Saint Seiya GS - Il Forum della Terza Casa

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Post - Lisaralin

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FanFic / Re: Saint Seiya: The Golden Age - by white&lis
« il: 02 Agosto, 2015, 15:37:11 pm »
Citazione
Bella anche la similitudine che ne è venuta fuori con le due stelle di Albireo, quella azzurra e Degel e l'arancione penso Unity. Vero ???
A dire il vero non avevo pensato alle associazioni con i colori... penso che ognuno possa interpretarle come preferisce  :ok:

Sulla Fenditura del Cigno neanche io so moltissimo, la mia fonte principale è Wikipedia  :XD:
https://it.wikipedia.org/wiki/Fenditura_del_Cigno

Ricambio l'espa!  :yea:

2
FanFic / Re: Saint Seiya: The Golden Age - by white&lis
« il: 25 Luglio, 2015, 19:50:30 pm »
Un'ultima storia prima di partire per le vacanze :)


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Personaggio: Aquarius Dégel
Serie: Saint Seiya - The Lost Canvas
Genere: Introspettivo, Malinconico
Rating: verde
Avvertimenti: ho palesemente barato in quanto la storia non è tanto incentrata su Dégel quanto su un altro personaggio. Ma erano secoli che volevo scrivere di lui e così ne ho approfittato :P


Albireo

Unity maneggia il telescopio come se fosse una reliquia. È l’ultimo ritrovato dell’ottica: obiettivo a tre lenti acromatiche, un metro e mezzo di fuoco, e sette mesi imballato in una stiva prima che il mercantile inglese trovasse il tempo – e l’interesse - di fare tappa a Bluegrad durante il suo giro tra i porti dell’Atlantico settentrionale.
Un tempo Unity aveva detestato vivere in un paese sperduto oltre i confini del mondo e reso inaccessibile dai ghiacci per la maggior parte dell’anno. Un tempo non capiva perché suo padre si limitasse a un sospiro rassegnato quando gli altri reali d’Europa non ritenevano opportuno convocarli per concili o occasioni solenni, o quando l’invito alle nozze dell’imperatore d’Austria era giunto ai loro lidi ghiacciati a cerimonia ormai compiuta da settimane. Un tempo non si capacitava che i più grandi intellettuali del secolo si radunassero nell’insignificante Weimar e facessero i loro grand tour a Roma e tra le rovine della Grecia quando Bluegrad possedeva una delle biblioteche più vaste e ricche del continente.
Un tempo, il principe Unity aveva osato sognare un avvenire di gloria e riscatto per il suo paese.
Sono i gesti meccanici di ogni giorno a impedirgli di ripiombare in certi pensieri. Ancorare il telescopio al cavalletto, manovrare le rotelline d’ottone per portarlo all’inclinazione giusta, guardare attraverso le lenti per verificare il fuoco. I pensieri non spariscono mai veramente, ma la disciplina e la routine aiutano a tenerli sotto controllo.
Il principe se ne vergogna. Non era così che aveva giurato di onorare il sacrificio del suo migliore amico, della persona che ha dato la vita per donare a lui e a Bluegrad una seconda possibilità. Ma le notti sono buie a Bluegrad, e piene di fantasmi. La solitudine comincia a pesare troppo per un unico, fragile paio di spalle.


Non gli piaceva il ragazzino nuovo. Una parte di lui sapeva che era ingiusto, perché in fin dei conti non si erano mai parlati se non per augurarsi buongiorno e buonanotte, ma era una questione di istinto, di antipatia a pelle. Diceva di essere stato mandato dal Santuario in Grecia, ma i modi compiti e l’accento gorgheggiante, che sporcava la bella e severa lingua di Bluegrad con i suoi miagolii patetici, tradivano un’origine diversa. Puzzavano di parrucche incipriate e calzamaglie di seta, di ricevimenti in saloni ricoperti di specchi dorati, di gite in carrozza tra le campagne verdeggianti del sud. Il fatto che Seraphina impazzisse per lui, poi, non faceva che renderglielo ancora più odioso.
Così come era odiosa la sua abitudine di sederglisi accanto in biblioteca per studiare. A suo onore andava detto che non disturbava mai, si limitava a salutare e chiedere il permesso di sedersi e poi restava assorto sui libri per ore senza emettere un fiato, tanto da chiedersi se fosse ancora vivo. A volte Unity lo sorprendeva con lo sguardo perso fuori dalla finestra e una mano poggiata sul mento, all’inseguimento di chissà quali pensieri. Lo osservava per un po’ senza che l’altro se ne accorgesse e poi si riscuoteva a sua volta, tornando agli studi e maledicendosi per aver degnato lo straniero di tanta parte della propria attenzione.



