli Yggdmillennia avrebbero avuto per le mani sei Servant. Contando anche Assassin, che era stato evocato in Giappone a causa di alcune circostanze, ne avrebbero comandati sette.

Il che significava che nel giro di poche ore gli Yggdmillennia avrebbero potuto cominciare la loro ribellione verso l'Associazione dei Maghi.

Tutto andava per il verso giusto, tranne una singola cosa. Che la Torre dell'Orologio avrebbe ordinato lo sterminio del clan dopo la secessione era prevedibile. Anche che cinquanta maghi esperti si sarebbero infiltrati a Trifas durante la notte, attendendo nei boschi, e che avrebbero tentato di risolvere tutto durante il buio era prevedibile. Che il suo Servant, Lancer, ci avrebbe impiegato trenta secondi scarsi per sterminare gli assalitori era qualcosa di meraviglioso, e ben oltre le sue previsioni.

Ciò che non aveva previsto era che il mago sopravvissuto avrebbe attivato il sistema di emergenza del Graal. Ma in un certo senso si era preparato a ciò. Sapeva che l'Associazione lo avrebbe nuovamente attaccato una volta in possesso di sette Servant. Ma dato che erano sette contro sette, almeno erano in parità numerica.

Ovviamente, trattandosi dell'Associazione dei Maghi, era quasi certo che avrebbero evocato degli Spiriti Eroici incredibilmente potenti. Ma nessuno Spirito Eroico avrebbe potuto competere con Lancer, almeno in Romania. Da quando era stato evocato, appena due mesi prima, Lancer aveva fatto uso della sua abilità di trasformare il territorio per convertire Trifas e  l'area nei dintorni in una terra dove lui stesso aveva il completo dominio.

Finché rimaneva all'interno di quell'area, Lancer avrebbe ricevuto un bonus in tutti i suoi parametri, ed avrebbe potuto usare il suo Strumento Prezioso. L'unico ostacolo era la natura ostinata del Servant... ma dato che i loro obiettivi erano gli stessi, Darnic era fiducioso nel fatto che non avrebbe creato problemi.

Avevano anche ricevuto informazioni sui maghi inviati dall'Associazione. A parte l'osservatore inviato dalla Chiesa, gli altri sei erano tutti maghi specializzati in guerriglia. Tuttavia soffrivano del pesante fardello di dover rifornire i rispettivi Servant di prana, fardello per cui gli Yggdmillennia avevano trovato una soluzione.

Al suono di ruote che si muovevano sul pavimento di pietra, Darnic si girò.

"E' quasi ora, Nonno..." disse con voce morbida la ragazzina sulla sedia a rotelle, sorridendo. Darnic le rispose al sorriso, come contagiato dalla sua dolcezza.

"Stai bene, Fiore?"
"Io sto bene, anche se ultimamente mio fratello sembra lavorare instancabilmente"

Fiore Forvedge Yggdmillennia, l'unico membro del clan ad avere un vero talento magico, e successore di Darnic: in altri termini, era la futura capofamiglia del clan.

In generale c'erano due tipi di "genio" al mondo: quello così fortunato da essere in grado di raggiungere la maestria in molti campi, e quello in possesso di un talento spropositato e impareggiabile in un singolo campo.

Fiore apparteneva a quest'ultima categoria. Pur essendo piuttosto debole nella maggior parte dei campi della taumaturgia, le sue abilità nei campi dell'evocazione di spiriti e dell'ingegneria umana rivaleggiavano con quelle degli istruttori di prima classe della Torre dell'Orologio, e forse erano addirittura superiori. In particolare, i Mystic Code di rinforzo accoppiati da lei creati fornivano un supporto tale ai poteri di chi li utilizzava da permettere persino ad un mago di terza classe di sconfiggerne uno di prima.

In tanti anni di rinforzo del sangue del clan Yggdmillennia quasi certamente non era apparso nessuno in grado di competere con lei.

"Chi si sarebbe mai aspettato che le magie di comando sarebbero apparse contemporaneamente su entrambi? Se fossimo sottomessi alle normali regole della Guerra del Graal, la cosa sarebbe sfociata in tragedia"

"Già... credo di si"

Tra i maghi era la prassi tra maestro e allievo, o persino tra fratelli, di cercare di uccidersi l'un l'altro al primo insorgere di un conflitto di interessi. Nel caso di Fiore e di suo fratello, tuttavia, non sarebbe stato un gran scontro: la differenza di potere tra i due era troppo grande, e tutto si sarebbe risolto con Fiore che massacrava il fratello, mentre questi tremava di paura. Sarebbe stata davvero una tragedia.

"Ho sentito dire che l'Associazione ha inviato l'ultimo mago"
"Le tue orecchie sono fini, come al solito"

Darnic sorrise ironicamente. Aveva ricevuto il rapporto dai suoi infiltrati nella Torre dell'Orologio appena un'ora fa.

"Quindi finalmente si comincia..."
"Sì. A partire da questo giorno i Servant delle fazioni Rossa e Nera si scontreranno nella Grande Guerra del Graal. E noi Yggdmillennia, il clan dell'albero dei mille mondi, saremo in possesso di tutti i misteri e i miracoli di qeusto mondo"

Un'espressione addolorata si dipinse sul viso di Fiore, e non solamente per il suo odio verso i conflitti. Come la maggior parte dei maghi anche lei aveva studiato presso la Torre dell'Orologio. I suoi amici vi erano ancora iscritti, e persino lei non aveva avuto di che lamentarsi del posto. Certo non avrebbe dovuto scontrarsi direttamente con i suoi amici, però... la cosa le lasciava un retrogusto amaro in bocca.

OVviamente anche la paura aveva il suo ruolo, in questo. Nel mondo della taumaturgia la Torre dell'Orologio era un simbolo eterno. Fondata all'inizio dell'era moderna, l'organizzazione raccoglieva ogni genere di mistero, e studiava ogni tipo di magia.

Era la punta di diamante del mondo della taumaturgia, ed al suo interno c'erano sicuramente cose di cui Fiore non poteva neppure immaginare la natura.

D'altra parte tradire Darnic, il capofamiglia del clan, era fuori questione. Quell'uomo era un mostro che aveva mantenuto il vigore di un uomo di trent'anni, nonostanfe ne avesse più di cento, ed era il possessore della cresta magica del clan. Avesse dovuto tradirlo, si sarebbe trovata tagliata fuori dal clan. E se fosse fuggita all'Associazione non l'avrebbe aspettata altro che disprezzo, come consanguinea di un clan di traditori.

In ogni caso Fiore si sarebbe opposta alla guerra, sottolineando come le loro possibilità di vittoria fossero pressoché nulle. Ma prima di aver visto quell'altare rilucente di bianco, ed il contorno di un circolo magico che accumulava prana puro.

"Devi tenere tutto questo per te. Non parlarne con nessuno"

Così Darnic le aveva detto quando l'aveva invitata a vedere quello che c'era sotto il Graal Maggiore, qualcosa che aveva sempre tenuto nascosto. Forse non era completamente operativo, ma il potere soverchiante del prana che conteneva, la sensazione quasi divina che dava, l'aveva fatta sentire come se qualcosa le stesse strappando l'anima dal corpo.

"Con questo onnipotente oggetto, ogni tuo desiderio può diventare realtà"

Non aveva potuto resistere alle parole sussurrate da Darnic. Perché anche lei, ovviamente, aveva un sogno, un desiderio che non avrebbe potuto esaudire per quanto avesse affinato le sue capacità.

Ciò che la faceva opporre alla guerra contro i suoi amici era puro sentimentalismo, nulla che potesse ostacolarla sulla via verso il suo obiettivo. Aveva già deciso di mettersi in gioco contro l'Associazione.

"Bene, accompagnami ad incontrare il nostro Principe. Dobbiamo evocare i cavalieri che ci proteggeranno"
"Certo, nonno"

Quando arrivarono alla sala del trono, dove il rituale avrebbe avuto luogo, altri quattro Master erano già presenti. C'erano anche degli homuncoli, intenti ad occuparsi di tutte le operazioni preliminari e portando nella stanza gli oggetti magici necessari.

Il circolo magico era già stato tracciato, usando una lega d'oro e argento mantenuta in stato liquido da un'incantesimo di mantenimento della temperatura. Era un circolo tremendamente complesso e delicato, progettato per evocare più di un Servant alla volta.

Ogni rumore si spense d'improvviso. Darnic sfruttò il momento per spostarsi al fianco del trono e spalancare le braccia, comunicando il suo ordine.

"Posizionate sull'altare i catalizzatori che avete recuperato"

I Master annuirono.

Il primo era Gordes Musik Yggdmillennia, un uomo piuttosto corpulento. Una sola occhiata alla sua espressione lo avrebbe fatto catalogare come un uomo pomposo. La sua specializzazione era l'alchimia, e la reliquia che aveva scelto come catalizzatore era ben sigillata in una scatola, a causa del suo valore o forse perché Gordes non voleva farne conoscere la natura agli altri Master.

Il secondo era Fiore Forvedge Yggdmillennia, specializzata in evocazione ed ingegneria umana. Usava come catalizzatore una freccia parecchio antica la cui punta era scurita da qualcosa, forse sangue.

Il terzo Master, Selenik Icecol Yggdmillennia, una donna specializzata nelle arti oscure. Nonostante il suo aspetto innocente, il suo intero corpo puzzava di sangue, molto probabilmente per la sua abitudine di baciare le interiora degli uomini e delle bestie che usava nei suoi sacrifici. Come catalizzatore aveva una bottiglietta di vetro, ancora sporca di un qualche tipo di liquido.

Il quarto era Caules Forvedge Yggdmillennia, il fratello minore di Fiore, specializzato in invocazione. A guardarlo, a scrutare il suo viso infantile pieno di lentiggini, non gli si sarebbero dati neppure diciotto anni. Continuava a ripetere le parole del rituale di invocazione dello Spirito Eroico, per paura di dimenticarsene una parte. Il suo catalizzatore era un vecchio pezzo di carta, con disegnata sopra una figura umana; in un angolo si poteva leggere la scritta 'l'essere umano perfetto'

L'ultimo Master, Roche Flyn Yggdmillennia, aveva già evocato il suo Servant. Era il più giovane tra i presenti, un ragazzino di appena tredici anni che osservava interessato la scena, in disparte.

"Oh, è strano vederti lontano dal tuo laboratorio, Roche"

Il ragazzino ridacchiò alle parole di Darnic.

"Beh, dopotutto si tratta dell'evocazione di Spiriti Eroici. Ci si può ritenere incredibilmente fortunati ad assistervi una volta... per vederlo una seconda volta persino io sono disposto ad allontanarmi dal laboratorio"

Nonostante l'età sembrava di parlare con un adulto. Era un mago piuttosto famoso nell'ambito dell'ingegneria delle bambole, quantomeno per quanto riguardava le loro specifiche tecniche. Le sue marionette venivano create pensando esclusivamente alla loro funzione, e il loro design lasciava a desiderare.

Roche aveva evocato Caster due mesi prima, più o meno nello stesso periodo in cui era stato evocato Lancer, e da allora i due avevano passato tutto il loro tempo nel laboratorio del castello, a creare i golem che sarebbero stati utilizzati nella guerra.

"Dov'è Caster?"
"Oh, il Maestro arriverà presto. E' piuttosto impegnato nella progettazione del suo Strumento Prezioso"
"Allora dopo dovrò scusarmi con lui. Noi godiamoci di nuovo questa misteriosa cerimonia"
"Va bene"

Roche ridacchiò. Il ragazzo si riferiva con rispetto al suo Servant come Maestro: per lui, la leggenda incentrata su Caster era degna della massima ammirazione. Caster aveva la sua piena fiducia, e Roche era felicissimo di aiutarlo nel laboratorio.

Caster apparì dopo qualche tempo al suo fianco, avvolto in una tunica ed un mantello blu, con il viso coperto da una maschera senza occhi e senza bocca. Roche lo salutò con gioia, e Caster rispose silenziosamente con un cenno del capo.

Dopo aver controllato la posizione dei quattro Master, Darnic chinò il capo in segno di rispetto verso il trono vuoto.

"Mio Principe, stiamo per cominciare l'evocazione"
"Molto bene..."

Attorno al trono si concentrarono dei lampi di luce, che si raggrupparono dando forma alla sagoma di un essere umano. L'uomo che Darnic aveva chiamato Principe indossava abiti dall'aspetto regale, neri come le ombre della notte. Il suo viso, invece, era pallido, così come i suoi setosi capelli bianchi.

Nell'istante in cui apparve, l'atmosfera nella sala del trono si fece tesa. La sola presenza di quell'uomo emanava un senso di oppressione; il suo solo sguardo causava tremiti di paura. Ma non perché agisse violentemente: il suo sguardo di ghiaccio faceva semplicemente provare l'impressione di essere una creatura tremendamente debole ed impotente.

Era l'asso nella manica preparato dal capofamiglia degli Yggdmillennia, la sua carta più forte: il Lancer Nero, Vlad III.

Il più grande eroe di Transilvania, conosciuto dai turchi con l'epiteto di "Principe Impalatore", che soprannome con cui poi fu conosciuto in tutto il mondo. Il figlio del Drago... conosciuto anche come Dracula, il vampiro.

Ovviamente l'uomo assiso sul trono non era un vampiro: era un uomo di fede, un eroe asceso al trono della sua nazione, per quanto piccola fosse. Le sue gesta erano famose in tutto il mondo, specialmente in Romania dove aveva respinto numerosi tentativi di invasione da parte dell'impero Ottomano, diventanto il più grande eroe nazionale.

Finché rimaneva in Romania avrebbe goduto di una fama enorme, alla pari con quella di Eracle in Grecia e di Re ARtù in Gran Bretagna.

Dopo aver lanciato uno sguardo a Darnic Lancer parlò, facendo risuonare la sua voce possente in tutta la stanza.

"Procediamo con il rituale di evocazione degli Spiriti Eroici che combatteranno sotto il mio comando!"
"Come desiderate"

Dopo essersi inchinato con rispetto, Darnic si rivolse ai quattro Master.

"Cominciamo, fieri maghi degli Yggdmillennia. Con l'esecuzione di questo rituale, procederemo di un altro, importante passo sul sentiero di guerra. Siete pronti a farlo?"

I quattro Master rimasero in silenzio, sottolineando la loro decisione.

L'atmosfera nella sala del trono cambiò di nuovo: i sensi dei quattro Master si acuirono, a tal punto che persino la pressione esercitata dallo sguardo del Principe posato su di loro fu per dimenticata.

Certo, il rituale di evocazione di un Servant era molto più semplice di un qualsiasi altro rituale, ma se fosse stato eseguito in maniera errata avrebbe potuto ugualmente prendersi la vita dell'evocatore.

Non si poteva procedere a testa bassa, ma anche avanzare di un centimetro alla volta per essere sicuri di eseguire correttamente ogni passo era da pazzi: erano necessari sangue freddo e decisione, e la volontà di puntarsi la canna alla tempia e premere velocemente il grilletto.

"Gli elementi sono ferro e argento.
Il benefattore è l’arciduca del contratto
Il nero è il colore a cui dichiaro la mia fedeltà.
Una barriera, che impedisca al vento di scorrere.
Chiudi i cancelli di tutte e quattro le direzioni, abbandona la Corona e circola nelle tre vie che conducono al Regno"

Non avevano fatto delle prove, ovviamente, ma ciononostante pronunciarono le parole del rituale in perfetta sincronia, senza incespicare su neanche una parola.

Dopo che il primo verso fu completato, il circolo magico cominciò a brillare. Il prana cominciò a defluire e ad investirli ma tutti, compreso Caules, riuscirono a rimanere saldi e procedere con il rituale, senza esitare.

“Proclamo che il mio corpo rivestirà il tuo spirito, che la tua spada vincolerà il mio destino.
Se seguirai la mia volontà, e rispetterai il mio giudizio in merito all’ottenimento del Santo Graal, concediti a me!”

L'evocazione, il prana che scorreva nei circuiti magici dei Master, stava richiamando gli Spiriti Eroici dal loro Trono, i più grandi esseri mai esistiti in miti e leggende.

“Segue il Sacramento. Io incarno il Bene, ideale ed immutabile. Io reprimo il Male, assoluto ed eterno.”

Tre dei Master si interruppero a quella frase dando il tempo a Caules, che stava aspettando il momento, di aggiungere un altro verso.

