Saint Seiya GS - Il Forum della Terza Casa


Autore Topic: Alcol, armature, pupe e pallottole  (Letto 928 volte)

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Offline siegfried1

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Alcol, armature, pupe e pallottole
« il: 09 Gennaio, 2019, 18:14:12 pm »
Mi è venuta una malsana idea.
Una fanfic noir, fatta a più mani.
Chiunque può aggiungerne un pezzo.
Se qualcuno ha voglia, libero di continuarla


Faceva un freddo cane, quel giorno, ma le strade della città erano comunque piene di gente che andava e veniva, dal Queens al cuore di Manhattan.
In auto, a piedi, in bicicletta, New York non dorme mai, di giorno o di notte, sepolta dalla neve o arsa dal sole.
L'uomo, sprofondato nella sua poltrona, coi piedi poggiati sulla scrivania ingombra di polvere e scartoffie, si scaldava le chiappe accanto alla stufa, leggendo il programma delle corse.
Qualcosa doveva essere andato storto perché la sua stramaledetta stella infernale si era svegliata prima del tempo e nel posto sbagliato.
Ed era solo, Balrog.
Grazie agli dei il volstead act era stato abrogato una decina di anni prima, per cui, se non altro, il bourbon non mancava, casomai Rhadamantis lo avesse raggiunto.
Purtroppo la città, al suo arrivo, era già saldamente nelle mani di gente come Costello, Bonanno, Gambino e gentiluomini loro pari, quindi di darsi al crimine neanche a parlarne.
Sì, certo, ammazzarli tutti sarebbe stato semplice, se non fosse che gli ordini dall'alto - non marcare, Bally, e aspetta gli altri - glielo impedivano.
Attaccare il santuario da solo, del resto, era improponibile.
In qualsiasi caso doveva pur guadagnarsi da mangiare - e poi i vestiti, le auto, i portasigarette in oro gli piacevano molto, per non parlare dei jazz club - e nessuno gli impediva di usare i suoi poteri.
Un poco, dei suoi poteri.
E così adesso si faceva chiamare Johnny Savarese e faceva il detective privato.
Dicevo, quel giorno si creava di freddo ma la temperatura, nel suo ufficio, si alzò di diversi gradi quando vide una silhouette apparire bussando da dietro la porta a vetri.
Solo a vederla cosi, la pupa aveva classe.
- avanti!
E quando entrò...
Dei, quando entrò!
Sembrava Veronica Lake, per la miseria, con pelliccia, gioielli e tutto.
Lanciò via il giornale, si mise composto sulla poltrona, poi si alzò per stringerle la mano.
Lei era ancora sulla soglia.
Imprecò sottovoce, maledicendo se stesso per non essere tornato a casa dalla nottata.
I vestiti non erano freschi e non si era rasato.
Al diavolo!
- lei è mr Savarese?
- chi lo vuole sapere?
(Imbecille, c'è la targa sulla porta e pure sulla scrivania)
- posso? - disse lei estraendo una sigaretta da una scatola d'argento.
- si capisce, signora - rispose lui, accendendogliela con un dunhill d'oro.
Lei, in silenzio, tirò un paio di boccate, sbuffando volute di fumo bluastro dalle narici delicate.
Lui aspettò, ipnotizzato dalle sue labbra, andandosi a sedere dall'angolo della scrivania, proprio davanti a lei.
- mio...mio marito è sparito da una settimana, mr Savarese.
E io...io...ho paura che...
E se la ritrovò abbracciata, a piangere sulla sua spalla e a stordirlo col suo profumo.
Che fare?
Essere professionale o allungarle una pacca sul culo?
Optò per la prima, tanto più che aveva visto una Cord che...
- mi aiuti a trovarlo, la prego. Sono una donna ricca, posso...
- freni, signora. Cominci dal principio.
Venne fuori una storia che pareva uscita da un film.
Lui, il marito, faceva il produttore a Broadway e un bel giorno si era presentato un tale offrendogli un po' di verdoni per entrare in società.
E un po' di pallettoni in caso di rifiuto.
Il marito aveva chiamato la sicurezza - era Broadway quella, cazzo, non quello schifo che era diventata Hollywood grazie a Siegel - e lo aveva cacciato.
La settimana dopo era scomparso.
Fine della storia. Niente nomi, niente facce, niente di niente.
- ok, dolcezza. Le cose stanno così. Io costo mille dollari, sono il migliore. Due giorni e il maritino torna a casa.
Ricacciando indietro le lacrime, Veronica lo ringraziò mille volte, gli firmò un assegno sulla fiducia, lo ringraziò ancora e uscì dall'ufficio sculettando, lasciando una vaga scia di chanel.
Balrog si mise il soprabito e si buttò in downtown.
Scoperchiò diversi bidoni di immondizia, riscosse vecchi crediti e contrasse nuovi debiti coi suoi informatori.
Gli serviva solo un nome. O una faccia.
E a quel punto era fatta, avrebbe letto il nome del tizio che cercava sul suo registro e lo avrebbe pizzicato ovunque fosse.
Ma niente.
Un accidente di niente. Un fantasma.
Sì, beh, magari non proprio un fantasma ma...oh, al diavolo.
Incazzato nero, tornò in ufficio.
Gli serviva un goccio, per pensare.
Ma poi...
Siegfried, massimo eroe della mitologia scandinava! A te conferisco la Toga Divina di Dubhe, della stella alfa!

Offline capricorn2007

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Re: Alcol, armature, pupe e pallottole
« Risposta #1 il: 28 Maggio, 2020, 13:09:01 pm »
mi piacerebbe continuarla me
la storia è su Lune o su Alcor?
Trovo Lost Canvas una serie soggettivamente orrenda.

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Re: Alcol, armature, pupe e pallottole
« Risposta #1 il: 28 Maggio, 2020, 13:09:01 pm »