Il cielo è terso, le nevicate sono ancora incredibilmente contenute quest’anno. Solo l’aria pungente, come una cascata di piccoli spilli sul viso, parla già con la voce dell’inverno. Ormai puntare il telescopio in direzione del Triangolo Estivo è diventato un automatismo, e il suo sguardo, al di sopra della lente, scorre senza fermarsi da Altair a Vega e approda infine a Deneb, la coda luminosa del Cigno. La contempla con gli occhi lucidi, indugia a lungo sulle ali che si librano oltre la fenditura oscura nella Via Lattea. Trova una certa voluttuosa malinconia nel pensare che il cielo rifletta le cicatrici della nostra anima, magnificate e rese eterne dal moto perpetuo degli astri.
Dopo qualche attimo asciuga le lacrime sulla manica e punta ancora il telescopio. Non termina mai un’osservazione senza dedicare almeno un paio di minuti ad Albireo.
Albireo è una stella particolare. A occhio nudo non è degna di nota, un puntolino luminoso come tanti abbandonato nel mezzo del Triangolo Estivo e oscurato dallo splendore delle sue vicine più arroganti. Eppure Albireo è la testa del Cigno, e la sua vera bellezza si rivela solo a chi è capace di guardare al di là delle apparenze.


“Non ci è permesso usare il telescopio.”
Le prime parole che gli rivolse furono un divieto, e non poteva che essere così.
“Chiedo scusa, non lo sapevo.”
Dégel tornò subito a sedersi, ma il suo sguardo faticava a tornare sui libri, continuava a indugiare sullo strumento accanto alla finestra. Erano appena le quattro del pomeriggio, ma in autunno le notti iniziano presto a Bluegrad, e ci sono giornate in cui è impossibile rimanere concentrati sulla storia e sul diritto perché le stelle ti chiamano fuori, a bagnarti nella loro luce pallida sopra un tappeto di neve appena caduta.
“Sai” continuò Dégel poco dopo, ed era la prima volta che una loro conversazione non si esauriva dopo due battute, “volevo tanto vedere Albireo.”
“Ma che diavolo dici?”
Si morse la lingua un istante dopo aver parlato. Ecco, aveva fatto la figura dello stupido, di quello che non sa le cose. Ora il damerino di Versailles avrebbe inarcato un sopracciglio elegante e si sarebbe precipitato a colmare con saccenza le sue lacune culturali da troglodita del nord.
“L’ho scoperto appena adesso” disse invece Dégel, e per la prima volta c’era una nota di entusiasmo nella sua voce. Indicò il libro aperto sul tavolo davanti a sé, sulle cui pagine consunte si intravedevano disegni di mappe del cielo e schemi delle orbite dei pianeti. “Deve essere una stella bellissima, sembra insignificante, ma se la guardi attraverso un telescopio… “
Dégel si interruppe, uno strano sorriso comparso sulle sue labbra. Di colpo sembrava ancora più giovane, un bambino che ha appena avuto una di quelle idee che non devono arrivare per nessun motivo alle orecchie degli adulti. Unity odiava ammetterlo, ma a quel punto bruciava di curiosità.
“Perché non la guardiamo insieme?”



Subito dopo “l’incidente” si era ritenuto fortunato. In ginocchio davanti al trono di Athena, immerso nel suo Cosmo luminoso che scaldava persino i traditori come lui, aveva creduto che vivere fosse un onore immeritato. Continuare a respirare quando i sorrisi di Dégel e Seraphina si erano spenti per sempre era un dono troppo grande, una grazia troppo preziosa.
Solo in seguito aveva capito che vivere in realtà era la sua punizione.
Percorrere sale vuote, e con loro le vie tortuose del ricordo. Parlare con i fantasmi, e ricostruire. Ricostruire è immensamente più faticoso che distruggere. Chiudere gli occhi e dormire per sempre è più semplice che vegliare da soli nella notte e nel buio.
Sono anni ormai che Unity desidera chiudere gli occhi.
Ma la punizione deve continuare, il sacrificio di Dégel non può essere reso vano. Quando il guardiano solitario è sopraffatto dalla stanchezza, Albireo è lì per ricordargli il suo dovere. Per ammonirlo con severità, ma anche per confortarlo, come una piccola scintilla del Cosmo di Athena ancora impigliata nel suo cuore.
Albireo è lo sguardo di Dégel che veglia su di lui dalle distese nere e gelide del cielo.