“Ma sia la tua vista annebbiata dal caos, e tu sia intrappolato nella gabbia dei furibondi! Io, che tengo strette le tue catene!”

La linea aggiuntiva per l'abilità di Mad Enhancement, che assicurava che il Servant sarebbe stato affetto da un certo grado di pazzia: un Servant debole avrebbe guadagnato una immensa forza fisica rinunciando a certi processi mentali, diventando un Berserker.

Quindi procedettero con l'ultimo verso. Nonostante il tormento che gli causava il prana nei loro circuiti e la paura di perdere il suo controllo, i quattro non si pentirono se non per un brevissimo istante: il rituale lasciava in loro un senso di esaltazione ed eccitazione. Così continuarono a stringere sempre di più la presa sul più grande mistero di tutti: degli Spiriti Eroici stavano cercando di fare il loro ingresso nel mondo.

“Tu, che impersoni il potere della Trinità, che orna i Sette Cieli, sortisci dal tuo ciclo confinante, o Guardiano dell’Equilibrio!”

Dopo che l'ultimo verso del rituale fu pronunciato la stanza venne invasa da una tempesta di prana, che fece tremare di paura gli homuncoli. Lancer, Caster e Darnic si fecero invece accarezzare da essa, come se fosse una leggera brezza. Così apparvero.

Dal centro del circolo magico emanò una luce abbacinante, poi la tempesta divenne null'altro che un sussurro, la luce un fioco bagliore, ed il miracolo ebbe luogo: quattro eroi stavano al centro del circolo, spettri che avevano di nuovo guadagnato una forma di carne.

Uno di loro era una ragazzina minuta vestita di bianco, che impugnava un'enorme mazza. I suoi occhi vacui scorrevano lentamente lungo la stanza.

Un altro era un ragazzo androgino, vestito sfarzosamente. Dei quattro era l'unico a fissare direttamente la sua Master, son un gran sorriso sul volto.

Un altro ancora era un uomo con un arco lungo stretto in mano, avvolto in un mantello color delle foglie. Pose un ginocchio al suolo, piegando la testa.

L'ultimo era un uomo completamente rivestito da una scintillante armatura, con uno spadone agganciato alla schiena. I suoi capelli color dell'argento ondeggiavano nei rimasugli del vento creato dall'evocazione.

"Aah..."

Qualcuno emise un sospiro di meraviglia, e perfino Darnic era rapito dallo splendore del loro aspetto. Così i Serant parlarono, come con un'unica voce, proclamando la loro lealtà in quella guerra.

"In risposta alla vostra evocazione ci presentiamo a voi, i Servant Neri. Il nostro destino è nelle mani degli Yggdmillennia, e le nostre spade saranno le vostre spade"

*************

Come i maghi degli Yggdmillennia, anche Shishigou Kairi aveva completato l'evocazione del suo Servant.

"Quindi saresti tu il mio Master, eh?"

La domanda gli era stata posta da un cavaliere di bassa statura, coperto da capo a piedi da un'armatura. Shishigou annuì alle parole del cavaliere, che gli arrivarono chiare e cristalline nonostante l'elmo, e gli tese una mano.

"Shishigou Kairi, sono il tuo Master. Molto piacere"
"Questo... è un cimitero? Che posto terribile per evocarmi"

Il cavaliere ignorò la mano di Shishigou, che quindi la ritrasse.

"Sì... beh, posti come questi per me sono più o meno come casa"
"Sei nato da una tomba?"
"Ho trascorso la mia gioventù tra i cadaveri"

Sentendo ciò il cavaliere annuì, comprendendo.

"Capisco... sei un negromante"
"Centro. E tu sei Saber, giusto?"

Shishigou indicò con un cenno la spada nel pugno del cavaliere.

"Non è forse ovvio? Devi avere una vista terribile ed una mente persino peggiore per avermi scambiato per un Caster o un Assassin"
"Non che ci trovi nulla di male in un assassino che entri dalla porta principale completamente vestito in armatura"

Apparentemente un assassino del genere era realmente esistito.

"... Che il mio Master sia dunque un idiota?"
"Direi di no. Sei stato evocato dal miglior Master possibile, Saber. Quello che ti sto dicendo è che sono un mago di prima classe, un Master impeccabile e sono perfettamente in grado di comandarti"
"Mh... immagino che un buon ordine rimanga comnque tale, anche se pronunciato da te"
"Bene... Saber, potresti dirmi il tuo nome, ora? E spiegarmi perché non posso scorgere i tuoi parametri, anche se sono il tuo Master?"

Normalmente un Master dovrebbe essere in grado di acquisire un certo numero di informazioni osservando un Servant, informazioni sulle sue caratteristiche fisiche e sulle abilità generali che possiede. Ovviamente le sue abilità personali e sugli Strumenti Preziosi sarebbero oscurate finché non fossero state viste personalmente in azione, ma le informazioni disponibili sarebbero state comunque preziose per delineare una strategia.

E ovviamente il primo Servant che un Master può osservare è quello evocato da lui stesso. Conoscendone le sue caratteristiche, il Master può pianificare come muoversi in guerra.

Però Shishigou poteva leggere solo i parametri di base del suo Servant: tutte le altre informazioni erano in qualche modo oscurate.

"Probabilmente è a causa dell'elmo. Posso toglierlo"

Appena Saber disse questo l'elmo si spezzò a metà, e si fuse con l'armatura. Shishigou spalancò la bocca per la sorpresa, quando lei mostrò il suo viso.

"Sei... una ragazza??"

No, forse era un ragazzo. In ogni caso, il cavaliere aveva un'aspetto piuttosto giovane. La cosa era così inaspettata che Shishigou pronunciò quella domanda prima ancora di poterci pensare, e non notò come l'umore del cavaliere peggiorò di colpo.

"Non dirlo mai più"
"Dire cosa?"

Il suo ringhio di rabbia fece tornare Shishigou coi piedi per terra.

"Chiamami di nuovo così e non sarò in grado di trattenermi"

La scintilla nei suoi occhi comunicò a Shishigou i suoi intenti omicidi, ed i suoi istinti gli confermarono che era seria.

"Va Bene, scusa. Non lo dirò mai più"

Sollevando le mani in aria, Shishigou porse le sue sentite scuse. Nonostante l'espressione deformata dalla rabbia, Saber riuscì a tornare vagamente di buon umore. Traendo un respiro profondo, mormorò

"Ti perdono. Ma non sollevare mai più la questione. Ricordalo"
"Perfetto. Quindi, il tuo nome..."
"Hm? In che senso, Master? Non so cosa tu abbia usato come catalizzatore, ma se hai richiamato me in particolare dovresti sapere..."
"Ah, no. Il mio catalizzatore è stato questo"

Shishigou le lanciò il pezzo di legno, allontanandosi un poco dal cerchio. Saber osservò con perplessità la reliquia che teneva in mano.

"Cosa sarebbe?"
"E' della Tavola Rotonda. Quella a cui siedevate tu e..."

In un istante l'umore di Saber peggiorò nuovamente. Con un ringhio lanciò in aria l'oggetto, una reliquia quasi unica, e la fece a pezzi con la spada.

"Uh..."

Dopo averla ridotta in minuscole schegge, Saber le calpestò una ad una con gli stivali ferrati, spezzandole ancora di più.

"Maledetta cosa! Non avrei mai pensato di venire evocata proprio da questa!"

La sua espressione esprimeva odio puro nei riguardi della Tavola Rotonda. E' strano, pensò Shishigou. Per i suoi cavalieri la Tavola Rotonda era un luogo di discussione, ed anche se alla fine si scontrarono tra loro non era certo colpa della Tavola. Che uno dei suoi cavalieri la odiasse a tal modo...

Shishigou capì all'istante il nome di Saber. Un solo cavaliere poteva odiare a tal punto la Tavola, quello che aveva fomentato la ribellione al Re.

"Saber... sei Mordred?"

Saber strinse gli occhi, vergognandosi un poco di aver rivelato la propria identità con azioni così palesi. Ma quando lo confermò il suo tono era saldo.

"Esatto. Io sono Mordred, unico e vero erede del Re dei Cavalieri, Arthur Pendragon"
"Ma non ti sei... ribellata?"

La domanda di Shishigou fece arrossire Saber.

"Sì, è vero, l'ho fat. Il Re non ha mai riconosciuto le mie capacità, neppure alla fine, anche se ero al suo stesso livello sia con la spada che con le capacità di governare - no, forse gli ero ancoe superiore. Ma il Re rifiutò di riconoscermi come suo successore, a causa delle mie radici"

Il gelo nel suo tono rivelava che la ragazza non controllava le sue emozioni. Al contrario, erano la rabbia ed il fervore a muovere il suo corpo.

Le sue radici... la sua nascita a causa del tradimento perpetrato da Re Artù insieme a Morgana, la sua stessa sorella... era un difetto troppo grande.

"Così guidai una ribelione. Mostrai a tutti che il dominio del Re non avrebbe portato da nessuna parte"

Stando alla leggenda era stato proprio Mordred a condurre Re Artù verso la morte: persino dopo essere stato colpito a morte dalla sacra lancia del Re, Mordred riuscì a rispondere con un colpo altrettanto fatale.

In punto di morte Re Artù riconsegnò la spada sacra alla Dama del Lago e si diresse verso Avalon. La vita di Mordred ebbe invece fine sulla collina di Camlann, e l'unico ricordo che lasciò di se fu l'infamia di essere figlio bastardo e traditore del Re.

"Quindi il tuo desiderio è quello di diventare Re?"

Il desiderio di Mordred, che si era vista negare il trono, era sicuramente quello di essere incoronata. Ma quando rispose alla domanda di Shishigou il suo tono era imperioso.

"Nulla di più diverso da quello. Non voglio diventare re sfruttando il Santo Graal. Mio padre non mi accetterebbe mai se ascendessi al trono in quel modo. L'unica cosa che voglio, Master, è l'opportunità di sfidare la spada"
"Quella che Artù estrasse dalla roccia?"

Saber annuì. Stando alla leggenda, il giovane Artù si guadagnò il diritto di governare estraendo dalla roccia la spada, sfida che aveva sconfitto gli uomini più forti.

Se anche Mordred fosse riuscita a farlo sarebbe stata riconosciuta come degna di essere Re. Comunque c'era una falla in quello che aveva pianificato di fare.

"Ehi, posso chiederti solo una cosa?"
"Cosa?"
"Supponiamo che il Graal esaudisca il tuo desiderio... e se non dovessi riuscire a estrarre la spada?"

Se il suo desiderio era quello di sfidare la spada, sicuramente aveva preso in considerazione l'eventualità di non riuscire ad estrarla. Dopo tutto solo un uomo ci era riuscito. Mordred aveva lo stesso sangue del Re, ma ciò non significava che sarebbe riuscita nella stessa impresa.

"Che stupidaggini, Master. E' ovvio che riusciràò ad estrarla!"

Saber si gonfiò di orgoglio nel dire questo. Dal tono con cui pronunciò quella frase era chiaro che possedeva certamente la dignità necessaria per essere re. Dopotutto forse sarebbe stata davvero in grado di farcela.

"Bene, Master, non perdiamo altro tempo. Dimmi cosa dobbiamo fare, e dove sono i nemici che devo distruggere"

Saber lo incalzò, ansimando leggermente, ma Shishigou riuscì a frenarla.

"Hai mai sentito il detto 'Guarda, prima di saltare'?"
"E perché dovrei preoccuparmi di ciò? Non sono forse stata evocata per combattere sette Servant?"

A quanto pare il Graal le aveva infuso la conoscenza sulla situazione attuale.

"E' vero, ma non so cosa stiano facendo i sette dalla nostra parte"

Al suono di uno sbatter d'ali entrambi sollevarono la testa. Una colomba grigia li guardava con i suoi occhi vacui da uccello, posata su un ramo vicino a loro. Aprì il becco e sputò a terra un pezzo di carta, per poi prendere di nuovo il volo. Quando Shishigou aprì il foglio, Saber sbirciò incuriosita.

"Era un famiglio?"
"Sembra di si. Vogliono incontrarci a breve"
"Chi?"
"Persone che hanno il nostro stesso scopo"

Shishigou accartocciò il foglio, su cui era scritto solo 'domattina alle nove, Sighisoara, chiesa sulla collina', e lo fece a pezzi.

*************

Era uno spettacolo magnifico, solenne, tale che neppure centinaia di parole di elogio avrebbero potuto descriverlo.

Saber, Archer, Lancer, Rider, Berserker e Caster della fazione Nera... a parte Assassin, evocato a Shinjuku,  i Servant Neri erano tutti in quella camera.



Nelle normali condizioni di una Guerra del Graal sarebbe stato incredibilmente raro trovare anche solo due Servant nello stesso luogo, allo stesso tempo. Che stessero combattendo o lavorando insieme, al massimo sarebbero stati in tre. E normalmente si terrebbero reciprocamente sott'occhio, aspettando l'occasione di riprendere ad uccidersi.

Ma questa Guerra era diversa, e tutti loro avevano accettato di combattere sotto le sue nuove regole.

"Ah, non dovremmo presentarci, innanzitutto? Dovremmo, vero? Comincio io! Servant Rider, Astolfo! E voi??"

Prima che chiunque altro potesse aprire bocca Astolfo, Rider, si era girato verso il Servant al suo fianco. Questi, un uomo dall'aspetto calmo, sembrò leggermente perplesso, ma rispose con un sorriso.

"Io sono Archer, il mio nome è Chirone"
"Grazie, Chirone! Forse il nostro tempo insieme sarà breve, ma sfruttiamolo al meglio!"

Rider stese la mano verso l'uomo, e Archer la strinse con espressione preoccupata.

"Non usare i nostri veri nomi, Rider. Chiamiamatevi per classe"

Darnic si intromise per richiamare Rider all'ordine. "Oh, vero" rispose il ragazzo annuendo, prima di rivolgersi al Servant in bianco.

"E tu sei...??"
"..."

Il Servant rimase in silenzio, scuotendo la testa.

"Oh, scusa scusa. Non puoi parlare. Mh... ehi, chi è il suo Master??"

Rider guardò tutti i Master e si fermò su Caules quando questi reag al suo sguardo.

"Ehi, tu, Master lì, come si chiama lei??"
"Uh, beh, lei..."

Nonostante i suoi tentativi, Caules non era in grado  di resistere al suo approccio, al modo in cui Astolfo lo fissava come se stesse cercando di scavargli un buco in corpo a occhiate, e mormorò il suo nome.

"... Frankenstein"
"Capito, capito. Beh, piacere di conoscerti Fran... Berserker!"

Frankestein, Berserker, mugugnò quando il suo nome venne rivelato. Infine Rider si volse verso l'ultimo Servant, Saber.

"E tu, come ti chiami??"
"Fermo, Saber. Non dire nulla"

Prima che Saber potesse rispondere Gordes, il suo Master, lo fermò. Quindi annunciò a tutti i Master

"Non rivelerò il nome del mio Servant a nessuno, se non a Darnic"

L'intera stanza si raggelò. Con tono seccato, Selenik rispose all'affermazione

"Non avevamo deciso di svelare i loro nomi? Non è leale tirarsi indietro proprio ora"
"Quando ci accordammo non avevo ancora questa reliquia"

Dicendo ciò Gordes si strinse la scatola al petto, come se fosse molto preziosa. Voleva tenere segreta anche la reliquia.

"E' così importante tenere il suo nome segreto, zio Gordes?"

Gordes annuì.

"Rivelarlo potrebbe essergli fatale. Preferisco ridurre al minimo il numero di bocce da cui potrebbe scappare"

Il vero nome di un Servant era un'informazione preziosissima, che doveva essere tenuta segreta. Per quanto un eroe poteva essere forte e famoso, era pur sempre morto in qualche modo. E rivelarne il nome poteva rivelarne anche la causa della morte, un'informazione pericolosa.

Se era morto avvelenato, bisognava semplicemente trovare il modo di somministrargli un veleno. Se era stato ucciso da una freccia, bisognava bersagliarlo con quelle. Se aveva un punto debole, mirare lì.

Anche se la ragione originale della morte non era collegata ad una determinata debolezza, un eroe noto per aver ereditato le caratteristiche della razza dei draghi avrebbe potuto fare ben poco contro un'arma progettata per uccidere i draghi. Ed anche se un Master non avesse posseduto una tale arma, comunicando ad altri Master l'informazione avrebbe potuto liberarsi facilmente di un nemico insidioso.

