A voi la seconda e ultima parte, spero di aver fatto almeno ad alcuni di voi qualcosa che magari non era noto
Se qualuno vorrà approfondire determinati temi me lo dica, l'astrologia è un ambito che mi affascina molto!
PARTE II: ASTROLOGIACome abbiamo detto, il fenomeno della precessione degli equinozi è alla base delle teorie che mirano a scardinare la metodicità dell'astrologia. Secondo gli oppositori, infatti, il 21 marzo (equinozio di primavera) non segna il primo giorno in cui il Sole - visto dalla Terra - inizia a "transitare" nella costellazione dell'Ariete. Ciò corrisponde al vero, ma non determina il fatto che - astrologicamente parlando - il segno dell'Ariete non eserciti il suo influsso su tale data: ciò perché l'astrologia si basa sul cosiddetto
zodiaco tropico. Per spiegare come si è giunti a tale definizione, ripercorriamo brevemente la storia dello Zodiaco.
2.1 Lo Zodiaco babiloneseLa più antica testimonianza relativa a uno Zodiaco risale all'
epoca babilonese (VI-V secolo a.C.), in cui si elaborò un
sistema siderale. La fascia zodiacale fu divisa in 12 segni di 30° ciascuno, posti in relazione ad alcune stelle fisse. Questo sistema potremmo definirlo "naturale", in quanto consentiva di determinare la posizione dei pianeti in base alle coordinate che assumevano nei riguardi di tali stelle fisse: non stupisce quindi che l'astronomia e l'astrologia babilonese si siano basate su questo metodo.
La determinazione del concetto di "stelle fisse" dipendeva da un'osservazione empirica: alcune stelle particolarmente brillanti, infatti, erano facilmente individuabili, il che le rendeva dei punti di riferimento molto utili per stabilire la posizione degli astri "mobili" come i pianeti. Tali stelle "maggiori" erano cinque, più precisamente
Aldebaran (costellazione del Toro),
Polluce (nei Gemelli),
Regolo (nel Leone),
Spica (nella Vergine) e
Antares (nello Scorpione). Col passare del tempo, gli astronomi babilonesi osservarono un curioso fenomeno: al sorgere di Aldebaran in cielo corrispondeva sempre il tramonto di Antares, e viceversa. Da ciò si dedusse che le due stelle erano diametralmente opposte, e costituivano quindi due punti di un asse che divideva perfettamente a metà la fascia zodiacale. Esse vennero poste al centro delle rispettive costellazioni - Toro e Scorpione - e si divise la fascia zodiacale in 12 parti di eguale estensione (360°/12 = 30° ; essendo al centro del proprio "settore", Aldebaran e Antares assumevano dunque coordinate di
15° Toro e
15° Scorpione).
Lo Zodiaco siderale
Con una rotazione in senso orario, nella fgura Aldebaran sorge a Est mentre Antares tramonta a Ovest
Comprese le ragioni pratiche di tale divisione, ci si può chiedere perché il numero scelto fosse proprio il
12. Ciò si deve principalmente al fatto che, nella cultura assiro-babilonese, il numero 12 aveva una forte valenza simbolica; inoltre, il sistema numerico di tali popolazioni non era in base decimale, bensì proprio in base 12 (anche il conteggio tramite dita avveniva in tale base). Per concludere, si consideri che i mesi babilonesi erano tutti di 30 giorni, e poiché un giorno corrisponde con una buona approssimazione a uno spostamento di circa un grado sull'eclittica non stupisce che ogni "settore" della fascia zodiacale fosse stato definito in 30 gradi = 30 giorni = 1 mese. Tali informazioni ci giungono da documenti quali la tavoletta Mul-Apin, conservata oggi al British Museum di Londra.
