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Autore Topic: Intervista a Stefano Cerioni, dialoghista de I Cavalieri dello Zodiaco  (Letto 3271 volte)

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Offline nfscarbon4

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Intervista a cura di SacroLeo del sito CDZMillenium [fonte:Animeclick]

Citazione
L'intervista che segue è con l'autore dell'adattamento italiano de "I Cavalieri dello Zodiaco", colui che ha ideato quei versi che, a distanza di anni, rimangono indelebili nella memoria di tutti gli appassionati. Si tratta di Stefano Cerioni, dialoghista dei 114 episodi della serie TV e dei quattro film, nonché artefice con Enrico Carabelli (direttore del doppiaggio) dell'epica edizione nostrana di "Saint Seiya".
Stefano è laureato con lode in Discipline delle Arti, Musica e Spettacolo e ha esercitato la professione di adattatore nel doppiaggio dal 1988 al 1995. Tra le serie animate da lui dialogate: l'americana "Scuola di polizia" e gli anime giapponesi "Milly, un giorno dopo l'altro" e "Tanto tempo fa... Gigì".
Prima di lasciarvi all'intervista, desidero ringraziare l'editrice UNI Service, la quale mi ha gentilmente messo in contatto con Stefano Cerioni.


1)Stefano Cerioni, raffinato ed abile dialoghista della mitica serie de "I Cavalieri dello Zodiaco". A distanza di ormai vent'anni, cosa ti è rimasto di quell'intensa esperienza?

Ricordi, un album intero. Ogni tanto qualche episodio della mia vita lo costringe a riaprirsi, faccio fare di nuovo capolino a vecchi volti e li rivedo ancora cari, ancora giovani. Quando lavoravo ai Cavalieri bivaccavo spesso in sala doppiaggio, quelle che per voi sono voci per me sono volti, non tutti riabbracciabili, alcuni perduti per sempre. è molto triste. Per me resteranno sempre gli stessi. Tesi per una battuta, un'intenzione, un labiale. Di quell'esperienza professionalmente ricordo anche l'avidità con cui imparai e il piacere di sapere che qualcuno mi leggeva o ascoltava volentieri quello che scrivevo.

2)La scelta che perseguiste, insieme al direttore del doppiaggio (il compianto Enrico Carabelli), rappresenta qualcosa che al giorno d'oggi sarebbe irripetibile: libertà artistica e, se vogliamo, "licenza poetica". Cosa significava adattare nella nostra lingua un episodio dei Cavalieri?

La libertà la dettava il testo, che spesso era lacunoso e giocava a rimpiattino coi dialoghisti. Fu un modus operandi che decidemmo all'inizio, ma che raggiunse piena consapevolezza di sé solo dopo un po' di tempo. Caso volle che una semplice scelta operativa si trasformasse in epos e teatro, in tutto ciò che furono, nel bene e nel male, i Cavalieri dello Zodiaco. Scriverli significava scoprire qualcosa di nuovo ogni puntata. Enrico Carabelli mi spronava, senza la sua fiducia non avrei combinato nulla di buono. Senza la sua grande abilità registica e la disponibilità degli attori a lasciarsi guidare da lui fino allo sfinimento.

3)Quanto hanno influito gli interessi commerciali della Giochi Preziosi sulla scelta dei nomi, quasi sempre semplificati con quello della costellazione di ciascun Cavaliere?

Molto. Vedo che gli storici dei Cavalieri hanno lavorato bene. Giochi Preziosi teneva parecchio alla riconoscibilità dei personaggi. Non sono al corrente di tutti i retroscena: ma non mi stupirebbe se qualcuno scoprisse, oggi, che senza Giochi Preziosi la serie non sarebbe mai andata in onda in Italia. La serie fu trasmessa da Odeon, se non ricordo male. E non sono sicuro che quell'emittente fosse, all'epoca, in grado di comprendere appieno il potenziale artistico dei Cavalieri.

4)Come nacque l'idea di inserire quel "Per il Sacro..." alla maggior parte delle tecniche dei Cavalieri d'Oro?

L'idea di un colpo magistrale della costellazione prese un po' tutti, all'epoca. Qualcosa di unico e riconducibile unicamente all'identità del personaggio. Le tecniche rappresentavano i momenti diversi dell'apprendimento. Ma un colpo solo... uno solo li rendeva peculiari e diversi l'uno dall'altro.

5)Tu che hai vissuto l'edizione italiana della serie direttamente in sala di doppiaggio, cosa ricordi di quella "teatralità" nella recitazione di cui abbiamo potuto godere anche noi telespettatori?