Ovviamente c'erano anche Servant che non avrebbero rischiato nulla persino rivelando il proprio nome come, ad esempio, lo stesso Astolfo.

Darnic volse lo sguardo verso Vlad, che annuì con un sogghigno. Essendo il Servant di Darnic, ovviamente Vlad sapeva chi fosse il Servant evocato da Gordes. quindi il Principe noto per la sua inflessibilità diede il suo assenso.

"Molto bene. Nel tuo caso faremo un'eccezione"

Alle parole pronunciate da Darnic Gordes si esibì in un largo sorriso di soddisfazione.

"I miei più sentiti ringraziamenti, mio Principe. Ora, se volete scusarci..."

Tenendo alto il capo Gordes si allontanò dalla stanza, con Saber al seguito. Guardandoli andar via, Selenik mormorò il suo discontento.

"Guardalo, quant'è orgoglioso di aver evocato Saber..."
"E' semplicemente nella sua natura"

Darnic sorrise ironicamente. Gordes era il successore della famiglia Musik, che un tempo aveva conoscenze nel campo dell'alchimia tali da poter rivaleggiare con gli stessi Einzbern. Ma quando la famiglia Musik venne assorbita dagli Yggdmillennia, la qualità magica del loro sangue cominciò a decadere.

Doveva essere stato un duro colpo per l'orgoglio di un casato un tempo così famoso l'essere assorbito dagli Yggdmillennia. Fin dalla sua infanzia la madre e il padre di Gordes gli avevano parlato di quanto grande era stato il loro clan. Ed ora, all'età di trentasei anni, Gordes non era in grado di separare sogno e realtà.

Ed il fatto che Gordes fosse il primo mago di prima classe che il clan Musik avesse generato fin dalla sua unione con gli Yggdmillennia sicuramente aveva giocato una parte non indifferente nel suo eccessivo orgoglio.

E certamente era un mago eccellente. Era stato lui a proporre e mettere in pratica un modo per modificare il sistema del Graal, una scissione dei percorsi della vena spirituale di prana che, nell'ambito di una Guerra del Graal, equivaleva quasi a barare.

Per quanto ptenti potessero essere i maghi inviati dall'Associazione fornire ad un Servant sufficiente prana per il mantenimento della propria forma fisica era un grave fardello. Il fatto che questo fardello non gravasse sulle spalle dei Master Neri era un certo vantaggio, che compensava ampiamente la differenza in termini di potere. E l'avere una così grande abbondanza di Prana permetteva anche di non dover centellinare l'uso degli Strumenti Preziosi. Il risultato raggiunto da Gordes di sicuro non poteva essere ignorato, e quindi non c'era altra scelta che chiudere un occhio sulla sua superbia.

*************

Di buon umore, Gordes ritornò nelle sue stanze e si girò a guardare Saber. Il suo aspetto magnifico e maestoso avrebbe catturato lo sguardo di chiunque lo avesse guardato. Gordes era quasi certo di aver fatto le cose nel verso giusto, ma pose ugualmente una domanda al suo Servant.

"Dimmi solo una cosa, Saber. Il tuo nome è Sigfrido, vero?"

Al cenno affermativo del suo Servant, Gordes sorrise con gioia.

Sigfrido, l'eroe nazionale tedesco. Nonostante ciò che veniva detto di lui variasse a seconda di quale delle varie leggende che lo riguardavano si andava a leggere, la sua impresa più famosa era certamente quella narrata nell'epica Nibelungenlied, 'Il Canto dei Nibelunghi'. Figlio del Re d'Olanda, Sigfrido visse molte avventure, e fu addirittura investito del titolo di 'uccisore di draghi'.

Sopravvisse ad ogni cambo di battaglia senza subire una singola sconfitta, finché un tradimento non lo condusse a morire con una lama piantata nella schiena, nel suo unico punto debole.

La sua arma era Balmung, la spada sacra dei Nibelunghi. E bagnandosi nel sangue del drago Fafnir, da lui stesso ucciso, era divenuto invulnerabile a qualsiasi arma.

Ma per quanto fosse un eroe 'invincibile', anche lui possedeva un punto debole, una singola, enorme debolezza: un punto preciso della sua schiena era stato coperto da una foglia durante il bagno nel sangue di Fafnir, ed era rimasto vulnerabile. Era quello il punto debole che aveva condotto alla morte di Sigfrido.

Gordes si prese qualche istante per riflettere. Era un'ottima cosa l'essere riuscito ad evocare uno dei Servant più potenti esistenti, ma la sua leggenda - e di conseguenza il suo punto debole - era fin troppo conosciuta. Per quanto avrebbe potuto tener nascosta una debolezza così critica?

"Saber, da ora in poi voglio che tu non pronunci una singola parola, se non per attivare il tuo Strumento Prezioso, o se io ti do il permesso"

Obbligando Saber al silenzio Gordes sperava di riuscire a minimizzare il numero di indizi che conducevano alla sua identità. Diede l'ordine mostrando la magia di comando sul dorso della mano, a sottolinearne l'importanza. C'era però una luce inquieta nei suoi occhi, mentre lo faceva. Sarebbe mai stato perdonato per aver trattato a quel modo un grande eroe? Lui l'avrebbe perdonato?

Nonostante tutto, la mente di Gordes non riusciva a non riconoscere il suo Servant come 'un semplice strumento'. Dopotutto era un'esistenza temporanea possibile solo grazie a Gordes, il suo Master. Per un momento la stanza fu colma di tensione, poi Saber rispose.

"..."

Annuì, invece di usare le parole, indicando di aver compreso ed accettato l'ordine di Gordes. Le storie che indicavano la discendenza reale di Sigfrido ed il suo posto come capitano di un esercito erano molte, ma allo stesso tempo era un eroe pronto a rispondere alle invocazioni degli altri.

Se era una questione di necessità era pronto a chiudersi nel silenzio, senza discutere. Nessun ordine sarebbe stato un peso, finché non gli avesse impedito di raggiugnere il suo scopo.

Se in quell'istante si fosse rifiutato di seguire l'ordine di Gordes, obbligandolo ad usare una magia di comando, forse il suo destino sarebbe stato differente. Ma quando Sigfrido, Servant di classe Saber, scelse di piegare il capo agli ordini del suo Master, Gordes si convinse di essere riuscito a piegare l'uomo alla sua volontà.

E quel fraintendimento tra i due avrebbe condotto ad una situazione fatale.

*************

Contemporaneamente gli altri Master e Servant stavano cominciando a conoscersi nella sala del trono.

"Io sono la tua Master, puoi chiamarmi Fiore. E' un piacere fare la tua conoscenza"

Fiore tese la mano ed Archer la chiuse rispettosamente tra le sue.

"Ti ringrazio, Fiore. Ti giuro che, come tuo Servant, non porterò vergogna al nome di Chirone"
"..."

Fiore divenne silenziosa, osservando perplessa il viso di Archer.

"Qualcosa non va?"
"No, no. Solo che... sei Chirone, vero? So che lo sei, però..."
"E' difficile crederlo, vero?" disse Archer, senza mai perdere il suo sorriso. Fiore annuì leggermente.

"Ed è giusto così. Data la mia natura, non avrei dovuto essere evocato con l'aspetto di un uomo"

Chirone, il più saggio tra i Centauri e maestro di svariati eroi, a partire da Eracle.

Mezzo uomo e mezzo cavallo, Chirone era figlio di Crono, dio delle messi, e della ninfa Filira, e quindi era un essere divino a tutti gli effetti. Ciononostante dopo essere stato colpito da una freccia imbevuta nel sangue dell'Irda decise di abbandonare alla sua divinità, per sfuggire al dolore che il veleno gli causava. Fu così che perse l'immortalità, divenendo un'entità evocabile dal Graal.

Ovviamente non ci sarebbe stato alcun problema all'evocazione di un centauro, però...

"...il mio aspetto sarebbe stato sufficiente a chiunque per indovinare la mia identità. Spero di non averti delusa"

Vedendo un centauro, qualsiasi master avrebbe potuto immediatamente ridurre il numero di candidati alla qualifica di Spirito Eroico tra i suoi simili, e quello di Chirone sarebbe sicuramente stato il primo nome che gli sarebbe saltato alla mente, soprattutto in virtù del suo arco. D'altro canto la costellazione del sagittario, il centauro arcere, era stata modellata proprio su Chirone.

Per questo al momento dell'evocazione Chirone aveva deciso di assumere forma umana. Anche se questo gli era costato la diminuzione di alcuni parametri, non avrebbe avuto risvolti negativi sulla sua capacità di tirare d'arco.

"Certo. Capisco" rispose Fiore, agitata.

Era vero che, a parte il suo modo di vestire, chiunque avrebbe guardato Archer non avrebbe potuto riconoscere altro che un uomo dall'aspetto gentile, e nulla avrebbe fatto pensare al famoso Chirone.

Ciononostante parlandogli direttamente Fiore dovette far appello a tutta la sua forza per non venir soverchiata dalla presenza di Archer. La sua esistenza emanava un'atmosfera che faceva pensare ad una foresta, un'immensa distesa di alberi che avvolgeva la sua minuscola esistenza.

"Ma non posso chiedere semplicemente la tua fiducia. Io sono Archer, il tuo Servant: osserva il mio arco sul campo di battaglia, e capirai che sono degno di essere ai tuoi comandi"
"Sì... Non ne vedo l'ora, Archer"

Fiore chinò il capo, imbarazzata, ed abbandonò la stanza con Archer al seguito.

"Andiamo anche noi, Berserker. In forma di spirito, va bene?"
"Aaah... Uuuuh..."

Con un verso con cui si indicò concorde, Berserker divenne polvere e scomparve.

Caules si asciugò il sudore dalla fronte e sospirò di sollievo. Mantenere la forma fisica di Berserker sembrava essere stato fin troppo faticoso, per lui. Certamente tutte le buone qualità della famiglia Forvedge erano andati a Fiore.

Sfortunatamente per quanto Caules non fosse per nulla portato ad essere un Master il Berserker che aveva evocato - una creatura costruita dall'uomo, il mostro di Frankenstein - era un vero mistero, ed anche con l'abilità di Mad Enhancement che alzava i suoi parametri nulla, di lei, era particolarmente impressionante. Tuttavia la sua vera forza risiedeva in una precisa abilità personale...

Ad essere sinceri Darnic non si aspettava molto da Caules e Berserker. Innanzitutto un Berserker difficilmente avrebbe accettato ordini, su un campo di battaglia: il suo destino era quello di caricare il campo di battaglia in preda alla follia, fino all'inevitabile morte. Ma l'uso oculato delle magie di comando avrebbero permesso di sfruttarla per portare scompiglio nella battaglia, e colpire i Master nemici nella confusione. Avrebbe semplicemente dovuto prestare attenzione.

Caules lasciò la stanza, evidentemente esausto.

"Bene, Rider. Permettimi di mostrarti il castello. Non vedi l'ora di dargli un'occhiata, vero?"

Rider, vergognandosi, si grattò la testa.

"E' così evidente, eh? Poi sai, beh, preferirei non dover assumere forma di spirito, ecco..."
"Ti farò preparare una stanza, allora"
"Davvero!? Eheh, come sono fortunato ad avere una Master così comprensiva!!"

Rider saltellò in cerchio, felice, lanciando le braccia verso l'alto per la gioia dell'essersi visto concedere quello che chiedeva.

Probabilmente era preoccupato per la quantità di prana richiesta per il suo mantenimento in forma fisica: la sua Master poteva certamente contare sull'aiuto del Graal, ma continuare a far materializzare uno Spirito Eroico era certamente pesante.

Proprio per quello non c'era nulla di male nel tenere il proprio servant in forma di spirito, fuori dal campo di battaglia. Almeno per quanto riguardava i Master. Alcuni Servant erano certamente più interessati alle gioie di una seconda vita, ed avrebbero preferito rimanere in forma materiale indipendentemente dai problemi che avrebbero causato ai loro Master.

Astolfo era praticamente la curiosità fatta uomo. Se Selenik gliel'avesse permesso, e forse anche se non l'avesse fatto, si sarebbe precipitato fuori dal castello all'istante per godersi le strade della città.

Tra i dodici paladini di Carlomagno Astolfo veniva descritto come quello più di bell'aspetto, più ottimista e meno accorto. Dire che l'aspetto con cui si era materializzato era inaspettato sarebbe stato un eufemismo, ma è normale che le leggende vengano distorte. E comunque l'aspetto accattivante di Astolfo rientrava nei gusti della sua Master.

"Il rituale è finito, Maestro. Torniamo al laboratorio"
"Sì... torniamo"

Così anche Roche e Caster lasciarono la stanza. Dopo la partenza dei vari Master e Servant Darnic congedò anche gli homuncoli, rimanendo solo con Lancer, ancora assiso sul trono.

"E con questo siamo a sei. Ed Assassin dovrebbe arrivare a breve"

Saber, Archer, Lancer, Berserker, Caster, Assassin... nelle precedenti Guerre del Graal ognuno dei sette Servant avrebbe elaborato piani diversi per la vittoria, ed avrebbe combattuto secondo le sue tattiche.

La situazione attuale era, però, completamente diversa, dato che Darnic poteva comandare non uno ma sette Servant. Classi che nella guerra di Fuyuki avrebbero avuto problemi a rimanere in vita fino al termine del conflitto - come Caster, Assassin e Berserker - qui avrebbero potuto sfruttare il loro intero potenziale.

Ad esempio il Caster evocato da Roche era già all'opera nella creazione di oltre un migliaio di golem. Divisi in tre plotoni, per dimensione, erano pronti a scendere in campo.

Nonostante non avrebbero potuto far nulla contro un Servant sarebbero certamente serviti ad intralciarli, e contro classi poco portate al combattimento corpo a corpo, contro Assassin o Caster, forse avrebbero addirittura potuto vincere.

"Hai idea di come mi senta ora, Darnic?"

Era chiaro come il sole, dato il sorriso soddisfatto sul suo volto, ma Darnic rispose ugualmente negativamente.

"Mio Principe, per un misero mago come me è impossibile anche solo immaginare cosa possa pensare il grande Dracula"

Quelle parole però non fecero altro che irritare Lancer, facendo guadagnare a Darnic un'occhiata glaciale.

"Queste eccessive lusinghe non fanno altro che rivelare quanto tu sia viscido, Darnic. Forse ti rivolgi a me come 'Principe', ma anche io mi rivolgo a te come 'Master'. Non ho intenzione di negare di essere null'altro che il tuo Servant"
"Chiedo scusa, Principe..."

Darnic si rimproverò mentalmente per aver esagerato. Ciononostante Lancer... Vlad III un tempo era stato il sovrano di quelle terre. Per quanto fosse un mago, tendenzialmente separato dal resto del mondo, per quanto fosse pronto a compiere azioni contro ogni etica o morale... era pronto a mostrargli il rispetto che meritava.

Ovviamente tutto questo era merito anche della presenza delle magie di comando. Darnic riservava assoluta lealtà a Lancer... finché quelle fossero state a disposizione per essere rilasciate al momento cruciale.

"Ho speso metà della mia vita a difendere questa nazione dai Turchi. Ho cercato di governare al meglio, ma c'erano comunque cose che mi mancavano."
"Ad esempio?"
"Uomini, Darnic. Non avevo capitani adeguati a cui affidare le mie compagnie di soldati. Dovevo dare tutto me steso per poter vincere sul campo di battaglia, ma questo significava che non potevo fare molto altro. Ma non fraintendermi, la mia non è un'ammissione di incompetenza. Semplicemente..."
"Vi macavano gli uomini e il tempo"

Lancer annuì, soddisfatto dalle parole di Darnic.

"Ma ora li ho a disposizione: sei Spiriti Eroici d'eccellenza, in particolare Saber. Non potrei pensare ad un guerriero migliore di Sigfrido!"

Già... a parte Gordes, solo Darnic e Lancer conoscevano l'identità di Saber. La reliquia usata da Gordes era una foglia di tiglio bagnata di sangue. Sicuramente l'aveva recuperata grazie alla sua amicizia di lunga data con gli Einzbern, ma ottenere una reliquia del genere andava comunque oltre la semplice fortuna.