2.2 Lo Zodiaco TropicoL'utilizzo dello zodiaco siderale si diffuse nella Greci classica: molti sono infatti gli autori greci che riportano misurazioni delle posizioni di stelle e pianeti facendo riferimenti al sistema babilonese. Il legame risulta ancor più evidente se si guarda i nomi che i Greci diedero alle costellazioni correlate a ciascun settore della fascia zodiacale, che sono la traduzione o la "grecizzazione" dei termini babilonesi:
BABILONESE GRECOKusariku --------------------> Krios ("l'ariete")
Te-te -----------------------> Tauros ("il toro")
Tuamu ---------------------> Didymoi ("i gemelli")
Puluccu ---------------------> Karkinos ("il granchio")
Aru -------------------------> Leon ("il leone")
Siru ------------------------> Parthenos ("la vergine")
Zibanitu --------------------> Zyygos ("le chele")
Akrabu ---------------------> Skorpios ("lo scorpione")
Pa --------------------------> Toxotes ("l'arciere")
Enzu -----------------------> Aigokeros ("il capricorno")
Gu -------------------------> Hydrokhoos ("il versatore")
Nunu -----------------------> Ikhthyes ("i pesci")
Tuttavia, tale sistema siderale fu progressivamente abbandonato a partire dall'epoca ellenistica. La definizione di un modello alternativo, ovvero quello dello
zodiaco tropico, si deve all'astronomo greco
Ipparco, che lo elaborò nel II secolo a.C. sulla base degli studi di Eudemone di Atene (vissuto nel V secolo a.C.) sul calendario.
Nel calendario di
Eudemone i mesi avevano le denominazioni corrispondenti a quelle usate a Babilonia per i segni zodiacali: il mese solare successivo all'equinozio di primavera venne da Eudemone attribuito all'Ariete, e quello estivo, che segue al solstizio estivo, al Cancro, mentre il mese che seguiva l'equinozio d'autunno era il mese delle Chele dello Scorpione (in seguito i Romani chiameranno tale segno
Libra, ovvero "bilancia") e quello che iniziava col solstizio d'inverno era attribuito al Capricorno. Gli altri mesi vennero calcolati suddividendo i giorni in gruppi di 30 o 31 per ogni mese. Il calendario delle stagioni di Eudemone comprendeva quindi 12 mesi indicati come Ariete, Toro, Gemelli, Cancro, ecc. in maniera tale che i primi tre mesi coincidevano con la primavera, mentre i tre successivi, dal solstizio d'estate all'equinozio d'autunno, con l'estate, ed il terzo gruppo, dall'equinozio d'autunno al solstizio d'inverno, all'autunno, mentre gli ultimi tre mesi tra il solstizio d'inverno e l'equinozio di primavera corrispondevano all'inverno.
Il percorso (apparente) del Sole sullo sfondo delle stelle fisse fu chiamato
eclittica in quanto su di esso sono situati i punti in cui si puo' verificare un'eclissi: le eclissi di Sole si verificano solo lungo l'eclittica, quelle di Luna soltanto se questa si trova lungo l'eclittica o nelle vicinanze di questa.
L'eclittica venne in seguito usata da Ipparco come cornice per la suddivisione dello zodiaco. Riferendosi all'eclittica egli definì lo
Zodiaco tropico basandosi sul calendario delle stagioni di Eudemone, e quindi trasformò una misurazione di tempo in una struttura spaziale. Come detto poc'anzi, il calendario di Eudemone inizia con l'equinozio di primavera: Ipparco prese la posizione del Sole lungo l'eclittica nel momento dell'equinozio di primavera e stabilì un punto fisso sull'eclittica (noto come "punto gamma" o "punto vernale"). Partendo da questo punto lo Zodiaco tropico si definisce suddividendo il cerchio dell'eclittica in 12 segmenti di uguale estensione, 30° il primo dei quali e' chiamato segno dell'Ariete, il secondo del Toro, ecc. Si tratta di una suddivisione che corrisponde esattamente al calendario di Eudemone, ma nella quale i settori non hanno piuù riferimento al tempo - cioè non sono messi in relazione ai 12 mesi - ma diventano sezioni di spazio di 30° ciascuno. I giorni scelti come
giorni di riferimento nel calendario di Eudemone - cioè l'equinozio di primavera, il solstizio d'estate, l'equinozio d'autunno, il solstizio d'inverno - diventano nello Zodiaco tropico dei
punti di riferimento, e cioe' il punto d'inizio della primavera, dell'estate, dell'autunno e dell'inverno, situati sull'eclittica a 90° di distanza l'uno dall'altro.
