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The Lost Canvas / Re: Yuzuriha e la maschera
« il: 05 Maggio, 2012, 21:44:42 pm »
Credo che Kurumada non sia propriamente definibile come maschilista. A mio modesto avviso lui ha fatto solamente un ragionamento piuttosto semplice e logico nella sua ingenuità\semplicità. La presenza delle maschere e della "rinuncia della femminilità" per poter entrare nei ranghi dei Saint si inserisce nel contesto estremamente maschilista filoellenico: benché la storia si sviluppi nel XX secolo si parla comunque di tradizioni nate nella Grecia antica ove regnava il maschilismo assoluto e le donne erano confinate a vita nei ginecei, buone solo a custodire il focolare e a far figli. Chi voleva essere più indipendente doveva davvero rinunciare alla sua femminilità traducibile in parole povere con "castità perpetua". Non a caso l'unica dea femminile ad essere realmente rispettata è la casta Athena. Il buon Kurumada, che voleva inserire delle donne nel suo lavoro ha ben pensato:"Perdincibacco, come posso inserire una donna in tale contesto "rispettando" il maschilismo greco senza farmi massacrare (giustamente) dalle donne che leggeranno il mio manga? E come posso inserire eventuali love story se le tipe non possono amare?". Ecco dunque arrivare le maschere: danno un tocco di esotismo alla storia (a me sono sempre sembrate affascinanti), sostituiscono la cintura di castità e permettono anche un risvolto tragiromantico grazie alla regola del "innamorati o macellalo"
Spero che la mia personale interpretazione risulti sensata...
Per quanto riguarda Yuzo (tema iniziale della discussione), credo che abbia semplicemente pensato:"Che cacchio mi serve indossare la maschera per nascondere la mia femminilità quando ho un'armatura che lascia be poco spazio all'immaginazione?"
Spero che la mia personale interpretazione risulti sensata...
Per quanto riguarda Yuzo (tema iniziale della discussione), credo che abbia semplicemente pensato:"Che cacchio mi serve indossare la maschera per nascondere la mia femminilità quando ho un'armatura che lascia be poco spazio all'immaginazione?"