"E non solo Saber... Abbiamo anche Archer, il grande Chirone della Grecia Antica; Astolfo, uno dei dodici paladini di Carlomagno; Berserker, la creazione del folle dottor Frankenstein; ed Avicebron, Caster. E' certamente eccentrico, ma i golem che sta creando saranno una forza inimitabile"
"E tutti loro sono ai vostri ordini, mio Principe. Sono i vostri capitani"
"Già, e la cosa mi fa rimpiangere ancora di più il mio passato. Se fossero stati al mio fianco allora, non sarei stato imprigionato in quella fortezza"

Nel 1462 Re Matthias di Ungheria catturò Vlad con l'accusa di collaborare con i Turchi, e lo imprigionò per dodici anni.

Tutto ciò che aveva fatto per la difesa dello stato fu dimenticato, ed in un attimo il suo ricordo fu sostituito con l'umiliante immagine di una belva assetata di sangue.

"Ma ora il passato è lontano come un sogno. Devo concentrarmi sul presente, sul mio nome macchiato dall'onta e dal sangue"
"Non dovete preoccuparvi, mio Principe. Quando tutti i Servant nemici saranno sconfitti ed il Graal sarà nelle nostre mani, il vostro desiderio verrà esaudito"

Ripristinare l'onore del suo nome, questo era il desiderio di Vlad III - lavare l'onta del suo ricordo come 'Conte Dracula', noto in tutto il mondo.

Non voleva negare il percorso che aveva seguito in assato. Sia la guerra contro i Turchi che la sua prigionia erano parti della sua vita a cui si era rassegnato. Ma non poteva permettere che il suo nome fosse gettato nel fango associandovi azioni che non aveva compiuto.

Tra tutti i Servant Lancer era l'unico a mirare al Graal con tanto zelo. E la sua tenacia era un'altra qualità per cui Darnic lo apprezzava.

"Quindi manca solo Assassin. E' stato evocato in un paesino del lontano Est, giusto?"
"Esatto, mio Principe. Inizialmente avrebbe dovuto essere evocato a Londra, che però ora è territorio nemico. E' per questo che abbiamo deciso di farlo evocare su una vena spirituale a lui affine.
"E qual è il suo nome?"
"Jack lo Squartatore, il serial killer che scosse l'Inghilterra un secolo fa"
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Re: Fate stay night + Fate Zero
« Risposta #1206 il: 14 Luglio, 2013, 16:24:35 pm »
Capitolo 1.3

Spoiler
Bucarest, Romania

La capitale della Romania, Bucarest, all'inizio del ventesimo secolo era conosciuta come 'la piccola Parigi'. A causa delle bombe sganciate durante la Seconda Guerra Mondiale, di due terremoti e del folle sviluppo urbanistico di Nicolae Ceausescu, molti degli splendidi edifici di quel periodo erano stati distrutti. Ovviamente non tutti erano scomparsi. Guidando lungola Calei Victoriei, che tagliava la città da nord a sud, si sarebbero potuti vedere molte chiese e molti edifici di valore, appartenenti al passato della città.

Ma quella non era l'unica ferita inflitta alla città dal regime di Ceausescu.

"Li chiamano 'i figli di Ceausescu', a quanto pare" mormorò una voce in un tono dolce e spirituale; apparteneva ad una donna che avrebbe fatto perdere la testa a molti uomini, ma non c'era nessuno che avrebbe potuto sentirla.

I passanti la fissarono inquieti mentre lei mormorava parole al vento. C'erano giovani che avrebbero voluto avvicinarla, ma forse percependo qualcosa di simile alla pazzia in lei cambiarono rapidamente idea, rinunciando.

"Sì, è vero. E' orribile... ma per me non è stato così. Sono semplicemente diventata così prima di rendermene conto"

Parlando come se stesse conversando con qualcuno, la donna continuò a parlare al vento.

I 'figli di Ceausescu' erano parte dell'eredità del regime. Aveva messo al bando l'aborto e la contraccezione, obbligando le famiglie ad avere almeno cinque figli. Ma i ragazzi che le famiglie non potevano permettersi di crescere erano diventati figli dela strada, dandosi al crimine ed al traffico di uomini. La dittatura era finita con la rivoluzione, ma non si potevano cancellare le vite che erano venute a crearsi. Per mano di organizzazioni criminali e uomini potenti, le loro vite erano state divorate. Quelli che erano sopravvissuti si erano trasformati da preda a predatore prima di accorgersene.

La donna continuò a vagare nella notte delle strade di Bucarest, e continuò a conversare con un compagno che solo lei poteva vedere. Una giovane donna che camminava da sola... praticamente una calamita per i guai.

Due giovani uomini avevano già cominciato da un po' a seguirla, aspettando che capitasse in un luogo lontano dagli occhi delle persone e dell'autorità. Quando vi giunse, le si avvicinarono velocemente.

La donna, con i suoi passi leggeri e spensierati, si era stupidamente infilata in una stradina buia, circondata da ambo i lati da alti palazzi. I due uomini non si sarebbero accontentati di rubarle la borsa. Nessuno si sarebbe accorto della scomparsa di un turista: i suoi soldi, il suo corpo, la sua vita... si sarebbero presi tutto ciò che possedeva. Pensando a questo, le si avvicinarono.

'Nessuno potrà sentirti urlare da qui...'

Questo era quello che i due avevano pensato. Certo non potevano immaginare che la donna pensava esattamente la stessa cosa di loro.

Alla donna ne serviva solo uno in vita, l'altro era sacrificabile. E per quanto riguarda quello che fu scelto per quest'ultimo ruolo... evidentemente era il suo giorno fortunato.

"Uh?" esclamò uno dei due uomini, quando cercò di afferrarla. Per qualche ragione la sua mano non riusciva a raggiungerla. Per un istante si congelò per la paura, con la sensazione di aver appena afferrato un fantasma. Ma il getto di sangue e la sensazione di dolore che partivano dal suo polso finalmente gli fece comprendere la situazione.

'Oh... mi ha tagliato la mano'

L'uomo rimase per qualche momento perplesso... poi capì finalmente qual era la cruda verità.

"Aaaargh!?"

Appena lanciò un urlo venne colpito da un nuovo dolore. Questa volta era meno intenso del precedente, ma gli provocò una sensazione di perdita maggiore e più terrificante - dato che cose che non avrebbero mai dovuto abbandonare il suo corpo avevano cominciato a fuoriuscire dall'addome.

Una vocetta adorabile lanciò un gridolino di fatica. L'uomo fu davvero fortunato; il sopravvissuto dei due avrebbe sicuramente dato tutto ciò che aveva per una rapida morte per decapiazione.

"Cos...?"

L'uomo che era stato scelto per vivere si fermò, sconcertato. Appena il suo compagno aveva cercato di afferrare la donna la sua mano era caduta dal polso, dal ventre avevano cominciato a sgusciare fuori le interiora e la testa era caduta al suolo. Non riusciva a capire cosa stesse succedendo. Era una cosa completamente senza senso. Tutti i suoi pensieri si erano fermati.

"Oh..."

Dopo un po' capì. Non erano stati altro che due falene attirate dalla luce. Ed il destino di due falene non poteva essere altro che la morte.

Una sensazione di gelo lo prese in mezzo alle gambe ma prima di cercare di capire cosa fosse si voltò per scappare dalla donna. O almeno ci provò.

Appena le voltò le spalle qualcuno lo prese per le gambe e lo fece cadere, e quando tentò di rialzarsi quello stesso qualcuno lo trattenne al suolo.

Non era la donna, dato che lei era in piedi e lo stava fissando, con lo stesso sguardo vacuo di prima. Chi era che lo stava trattenend, quindi?

"Cosa dobbiamo fare di lui, madre?"

Era senza parole. Era stato fatto cadere ed era trattenuto al suolo da una bambina. In un moto di sollievo raccolse tutte le sue forze ed afferrò il piccolo braccio, facendo forza per scagliarla lontano.

Ma il braccio della bimba non si mosse di un centimetro. La strinse con ancora più forza, tirando con tutta la forza che aveva. Ma era come cercare di spostare una trave d'acciaio.

Disperato, l'uomo cercò di colpire il braccio con un pugno. La sensazione morbida che sentì quando andò a segno gli confermò che non si trattava di una protesi. Ma allora com'era possibile che con un colpo del genere, in cui aveva messo tutte le sue forze, non fosse riuscito a scostare quel minuscolo braccio neppure di un millimetro?

Dalla sua bocca uscì uno strillo patetico. Estrasse un coltello dalla tasca e lo abbassò sul braccio della bambina. Senza curarsi di cosa stava facendo colpì ancora e ancora, cercando solo un modo per fuggire.

Colpì, colpì e colpì... ma allora perché, perché non riusciva a ferirla?

"Oh cielo... ti fa male?"

La bambina si voltò verso la donna mentre l'uomo, ignaro di tutto quello che succedeva, continuava a colpire.

"Stiamo bene. Siamo Servant, dopo tutto. Non ci fa male. Anche se ci dà lo stesso fastidio"
"Oh, bene, allora puoi tagliarlo un pochino. Ma non alla gola, ci serve che parli"
"Va bene, madre"

La bambina estrasse un pugnale, annuendo. Spezzò i tendini del braccio dell'uomo per interrompere quel fastidioso assalto e sporcandogli viso, collo e petto col sangue... senza fargliene perdere a sufficienza da ucciderlo, come aveva ordinato la sua Master.

"Ottimo lavoro. Ora ferma un istante"

Fermando la bimba, che stava colpendo con precisione, la donna si rivose all'uomo.

"Ehi... tu hai molti amici, vero? Dove sono? Ti spiacerebbe dirmi l'indirizzo dove posso trovarli?"

L'uomo perse completamente ogni desiderio di combattere. Quando la donna gli pose la domanda le parole gli fluirono automaticamente dalla bocca. Non gli importava molto di star vendendo i suoi amici: era disposto a tutto. Se gli avesse chiesto di lecarle le scarpe, l'avrebbe fatto senza la minima esitazione.

Ascoltando la confessione dell'uomo la donna si segnò l'indirizzo sulla mappa di una guida turistica. "Perfetto" mormorò, accarezando il capo della bambina.

"Jack? Puoi mangiarlo"
"Mangiarlo?" provò a chiedere l'uomo, non capendo il senso di quelle parole. Ma quando la bambina chiamata Jack lo fissò, tutto quello che gli uscì dalla bocca fu un urlo, incapace di sostenere quello sguardo. Fissandolo con occhi privi di espressione Jack gli strappò il cuore dal petto.

Ciò che lo sconvolse di più non fu il dolore, ma l'indifferenza con cui compì il gesto. Non significava nulla per lei, come se stesse strappando un fiore o calpestando una formica.

Jack inghiottì il cuore dell'uomo, lasciandolo morire in agonia e nella disperazione data dalla consapevolezza che la vita di un uomo poteva essere troncata così facilmente.

"Ehi, madre? Cosa facciamo, ora?"
"Quell'uomo ci ha appena detto dove sono i suoi amici, no? Perché non andiamo a trovarli?"
"Potremo mangiare molto?"
"Credo proprio che potrai farlo, Jack"

La donna, Rikudo Reika, accarezzò nuovamente il capo di Jack, coccolandola. Jack accettò la carezza con gli occhi chiusi: non era rimasta neppure una traccia del mostro che aveva appena strappato il cuore ad un uomo.

"Andiamo, ora"
"Va bene. Bye-bye"

Jack agitò la manina a salutare i due cadaveri. Vennero scoperti il giorno dopo, così come i corpi dei loro compagni, massacrati nel bar che erano soliti frequentare. La polizia sospettò uno scontro tra bande, ma rimase comunque un mistero: il motivo per cui i cuori delle quindici persone erano stati strappati dal petto.

Cogliendo la palla al balzo, i cronisti di un giornare intitolarono il servizio come 'Il ritorno di Jack lo Squartatore?'. E a nessuno, né della polizia né della stampa, venne in mente che un evento simile era successo pochi giorni prima in Giappone.
[close]

Scusate il triplo post, ma ho dovuto spezzare il capitolo altrimenti non ci stava  :O_O:
Comunque sto già lavorando sul secondo capitolo, appena il traduttore dal giapponese all'inglese lo finisce lo posterò :sisi:
Al primo post trovate tutti i link alle parti che ho pubblicato finora :sisi:

Commenti sui tre capitoli:

Spoiler
Prologo:
Carino, ma abbastanza inutile. Il tizio nella prima parte credo sia Black Saber, poi c'è da capire chi e perché si trasforma in lui nella seconda parte

Pilota:
Bello :sisi: Interessante il personaggio di Jack, anche se non mi piace molto il suo Noble Phantasm, e bello il rapporto che si è venuto a creare con Reika - e anche il come LOL
Non ho capito molto il concetto del fatto che Reika debba cercarsi un ricettacolo per il Graal, ma va bhe

Capitolo 1:
Bello, anche se di presentazione :sisi: Apprezzatissimo ritorno di Jack nel finale :yea:
Red Saber mi pare caratterizzata bene, anche se mi secca che abbiano reso pure Mordred una donna  :ehm: Shishigou mi lascia completamente indifferente
Black Saber non riesco a inquadrarlo, spero ce lo descrivano meglio più avanti. Gordes deve morire :sisi:
Black Archer sembra la versione Fate-iana di Sisyphus  :ehm: Gli han dato pure la bambina da molestare... che non può neppure scappargli LOL Fiore... inutile, a questo punto della storia.
Black Lancer è, con una sola parola, un figo (motivo per cui ce l'ho nell'avatar LOL ). Il Noble Phantasm che ha usato è figherrimo - e fortunatamente non è una Reality Marble - ma anche il suo carattere e le sue motivazioni mi sono piaciute molto. Darnic anche è un bel personaggio, anche se devo ancora inquadrarlo appieno.
Black Rider è un dannatissimo bimbominkia e spero che sparisca dalla faccia della Novel il prima possibile. Selenik non riesco a inquadrarla
Black Berserker la odio per come l'hanno fatta. Ragazzina? Minuscola? Vestita di bianco? CON UNA MAZZA? Ma perché?  :ehm: Caules poi è pure più inutile della sorella
Black Caster invece mi piace :sisi: Sia come hanno reso lui sia il suo rapporto con Roche. Mi pare un tentativo di emulare, in parte, la coppia Gilles de Rais/Uryuu Ryuunosuke, ma ho buone speranze per loro :sisi:
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Offline Lina Lee

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Re: Fate stay night + Fate Zero
« Risposta #1207 il: 10 Agosto, 2013, 14:15:30 pm »
E io ti interrompo per dire che ho finito Fate Stay Night e che ora mi guarderò il film e il prequel!!
Mi è piaciuto parecchio, anche se la prima parte era parecchio pesantina...diciamo che ha iniziato a prendermi seriamente dallo scontro di Archer con Berserek... :sisi: :sisi:
Qualcuno (che non sia Gilga, a cui ho già chiesto..a meno che non mi abbia trovato qualcosa!) mi sa dire dove poter scaricare il gioco o qualcosa di simile? Non m idispiacerebbe provarlo!!
E per le novel...Gilga ho capito bene che le stai traducendo tu??? :uhm: :uhm:

EDIT: Ovviamente se il film riesco a trovarlo che non sia solo coi torrent..altrimenti me lo posso scordare... :nuu:
« Ultima modifica: 10 Agosto, 2013, 14:24:46 pm da Lina Lee »
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Offline Gilgamesh

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Re: Fate stay night + Fate Zero
« Risposta #1208 il: 10 Agosto, 2013, 16:06:37 pm »
Devo dire che lo scontro Archer/Berserker è decisamente l'apice della serie, per quel che mi riguarda :ya: Della serie animata, nel film ce n'è comunque di bellini :ninja:
La novel la sta traducendo un ragazzo di Hong Kong dal giapponese all'inglese, e io traduco le sue :sisi: Il capitolo due è quasi pronto, manca l'ultima parte che spero venga tradotta in questi giorni.
Tra l'altro oggi dovrebbe uscire il secondo volume della novel (contate che con la traduzione del secondo capitolo saremo a metà del primo volume, comunque) oltre a nuove info sul nuovo progetto della UfoTable... appena si sa qualcosa vi avviserò :ok:

Offline genesis

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Re: Fate stay night + Fate Zero
« Risposta #1209 il: 10 Agosto, 2013, 16:56:58 pm »
io non aspetto altro che notizie dalla ufotable :pucci:
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Trattenni il respiro vedendo quei capelli neri danzare, mentre la neve scendeva illuminata dalla Luna. Era come un ciliegio che sboccia fuori stagione

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Offline schieppo

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Re: Fate stay night + Fate Zero
« Risposta #1210 il: 10 Agosto, 2013, 21:23:23 pm »
Non mi ricordo come ho scaricato il film ma guardati il fate zero che è ottimo rispetto alla serie normale......

