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Autore Topic: Contest Mitologico II Edizione! [racconto 2/5]  (Letto 1541 volte)

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Offline nfscarbon4

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Contest Mitologico II Edizione! [racconto 2/5]
« il: 09 Giugno, 2009, 20:13:45 pm »
RACCONTO N°2

Essere

1
Alla fine, quando dipani quel gomitolo che è la vita, ti accorgi che i giochi sono finiti.
È ormai sera.

Ho solo voglia di fare qualcosa di inutile, in un mondo che esiste per esistere.
Getto un sasso nell’acqua, il sasso forma dei cerchi.
Mi rivedo a menar fendenti e spaccare corazze, ne più ne meno che sassi nell’acqua.
Il sole è ormai scomparso, i gabbiani urlano e mi volano intorno alla ricerca del lauto pasto, alla ricerca dei morti che saranno la loro cena.
Li trovano.
La mente torna al passato, all’anniversario della mia nascita durante il quale Minerva mi regalò un cavallino, che chiamai Pegaso perché, anni prima, un cavallo alato era nato dal sangue della medusa, una bella storia.
Pegaso è un fedele compagno in battaglia, lui capisce sempre, nulla gli sfugge dell’atrocità. E non si fa problemi.
È notte.
Getto un altro sasso. Un gufo lancia il suo grido raggelante e stridulo: mi distoglie dai miei pensieri….per un istante immagino gelidi artigli improvvisi sulla mia pelle, e come me tante piccole prede. Improvviso, uno spettro plana con vampe di fuoco, uno squittio, poi più nulla, il silenzio.
Altro sasso.
Mi dicono di uccidere: lo faccio. Mi adorano.
Altro sasso.
Assurdo prendere ordini da chi prima o poi morirà divenendo polvere del mondo. Ho conosciuto tanti eroi in questa guerra, nessuno vale la pena di citarlo, tranne forse Ulisse, colui che mi scovò da re Licomede, un uomo che sembra avere voglia di sfidare gli dei da semplice umano…verrà punito per questo, ma ciò nonostante lo trovo affascinante. Anche lui morrà…molto probabilmente punito dai miei padri. Ettore, ancora non l’ho ucciso. Ho come la sensazione che quando lo farò, quando questa guerra contorta verrà dipanata dal gesto col quale estrarrò la spada dal corpo esangue, la mia vita finirà. Vento gelido increspa i flutti, il rumore del mare si confonde con quello dei pini alle mie spalle e mi porta odori corroboranti.
Cosa sarà di me dopo…cosa sopravvivrà di me a questa guerra? Genererò altri figli, perché perpetuino questa carneficina, questo incerto divenire di una razza inconsapevole?
Getto un altro sasso, il quinto.
Oggi ho ucciso 21 persone, e 5 sassi.
Domani solo sassi.
Basta prendere ordini….guardo le stelle; se volessi potrei toccarle! Ma lei no, lei non posso più toccarla, ed ora è schiava di un porco. Il mio pugno frantuma parte dello scoglio su cui siedo, mi metto in equilibrio sull’altra parte. A quella scena, una fosca figura infreddolita mi si avvicina, dopo aver aspettato dal tramonto.
-   Pelide…
-   Mfff…..
-   Prenderete freddo, venite alla tenda…
-   La mia tenda è vuota.
-   Che dite? Le vostre armi, i vostri trofei!
Che tipo strano…
-   perché solo ora sei venuto avanti? Non era forse meglio prima, quando ero calmo?
-   Perché solo ora vi riconosco.
Un altro furbo costui.
-   Non verrò.
Silenzio. Interminabile. Lontano il cielo fiammeggiava del campo dei Mirmidoni.
-   domani?
-   Non verrò.
Poco dopo, Patroclo girò i tacchi e andò via. Mi odiai. Avevo trovato un senso a tutto questo divenire, ad un mondo dove non posso avere un amico, in cui non posso essere normale ne accontentarmi di esserlo….
Me l’hanno tolta…