“Sono un po’ invidiosa” ammise Seraphina. Unity provò una fitta di rimorso: era vero che da qualche tempo a quella parte stava trascurando molto la sorella.
“Dev’essere il cameratismo tra maschi, penso. Come fratelli di sangue. Temo di dovermi rassegnare.” Inaspettatamente un sorriso affiorò sul suo viso delicato, e Unity si sentì più leggero. C’era un mondo di calore e affetto nel tono dolce di Seraphina. La sua non era un’accusa, ma la semplice constatazione di un dato di fatto.
“Voi due siete come Albireo. Due stelle talmente vicine da sembrare una sola.”




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Note: se avete la possibilità di rimediare un telescopio vi consiglio tantissimo di osservare Albireo, una bellissima coppia di stelle dai colori contrastanti (azzurro e arancio). E' un po' difficile da beccare (almeno lo è stato per noi dilettantissimi alle prime armi), ma vale la pena :)
Il Triangolo Estivo è un gruppo di tre stelle molto luminose che si può osservare soprattutto in estate (ma và?), tutte e tre appartenenti a costellazioni diverse. Le tre stelle sono: Deneb (Cigno), Vega (Lira) e Altair (Aquila).
La "fenditura oscura nella Via Lattea" è la cosiddetta Fenditura del Cigno, una fascia di nebulose oscure che sembra tagliare in due la Via Lattea proprio in corrispondenza della costellazione del Cigno.
In mancanza di maggiori informazioni dal manga ho immaginato questa storia ambientata in un Settecento molto tardo, quasi a ridosso della Rivoluzione Francese. Quindi Goethe è già ministro a Weimar, che è diventata ritrovo di intellettuali e personalità, e i primi telescopi a lenti acromatiche sono stati diffusi sul mercato. Su questi ultimi ho spudoratamente copiato ciò che dice Wikipedia data la mia ignoranza pressoché totale in materia di ottica e fisica. Spero di non aver commesso errori!
Riguardo alla latitudine di Bluegrad ho preferito cautamente non pronunciarmi :P

3
FanFic / Re: Saint Seiya: The Golden Age - by white&lis
« il: 26 Giugno, 2015, 21:38:05 pm »
Citazione
non sarai mica quella che raccoglie i due centesimi? XD
Yeeehhh, indovinato!  :yea:

4
FanFic / Re: Saint Seiya: The Golden Age - by white&lis
« il: 23 Giugno, 2015, 16:58:12 pm »
Continuo con un Gold tratto da una serie diversa :)



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Personaggio: Pisces Amor
Serie: Saint Seiya Omega
Genere: Introspettivo, Slice of Life, Commedia
Rating: verde
Avvertimenti: io Omega lo immagino ambientato ai nostri giorni, anche se non so quanto la cosa sia canon. Quindi sì, per quanto mi riguarda esistono gli smartphone. Il titolo è un tributo ai Beatles, e l'autrice in persona fa una piccola comparsa, che vi sfido a trovare :)