Offline Lina Lee

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Re: Fate stay night + Fate Zero
« Risposta #1211 il: 11 Agosto, 2013, 12:33:15 pm »
Visto il film ieri notte..come detto da Gilga, lì ci sono più scontri, però secondo me avrebbero duvuto fare una miniserie piuttosto che un film; magari anche solo 5 o 6 episodi, ma così mi è sembrato davvero troppo condensato!! Con tutto che è pure la mia storia preferita!!! :paura: :paura:
Il mio Archerino resta sempre il mio Archerino, ma in questo movie anche Lancer fa la sua figura!! :sisi: :sisi:
Stasera, se tutto va bene, inizio Fate Zero.

Se ho capito bene, il manga in Giappone dovrebbe essere concluso, dunque vi chiedo:
Spoiler
che finale hanno utilizzato? Perchè so che il manga si basa su Fate e su ubw (soprattutto su quest'ultimo, se ho capito bene!)..quale fnale hanno scelto per il manga? E Sauber nel corso del manga, rimane in disparte come in ubw oppure ha il ruolo di protagonista come in Fate??
[close]

@ Gilga: cercando altro mi sono spoilerata da sola il legame tra Rin e Sakura... :nuu: :nuu:...c'ero quasi arrivata e avevo qualche mezza idea, ma farsi autospoiler in questa maniera è davvero da imbecilli... :muro: :muro: :muro: :muro: :muro: :muro:
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Offline Gilgamesh

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Re: Fate stay night + Fate Zero
« Risposta #1212 il: 11 Agosto, 2013, 14:13:39 pm »
Dunque... non so in come sia finito, sinceramente, perché online di scan se ne trovano ben poche. Ti posso dire quello che so :ya:
ra
Spoiler
Il manga prende nella maggior parte dei casi spunti da Fate... le cose di UBW sono veramente pochissime, così a memoria credo che l'unica cosa che c'è di UBW sia il tradimento di Archer a favore di Caster e tutto quello che riguarda la parte dove Caster ha rapito Saber... finita quella tutto procede alla Fate. Archer è tornato come servant di Rin, è morto contro Berserker e addirittura, mi pare, Caster è pure stata resuscitata! Non ricordo poi cosa le sia successo, in realtà :ya:
Per ora il manga in Italia è arrivato al primo scontro tra Shiro e Gilgamesh, quando Shiro materializza Avalon... comunque credo che finirà come Fate, a questo punto, a meno che non vogliono fare la cagata finale e metterci il finale di Heaven's Feel  *err
[close]

Al momento comunque non ci sono ancora novità sul nuovo anime  :ehm:

Offline Lina Lee

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Re: Fate stay night + Fate Zero
« Risposta #1213 il: 11 Agosto, 2013, 16:47:09 pm »
Grazie infinite Gilga..c'è proprio da credere a Wiki che dice che il manga prende soprattutto da ubw.... :ehm:
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Re: Fate stay night + Fate Zero
« Risposta #1214 il: 18 Agosto, 2013, 18:32:58 pm »
Capitolo 2.1

Spoiler
Così gli Yggdmillennia avevano raccolto i Servant Neri nella fortezza di Millennia. Avevano ottenuto ogni possibile spada a loro disposizione, ma era ancora presto per abbassare la guardia.

Archer e Lancer avevano parlato spesso con i maghi degli Yggdmillennia, passando parecchio tempo a prendere misure contro i Servant nemici.

Rider, nonostante la stretta sorveglianza di Selenik, spesso usciva dal castello e passeggiava per le strade di Trifas. Ovviamente i vestiti con cui era stato evocato avrebbero attirato troppo l'attenzione, quindi si vestiva con la divisa standard degli homuncoli.

Caster dedicava tutto se stesso alla creazione di golem nel laboratorio che aveva installato nella fortezza. Questi era stato creato grazie all'abilità di Territory Creation di Caster, ed era più una fabbrica specializzata nella creazione di golem. Pur essendo scarso dal punto di vista della difesa, era in grado di generare trenta golem al giorno, ognuno dei quali avrebbe richiesto un anno di lavoro ad un mago moderno per essere creato.

In quell'istante due uomini sedevano ad un tavolo nel laboratorio. Uno slanciato golem di legno portò loro delle tazze, con movenze fluide diverse all'artificiosità dei movimenti soliti di un golem.

Sorseggiando il té che gli era stato offerto, Darnic fece correre lo sguardo sul laboratorio fremente di attività. Ma chi lavorava non erano uomini, ma golem - alcuni costruiti per somigliare ad esseri umani, altri con tanti arti quanti ne ha un ragno, ed altri di altre forme ancora - che stavano pulendo ed ordinando gli attrezzi.

"Per quanto riguarda i materiali che ho richiesto svariati giorni or sono, posso sapere quando dovrebbero arrivare?"

Darnic annuì con un sorriso alla domanda di Caster. Il Servant aveva richiesto gioielli da usare per gli organi interni dei golem, e pergamene di pelle di pecora per farne la pelle. I materiali dovevano essere vecchi di almeno ottocento anni, aveva richiesto, ed in gran quantità. Persino per gli Yggdmillennia e la loro rete di conoscenze sarebbe stato un compito difficile.

"Avrebbero già dovuto essere nelle nostre mani, ma il processo ha richiesto più tempo del previsto, dato che non abbiamo potuto passare per la Torre dell'Orologio. Le chiedo scusa"

Trattandosi della sede dell'Associazione dei Maghi, ogni tipo di oggetto legato alla taumaturgia passava per le sale della Torre. Anche se si stava cercando un gioiello vecchio di ottocento anni o una pergamena vecchia un millennio, finché si poteva contare su amicizie e conoscenze non sarebbe stato difficile recuperare ciò che si desiderava.

Sfortunatamente quella strada non era più disponibile agli Yggdmillennia, dopo la scissione. Non avevano altra scelta che procedere per altre vie, o rischiare di fare l'ordine sotto falso nome o appoggiarsi ai mercati neri. Quale che fosse la via scelta, avrebbe richiesto molto tempo.

"Ogni quantitativo sarà bene accetto. L'ultima questione è..."

Golem Keter Malkuth, lo Strumento Prezioso anti-armata di livello A di Avicebron.

"Il mio Strumento Prezioso è pensato per essere usato continuamente. Una volta attivato richiederà insistentemente di essere rifornito di prana, e per questo richiede un nucleo"
"Sì, lo capisco. Ma dobbiamo essere prudenti nell'effettuare la scelta. D'altro canto non è ancora stato creato"

Caster annuì alle parole di Darnic.

"Ha ragione... forse sono stato troppo frettoloso. In ogni caso comincerò l'incantesimo per l'unione dei componenti, fatta eccezione per il nucleo, e lo creerò in modo tale che il nucleo possa essere inserito successivamente"
"Quanto tempo sarà necessario?"
"Se tutto va bene, impiegherò tre giorni circa"
"Non sarò un problema... lascio tutto nelle tue mani, allora"

Lasciando il laboratorio passò di fianco a Roche, che invece ci stava rientrando. Il bambino trasportava un gran numero di gioielli e pergamene.

"Maestro, sono arrivati!"
"Eccellente. Allora cominciamo con la produzione dei modelli più grandi"
"Subito, Maestro!"

Roche guardò Avicebron, il suo Servant, con evidente rispetto.

Normalmente la relazione tra Master e Servant avrebbe dovuto essere all'inverso. Ad esempio anche se un Servant fosse stato un re, durante la sua vita, sarebbe stata buona cosa trattarlo come tale, per non ferirlo nell'orgoglio; Caster, tuttavia, non era mai stato un re né un condottiero. Aveva trascorso la sua vita come semplice filosofo e mago, come era ora.

Ma data la storia personale dei due, che la loro relazione fosse di quel tipo era solo naturale.

Roche Flyn Yggdmillennia. Tra i maghi la famiglia Flyn era piuttosto nota nel campo della creazione di bambole. I bambini della famiglia venivano spesso allevati non dai genitori ma da golem, e fin quando non raggiungevano l'età adatta a ricevere la cresta magica della famiglia i genitori li consideravano appena. Quindi l'intera educazione era affidata ai golem.

Per questo ogni bambino del clan diventava abituato alla presenza dei golem e ne comprendeva il funzionamento. Le movenze e le parole di quelle bambole, create per rassomigliare gli esseri umani, e il modo in cui lavoravano incessantemente giorno e notte gli era familiare.

Venendo allevati in quel modo eccentrico, per i membri della famiglia Flyn la compagnia dei golem era più naturale di quella degli umani. Spesso dimenticavano i visi dei loro genitori, ma potevano ricordare ogni dettaglio del golem che li aveva allevati.

La stessa cosa valeva per Roche. Non era interessato agli altri esseri umani, fossero essi comuni persone o maghi. Era in grado di parlare con loro, certo, ed era anche costretto ad interagirci per riuscire ad accaparrarsi i materiali che gli servivano. Ma non aveva nulla della cordialità che caratterizzava le interazioni tra umani. Per Roche era come parlare con cani o gatti, il fatto che sentissero non significava necessariamente che capissero.

Caster, tuttavia, era un'eccezione a questa abitudine.

Avicebron, o Solomon ibn Gabirol, era un poeta e filosofo spagnolo del dodicesimo secolo, ed aveva portato nei circoli culturali europei la saggezza Araba ed Ebraica. Non aveva avuto la gloria che contraddistingueva re e cavalieri, né aveva raggiunto la notorietà grazie ad opere d'arte che sarebbero sopravvissute alla morte. Era stato, tuttavia, il punto di partenza che aveva condotto al Rinascimento in Europa. Era il padre del concetto di Kabbalah e quindi di un intero ramo della taumaturgia. Era innegabile che fosse, in un certo senso, un 'eroe' che aveva influenzato la storia del mondo e della taumaturgia.

Durante la sua vita, data la sua natura pessimistica e la sua salute cagionevole, era stato estremamente riluttante ai contatti con altre persone. Nonostante fosse sufficientemente intelligente da poter sostenere qualsiasi conversazione, non lasciava trapelare alcuna emozione dalle sue parole. D'altra parte avendo raggiunto l'eccellenza come mago in uno specifico campo, non aveva da preoccuparsi delle questioni mondane.

La ragione per cui Roche stimava Caster al punto da chiamarlo 'Maestro' era l'abilità di Avicebron con i golem, superiore persino alla sua.

Per questo persino un ragazzino particolare come lui era riuscito ad instaurare un tale rapporto con il suo Maestro. Per Roche, separato alla nascita dai genitori e cresciuto tra i golem, l'unico criterio che contava realmente in una persona era la sua abilità nella creazione dei golem.

"Maestro... dove dobbiamo incollare le pergamene di pelle?"
"Nei modelli più grandi vanno usate per rinforzare le giunture... e devi usare la massima attenzione quando maneggi il mercurio"
"Capito!"

Persino mentre lavorava Roche non staccava gli occhi da Caster, seguendone ogni mossa con sguardo pieno di ammirazione. Caster era il maestro ideale per Roche, e Roche il Master ideale per Avicebron... almeno per i primi tempi.

*************

I Servant Neri e quelli Rossi. Quel giorno tutti gli attori si erano riuniti, proprio come orchestrato. Quattordici potentissimi Spiriti Eroici, il loro numero rendeva senza alcun dubbio quella Guerra del Graal la più grande mai vista tra le guerre apocrife.

Ma non bisogna sopravvalutare l'anormalità di quella situazione. La Guerra di Fuyuki, l'originale, era una guerra per la supremazia tra sette Servant, e per quanto questa nuova Guerra ne avesse alterato le regole, ricadeva ancora sotto l'autorità del Santo Graal stesso.

L'osservatore non doveva essere nient'altro che un'interferenza esterna. Quindi, data la situazione, era solo logico che il Graal avrebbe chiamato un Servant per agire da 'dominatore', un Servant Ruler. Non per prendere le parti di una o dell'altra fazione, ma per proteggere il concetto stesso di 'Guerra del Santo Graal'.

I mostri sovrumani che erano stati richiamati erano troppi per poter essere ignorati. E quindi l'eventuale evocazione di un Ruler era stata accettata come un dato di fatto da ambo i lati.

'Ancora pochi giorni e Ruler sarà tra noi'

Saber Nero, Sigfrido.
Archer Nero, Chirone.
Lancer Nero, Vlad III.
Rider Nero, Astolfo.
Berserker Nero, il mostro di Frankenstein.
Caster Nero, Avicebron.
Assassin Nero, Jack lo Squartatore.

I Servant Neri sono stati tutti svelati. La domanda, ora, è quali Spiriti Eroici li avrebbero combattuti come Servant della fazione Rossa... e se avevano i mezzi per poter sopravvivere al dominio totale che Vlad esercitava sulla Romania ed a Sigfrido, contro cui alcun attacco aveva effetto.

Ma non bisogna calunniare il nome dell'Associazione dei Maghi sottovalutando le loro risorse. L'organizzazione aveva custodito i misteri della taumaturgia, generazione dopo generazione, fin dai tempi più antichi. I catalizzatori in loro possesso, in grado di richiamare gli Spiriti Eroici, erano più numerosi delle stelle stesse.

*************

Shishigou Kairi, mago dell'Associazione ed il suo Servant Mordred, il Cavaliere del Tradimento in possesso di una forza degna della classe Saber, si stavano dirigendo verso la chiesa sulla cima della collina di Sighisoara, Shishigou a piedi e Mordred in forma di spirito.

La città di Sighisoara era nata come insediamento sassone nel dodicesimo secolo e, cosa rara persino in Europa, portava ancora forti tracce della sua storia medievale.

Sighisoara era anche la città più vicina a Trifas, tra quelle al di fuori dell'area di influenza degli Yggdmillennia: nello sceglierla come base operativa i Master della fazione Rossa avevano fatto una scelta saggia. Trifas era troppo pericolosa per sabilirvisi, e Bucarest troppo lontana.

La natura e il numero dei Servant nemici era ancora sconosciuta, ma sembrava che la loro fazione avesse già evocato tutti i sui Servant, dato che Mordred confermò a Shishigou la presenza di altri sei Servant nella cittadina.

A giudicare dal livello di preparazione della fazione Rossa non sarebbe stato strano se anche gli Yggdmillennia fossero già in possesso di tutti i loro Servant. Molto probabilmente la guerra sarebbe cominciata tra poco.

Shishigou si inerpicò per le scale dal soffitto a volta, dirigendosi verso il luogo stabilito per l'incontro. Nota per avere centosettantadue scalini, la scalinata era famosa quasi quanto la chiesa stessa.

D'improvviso Saber parlò a Shishigou.

"C'è qualcosa che voglio chiederti, Master"
"Sì? Cosa?"
"Comprami dei vestiti"

Per qualche istante Shishigou non riuscì a trovare le parole per rispondere a quella domanda del tutto inaspettata"

"Perché...?"
"Rimanere in questa forma mi da sui nervi. Non riesco a calmarmi se non ho un suolo solido sotto i piedi. E certamente non posso camminare per la città vestita a questo modo"

Certamente i suoi 'vestiti', la sua armatura completa, non potevano essere indossati in pubblico. Ma la Guerra del Graal sarebbe stata combattuta prevalentemente di notte, quindi non era un problema pressante...

"Fammi questo favore. Ho fiducia nel fatto che il mio Master non sia un tale avaro da farsi problemi nello spendere qualche moneta per dei vestiti, no?"
"Immagino di non avere molta scelta..."

Ragazzina egoista, pensò Shishigou. Comunque erano le nove del mattino, quindi probabilmente non c'erano ancora negozi aperti. La questione avrebbe dovuto venire rimandata a dopo il loro incontro.

Poco prima di raggiungere l'apice della scalinata Shishigou poté scorgere la chiesa, dalla forma rassomigliante ad un razzo. Dopo essersi assicurato che non ci fosse nessuno nei dintorni, si diresse alla porta. Erano le nove, esattamente come concordato.

