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Citazione da: WhiteSary - 10 Novembre, 2016, 14:29:35 pmPerchè noioso?Ha espresso un punto di vista interessante.Forse devi abituarti ai wallpost di Kid, visto che quando parte non lo fermi più, ma fidati che contengono parole molto interessanti Ti ringrazio Sary
Perchè noioso?Ha espresso un punto di vista interessante.Forse devi abituarti ai wallpost di Kid, visto che quando parte non lo fermi più, ma fidati che contengono parole molto interessanti
Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare...
Per esempio a me piace parlarne de livello artistico, geologico e tante altre cose se questo è inteso come globalizzazione. Ma la classe politica non è che sia poi cosi interessante vivono tutti dello stesso modus operandi alla fine, vedo più attualità nei testi di Pasolini e di Gramsci che in un singolo comizio di queste persone americane che citate. Che poi ok, anchio i sono interessato a gente come Kissinger, Nixon, Roosevelt, J. Edgar Hoover e Tolson, la famiglia Kennedy e cosi via...ma che erano comunque in situazioni e periodi più interessanti rispetto a questi tempi piattil.
Scusatemi però c'è un distinguo da fare. Bisogna dire che la Clinton ha vinto (seppur di poco) nel voto popolare, altrimenti non andiamo da nessuna parte. Parlare di un trionfo di Trump è scorretto (è giusto se si considera che tutti lo davano per spacciato), ma è più giusto parlare di U.S.A. spaccati in due come non erano dai tempi di Bush.Il meccanismo elettorale americano è particolare: come penso sappiate i cittadini non votano direttamente per il presidente, ma per i grandi elettori che poi voteranno per il presidente. Il punto è che sono i singoli stati a decidere come vengono ripartiti i grandi elettori che competono loro. Questo significa, ad esempio, che ci sono stati che non danno tutto al vincitore e stati, invece, (la quasi totalità) che anche con un 51 a 49 danno tutti i grandi elettori al vincitore.Poi, che sia un disastro l'elezione di Trump lo dirà o meno il tempo. Che l'establishment ultimamente canni sempre e comunque è invece fuori discussione. L'aumento della forbice sociale, delle disparità economiche e culturali ha fatto sì che la classe cosiddetta "dirigente", quella dei ricchi, quella di coloro che contano davvero e che hanno un peso specifico di un qualche tipo, abbia perso contatto con la realtà della grande maggioranza dei cittadini. Il cittadino medio ormai vota "contro" e non gli importa quale sia il colore di chi è contro, sia esso nero, rosso o giallo. A lui interessa solo che vada a casa la classe dirigente, che venga smantellato l'establishment. Non è populismo nel senso tecnico del termine, ma è populismo nel senso becero che viene utilizzato oggi. E bisogna ammettere che per quanto sia un calderone di rabbia e malcontento senza colore politico (da parte dei cittadini), questo sentimento si è via via incanalato verso binari di destra, con tutto ciò che l'ideale tradizionalmente di destra comporta, nel bene e nel male.Ora Sauzer si arrabbierà, ma se andiamo ad analizzare questo senso di rabbia ci rendiamo conto che viene manifestato in maniera del tutto priva di senso, di fatto confermando gli schemi preesistenti e non smantellando un bel nulla. Votare per l'estrema destra cone Le Pen a mio modo di vedere (e non come ideale politico) non ha senso perché sto in realtà perpetrando uno schema politico che risale addirittura alla rivoluzione francese, quello di destra e sinistra contrapposte e sto inoltre legittimando delle forze che si rifanno a regini totalitari di cui io stesso cittadino incazzato medio parla male (l'elettore di destra tradizionale è un'altra storia).Ha più senso che questo movimento di malcontento si incanali verso una forza come il Movimento 5 Stelle, completamente nuova e fuori da ogni schema, che dal primo momento si propone di smantellare il concetto di destra e sinistra e che urla "Onestà" in un paese come l'Italia in cui la percezione di corruzione è maggiore della corruzione stessa.Non ha senso nemmeno quello successo in Grecia, dove invece il sentimento di protesta si è incanalato su binari di sinistra.Alla luce di questo ragionamento, credo che l'elezione di Trump sia del tutto all'interno dello schema del mondo odierno. Un mondo in cui un italiano emigrato negli Stati Uniti e divenuto cittadino americano vota contro l'immigrazione perché teme che un altro italiano possa arrivare a rubare il lavoro ai propri figli o in cui il messicano povero ed emarginato vota contro l'immigrazione perché teme che gli altri messicani vadano a rompergli le scatole. È un mondo egoista ed irrazionale, in cui ognuno guarda solo l'erba del proprio giardino senza pensare a ciò che accade fuori o fregandosene altamente. In fondo è un riflesso della globalizzazione estrema che stiamo vivendo, tanto è vero che non è la generazione nata in quest'epoca a ripiegare su se stessa, ma la precedente, una generazione che incolpa l'esterno di ogni cosa, abituata com'era agli stati nazionali e a quei bei confini così rassicuranti per l'uomo medio.La colpa è indubbiamente e irrimediabilmente delle classi che sono state al potere negli anni 90 e che hanno condotto il mondo a tutto questo, quelle classi che ora si lamentano del voto contro a prescindere dei cittadini e che non riescono più ad incanalare il sentimento popolare senza capire di essere loro e ciò che loro rappresentano il vero problema. Non si sono curate di armonizzare la globalizzazione e hanno lasciato che il grande mangiasse il piccolo, ripetendo i soliti errori del passato e pensando solo ai loro interessi immediati, tralasciando il medio e lungo periodo. Quella stessa generazione che ora urla è la stessa che ha condotto il mondo a questo punto e la stessa che lo sta affossando.Il popolo non ha sbagliato a votare, il popolo ha fatto ciò che ha sempre fatto storicamente, anche quando non votava, cioè seguire l'onda. Il popolo è il braccio di questa situazione, ma non la mente
Cristian ma credo proprio che quando eleggono il Primi ministro del Giappone, a meno che non fanno, che so, Lelouch Lamperouge, credo che al mondo cambi sinceramente poco L'elezione del presidente U.S.A., come ha giustamente detto Aphrodite, ha effetti su tutto il mondo dato che viviamo in un mondo globalizzato a immagine e somiglianza degli Stati Uniti d'America. Non è essere filoamericani, ripetendo ancora le parole di Aphro...E concordo con lui che sarà lo stesso con la Francia.Non me ne volere, ma questo è il discorso che facevo sui confini in cui ci rifugiamo. Parlare di ciò che succede fuori, sia l'America o la Francia o la Siria o perché no lo stesso Giappone può solo farci bene e non male
Hasgardone: ribalta il suolo ed è duro come il diamante
Bisogna dire che la Clinton ha vinto (seppur di poco) nel voto popolare, altrimenti non andiamo da nessuna parte. Parlare di un trionfo di Trump è scorretto (è giusto se si considera che tutti lo davano per spacciato), ma è più giusto parlare di U.S.A. spaccati in due come non erano dai tempi di Bush.
Il meccanismo elettorale americano è particolare: come penso sappiate i cittadini non votano direttamente per il presidente, ma per i grandi elettori che poi voteranno per il presidente. Il punto è che sono i singoli stati a decidere come vengono ripartiti i grandi elettori che competono loro. Questo significa, ad esempio, che ci sono stati che non danno tutto al vincitore e stati, invece, (la quasi totalità) che anche con un 51 a 49 danno tutti i grandi elettori al vincitore.
Un mondo in cui un italiano emigrato negli Stati Uniti e divenuto cittadino americano vota contro l'immigrazione perché teme che un altro italiano possa arrivare a rubare il lavoro ai propri figli o in cui il messicano povero ed emarginato vota contro l'immigrazione perché teme che gli altri messicani vadano a rompergli le scatole.