A day in the life

Se lo era immaginato diverso, il suo primo viaggio in Italia.
Una gita in gondola tra i colori della Laguna all’alba, magari; o una prima alla Scala, con un completo Armani fresco di stireria e una fascinosa bellezza locale al braccio. E, se proprio la scelta doveva ricadere sulla Città Eterna, in cima alla sua lista dei desideri ci sarebbe stata la Cappella Sistina. Fuori dall’orario di visita, naturalmente, con una guida privata e lontano dagli insopportabili schiamazzi dei turisti. È possibile, se conosci le persone giuste. E Amor conosce sempre le persone giuste.
Di schiamazzi ne risuonano fin troppi nella bolgia sotterranea in cui è intrappolato. E dall’afa che gli incolla addosso la camicia gli sembra quasi incredibile che in fondo alla fiumana di gente non ci sia Minosse in persona ad attenderli, con la cosa serpentina avvolta intorno al corpo di demone. Fosse per lui avrebbe optato per un noleggio con conducente, interni in pelle e aria condizionata a volontà, ma sua sorella è stata decisamente categorica sulla questione del non dare nell’occhio. E dove Medea indica, Amor colpisce.
Ancora un paio di spintoni e riesce a saltare su un convoglio, evitando per un soffio una ragazzina che si è chinata di colpo per raccogliere da terra una monetina da due centesimi. A giudicare dalle condizioni del pavimento è un miracolo che non crolli all’istante, stroncata da un’infezione letale.
Di posti a sedere, ovviamente, neanche l’ombra. Amor si rifugia alla meglio in un angolo, ben attento a ridurre al minimo il contatto con qualsiasi superficie.
Tra sbuffi e gemiti di ferraglia finalmente il treno si mette in moto. Il vagone è una sauna, e puzza di umanità. Buona parte dello spazio è infestata da turisti vocianti, un’invasione da far impallidire la piaga delle cavallette. Accanto a lui, una signora di mezza età è troppo impegnata a litigare al cellulare per accorgersi della manina che sbuca dalla ressa e le si infila nella borsa a tracolla con l’agilità di un cobra. Probabilmente è l’unico ad averla notata: ovunque si giri le teste sono chine, le spalle curve, i visi illuminati dagli schermi degli immancabili smartphone. Da qualche parte, il cinguettio odioso di un Samsung replicato a getto continuo gli fa prudere le mani dalla voglia di annichilire lo scompartimento con un Bloody Waltz.
La manina riemerge dalla bosa carica di bottino per poi tornare a inabissarsi tra la folla, e Amor decide di cambiare scompartimento. Non è la paura di rimetterci il portafoglio: uno che sa muoversi alla velocità della luce non ha niente da temere da un banale ladruncolo di strada. Il fatto è che – Amor detesta ammetterlo, persino con se stesso – se indugia troppo a osservare certe cose, i contorni di queste prima o poi cominciano a trasformarsi. Succede ogni volta. È inevitabile, come respirare o sbattere le palpebre.
Anche ora, puntualmente, gli occhi della ladruncola di strada si tingono di azzurro, i suoi capelli sporchi mutano in onde acquamarina, e aggrappato al suo braccio ecco apparire un bambino ancora più gracile, cencioso, le labbra tremolanti di chi è sul punto di scoppiare in un pianto a dirotto.
Pensare a quei bambini lo disgusta. Il piccolo in particolare, se lo avesse davanti lo prenderebbe a schiaffi; perché è ridicolo, debole, talmente debole da temere il suo dono e cadere preda dello stesso terrore senza senso degli stolti che allontanano lui e sua sorella a suon di sassate.
Per fortuna il bambino pezzente non è davvero lì. Non tornerà più, ucciso dalla sua stessa debolezza. Ed è un bene.
Venti eterni minuti più tardi il viaggio volge al termine. Amor scansa una coppia di fidanzatini che ha scelto il luogo e il momento più sbagliati per scambiarsi effusioni e guadagna agilmente l’uscita attraverso i tornelli. Prima di imboccare la scala mobile verso la superficie si guarda intorno e in pochi secondi individua ciò che sta cercando. L’odore nella toilette maschile non è esattamente incoraggiante, ma dovrà farsela bastare. Si congratula con se stesso per l’idea di portare una camicia di ricambio: se c’è un’occasione in cui non transige su un aspetto impeccabile è un incontro di lavoro, prima ancora che un appuntamento galante.
Il tempo di cambiare l’indumento sporco di sudore ed è in strada, nel centro affollato di famiglie e turisti e inondato dalla luce accecante della domenica di maggio. Secondo la cartina, il suo contatto lo aspetta in un caffè all’aperto a pochi isolati di distanza.
Una donna che spinge una carrozzina a due posti lo costringe a compiere un largo giro per evitare di rimanere imbottigliato sul marciapiede affollato da una selva di motorini e bancarelle ambulanti.
Hanno tutte lo stesso sguardo le madri, riflette Amor. Diamanti negli occhi, la voce ridotta a un falsetto infarcito di smorfie inintelligibili. Proprio come Medea con il piccolo Eden. Deve essere qualche ormone instabile della maternità, perché sua sorella non è mai stata così frivola. E il piccolo Eden, a dirla tutta, non è davvero nulla di speciale.
L’ultima svolta lo porta lontano dalla strada principale e dalla calca, in uno dei suggestivi vicoletti lastricati di sanpietrini che sembrano usciti da un film d’epoca e rendono la capitale italiana tanto celebre e amata nel mondo. Il piccolo locale è incastonato all’angolo di una deliziosa piazzetta, all’ombra di un pergolato. Poco lontano, una fontana gorgoglia sommessamente. La folla e i turisti sono magicamente spariti, come se appartenessero a un altro pianeta.
Riconosce il suo uomo dall’immagine vista nella sfera di cristallo di Medea. È seduto a un tavolino d’angolo e sorseggia un cappuccino: i tratti del viso fini, capelli fulvi pettinati in onde sulle spalle e abiti che rivelano un gusto quantomeno dignitoso per la moda. Certo, avrebbe preferito una bella fanciulla, possibilmente meno schizzata dell’ultimo acquisto di Mars per la Casa dei Gemelli; ma non si può avere tutto dalla vita.
“Buongiorno” esordisce, prendendo posto di fronte all’uomo che Medea indica come candidato ideale per l’armatura del Cancro.
“Spero tu valga davvero il mio tempo, amico mio, perché non hai idea di che impresa sia stata anche solo arrivare fino a qui.”