Quando attraversò i pesanti portoni di ingresso, vide un uomo in fondo alla navata, vicino all'altare. A giudicare dalla mancanza di sorpresa all'ingresso del visitatore, probabilmente era l'uomo che aveva invitato Shishigou.

"Benvenuto..."

Shishigou sollevò una mano e sorrise.

"Ho un appuntamento in questo luogo. Immagino sia tu l'uomo che mi ha fatto venire, giusto?"
"Sì, certamente"

Annuendo Shishigou avanzò lungo il corridoio centrale, sussurrando una domanda a Saber.

"Ci sono altri Servant qui, Saber?"
"No... non ne percepisco nessuno. Ho comunque un pessimo presentimento. Fà attenzione, Master"

Non percepiva nessun Servant, ma non era tranquilla... ma per quanto perplesso, Shishigou non aveva tempo di decifrare le parole di Saber.

Si sedette sulla panca più vicina all'altare e fissò nuovamente l'uomo, accorgendosi che era considerevolmente più giovane di quanto avesse pensato inizialmente, molto probabilmente non raggiungeva i vent'anni di età, e a giudicare dalle vesti che indossava era l'inviato della Chiesa.

Sorridendo in modo molto maturo, il giovane prete salutò il suo ospite.

"E' un piacere conoscerti. Il mio nome è Shiro Kotomine, l'osservatore in questa Guerra del Graal"

Una sensazione passò per il cervello di Shishigou a sentire quel nome, come l'impressione che qualcosa fosse fuori posto, ma fu qualcosa di passeggero e la lasciò perdere.

"Shishigou Kairi. Immagino tu abbia fatto i compiti a casa, quindi eviterò di perdere tempo a presentarmi"
"Immagini bene"

C'era qualcosa fuori posto nel suo viso: aveva un sorriso troppo maturo, qualcosa di inadatto sul viso di un teenager.

"Potresti far materializzare il tuo Servant?"
"No, non..."
"Fallo, Master. C'è qualcosa che non quadra"

Appena sentì le parole di Saber, Shishigou ricominciò a fornirgli prana per mantenere forma fisica. Lampi dorati si raggrupparono in un punto e Mordred si materializzò immediatamente, cominciando ad osservare i dintorni come se stesse proteggendo Shishigou.

"Oh cielo..."

Shirou si massaggiò gli occhi con le dita, sollevando le sopracciglia.

"Cosa?"
"Oh, nulla. Permettimi di presentarti il mio Servant... Assassin, rivelati"
"Ai tuoi ordini, mio signore"

Colto di sorpresa dall'improvviso suono di una voce, Shishigou balzò in piedi. Assassin aveva assunto forma fisica nel posto proprio di fianco a quello dove il mago era seduto.

"Tsk. Assassin, eh..."

Quando un Servant veniva evocato sotto la classe Assassin, guadagnava immediatamente l'abilità di Presence Concealment. Grazie a quell'abilità, mentre era in forma di spirito nessuno, neppure un altro Servant, sarebbe riuscito ad accorgersi della sua presenza.

"Io sono l'Assassin della fazione Rossa. Eravamo ansiosi di avere la tua collaborazione... Shishigou, giusto?"

Quella donna dalla depravata bellezza emanava un odore inebriante, ed era vestita completamente coi colori della notte. Sfoggiava un sottile sorriso, e le sue dita attraversavano l'aria per toccare la mano di Shishigou.

"Sì... beh, grazie"

Con un sorriso tirato, Shishigou si allontanò da lei. Nella guerra di Fuyuki le regole imponevano che l'unico Spirito Eroico possibile per la classe Assassin fosse uno dei diciannove Hassan-I-Sabbah. Anche lei era uno di loro? I suoi istinti gli suggerivano di no.

Gli Hassan, così come gli altri membri degli El-Hashashin, la setta fondata dal primo di loro, erano semplicemente degli assassini. Sfruttavano le abilità guadagnate con l'addestramento di corpo e mente per eliminare i loro bersagli, nascosti dalle ombre. Ma quella donna dava un'impressione completamente diversa, come se i suoi assassini non fossero eseguiti di nascosto ma alla luce del Sole, premeditati ed eseguiti da altri ad una sua semplice parola.

"Viscida strega"

Shishigou non avrebbe potuto essere più d'accordo con le parole che Mordred mormorò tra i denti.

"Per cortesia, Assassin, non stuzzicarlo"
"Certo certo, con permesso"

Soffocando una risata Assassin si allontanò da Shishigou.

"Ora, ricapitoliamo la situazione. Gli Yggdmillennia hanno già evocato sei Servant: Saber, Archer, Lancer, Rider, Berserker e Caster. Sembra che solo Assassin manchi all'appello"
"Conosciamo il nome di qualcuno di loro?"
"Al momento nessuno, sfortunatamente. Ma dobbiamo ancora ingaggiare battaglia con loro, quindi suppongo sia naturale che sia così. In ogni caso abbiamo potuto confermare i parametri dei Servant"

Shiro estrasse dalla tasca un plico di documenti. Ringraziandolo Shishigou li prese e diede un'occhiata al loro contenuto. Descrivevano solo le specifiche generali dei Servant, senza fare accenno alle abilità personali o agli Struenti Preziosi, ma erano dati sufficienti a far capire qualcosa.

Ovviamente l'ostacolo maggiore era rappresentato dagli esponenti delle tre classi di cavalieri, Saber, Archer e Lancer. Ognuno di loro aveva parametri superbi, ben al di sopra di quelli di qualsiasi altro Servant. Come prevedibile avevano usato la classe Berserker per potenziare i parametri di un Servant di bassa categoria, ma anche così era difficile che potesse rappresentare un pericolo. Per quanto riguardava Rider e Caster, invece, i veri pericoli non stavano nei loro parametri ma negli Strumenti Preziosi e nella loro taumaturgia, quindi era troppo presto per valutarli.

"Nessuna idea su chi potrebbero essere?"
"Per uno certamente sì, e credo ci abbia pensato anche tu"

Shiro sogghignò, annuendo.

"Dato che siamo in Romania, sarebbe stato sciocco da parte loro non richiamare il più grande eroe di questa nazione"

Non c'era alcuna ragione per non evocare i più famosi eroi rumeni, ora che la Guerra non si svolgeva più a Fuyuki.

"Vlad III, Principe di Valacchia... Se non è con noi, certamente è contro di noi"

Lo Spirito Eroico Vlad Tepes, che aveva combattuto fino allo stremo contro le invasioni dell'Impero Ottomano. Nonostante fosse famoso principalmente per essere il modello su cui era stato plasmato il personaggio del Conte Dracula, in Romania era esaltato più il suo aspetto eroico... il potenziamento dovuto alla sua fama doveva essere del massimo livello ottenibile. L'unico dubbio, ora, era a quale classe appartenesse...

"E' sicuramente Lancer. Non è mai stato registrato che Vlad abbia usato spade o archi. Berserker ed Assassin sono certamente da scartare, e le possibilità che lui sia Caster sono praticamente zero, quindi è Lancer o Rider. Ma le caratteristiche di Rider sono troppo basse per qualcuno che gode del potenziamento dovuto alla fama. Quindi il candidato più probabile è quel Lancer assurdamente potente"

Sihro annuì, d'accordo con Shishigou.

"Lancer probabilmente è Vlad III, dunque... una notizia non priva di valore. Decisamente meglio che non sapere nulla di nessuno dei sette"
"Che mi dici della nostra fazione?"
"Niente male. Il tuo Saber sembra essere eccellente, e ti posso confermare che Lancer e Rider hanno la forza necessaria per opporsi a Vlad"
"Uh..."

Sembrava che anche l'Associazione avesse evocato degli Spiriti Eroici di prima categoria. Lancer e Rider dovevano godere di una grande fama, o di un potere superiore, per permettere a Shiro di parlare con tale sicurezza.

"Che sia... padre?" mormorò Saber, con un tono di voce così basso da essere appena udibile
"Calmati. Non è possibile... penso"

Quantomeno lo sperava. Se le cose stavano davvero così, ci sarebbe stata una rottura tra le loro forze ancora prima dell'inizio della guerra.

"Comunque con l'evocazione di Saber siamo a sette. Ora... ci diresti il nome del tuo Servant?"

Assassin si lasciò scappare un risolino. Allo stesso istante, Saber ringhiò con inemicizia. Ma più che la richiesta del prete sembrava essere stata la risata di Assassin a darle sui nervi.

"Ah... beh, devo proprio?"
"Mi farebbe di certo piacere conoscere almeno perché non vuoi rivelarmelo. Dopo tutto in questa guerra siamo alleati. Dato che combattiamo dalla stessa parte, rischiando la nostra vita, non sarebbe meglio conoscere la vera natura dei rispettivi Servant?"
"Immagino che le nostre vite siano davvero l'una nelle mani dell'altro... tuttavia..."

Il nome del proprio Servant era l'informazione più importante. Sarebbe stato stupido rivelarlo senza pensarci due volte. Conoscere il nome di un Servant equivaleva a poterne dedurre lo Strumento Prezioso e le debolezze.

"E per combattere insieme sul campo di battaglia, i Servant devono poter conoscere i rispettivi Strumenti Preziosi. In ogni caso, appena il tuo Servant userà il suo anche il suo nome sarà rivelato, quindi fa ben poca differenza"

La proposta di Shiro era ragionevole, ma Shishigou non poté evitare di sentirsi a disagio all'idea di combattere a fianco di Shiro... e di Assassin. Gli dava una sensazione strana, quasi i brividi. Percepì qualcosa che non avrebbe dovuto esistere nel pieno della battaglia, l'odore del tradimento.

Shishigou voltò la schiena ai due, tornando a guardare Saber e comunicandole i suoi pensieri tramite telepatia. Tra Master e Servant era possibile conversare senza parole, almeno fino a un certo punto.

"Cosa pensi di fare, Master? Io, da parte mia, mi rifiuto"
"Ed io sono d'accordo con te, ma... perché?"
"Istinto..."
"Mi fiderò di te. E' deciso, allora"

Shishigou raccolse i documenti e si allontanò dall'altare, sempre dando le spalle agli altri due.

"Oh? Ve ne andate?"
"Sì, ce ne andiamo per i fatti nostri. Per fortuna ho Saber dalla mia, quindi non sarà un problema lavorare da solo"

La classe Saber era la più forte tra le sette classi di Servant. Grazie ai suoi parametri ed al suo potere d'attacco era difficile che venisse sconfitta in uno scontro con un Servant.

"Capisco. Quindi non combatterai con noi?"
"Voi avete già sei Servant, e se Rider e Lancer sono così fantastici come li descrivi, non dovrebbe essere un problema"
"Certamente no, però... è un vero peccato"

Shiro si grattò il capo, sembrando preoccupato. Quanto ad Assassin, fissava Shishigou con le sopracciglie aggrottate dal disappunto.

"Tu dici di non aver bisogno del nostro aiuto per scendere in guerra, eppure sai che così facendo rinunci ad ogni informazione che potresti guadagnare su Trifas"
"Sarebbe un peccato, perché mi farebbe molto piacere avere tutte le informazioni possibili. Che dici, potrei comprarle da te?"

Le sopracciglia di Assassin si inarcarono ancora di più alle parole del necromante. Rapidamente Shiro intervenne per calmare gli animi.

"Ti forniremo regolarmente informazioni, ma ribadisco quanto sia un peccato. Avrei davvero desiderato combattere al tuo fianco" mormorò, sospirando.

Appena Shishigou ebbe lasciato la chiesa chiese a Saber di tornare in forma di spirito e concentrò tutta la sua attenzione sul non cadere dalle scale, rompendosi il collo.

"Saber, ci sta seguendo qualcuno?"
"No, almeno nessuno che io possa percepire. Ma tieni gli occhi aperti, Master. Assassin ci potrebbe seguire in forma di spirito. Anche se in quel caso la farò in pezzi prima che possa anche solo pensare di attaccarci"
"E' mezzogiorno, quindi dubito lo farà... ma dubito proprio le dispiacerebbe farlo. Andiamocene il più in fretta possibile"
"Posso dire solo una cosa?"
"Prego, fai pure"
"Quest'Assassin Rossa... ha lo stesso fetore di mia madre. Mettere in dubbio la sua lealtà è un conto, ma cerchiamo comunque di non morire senza sospettare nulla del pugnale che ci pianterà nella schiena"

La madre di Mordred, ovvero la sorella di Re Artù, la Fata Morgana. Si narra che abbia cercato di mettere fine al regno di Artù facendo usurpare il trono a Mordred, e che fosse potente quanto Merlino. Dai commenti di Saber, anche Assassin doveva essere un bel tipo.

"In ogni caso, cerchiamo di starle alla larga..."

Shishigou raggiunse la base delle scale e poté permettersi un sospiro di sollievo. Comunque chiese nuovamente a Saber di controllare segni della presenza di altri Servant nei paraggi.

"Comunque, Master..."
"Sì, che c'è?"
"Semplicemente... trovo confortante aver scoperto che il mio Master non è un uomo che si faccia ingannare o tradire. Non che io sia MOLTO sollevata, bada bene... però..."

Con parole esitanti, gli fece i suoi complimenti. Alla fin fine, rifiutando la proposta di Shiro era riuscito a trarre un gran beneficio, aveva guadagnato il rispetto del suo Servant.

"Non c'è di che. Ora andiamo a Trifas. Se le cose andranno per il peggio, dovremo scontrarci contro un Servant nemico. Ti sta bene?"
"Lascia che mi occupi io di tutto, Master, poiché io sono Mordred, l'unico cavaliere in grado di superare mio padre!" rispose Saber, orgogliosa.

Shishigou sorrise tra sé e sé. Si diceva che un'evocazione che non fosse troppo guidata da una reliquia avrebbe permesso al Master di evocare un Servant con una personalità simile alla sua, e sicuramente Saber era simile a Shishigou... soprattutto nella sua eccessiva fiducia in se stessa.

*************

"Non è andata per nulla bene. Temo possa aver intuito qualcsa"
"Non sei riuscito a percepire il vero nome di Saber, Shiro?"
"Sembra di no. Saber probabilmente possiede una qualche abilità che può celarne l'identità... quello, oppure è un suo Strumento Prezioso. Sono stato in grado di leggerne i parametri, ma a parte quello..."
"Per come la vedo io, l'incertezza è il primo nemico da eliminare. Non sarebbe il caso di inviare qualcuno a seguirli?"
"No, no, meglio di no. E' ancora presto per cominciare a combattere i nostri alleati"

Shiro accantonò l'idea di Assassin velocemente.

"Alleati? Difficilmente"
"I nostri interessi coincidono, quindi siamo alleati. Possiamo occuparci di loro dopo esserci liberati dei Servant Neri. A tal proposito come procedono i preparativi per il tuo Strumento Prezioso, Assassin? I materiali che ti mancavano ora dovrebbero essere tutti a tua disposizione"
"Sì, ora manca solo il rituale per instaurarlo come mio Strumento Prezioso. Mi servono tre giorni ancora"
"Capisco. Ciò significa che tra tre giorni saremo in grado di invadere Trifas"
"Sì. Nel frattempo le colombe dovranno continuare a fungere da nostri ricognitori ancora per qualche giorno"

Il discorso si interrompe d'improvviso mentre i due interlocutori si voltarono a guardare la porta. Dopo pochi istanti un uomo la spalancò, ma Shiro si rilassò non appena lo riconobbe.

"Buongiorno, Caster. Cosa ci fai qui?"

L'uomo chiamato Caster, abbigliato con sfarzosi abiti medievali, percorse a passo spedito il dorridoio della chiesa, allargando le braccia in un gesto teatrale ed urlando.

"Un cavallo! Un cavallo! Il mio regno per un cavallo!"

Dopo un breve silenzio Shiro chiese, leggermente nervoso e con un tono quasi di scusa: "... è una citazione da uno dei tuoi lavori?"

Caster lasciò cadere le braccia lungo i fianchi, sospirando di disappunto alle parole di Shiro.

"Oh, Master! Come può qualcuno vivere in quest'epoca e non conoscere una delle mie più grandi opere! Dovresti prenderti del tempo libero e leggere questo!" esclamò, agitando un libro dalla copertina rigida.

A quanto pareva aveva fatto visita ad una libreria per comprare le stampe dei suoi stessi lavori: "Le opere di William Shakespeare"

Caster Rosso, William Shakespeare, l'unico drammaturgo la cui fama avesse raggiunto ogni ancolo del mondo. Dire di non conoscere nemmeno di nome le sue opere era come un'aperta ammisione di ignoranza. Si diceva persino che ogni opera letteraria dei tempi moderni avesse le sue radici in almeno una delle opere Shakespeariane.