Ora Sauzer si arrabbierà, ma se andiamo ad analizzare questo senso di rabbia ci rendiamo conto che viene manifestato in maniera del tutto priva di senso, di fatto confermando gli schemi preesistenti e non smantellando un bel nulla. Votare per l'estrema destra cone Le Pen a mio modo di vedere (e non come ideale politico) non ha senso perché sto in realtà perpetrando uno schema politico che risale addirittura alla rivoluzione francese, quello di destra e sinistra contrapposte e sto inoltre legittimando delle forze che si rifanno a regini totalitari di cui io stesso cittadino incazzato medio parla male (l'elettore di destra tradizionale è un'altra storia).Ha più senso che questo movimento di malcontento si incanali verso una forza come il Movimento 5 Stelle, completamente nuova e fuori da ogni schema, che dal primo momento si propone di smantellare il concetto di destra e sinistra e che urla "Onestà" in un paese come l'Italia in cui la percezione di corruzione è maggiore della corruzione stessa.Non ha senso nemmeno quello successo in Grecia, dove invece il sentimento di protesta si è incanalato su binari di sinistra.
Già ad aprile-maggio ci sono le presidenziali francesi e sono pronto a scommettere che avranno un risalto pari se non maggiore a queste elezioni USA visto che c'è da vedere se la Le Pen riuscirà davvero ad arrivare all'Eliseo o meno.
non ho mai sentito nessun argomentare sull'elezione del Primo ministro del Giappone
e per le aziende americane (la grande maggioranza è delocalizzata almeno in parte fuori USA)
la verità è che era scontato vincesse lui, nemmeno l'intervento di Obama ha riportato Hillary in carreggiata.
per cominciare hanno cancellato dai suoi profili che vieterà l'ingresso negli USA ai musulmani: e la prima cosa se l'è giocata
CitazioneBisogna dire che la Clinton ha vinto (seppur di poco) nel voto popolare, altrimenti non andiamo da nessuna parte. Parlare di un trionfo di Trump è scorretto (è giusto se si considera che tutti lo davano per spacciato), ma è più giusto parlare di U.S.A. spaccati in due come non erano dai tempi di Bush.In un sistema che è sostanzialmente bipartitico, a conti fatti Verdi, Libertariani e simili contano come il 2 di coppe con briscola a denari, può anche capitare una situazione simil pareggio, non vedo qual è il problema o qualcuno si aspettava risultati del tipo 90% vs 10%?CitazioneIl meccanismo elettorale americano è particolare: come penso sappiate i cittadini non votano direttamente per il presidente, ma per i grandi elettori che poi voteranno per il presidente. Il punto è che sono i singoli stati a decidere come vengono ripartiti i grandi elettori che competono loro. Questo significa, ad esempio, che ci sono stati che non danno tutto al vincitore e stati, invece, (la quasi totalità) che anche con un 51 a 49 danno tutti i grandi elettori al vincitore.Questa è la legge elettorale americana da circa un centinaio di anni credo, alla fine è un maggioritario spinto con il principio di chi vince prende tutto (fanno eccezione Maine e Nebraska che hanno un simil-proprorzionale ma sono pure stati piccolini rispetto ad altri dovrebbero avere 6 e 5 Grandi elettori rispettivamente). Tutti i candidati la conoscevano e l'hanno accettata e io non sono a conoscenza di proposte di modifica; su questo non sono informato magari chiedo ragguagli a chi ne sa di più. Ora detto questo, tirare in ballo la legge elettorale che non è un proporzionale puro su tutti i voti nazionali, sistema che avrebbe favorito la Clinton, per spiegare la debacle democratica mi pare assurdo
Piuttosto tornando alle elezioni USA i democratici si dovrebbero chiedere perchè hanno perso il voto degli operai, dei minatori, dei sobborghi industriali e dei piccoli produttori agricoli; tutti voti che sono stati determinanti in stati chiave tipo Pennysilvania o il Wyoming e che hanno contribuito a far vincere Trump.Poi magari dovrebbero pure chiedersi perchè la politica internazionale e di sicurezza interna di Obama è stata sonoramente bocciata.Dovrebbero chiedersi perchè a sostenerli c'erano in massa, star TV, cantanti, attori gente ricchissima e non certo gli strati sociali teoricamente più vicini ad un partito di sinistra, anche se il concetto di "sinistra" negli USA è molto annacquato rispetto a quello che abbiamo noi.Queste riflessioni penso sarebbero molto utili, magari riescono a capire i loro errori.
Chiamasi appunto politica...