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Note: ho preso per buona la storia sull'infanzia di Medea e Amor che lui stesso racconta in un episodio. La nega subito dopo, ma ho deciso di far valere il principio secondo cui in ogni buon racconto c'è sempre un fondo di verità.
Tempo di calciomercato al Santuario, ma la campagna acquisti del nuovo presidente Mars fa davvero acqua da tutte le parti.

5
FanFic / Re: Saint Seiya: The Golden Age - by white&lis
« il: 03 Giugno, 2015, 12:50:41 pm »
Ciao a tutti!
Esordisco anch'io con una storia su Asmita!

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Personaggio: Virgo Asmita
Serie: Saint Seiya - The Lost Canvas, riferimenti alla serie classica e a Episode G
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic
Rating: verde
Avvertimenti: la canzone nel testo è di Ayreon.



Eyes of time

I cannot see with these eyes
my world is dark
like a cold eternal night


Si contemplano migliaia di mondi possibili dalla mano del Buddha.
Nelle fessure tra le sue dita baluginano frammenti di universi. È la vertigine, l’abisso che guarda dentro di te. È l’illuminazione.
È anche l’unico mondo che i tuoi occhi sono in grado di vedere.

I could not tell you no lies
my words are lost
in a shroud of mystery


La meditazione è ricerca.
Spesso cerchi i colori, quelli che non hai mai potuto conoscere: il verde intenso delle foglie, l’azzurro accecante del cielo solcato dal bianco soffice delle nuvole. Preghi perché colino come sangue sulla tela della tua notte.
Altre volte cerchi risposte. Risposte ai piedi incrostati di fango e piagati di ferite. A quei cumuli di stracci sul ciglio della strada che una volta erano persone. Come può il Buddha ostentare quel sorriso sereno di fronte a tanta aberrante miseria?

Tell me what you see
I cannot tell you now
I see the world through the eyes of time


Le risposte che trovi non sono sempre quelle che stavi cercando. Le labbra che proferiranno le loro domande non sono ancora carne, ma solo sogni nelle menti degli dèi.
Arrivano a te attraverso gli occhi del tempo, immagini, frammenti, visioni. Sogni di un mondo giovane, figlio del tuo. Non sai dare loro un posto. Non sai trovarvi un ordine, né comporne un quadro armonioso.
Puoi solo danzare al ritmo vorticoso dei colori del futuro.

Tell me what you feel
I wouldn't know how
I cannot free my mind
from the eyes of time


Gli occhi del tempo ti hanno mostrato tante cose.
Hai visto le fiamme di una salamandra estinguersi tra le lacrime di una regina di pietra.
Hai visto una freccia d’oro, un fiore scarlatto sbocciato su un campo bianco.
Hai visto una maschera dagli occhi vuoti come i tuoi, abbandonata in un campo di rose.
Hai visto una fanciulla dai capelli colore del ghiaccio, colonne possenti come braccia di giganti innalzarsi dal fondo del mare, farfalle arcobaleno tra le schiere putride del regno dei morti.
I colori sanguinano sul manto del buio.