Forse la parte più bella. La scoperta che Carabelli faceva ogni volta delle potenzialità espressive delle battute. Spesso si fermava, costringeva attore e fonico a 'pensare' la battuta. Io sapevo che aveva questa abitudine, e cercavo 'biecamente' di caricare la frase. Spesso il risultato era soddisfacente. A volte meno, a volte più. A volte la compenetrazione tra testo, disegno e colonna sonora era addirittura ideale. Questo però è un merito dei giapponesi. Noi cercammo di sfruttare al massimo le qualità dell'originale.

6)Le citazioni letterarie (Dante, Foscolo, per citarne alcuni) furono tutte idee tue, o qualcuna ti venne proposta direttamente in sala, magari dallo stesso Carabelli?

Le citazioni tratte da classici della letteratura italiana sono tutte opera di Enrico Carabelli. Forse alcune furono suggerite in sala da attori. Ritengo, però, che la maggior parte siano dovute all'amore di Enrico per la poesia. Per quanto molti siano restii a crederlo, io ero per la fedeltà all'originale. Solo qua e là qualche altisonante ed epico dettato con apostrofi e toni da dramma psicologico... ove possibile. Ovunque ci fosse spazio e tempo per l'intervento creativo. Dappertutto?

7)Un quesito che attanaglia molti fan dei Cavalieri: cosa ti ha impedito di accettare l'invito di Ivo De Palma, ossia ricoprire il tuo vecchio ruolo di dialoghista nella Saga di Hades?

E' stato difficile scegliere di non tornare. Credetemi. Avrei voluto, se non altro per dimostrare a me stesso di avere ancora il piglio eroico dei bei tempi andati. Solo rispettare le consegna sarebbe stato difficile, faccio un altro lavoro, non avrei potuto garantire efficienza e professionalità. Ivo ha capito. La mia decisione gli è dispiaciuta. Io di certo a malincuore ho lasciato le 'mie' creature a un altro. Ma, piuttosto che tradirle...

8)Attualmente ti dedichi ad altre attività, tra cui la scrittura. Ti va di parlarci brevemente del tuo romanzo "L'estate di San Martino del '14. Marinetti e Mussolini sotto forma di dialogo" (edito da UNI Service)?

Amo scrivere. 'L'Estate di San Martino del '14' non è romanzo. è un pezzo di teatro. Almeno, vorrebbe esserlo... di solito amo scrivere cose surreali. Questo testo rappresenta per me una sfida, una novità, una scelta. Ho deciso di usare toni 'piani', 'classici' perché ritenevo di avere qualcosa da dire. Ci tenevo a comunicare qualcosa. Difficile spiegare esattamente cosa e perché... in breve. Diciamo che un'idea mi ha conquistato. Se da un dialogo si riesce a suggerire un'ipotesi... se da un dramma si riesce a porre un quesito... Quel periodo della nostra storia non ha punti oscuri, eppure... Non tutto è come sembra.

9)Se avessi continuato a fare il dialoghista, come pensi che ti saresti trovato di fronte ai tempi, sempre più spesso ristretti, con cui sono chiamati a lavorare i professionisti che operano nel settore delle edizioni?

Questa fretta esisteva allora, esisterà anche oggi, esisterà sempre dove regnano pianificazione e rigore. Ricordo i litigi con gli organizzatori del lavoro in Studio P.V. Probabilmente oggi come ieri mi... adatterei. Anche se dare dell'adattatore a un dialoghista è un po' come definire imbianchino Monet. Siamo ostinatamente e malcelatamente orgogliosi. Coi Cavalieri fui più dialoghista che adattatore: ma non in tutte le serie fu così. Le tecniche di oggi semplificheranno il lavoro, saranno migliori. Di più, però, non mi è dato sapere. Né posso immaginare.

10)Nel ringraziarti per la tua disponibilità e cortesia nel rispondere a tutte le mie domande, colgo l'occasione per chiederti (se vorrai) di fare un saluto ai visitatori di questo sito e quindi a tutti i fan dei Cavalieri dello Zodiaco.
Saluto molto volentieri i fan dei Cavalieri e li abbraccio tutti. Hanno fatto parte a lungo della mia vita, li ho spesso immaginati, a volte sperati numerosi. Sono contento di averli divertiti per la mia parte e di esser stato, assieme a Enrico e agli attori, un fedele e a volte apprezzato amico. I Cavalieri furono una serie ricca di idee, di spunti: allacciati con la mitologia, l'utopia, il futuribile: noi, arricchendoli nei caratteri, gli abbiamo forse donato un po' della nostra vita, dei nostri dubbi, delle nostre speranze.
« Ultima modifica: 18 Ottobre, 2009, 13:19:32 pm da nfscarbon4 »
Una volta serbavo molto rancore per il mio destino. Però ora provo solo gratitudine!
In un attimo così breve della vita rispetto all’immensità del tempo, ho avuto la fortuna di incontrarvi.. fratelli!