Tuttavia una delle parole dette da Caster non può essere ignorata. 'Master', così aveva chiamato Shiro, che già faceva da Master ad Assassin. Ma né il prete né il Servant ne erano stati stupiti. Dunque forse Shiro aveva davvero il controllo di due Servant.

Nonostante la cosa fosse possibile, era quantomeno irregolare. Non c'era mai stata, nelle percedenti guerre, una situazione in cui un Master avesse comando diretto su due Servant: farlo avrebbe significato il suicidio, la morte per esaurimento di prana. Ma quindi quanto prana aveva a disposizione quel ragazzo?

"Sarò anche stata evocata dal Graal, ma difficilmente questi mi avrebbe potuto dare una conoscenza approfondita dei tuoi lavori. Per me tu non sei altro che 'un famoso scrittore'"

Alle parole di Assassin Caster sollevò gli occhi al cielo, gemendo.

"Oh, bella regina d'Assiria, non fatemi più udire tali, dolorose parole, ve ne prego. Ogni frase che pronunciate è la negazione stessa della mia esistenza!"
"Sì... immagino tu possa vederla a questo modo. Ma dimmi, Caster, cosa è successo di tanto grave da farti apparire con la tua forma materiale?"

La domanda fece interrompere di colpo le esagerate lamentele di Caster.

"Ah, sì, beh... Gli amanti e i pazzi hanno cervelli ardenti, come recita il poema, ma colui che ci è noto come Berserker a volte si comporta seguendo logiche ben poco attraenti..."
"... Berserker ha cominciato a scatenarsi?" chiese Shiro
"Oh, no"
"Qual è il problema, allora? Spiegati"

Assassin si avvicinò a Caster, il viso deformato da uno sguardo minaccioso Con un sorriso degno di un giullare, Caster riferì le novità.

"Il buon Berserker ha cominciato la sua avanzata verso Trifas. Parrebbe che sia venuto a conoscenza del loco in cui si trovano i bersagli designati per la sua furia"
"... Che cosa?"
"Cielo... questa sì che è una notizia preoccupante"

Assassin era quasi senza parole, mentre Shiro aveva mormorato con un tono quasi colloquiale.

"Al momento Archer è alle sua calcagna, ma se ella sarà o meno in grado di bloccarne la furia... sarà il fato a deciderlo. Ma è molto probabile che incontrerà il fallimento"
"Non c'è nulla da ridere, Caster" mormorò acidamente Assassin.

Ed era ovvio, dato che nonostante fossero tutti riuniti i Servant della fazione Rossa non erano ancora pronti alla guerra. Senza parlare dei Servant degli Yggdmillennia che aspettavano nell'inespugnabile fortezza, in perfette condizioni e in attesa del loro arrivo... Berserker non aveva alcuna possibilità di far breccia nelle mura della fortezza. Sata marciando verso la propria inevitabile morte.

"Come dobbiamo comportarci, Master? Il mio Strumento Prezioso non è ancora pronto. In questo stato sarebbe senza senso partire all'attacco. L'unica possibilità è quello di lasciarlo al suo destino"

"Male, sei scatenato. Prendi la strada che vuoi..."
"oh? Quindi sei stato tu ad incitarlo, Caster?"

Caster terminò le sue eccessive movenze e distolse lo sguardo, imbarazzato.

"Quindi sei stato tu a indicargli la posizione di Trifas! Piccolo...!"
"Oh, ma il povero Berserker anela solo di trovare l'avversario della sua ribellione... Non posso certo rimanermene a far nulla mentre egli è così pieno di angoscia!"

Per Shakespeare il mondo era davvero la più grande storia mai narrata. O meglio, doveva esserlo. Perché dal profondo del cuore lui amava tutti coloro che erano fuori dall'ordinario, e desiderava vedere le storie che giravano attorno a loro.

Per questo era pronto ad usare qualsiasi mezzo - inganni, provocazioni e quant'altro - per vedere quelle storie predere vita.

"Stai provando sempre di più di non essere altro che una fonte di guai..." sospirò Assassin, ma Caster replicò con un sorriso.

"Ora sai che io sono quello che viene definito un 'istigatore'... o forse 'imbroglione' è più adatto"



"Non possiamo farci nulla, comunque... dovremo chiedere ad Archer di dare supporto a Berserker. Ma dille che ha l'ordine di ritirarsi se la situazione volgerà a suo svantaggio. Berserker non può essere fermato, neppure da una magia di comando usata dal suo Master, quindi non farebbe altro che rimandare l'inevitabile"
"Ai tuoi comandi, Master. I miei famigli le comunicheranno il tuo volere"
"E come osservatore io stesso dovrò seguire Berserker, e occuparmi di tutto ciò che lascerà lungo il suo cammino. Per qualche tempo non potrò fare nulla... ti terrai fuori dai guai nel frattempo, vero Caster?"

Dato che Shiro rivestiva anche il ruolo di osservatore, avrebbe dovuto fare tutto ciò in suo potere per tenere nascosta l'esistenza della magia. E Berserker si stava dirigendo verso Trifas marciando in linea retta, quindi era molto probabile che qualche cittadino l'avrebbe visto. Non sarebbe stato un problema se avesse assunto la forma di spirito, ma Shiro sapeva bene di non doversi aspettare un ragionamento così logico da parte di un Berserker... e in special modo non da quel Berserker.

"Ma certo, ovviamente, mio Signore..."

Come per consolare l'affranto Caster, Shiro gli rivolse un sorriso.

"Non preoccuparti, Caster. Presto ci uniremo alla battaglia. E con sette Servant Neri e sette Servant Rossi questa sarà la più maestosa Guerra del Santo Graal di sempre. Ti assicuro che questa battaglia soddisferà la tua sete di racconti epici"

*************

Così la notte lasciò il posto all'alba, dopo aver visto il raduno di quattordici Servant. Da un lato quelli del clan Yggdmillennia, che si era opporsto al volere della Torre dell'Orologio; dall'altro quelli in mano alla Torre stessa, che non accettava alcuna secessione e voleva recuperare il Santo Graal.

Non ci sarebbe stato posto per nuovi giuramenti di sottomissione o riconciliazioni, né spazio per negoziati. Sarebbe stata una vera guerra mirata all'annientamento totale del nemico, uno scntro mortale in cui le due fazioni si sarebbero massacrate a vicenda. Tuttavia, come succede per molte guerre, il suo inizio fu piuttosto tranquillo.

Shishigou e Mordred raggiunsero Trifas dopo un viaggio di una sola notte, con il mago che dovette trattenere Saber - che premeva entusiasticamente per cominciare gli scontri il prima possibile - e ingollando misture di erbe per combattere la sua stanchezza, impegnato a cercare di costruire il suo laboratorio.

Aveva pensato di affittare una stanza di hotel, ma avrebbe sicuramente attirato l'attenzione dei nemici. Inoltre per quanto avrebbe potuto modificare una stanza d'albergo per fungere da laboratorio, l'edificio era comunque debole e poco difendibile, e sicuramente i suoi nemici non si sarebbero fatti scrupoli a distruggerlo per uccidere lui.

"... e questa sarebbe la soluzione a cui hai pensato?" si lamentò fiaccamente Saber.

Come gli aveva chiesto, Shishigou le aveva procurato dei vestiti moderni da un negozio di Sighisoara: un top che le lasciava scoperto l'addome, dei jeans cortissimi ed una giacca di pelle rossa. Avrebbe certamente patito il freddo persino d'Autunno, anche se essendo un Servant il clima probabilmente non le avrebbe causato alcun problema.

Il luogo scelto da Shishigou come loro base, però, la lasciava preda dello sconforto. Saber aveva avuto a che fare con i maghi per tutta la sua vita, a partire dalla sua stessa madre, quindi sapeva che erano eccentrici, ostinati ed egoisti. Però...

"Vuoi davvero stabilire la tua tana in delle catacombe? Non puoi dire seriamente..."

Saber aveva tutte le ragioni di lamentarsi, soprattutto in virtù dei mucchietti d'ossa fiocamente illuminati dalla luce di alcune candele. Nell'area più libera, vicino ad un altare, erano stati stesi due sacchi a pelo, confermandole che Shishigou aveva intenzione di dormire in quel posto.

"Non essere troppo esigente. Non ci sono molte vene spirituali di questa qualità, sai? Questo posto ci aiuterà a recuperare il nostro prana"
"Non mi importa delle vene spirituali. Non è questo il problema"
"Oh... hai paura?" disse Shishigou, battendo insieme le mani come a sottolineare di aver compreso.

Saber lo guardò furiosa.

"No! Semplicemente non ammetto questo trattamento da villici! Ero un cavaliere, io! Ed anche se non lo fossi stata, nessuno accetterebbe di dormire in un posto del genere!"
"Sigh... e va bene. Puoi usare questo sacco a pelo. E' il più costoso, quindi sarà anche il più comodo dei due."
"..."

Saber lasciò cadere le braccia. Come dice il proverbio, il modo migliore di trattare con un mago è lasciar perdere.

Ma Saber sapeva perfettamente che non era stato un attimo di follia a spingere Shishigou a scegliere quel luogo per installarvi il suo laboratorio - anche se saperlo non diminuiva la gravità della situazione.

Innanzitutto la sua area di competenza era la necromanzia: era solo naturale che i luoghi a lui più congeniali sarebbero stato cimiteri, obitori e altri posti in cui era normale trovare abbondanza di cadaveri umani.

Inoltre quella catacomba aveva numerose uscite, il che la rendeva un posto da cui era facile fuggire - almeno finché qualcuno non fosse riuscito a sigillarne tutte le uscite in una volta sola... ed anche se così fosse, avrebbero potuto semplicemente creare un buco nel soffitto e scappare da lì. Inoltre era così vasto che sarebbe stato molto difficile far crollare loro il soffitto sulle teste - far crollare tutto il soffitto, per avere la certezza di averli intrappolati, avrebbe richiesto un gran numero di esplosivi o un rituale magico molto lungo e complesso. E nessuna delle due cose sarebbe stata possibile ai loro nemici, finché Master e Servant fossero rimasti in guardia.

Il luogo era quindi una fortezza particolarmente difficile da penetrare... un'ottima cosa, se si fosse riusciti a sopportare il fatto di trovarsi in una tomba.

Per il momento Shishigou aveva lanciato un incantesimo nei dintorni delle uscite della tomba, erigendo una barriera anti-intrusione. Aveva però deciso di non perdere tempo con il posizionamento di trappole, almeno finché non sarebbe stato sicuro che la guerra sarebbe stata in atto, e solo se ne avesse avuto il tempo: d'altro canto anche se lo aveva scelto per il suo laboratorio, quel luogo era solo un rifugio temporaneo.

Finito di sistemarsi Shishigou estrasse dal suo zaino una bottiglia, che sembrò attirare l'attenzione di Saber. La ragazza stava osservando pigramente Shishigou mentre il suo Master si metteva all'opera, e gli si avvicinò per sbirciare oltre le spalle.

"E'... un serpente?"
"E' un cucciolo di idra, conservato in formalina. Dubito fortemente ne esista un altro esemplare, al mondo"
"Uh-uh... e cosa conti di farci?"
"Te ne sei dimenticata? Stai parlando con un necromante. Ho intenzione di manipolarlo"
"'Manipolarlo'?"

Shishigou rimosse con attenzione l'idra dalla bottiglia e la adagiò sul pavimento. Appena Saber allungò con la mano per punzecchiarla, Shishigou le urlò contro.

"Ferma! Non toccarla!"

"Ma cosa...? Volevo solo dare un'occhiata..." borbottò Saber, imbronciata.

Con un sospiro, Shishigou si affrettò a spiegare.

"Ascolta, Saber... credo tu conosca la leggenda di Eracle, vero? Dunque... cosa ti viene in mente, parlando di idra?"
"Beh... aveva nove teste..."
"E..."
"... e aveva un alito veleno... oh..."
"Esattamente. Il corpo di un'idra è completamente pieno di veleno. Se fosse stato un esemplare adulto, anche solo standovi vicini i nostri polmoni si sarebbero decomposti. Frotunatamente è solo un cucciolo, morto per giunta, quindi finché non lo toccheremo non ci saranno problemi"

Ovviamente Saber non era una donna comune, e quindi probabilmente non sarebbe morta anche toccando il cadavere. Ciononostante, l'idra era comunque una bestia mitologica. E come dice il proverbio, 'Tanto va la gatta al lardo...'

Indossando un paio di spessi guanti di cuoio, Shishigou cominciò a staccare cautamente le teste dal cadavere, usando un coltello. Quindi le prese e le immerse un un liquido nero-rossastro.

"Cosa stai facendo?"
"Se fossero solo un po' più lunghe riuscirei a preparare un dardo. Ma date le dimensioni credo di non poter fare di meglio che una daga"
"Mpf... Ci metterai molto?"
"Più o meno tre ore, direi. Fino ad allora non ci muoveremo, quindi fatti un riposino"

Saber però scelse di non riposare, e si accovacciò di fianco a lui.

"Curiosa?"

"Direi di no. Non ho interesse per dissezioni, 'manipolazioni' o qualsiasi altra cosa vuoi combinare"

Saber appoggiò il mento alle mani, con aria annoiata. 'E allora vai a dormire, e fammi risparmiare prana' è ciò che avrebbe voluto dirle Shishigou, ma era piuttosto sicuro che non l'avrebbe ascoltato.

Usando delle pinzette per recuperarle dal liquido dove le aveva immerse, Shishigou tenne sollevate le teste, una alla volta, sopra la fiamma di una candela. Era un procedimento piuttosto semplice ma altrettanto pericoloso, ma richiedeva la sua completa attenzione.

"Ehi, Master...? Cosa vuoi cheidere al Santo Graal?"

Anche se Shishigou stava compiendo un'operazione molto complicata - in cui un singolo passo falso avrebbe potuto costargli la vita - Saber gli pose quella domanda come se non le importasse di nulla.

"Cosa voglio chiedere al Graal, dici... Beh, voglio portare gloria e prosperità al mio clan. Sono un mago, sai"

Saber assunse un'espressione delusa alla sua risposta. Dopottutto era tanto normale quanto banale, per un mago, desiderare la prosperità della propria famiglia.

"Tutto qui? Che noia"

"Non essere stupida, anche queste cose sono importanti. La vita di un essere umano è breve, sai. La maggior parte non raggiunge neppure i duecento anni. Ma i sogni dei padri sono nelle mani dei figli."
"Non tutti i figli prendono in mano i sogni dei padri"
"Parli per esperienza?"

Sul viso di Saber comparve immediatamente uno sguardo torvo. Shishigou si scusò con lei con un sorriso amaro, ma Saber non rispose alle scuse. Si limitò a rintanarsi in silenzio nel suo sacco a pelo.

Anche se i Servant non avevano bisogno di dormire, farlo permetteva al Master di risparmiare parecchio prana. La cosa valeva in particolar modo per Saber, che divorava un quantitativo abnorme di prana come dazio per la sua forza straordinaria. Evitare il più possibile che precasse prana era la cosa migliore, per Shishigou... anche se in quel momento lo stava facendo solo per tenere il broncio.

Mentre lavorava sull'idra Shishigou pasteggiava con frutta e carne secca. Ma di tanto in tanto gli occhi gli scivolavano sulla forma addormentata della ragazza. Ogni volta che guardava non riusciva a vedere altro che una ragazzina innocente, avvolta nel suo sacco a pelo. E la cosa non mancava mai di deprimerlo.

*************

Mordred, il Cavaliere del Tradimento, era uno dei pochi malvagi, nella storia, ad essersi lasciata alle spalle una gloriosa leggenda.

Ottenuto il comando di Camelot in vece dell'assente Re Artù, impegnato in una spedizione, Mordred colse l'occasione per istigare alle armi i soldati rimasti ed usurpare il trono che tanto desiderava. Al ritorno del Re immediatamente le forze di padre e figlio ingaggiarono quella che sarebbe stata ricordata, per epoche a venire, come la Grande Battaglia di Camlann. Molti dei cavalieri più famosi non erano più in vita al momento in cui Artù e Mordred si scontrarono in singolar tenzone, al centro del campo di battaglia. Anche se era stata ferita a morte dalla lancia sacra, Rhongomyniad, Mordred riuscì ad assestare un colpo altrettanto fatale al Re.