I do not know where I am
I'm lost in time
drifting in eternity
I cannot tell if it's real
or fantasy
or a view of things to come


Ora sei in un luogo diverso, una distesa d’erba. Soffice, odorosa. I petali nell’aria hanno il profumo della quiete, del sorriso enigmatico e sereno del Buddha. La comunione autentica dell’anima con il mondo, l’armonia che è al di là, appena oltre la punta delle tue dita. Forse, rifletti adesso, in fin dei conti non l’hai mai cercata davvero.
Non ti servono gli occhi per riconoscere gli alberi gemelli, l’ultimo santuario terreno del beato Shakyamuni. Ora un’altra anima è in procinto di trasmigrare sotto la loro ombra. Un’anima d’oro, un Cosmo di luce caldo e avvolgente come quello del Buddha. Eppure, non sai spiegartelo, è come se quell’anima respirasse all’unisono con la tua.
Prima di partire dove neanche tu potrai seguirla affida un ultimo messaggio ai petali e al vento.
Arayashiki.

I'm still trying to understand
why do I see the things I see
could it be a future world
that's warning us through me
I'm still trying to understand
why do I know the things I know
does it mean I'm a god
will nobody tell me so?


È la pietra fredda del pavimento nella Casa della Vergine ad accoglierti dopo la visione.
I colori sono solo un ricordo, inghiottiti dalla coltre nera e fredda che ti soffoca da sempre.
Ma una scintilla continua testarda a brillare, malgrado l’assalto delle spire del buio.
Le hai viste chiaramente, ne hai percorso i contorni attraverso gli occhi del tempo, e ora sono impresse a fuoco dentro di te, senza possibilità di errore.
Centootto sfere. Centootto perle per altrettante anime impure.
Per una volta, forse, hai trovato una risposta per cui vale la pena sorridere.

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Note: malgrado io ami la canzone e Ayreon in generale la melodia non mi convince, non ha nulla di Asmita. Ma il testo, nonché la storia del bardo cieco che riceve visioni dal futuro, mi ha fatto pensare a lui, anche per via della grande tristezza e solitudine che caratterizzano il personaggio.

6
Anime / Re: Commenti e voti sui personaggi di Omega - Seconda stagione
« il: 08 Febbraio, 2015, 12:53:56 pm »
Gallia: avete già detto tutto voi, ragazzi. La delusione tra gli Shitennou, personalità nulla, solo una sadica pazza che passa il tempo a gridare "gli umani fanno schifo, non potete sconfiggermi". Voto 4, giusto per distinguerla dai Pallasite minori, almeno lei un po' rimane impressa.

Paradox: quoto white in tutto e per tutto. Per me Paradox era stata caratterizzata bene già nella prima stagione, come personalità e come background, ma a condizionare il mio voto basso era stato il fatto che non potevo sopportare che la prima Gold donna della storia fosse un personaggio così frivolo e stupido. Ora che non è più Gold l'ho sopportata molto di più, mi è piaciuta la storia dei Gemelli al femminile e sono arrivata persino a fare il tifo per lei contro Integra, la sorella insopportabile e troppo perfetta. Voto 7 perché comunque mi è piaciuta più di Harbinger!

Integra: in linea generale concordo con quanto detto da white e Gilga, ma non sento di darle un'insufficienza. E' il classico stereotipo del personaggio femminile puro e perfetto, e ho condiviso l'odio di Paradox verso di lei, però stranamente non mi ha dato lo stesso fastidio che mi hanno fatto provare altri personaggi della sua tipologia (Yuna su tutti!). Sarà perché tutto sommato ho apprezzato la storia delle due sorelle (hanno più interazioni di Saga e Kanon, poco ma sicuro, e per una volta ci voleva un rovesciamento al femminile della sempiterna storia dei Gemelli) e mi è piaciuto il loro Galaxian Explosion combinato, una delle scene a mio parere più emozionanti della serie. Inoltre, tutto sommato, è una Gold donna seria. Voto 6.

7
Anime / Re: Commenti e voti sui personaggi di Omega - Seconda stagione
« il: 19 Gennaio, 2015, 16:44:04 pm »
Celeris: bel personaggio e bel ruolo, interessanti le caratteristiche e la storia dell'armatura dell'Equuleus. Concordo con quanto detto da voi in generale, voto 7.

Kitaplha: di lui sappiamo poco, ma mi è sembrato molto simile a Celeris, almeno per il tipo di ruolo che ricopre nella storia. Mi ispira simpatia, ma non apparendo quasi per nulla non mi sento di mettergli più di 6.