2
-   C’è qualcosa che sopravvive alle incertezze ed all’orgoglio di un semidio: la storia, la gloria…l’onore.
Così dissi tra me e me, cercando forse di convincermene, non riuscendo a distrarmi dal fuoco al campo. Achille era più di un padrone, di un comandante, era tutto. Achille non poteva deluderci adesso…invincibile guerriero, cuore dell’armata achea…e domani, una vita di imprese e duelli che passeresti giorni a raccontare a schiere di nipotini, tutto svanirà…se non è già svanito…per colpa di una donna, come questa guerra…niente nipotini…niente gloria…
Cado ginocchioni al suolo, le lacrime rigano le guance. NO! Lui è leggenda figurati…e domani non ci sarà…digrigno i denti quasi fino a spaccarli….che risate si faranno i troiani! Agamennone! Ci porterai alla morte…di chi la gloria, a chi l’alloro se non ad Achille, l’uomo divino? Impossibile, la lealtà è lealtà! l’onore che esige il sangue dei nostri morti urla dalle viscere della terra che l’ha bevuto. Rivivo in quel mentre la sensazione che ho quando uccido ed il sangue caldo mi bagna con un colore accecante, mentre la gola riarsa ti fa uscire solo urla strazianti, che tu sia vincitore o vinto. Poi l’orrore ti ammutolisce, i suoni si attutiscono. Mi risveglio che è mattina.
Ho pianto.
“Nessun morto invano, nessuna promessa spezzata” ripeto mentre mi avanzo. Entrando nella tenda vedo le scintillanti armi di Efesto. Metto i calzari in un silenzio irreale (i nostri sono già schierati sotto le alte mura).
Il busto.
Inforco la spada nel fodero, lo scudo nel braccio.
Infine afferro l’elmo lucente; lo osservo a lungo. Chiudo gli occhi. Sussurro qualcosa. Lo indosso.
Fu Patroclo a sussurrare “mamma”, fu Patroclo a chiudere gli occhi.
Fu Achille che li riaprì.
Come ubriaco dell’orrore al suo solo profumo, corsi fuori dalla tenda, balzai sul carro e pronai i cavalli, la polvere acceca un uomo già cieco, un’armatura vuota mossa dall’istintiva furia di un incubo colori rosso e oro. Mi risveglio al grido che 10.000 mirmidoni lanciano:
 “Achille!” urlano. Furioso estraggo la spada, i fendenti spaccano corazze ed uccidono figli e madri e spose e figli dei figli. Un uomo a cavallo mi viene addosso: infilzo la testa del destriero e mi lancio sul malcapitato che urla di terrore prima di essere finito a colpi di scudo, direttamente dal mio istinto. Recupero la spada, mi volto. Si forma un vuoto intorno a me…..ricordo quando da bambino vidi il teatro di Tirinto, era una giornata di sole senza nubi….. Un guerriero con crini bianche e nere sull’elmo mi si para contro, le spade luccicano e si infrangono contro gli scudi. Ci vado con troppa foga, lo scudo cade.
Sento di nuovo l’odore ferreo del sangue, il suo calore mi avvolge…poi gelo.
Chiudo gli occhi.
Freddo.

3
Tutto finito! Gli addii, le vesti pronte per i riti, la guerra….un colpo, ed è tutto finito. Mi sento l’uomo più forte del mondo, voglio che delle statue immortalino il gesto ad ogni angolo della città…e la mia spada stessa, sarà posta su una altare!! Da uomo ho sconfitto un dio, perché mio figlio non diventasse orfano! Mi pare di aver spaccato una montagna…io, l’ho fatto io. Poi la mia regalità mi sblocca. “Ettore!” urlano i soldati, “Ettore” le mura. Trionfante, prendo il mio trofeo, il suo elmo.
Lo vedo.
Muoio almeno venti volte.
Non è lui.

4
Non era l’onore, era la rabbia. Avevo un amore, valeva più di un sasso, me la tolsero. Avevo un fratello, me lo tolsero. Urlai come una fiera ferita risvegliando il dio dentro di me. Ripensai al gufo di ieri, dietro le mura il sangue si blocca dal suo circolo, tutto si impietrisce. Solo lui si volta, starà piangendo.
Esce.
Lo affronto. Lo uccido. Getto un sasso nel mare rosso della vita mortale. Strazio il suo cadavere. È sera. La nebbia fitta che avevo negli occhi mi cala al suono del pianto di un vecchio. Ritorno uomo. L’onore esige il suo rito funebre. Ettore ha il suo rito.
È quasi mattina.
Getto un sasso…..

Seby85

RACCONTO N°3 ---> LEGGI
« Ultima modifica: 16 Giugno, 2009, 22:06:32 pm da nfscarbon4 »
Una volta serbavo molto rancore per il mio destino. Però ora provo solo gratitudine!
In un attimo così breve della vita rispetto all’immensità del tempo, ho avuto la fortuna di incontrarvi.. fratelli!

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Contest Mitologico II Edizione! [racconto 2/5]
« il: 09 Giugno, 2009, 20:13:45 pm »