Offline nfscarbon4

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Re: Intervista a Stefano Cerioni, dialoghista de I Cavalieri dello Zodiaco
« Risposta #1 il: 18 Ottobre, 2009, 13:20:17 pm »
Dalle parole di Cerioni si evince con quanta passione e amore lui e il compianto Carabelli abbiano lavorato al nostro anime preferito.Unica pecca i colpi "Per il Sacro" dove sinceramente avrei preferito i nomi originali degli attacchi :) per il resto un lavoro perfetto,nulla da dire se non grazie per averci regalato tante emozioni!
Una volta serbavo molto rancore per il mio destino. Però ora provo solo gratitudine!
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Offline cancerdeathmask87

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Re: Intervista a Stefano Cerioni, dialoghista de I Cavalieri dello Zodiaco
« Risposta #2 il: 18 Ottobre, 2009, 13:50:08 pm »
Citazione
Quanto hanno influito gli interessi commerciali della Giochi Preziosi sulla scelta dei nomi, quasi sempre semplificati con quello della costellazione di ciascun Cavaliere?

Molto. Vedo che gli storici dei Cavalieri hanno lavorato bene. Giochi Preziosi teneva parecchio alla riconoscibilità dei personaggi. Non sono al corrente di tutti i retroscena: ma non mi stupirebbe se qualcuno scoprisse, oggi, che senza Giochi Preziosi la serie non sarebbe mai andata in onda in Italia. La serie fu trasmessa da Odeon, se non ricordo male. E non sono sicuro che quell'emittente fosse, all'epoca, in grado di comprendere appieno il potenziale artistico dei Cavalieri.

Eeeeeeeeeeecco :D :D :D

Comunque a parte poche pecche, un grazie sentitissimo a Cerioni, Carabelli e a tutti i nostri doppiatori che ci hanno permesso e ci permettono ancora di rivivere la leggenda dei cavalieri :grazie: :grazie: :grazie:
« Ultima modifica: 18 Ottobre, 2009, 13:52:05 pm da cancerdeathmask87 »
Rito Yuuki deve morire  (hunterj mi capisce)

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Offline angelo

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Re: Intervista a Stefano Cerioni, dialoghista de I Cavalieri dello Zodiaco
« Risposta #3 il: 18 Ottobre, 2009, 13:53:15 pm »
Dalle parole di Cerioni si evince con quanta passione e amore lui e il compianto Carabelli abbiano lavorato al nostro anime preferito.Unica pecca i colpi "Per il Sacro" dove sinceramente avrei preferito i nomi originali degli attacchi :) per il resto un lavoro perfetto,nulla da dire se non grazie per averci regalato tante emozioni!

credo che la scelta di chiamare i colpi dei gold"per il sacro"sia stato per i piccoli perchè cosi erano più facili da ricordare o no
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Offline Gemini Saga

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Re: Intervista a Stefano Cerioni, dialoghista de I Cavalieri dello Zodiaco
« Risposta #4 il: 19 Ottobre, 2009, 12:43:13 pm »
Da questa intervista emerge anche chiaramente come fosse anche nelle intenzioni di De palma riaverlo per la serie Hades ^^
hunterj, caro amico, il tuo ricordo rimarrà con me per sempre, grazie di tutto.



by etamindraconis

Offline lupccs

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Re: Intervista a Stefano Cerioni, dialoghista de I Cavalieri dello Zodiaco
« Risposta #5 il: 25 Maggio, 2010, 23:44:20 pm »
che bello, il suo modo di scrivere ricorda tanto i dialoghi dei cavalieri!

Offline ultimoxdrago

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Re: Intervista a Stefano Cerioni, dialoghista de I Cavalieri dello Zodiaco
« Risposta #6 il: 30 Novembre, 2010, 17:32:00 pm »
Dalle parole di Cerioni si evince con quanta passione e amore lui e il compianto Carabelli abbiano lavorato al nostro anime preferito.Unica pecca i colpi "Per il Sacro" dove sinceramente avrei preferito i nomi originali degli attacchi :) per il resto un lavoro perfetto,nulla da dire se non grazie per averci regalato tante emozioni!
A ME PIACEVA per il sacro...

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Re: Intervista a Stefano Cerioni, dialoghista de I Cavalieri dello Zodiaco
« Risposta #6 il: 30 Novembre, 2010, 17:32:00 pm »