8
Anime / Re: Commenti e voti sui personaggi di Omega - Seconda stagione
« il: 05 Gennaio, 2015, 23:45:56 pm »
Alchemy Glove Mila: forse il Pallasite più deludente. Dalle premesse sembrava ci si dovesse aspettare chissà cosa da lui: te lo presentavano quasi come un "outsider" tra le file di Pallas, uno che magari aveva un qualche motivo personale o una storia particolare che lo ha spinto per qualche motivo a seguire la dea. Invece si rivela solo e soltanto ciò che appare all'inizio, ovvero un arrogantone che va in giro a distruggere armature per sport e perché si è svegliato storto la mattina. Iperpompato solo per far scoattare Ikki, nella seconda parte dell'attacco a Pallasvelda viene dimenticato e ricopre un ruolo marginale con una morte frettolosa e priva di interesse. Decisamente meno particolare e caratterizzato rispetto al suo "compagno" Europa, che invece la fa da padrone. Personaggio inutile e sfruttato male, voto 3.

Selene: carina, ha il pregio di dare un po' di spessore a Eden, il che non è poco dato il poco approfondimento che viene dato ai bronzi in questa serie. Per il resto senza infamia e senza lode, voto 6.

9
Spoiler The Lost Canvas / Re:The Lost Canvas Gaiden: giudizio finale
« il: 29 Dicembre, 2014, 14:17:12 pm »
Hasgard gaiden: uno dei migliori secondo me. Intanto perché mette in scena tanti elementi interessanti - le due storyline, quella passata e quella presente, due protagonisti, tante figure di contorno tra cui persino un simpatico cameo di Agasha - eppure malgrado la mole di personaggi/avvenimenti non l'ho mai, neanche in un punto, trovato affrettato o mal approfondito, anzi, secondo me tutti i personaggi sono stati ben bilanciati e delineati, da Hasgard stesso a Teneo, da Selinsa a Cor Tauri passando per un ottimo Sion che in pochissime scene esprime tutta la malinconia e la dignità del suo nuovo, difficile ruolo di rifondatore del Santuario. E poi, devo dirlo, la storia mi ha commossa in più punti, per quanto non sia il top del'originalità. Ma l'emozione e i sentimenti sono un fattore importantissimo, perciò il mio voto è un bel 8,5.

10
Finalmente ho letto anche io il gaiden!

Hasgard: non aggiunge tantissimo alla serie regolare, comunque ho apprezzato il senso di colpa per la morte di Ilias e la perdita di Regulus, la sua dolcezza nei confronti di fiori e bambini (belle le scene in cui si accorge all'ultimo secondo di stare per schiacciare i fiori con la mano o quando Selinsa gli dice di camminare più piano e lui arrossisce imbarazzato), il suo rispetto nei confronti di Cor Tauri. Voto 8.

Teneo: perché morire in battaglia è nobile e glorioso, ma sopravvivere e ricostruire è la sfida più difficile. Teneo è uno dei pochissimi Saint rimasti, a cui spetta l'immane compito di portare il peso delle generazioni passate e allo stesso tempo di fare da ponte verso quelle future. Dite quello che volete, ma a me la sua insicurezza e il suo senso di inadeguatezza è piaciuto un sacco.  L'ho trovato molto umano, ed è facile immedesimarsi in lui, quanti di noi non hanno provato nel quotidiano almeno una volta le sue sensazioni? Magari all'inizio di un ciclo di studi o un lavoro nuovo, quando siamo chiamati per la prima volta a confrontarci con responsabilità diverse e più grandi di prima, e abbiamo paura di non essere all'altezza di chi ci ha preceduti. E Teneo si sente ancora un po' bambino e un po' apprendista e vorrebbe il maestro con sé, ma alla fine accetta il compito che gli è stato imposto e con umiltà e con le sue forze si rende degno dell'armatura d'oro che indossa. Mi è piaciuto veramente molto, voto 8,5.

Cor Tauri: concordo sostanzialmente con il giudizio di white, e aggiungo una cosa: la sua storia mi ha commossa. Credo non ci sia bisogno di dire altro per giustificare un bel 8!

Encelado: bel design, e buona l'idea di utilizzare i giganti, ma rimane il solito nemico che vuole distruggere tutto e considera gli umani come la gomma da masticare sotto le scarpe. Noioso. Voto 5.

11
Anime / Re: Commenti e voti sui personaggi di Omega - Seconda stagione
« il: 18 Dicembre, 2014, 16:59:46 pm »
Soul Killer Greip & Cyllene: voto anche loro insieme. Una coppia di fratelli che a differenza di Ymir e Methone non mi ha detto assolutamente nulla. Il loro rapporto non è delineato quasi per nulla (a parte per il fatto che alla fine sono più individualisti di quanto affermano), sono bruttini graficamente e condividono tutti i difetti dei Pallasite di terza classe. I loro scontri non mi hanno emozionata. Voto 3.