Il modello siderale cadde definitivamente in disuso per due ragioni. Innanzitutto, influenti autori successivi a Ipparco, come
Tolomeo, si riferirono nelle loro opere sempre al modello tropico; inoltre, fu approfondito il fenomeno della precessione degli equinozi (già parziamente compreso dallo stesso Ipparco, sebbene già
Aristarco di Samo nel 280 a.C. avesse distinto anno siderale e tropico), che rese manifesto come il modello di derivazione babilonese fosse totalmente inadeguato a rappresentare la realtà celeste.
2.3 Zodiaco siderale VS Zodiaco tropicoSe si confrontano le definizioni di zodiaco siderale e zodiaco tropico, si potra' notare che si ricollegano a due diverse realtà:
-
Lo zodiaco siderale si deve ai Babilonesi e suddivide il cosmo che ci circonda in 12 settori uguali, corrispondenti a raggruppamenti arbitari di stelle note come "costellazioni zodiacali". Questa divisione si fonda quindi su strutture visibili dall'esterno, dove l'asse tra Aldebaran e Antares divide il cosmo in due metà. Si dice che il Sole "transita" in un segno quando - visto dalla Terra - sembra muoversi all'interno del settore celeste in cui si trova la costellazione di quel dato segno.-
Lo zodiaco tropico è tipico della cultura greca: sebbene Ipparco ne avesse definito i caratteri solo in termini spaziali, esso è più precisamente la proiezione di una realtà temporale nello spazio, ovvero il ciclo delle stagioni descritto da Eudemone nel suo calendario. Lo zodiaco tropico, per quanto suddiviso anch'esso in 12 settori di 30° ciascuno, differisce da quello siderale in quanto fa dunque riferimento a una realtà spaziale (seppur di derivazione temporale). Si dice che il Sole "transita" in un segno quando - apparentemente - percorre il tratto di eclittica dominato da quel dato segno (durante questo periodo, per via dei reciproci orientamenti, visto dalla Terra il Sole sorge sempre nello stesso segno = porzione di eclittica).Possiamo riassumere dicendo che esiste una differenza fondamentale del punto di osservazione tra l'astronomia babilonese e quella greca: i Babilonesi infatti osservavano la fascia zodiacale, lungo la quale si muovono il Sole, la Luna e i pianeti; i Greci, invece, osservavano soprattutto il cammino del Sole, che segue la linea mediana della fascia zodiacale chiamata eclittica.
2.4 La rivincita astrologicaSe si è compreso quanto detto sinora, s'intuirà facilmente l'implicazione cruciale che risponde al problema posto all'inizio dell'articolo. Difatti, poiché lo Zodiaco tropico correla i segni zodiacali a periodi che si susseguono immutati a partire da una data fissa (cioè dal 21 marzo, equinozio di primavera), ne consegue che
l'effetto di precessione degli equinozi non interessa l'analisi astrologica, in quanto essa si fonda sullo zodiaco tropico e non su quello siderale come erroneamente si crede. In altre parole, se è vero che l'effetto di precessione "sposta" il punto dell'orbita terrestre in cui si verifica l'equinozio, è altrettanto vero che esso si verifica sempre nella stessa data; inoltre, in tale momento i reciproci orientamenti del Sole e della Terra sono uguali (dì e notte durano entrambi 12 ore) in qualunque punto dell'orbita si trovino i due corpi celesti al momento dell'equinozio.A questo punto, potrebbe sorgere una domanda legittima:
se anche il Sole transita in un tratto dell'eclittica correlato a un segno zodiacale, come può sostenere l'astrologia un "influsso" delle stelle - supponiamo quelle che compongono la costellazione dell'Ariete - sugli uomini nati il 21 marzo, se ad oggi in quel periodo dell'anno il Sole non transita più in tale costellazione (a causa del fenomeno della precessione)? La risposta è molto semplice ed è così articolata:
1) Innanzitutto, l'astrologia non si basa sull'analisi dell'influsso delle
stelle ma dei
pianeti, del Sole e della Luna: in un certo senso, potremmo dire che la sua visione è più "realistica" di quanto si creda, dato che l'astrologia non ha la pretesa di dimostrare i presunti effetti di stelle lontane anni luce da noi, bensì quelli di masse celesti più vicine e che hanno influssi già scientificamente noti (basti pensare all'influenza della Luna sulle maree o quelle del Sole sul campo elettromagnetico);
2) L'astrologia, per quanto riguarda il "segno" di una persona, non si fonda sulle posizioni intrinseche delle stelle che lo rappresentano quanto sulla simbologia del segno stesso e di quello che potremmo chiamare come "influsso energetico" esercitato dal Sole in quel periodo dell'anno sulla Terra. Si pensi al segno del Toro, che è quello centrale fra i tre della primavera: non a caso esso rappresenta la fertilità, la Madre Terra, nonché tutte le divinità che ne sono personificazione (Afrodite/Venere, Hathor, Ishtar, ecc.). Il Toro altro non è che l'archetipo delle energie femminili, del femminino sacro, della rinascita e della vita. Fra i molti studiosi che hanno trattato tale aspetto si può ricordare lo psico-filosofo
Jung;
3) E' vero, a oggi non esiste più una corrispondenza perfetta fra il periodo di un segno e la sua "presenza" - sotto forma di costellazione - nel cielo notturno di quello stesso periodo. Per gli astrologi ciò è tuttavia irrilevante, in quanto tali costellazioni altro non sono che la
rappresentazione celeste che gli uomini hanno dato a tali simboli/influssi/archetipi. Si pensi per esempio a quanto detto nel punto precedente sul Toro, oppure alla figura della Vergine: ella è Persefone, figlia di Demetra, regge una spiga perché la sua presenza in cielo corrispondeva alla mietitura delle messi e - credevano i Greci - la sua scomparsa corrispondeva ai mesi invernali che la giovane trascorreva con Ade negli Inferi. Se anche un domani la costellazione della Vergine non fosse più presente - per l'effetto della precessione - in cielo alla fine di agosto, ciò non toglie che il termine dell'estate cadrà sempre in quei giorni e che gli uomini sempre vi mieteranno il grano, e che in seguito i campi si avvieranno alla quiescenza invernale. Mancherà forse l'immagine celeste che i Greci hanno associato a tale fenomeno, ma il fenomeno in sé si manterrà inalterato poiché il Sole sarà sempre nella stessa posizione rispetto alla Terra;
4) I dati su cui l'astrologia basa l'analisi del soggetto sono molto precisi e basati su uno schema noto come
Tema Natale, in cui le posizioni dei pianeti e delle costellazioni fondamentali (
Ascendente, Medium Coeli, Discendente, Imum Coeli) sono determinati con calcoli astronomici ben precisi come quelli contenuti nell effemeridi (tabelle che, in anno in anno, descrivono le mutate coordinate dei corpi celesti). In un certo senso, se il segno costituisce la cornice interpretativa generale degli individi che sotto di esso sono nati, tali aspetti - ricavati dall'aspetto del cielo clacolato in modo astronomico - sono invece del tutto personali e maggiormente caratterizzanti, in quanto legati al luogo e all'orario preciso di nascita di ciascuno di noi.
2.5 ConclusioniCredenti o scettici, abbiamo visto come l'astrologia moderna fondi le sue credenze su quelle che sono solide basi astronomiche. Chiunque cerchi di demolire i principi dell'astrologia è libero di farlo, ma deve portare avanti la sua critica con gli strumenti giusti. Non si possono impugnare come prova di infondatezza fenomeni quali la precessione degli equinozi o l'esistenza di una fantomatico "tredicesimo segno": le regole, in astrologia, esistono e sono ferree.