In punto di morte Artù ordinò a Sir Bedivere, suo leale vassallo fino all'ultimo, di riconsegnare la spada alla Dama del Lago. Quindi morì sulla collina, o a seconda delle leggende venne trasportato nella mitica isola di Avalon.

Quale fu il fato di Mordred, invece, rimaneva un mistero: si sapeva solo che era morta a seguito del duello. Ma la cosa era comprensibile, dopotutto: Mordred era solo il cattivo finale della storia del grande Artù Pendragon, il leggendario Re dei Cavalieri, il cui nome rimase inciso nella storia della Britannia e continuerà ad esserlo.

"Okay, finito con tutte e nove. Ora il corpo..."

Borbottando tra sé, Shishigou si perse nei suoi pensieri. Forse pensava così solo per via di come era finito il rituale, ma se avesse dovuto scegliere tra avere il padre o il figlio come proprio Servant, non avrebbe esitato a scegliere Mordred.

Tra il Re, simbolo di cavalleria armato di spada scintillante, e il giovane cavaliere ribelle che aveva rivoltato contro il Re i suoi stessi uomini, non era chiaro come quest'ultimo possedesse la personalità più interessante?

Shishigou non capiva appieno se Mordred provasse amore o odio per Artù... dopotutto la linea di separazione tra i due sentimenti non era particolarmente marcata. Né capiva il perché della sua ribellione, se l'avesse fatto in atto di sfregio per il regno di suo padre o per diventare più simile a lui, ma quale che fosse il motivo era senza dubbio un atto che richiedeva un grande coraggio.

"Credo di sapere perché ho evocato lei, ora..."

Il sorriso con cui pronunciò queste parole era un atto derisorio verso se stesso. Un uomo come lui non avrebbe mai potuto evocare uno dei veri Cavalieri della Tavola Rotonda, quindi tre 'urrà' per il Cavaliere del Tradimento.

Dopo aver completato il suo lavoro Shishigou si sdraiò nel sacco a pelo, sprofondando nel sonno.

*************

Nel profondo della notte Trifas era diventato un luogo incredibilmente silenzioso. Da nessuna casa si vedeva provenire una luce, e nessun negozio rimaneva aperto oltre il calar del sole. L'unica illuminazione era data dalla luce dei lampioni, un fievole bagliore che lottava contro l'immensità delle tenebre.

Mordred e Shishigou stavano cercando un luogo dove appostarsi per poi lanciare il loro assalto alla fortezza di Millennia. In una Guerra del Graal normale la prima cosa da fare sarebbe stata cercare il laboratorio dei maghi nemici, ma in quel caso non era necessario: d'altro canto si sapeva benissimo che la fortezza sarebbe stata la roccaforte della Fazione Nera. Non c'era alcun bisogno di cercarli, perché i Master e i Servant nemici non avevano alcun motivo di uscire dalla fortezza.

In altri termini non avrebbero potuto far molto senza attaccare il castello, cosa che significava innanzitutto trovare un buon punto per osservarne le difese.

La fortezza si trovava a nord-est di Trifas, circondata da tre ettari di foresta. Trifas era a sua volta posizionata su un altopiano che si estendeva innalzandosi da ovest ad est, cosa che lasciava il castello in un perfetto punto, in grado di osservare tutto il paesino.

Così Shishigou e Saber iniziarono la loro ricerca a sud della fortezza. La scelta migliore sarebbe stata ovviamente un edificio alto, non troppo vicino alla fortezza ma abbastanza per poterla osservare.

"Che ne dici di quello?"

Saber indicò il secolare municipio del paesino. Costruito in stile secessionista, l'intero edificio era fatto di linee rette e superfici piane, e in particolare risaltavano le tegole vivacemente colorate.

Era un'opera d'arte e un importante monumento storico, ma tutto questo era insignificante agli occhi dei due, interessati solo all'eccellente vista che permetteva.

"Mi sembra perfetto. Andiamo a dare un'occhiata"

Shishigou si avviò verso l'ingresso, ma Saber lo afferò per la collottola.

"Uh?"
"Andiamo"

Colto da un pessimo presentimento, Shishigou cercò di liberarsi dalla stretta di Saber, ma era troppo tardi: con un grido Saber utilizzò la sua abilità di Prana Burst per darsi una spinta e saltare direttamente sul tetto dell'edificio. L'impatto di quando atterrarono riverberò per tutto il corpo di Shishigou, facendolo sentire come se stesse per perdere conoscenza.

Il silenzio regnò tra i due, durante il quale Shishigou pensò a come rispondere all'espressione furbetta dal viso di Saber.

"Non farlo mai più"

Alla fine si limitò ad una lamentela, semplice e diretta. Saber annuì, chiaramente senza alcun rimorso.

"Come ti sembra il posto, Master?"
"Beh..."

Il castello sera abbastanza vicino per poter essere osservato a dovere, ma il tetto era lontano a sufficienza da non permettere ad un eventuale osservatore di notare i due. Era un posto veramente perfetto. Però...

"No, non va bene..."

Shishigou sospirò, e Saber annuì mostrandosi d'accordo. Appena si erano posati sull'edificio una massa di quelli che sembravano uccelli si era alzata in volo dal castelo. E osservando più da vicino le tegole Shishigou aveva notato un incantesimo di allarme.

"Saber!"

Prima che Shishigou potesse dire un'altra singola parola, Saber aveva già indossato l'armatura ed era pronta al combattimento.

"Sono.. falchi?"

A causa dell'oscurità della notte era difficile, persino per Shishigou, vedere altro che delle sagome in movimento. Ma Saber, grazie alla sua vista straordinaria, poteva riconoscere chiaramente i nemici in avvicinamento.

"No... golem!"

Quattro golem di pietra, apparentemente progettati per assomigliare a libellule, calarono in picchiata verso i due da ogni direzione. Saber saltòe ne distrusse uno, quindi atterrò su un secondo e abbatté gli ultimi due.

"Dannazione... ce ne sono ancora!"

Saber estrasse la sua spada senza un momento di pausa. Golem dalla forma umanoide o meno apparvero intorno a loro, probabilmente nascosti nei tetti degli edifici vicini. Ma c'erano anche uomini armati di alabarde, che apparivano quasi dal nulla ed accerchiarono la coppia, insieme ai golem.

No... i loro volti erano troppo inespressivi per essere umani. Ed erano troppo simili tra l'oro, così tanto che avrebbero potuto essere scambiati per fratelli.

"Non sono umani. Homuncoli, eh?"
"..."

Saber si agitò leggermente alle parole mormorate da Shishigou.

"Qual è il problema"
"Nulla... I tuoi ordini, Master?"
"La mia magia non servirà a molto contro quei golem... mi occuperò degli homuncoli. Tu prenditi cura degli altri"
"Agli ordini!"

Rompendo le tegole sotto i suoi piedi Saber caricò verso i golem come un proiettile. I corpi di pietra e bronzo caddero in macerie sotto la potenza del suo assalto, come fossero di carta e legno. Un altro golem tentò di schiacciare Saber con il suo corpo immenso, ma la ragazza si scagliò in avanti con un ruggito e semplicemente... attraversò il corpo, riducendolo in polvere.

Le sue movenze non avevano nulla dell'eleganza propria dei cavalieri, né della bellezza dell'arte della spada... era più simile a un Berserker che a un Saber, una bestia impazzita. Saber menava fendenti con la sua spada a due mani, impugnandola però con una mano sola e lasciando libera la sua mano, senza però usarla per colpire i suoi nemici. Invece scagliò la sua spada, il cuore e l'anima di ogni vero cavaliere, facendo crollare un altro golem. Con un grido parò il pugno di un secondo golem e lo scagliò via, mandandolo ad impattare con i resti di uno dei suoi simili e facendo in pezzi anche lui. Recuperando la spada dalle macerie, Saber ricominciò il massacro.

Shishigou impugò un fucile a pompa nel suo scontro con gli Homuncoli. Anche loro, esseri privi di emozione, si fermarono un istante nella loro avanzata alla vista dell'arma.

Si trattava di un fucile a canne mozze, con canna e impugnatura accorciate, semplice da trasportare e adatto agli scontri ravvicinati ma con poca efficacia a distanza.

Tuttavia le caratteristiche dell'arma contavano poco, per il necromante.

"Bum!"

Puntando l'arma verso gli homuncoli Shishigou sparò senza prendere la mira. Ma mirare non era necessario, gli era sufficiente essere lui ad impugnare l'arma. Le sue componenti erano state trattate con rituali magici, rendendo magica l'intera arma: la cosa importante erano i proiettili, non l'arma in se.

I proiettili che uscirono dalle canne dell'arma avrebbero gelato il sangue a chiunque li avesse visti. Definirli disgustosi sarebbe stato un eufemismo, dato che erano dita umane.

Nella magia runica della Scandinavia esisteva un maleficio chiamanto 'Gandr', scagliato puntando le dita verso l'obiettivo. Normalmente indeboliva il bersaglio, ma se scagliato con sufficiente consumo di prana poteva trasformarsi in un vero e proprio proiettile.

I proiettili di Shishigou erano stati creati combinando il Gandr Shot alla necromanzia. Raggiungevano velocità inferiori a quella del suono, ma potevano cambiare percorso inseguendo la preda con il calore, come serpenti. Quando raggiungevano il bersaglio si piantavano nelle sue carni, si scavavano una strada verso il cuore e rilasciavano il Gandr, spezzando il prezioso muscolo. Erano davvero dei proiettili demoniaci.

I proiettili volarono per l'aria e raggiunsero in un battito di ciglia parecchi Homuncoli. Il fucile, però, poteva sparare solo due colpi prima di dover essere ricaricato. Gli Homuncoli sopravvissuti non si lasciarono sfuggire l'opportunità e si gettarono all'attacco di Shishigou, ancora impegnato a ricaricare l'arma. Il mago interruppe il procedimento ed estrasse un bizzarro oggetto, leggermente rinsecchito e dal colore rosso scuro: il cuore di un mago.

Shishigou lanciò il cuore verso il punto in cui si concentravano il maggior numero di Homuncoli. Con un suono umido il cuore si adagiò al suolo, cominciò ad espandersi rapidamente e quindi esplode. Al suo interno c'erano denti e unghie del suo precedente proprietario, che schizzarono a martoriare i corpi degli Homuncoli, uccidendoli tra atroci dolori, come se gli fosse stato somministrato un tremendo veleno.

Dei tanti necromanti esistenti probabilmente Shishigou Kairi era l'unico a saper trasformare i corpi di maghi e bestie magiche in armi da fuoco così terribili. Anche se gli homuncoli avevano una grande forza combattiva, per il mago erano semplici prede... esattamente come i golem combattuti da Saber.

"E' finita, Master"
"Già, ottimo lavoro"

Dopo aver distrutto l'ultimo golem Saber si era avvicinata al suo Master. Osservò la carneficina e si lasciò sfuggire un fischio di ammirazione.

"Niente male, per un necromante"
"Ho partecipato alla mia razione di massacri"

Mentre parlava Shishigou si avvicinò ai resti di un golem, afferrando un pezzo di pergamena su cui erano scrit idei comandi.

"E' vecchio... almeno ottocento anni"

Il tempo era un potenziatore eccellente per la taumaturgia: la magia e le bestie magiche diventavano più forti invecchiando, così come la cresta magica di una famiglia diventata più forte man mano che le generazioni vi aggiungevano i propri risultati personali. Una pergamena vecchia di ottocento anni poteva venire usata per creare un golem tranquillamente in grado di abbattere due maghi esperti.Però...

"Come ti sono sembrati quei golem, Saber?"
"E' la prima volta che ho dovuto scontrarmi contro quei pupazzi di pietra... però se la sono cavati meglio di quanto mi aspettassi. L'ultimo è riuscito a sopravvivere a tre colpi."
"Un golem creato da un mago dell'epoca moderna non riuscirebbe a resistere neppure a due dei tuoi attacchi, neppure se il suo creatore avesse impiegato tutta la sua vita per costruirlo"

Ovviamente c'erano delle eccezioni. Il mondo è ampio, ed era possibile che esistesse un mago capace di creare golem in grado di combattere alla pari con un Servant. Tuttavia non era il caso degli Yggdmillennia: il loro miglior mago nel campo dell'ingegneria dei golem era Roche Flyn Yggdmillennia, e per quanto sopraffine fossero le sue creazioni non avrebbero mai potuto sopravvivere ad un singolo attacco da parte di Saber.

Il che significava che il creatore di quei golem non era un mago moderno.

Proprio mentre Shishigou stava per studiare più accuratamente il pezzo di pergamena, il suo viso fu investito da un'improvvisa vampata di calore.

"Ouch!"

Saltò indietro, lasciando cadere la pergamena in fiamme. E non era solo quella che aveva raccolto: tutte le pergamene sparse tra i vari rottami dei golem si stavano riducendo in cenere. Quando le pergamene ebbero finito di bruciare, i resti dei golem si trasformarono in fretta in polvere.

"Va tutto bene?"
"Sì, mi sono appena scottato. Previdente bastardo... i nostri indizi sono scomparsi. E sembra che non possiamo stabilirci qui, dato che erano pronti a tenderci un'imboscata"

Era chiaro che gli Yggdmillennia avevano riconosciuto l'importanza strategica di quel posto. Dopo tutto Trifas era una piccola città, ed era quindi sensato presumere che il nemico avesse già posizionato qualche soldato in ogni luogo che poteva essere utile al fine di assalire il castello. E non si erano limitati ad inviare uno o due guerrieri, ma una marea di golem di prim'ordine e homuncoli.

Se Shishigou e Saber fossero rimasti nel luogo anche per pochi minuti ancora, sicuramente gli Yggdmillennia avrebbero inviato un Servant a scontrarsi con loro. Per il momento, sembrava che il necromante non avesse altra possibilità che cercare di osservare i suoi nemici tramite gli occhi dei suoi famigli.

"Immagino che ora non possiamo far altro che tornare indietro, vero?"
"Sì, ma almeno abbiamo scoperto qualcosa!
"E sarebbe?"
"Il loro Caster, o comunque uno dei loro Servant, è uno spirito eroico molto abile nella creazione di golem"

Quella seppur piccola informazione riduceva drasticamente le possibili identità di uno dei Servant Neri. I golem erano degli automi piuttosto rari già per conto loro, quindi il numero di Spiriti Eroici a loro strettamente legati non poteva essere molto alto.

"Comunque, Master... non hai avuto l'impressione di essere osservato?"

Saber pose quella domanda lungo la via del ritorno verso il laboratorio, come se se ne fosse appena ricordata. Shishigou le rispose con un cenno d'assenso: molto probabilmente un mago li stava osservando con una qualche magia, o tramite un suo famiglio. Comunque era chiaro che Saber ed il suo Master erano stati osservati durante lo scontro, per comprenderne la forza.

"In ogni caso finché tieni indosso quell'elmetto, non c'è pericolo che qualcuno possa carpire informazioni importanti. Ora puoi togliertelo, vero?"

Uno degli Strumenti Preziosi di Saber, Secret of Pedigree
, nacsondeva alla vista una certa porzione delle sue abilità e dei suoi parametri. Anche se i parametri generali e le abilità di classe potevano essere scorte, le sue abilità personali rimanevano nascoste persino se le utilizzava. Ciononostante il suo Strumento Prezioso più forte, del tipo anti-armata, non poteva essere attivato mentre Saber indossava il suo elmetto. D'altro canto doveva essere utilizzato solamente quando si era certi della possibilità di uccidere il nemico: una volta attivato, il nemico doveva sparire dalla faccia della terra.


"Posso togliermelo al di fuori delle battaglie, no?"
"Certo, procedi"

Saber cominciò a fischiettare con allegria. Ovviamente Shishigou le aveva impedito di rivelare i suoi parametri. Sembrava che le sue statistiche fossero rese accessibili solamente se Saber si sfilava l'elmetto, o se questi era 'fuso' con il resto dell'armatura. E anche se era senza armatura, finché non impugnava la sua spada queste rimanevano comunque segrete.

Appena Saber si cambiò, indossando i vestiti civili, esalò un sospiro di sollievo.
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Re: Fate stay night + Fate Zero
« Risposta #1214 il: 18 Agosto, 2013, 18:32:58 pm »