Kelly: una figura piuttosto interessante e "fuori dal coro", che si distacca dal solito stereotipo del Saint senza macchia. Un combattente pratico che guarda la realtà delle cose e si fa prendere dallo sconforto, cosa rarissima nel mondo dei Cavalieri XD Ho apprezzato la sua storia, voto 7.

Emma: lei invece è un personaggio femminile molto convenzionale, messa lì tanto per aumentare le quote rosa ma senza un vero impatto sulla trama e con una personalità piuttosto classica e poco interessante. Inoltre l'arco di Pallasvelda è durato veramente troppo, avrei eliminato lei e altri elementi inutili per procedere più speditamente nella trama. Superflua, voto 5.

12
Anime / Re: Commenti e voti sui personaggi di Omega - Seconda stagione
« il: 09 Dicembre, 2014, 17:23:46 pm »
Aegir: mi trovo d'accordo con white, Pallasite interessante per via del duello con Genbu, per la sua lealtà al proprio "capo" e per la spada di Hyperion, senza contare che un po' facevo il tifo per lui dato che Genbu proprio non lo sopporto XD A parte questo, però, niente di rilevante. Mi ha dato anche un po' fastidio che sia stato riesumato per gli ultimi episodi, non ho mai capito perché si sono ostinati a dare cosìtante puntate di spazio a questi Pallasite insipidi che di certo non le meritavano. Voto 6.

Hyperion: forse quello che mi ha più sorpresa tra gli Shitennou. Di loro in generale come gruppo, e delle cose che non mi sono piaciute, ho già parlato abbondantemente nella votazione di Titan. Riguardo Hyperion, all'inizio mi era sembrato il classico "infame" del quartetto, quello crudele e cattivo tanto perché gli va, arrogante e che viene fatto fuori subito per via dell'eccessiva sicurezza di sé. Invece era meno scontato di quel che sembrava: mi ha colpita la sua lealtà a Saturn, totale e profonda, di cui non lo avrei ritenuto capace nei primi episodi; e lungi dal rivelarsi il solito bieco cattivone senza scrupoli, si dimostra alla fine un guerriero molto onorevole pronto a morire per gli ideali in cui crede. Poi è anche molto forte e resistente, di quelli che non li butti giù neanche a pregare, fa concorrenza al Radamanthys di LC  :XD:
Poi oh, quando i bronzini continuavano a rialzarsi in piedi contro tutte le leggi della fisica dopo che li aveva massacrati milioni di volte, e lui lì che poveraccio non si capacitava e faceva certe facce da emblema della disperazione, lo capivo perfettamente, e alla fine facevo il tifo per lui persino  :XD: E' dura scontrarsi contro i raccomandati protagonisti del cartone  :XD:
Condivido esattamente il pensiero di white e gli do anch'io 7, che sarebbe potuto essere di più se gli Shitennou fossero stati approfonditi meglio come avrei voluto.

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Bar dello sport / Re: Pallone d'oro: chi lo vince e a chi lo dareste
« il: 02 Dicembre, 2014, 16:58:15 pm »
Io Messi vorrei vederlo giocare in una squadra che non sia il Barcellona, che comunque mi sembra molto costruita attorno a lui. Secondo me uno come lui dovrebbe mettersi alla prova anche in altri contesti...

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Bar dello sport / Re: Pallone d'oro: chi lo vince e a chi lo dareste
« il: 01 Dicembre, 2014, 21:34:46 pm »
Manuelone tutta la vita  :yea:
Ronaldo è un arrogantone, mi ha proprio stufata!
Messi sta lì solo perché è lui, ormai lo nominano di default... avesse vinto il Mondale capirei pure...

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Bar dello sport / Re: Pallone d'oro: chi lo vince e a chi lo dareste
« il: 30 Novembre, 2014, 21:42:03 pm »
Cr7 mi sta antipatico... e poi lo ha già vinto un milione di volte... a me piacerebbe lo vincesse Neuer o comunque uno dei tedeschi. Idem per gli allenatori.
La Germania merita tutto quest'anno, anche in considerazione del grosso lavoro svolto da anni a questa parte per arrivare a centrare questo obiettivo.  :yea:

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