Saint Seiya GS - Il Forum della Terza Casa


Autore Topic: leggende sulle vostre citta'  (Letto 7757 volte)

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Offline ligardo

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leggende sulle vostre citta'
« il: 02 Maggio, 2011, 20:13:33 pm »
salve raga serei curioso di sapere alcune leggende sulle vostre citta'...........intanto mettp alcune sulla mia che e' modena

la leggenda del Bucamante
Alle pendici di Monfestino, dove ha inizio il torrente che forma il torrente Tiepido,la forza dell’acqua ha scavato nella roccia una profonda voragine, che prende il nome di Bucamante e alla quale è legata una drammatica e romantica leggenda. Un umile pastore, innamorato della figlia del castellano, promessa sposa ad un nobile cavaliere, ogni notte era solito cantare melodie d’amore sotto le finestre dell’amata. La ragazza, una sera, rispose a quel richiamo e i due innamorati trascorsero la notte nel bosco, sussurrandosi parole d’amore e scambiandosi eterne promesse. L’alba li sorprese sull’orlo di un orrido profondo, conosciuto allora come il “Pozzo delle streghe”, poiché si credeva che fosse un passaggio segreto per il mondo fatato. Sull’orlo dell’abisso, la fanciulla realizzò che, ormai, era giorno fatto e che le guardie del padre erano già sulle sue tracce: il suo amato sarebbe stato ucciso e lei rinchiusa in convento. L’unico nascondiglio nel quale non sarebbero stati trovati era proprio il pozzo delle streghe. Si abbracciarono forte e si lasciarono cadere nell’orrido. Al loro arrivo, le guardie trovarono il velo azzurro della fanciulla e la cintura di pelle del ragazzo. Dei due amanti, nessuna traccia. Da allora, in ricordo dei due giovani, il pozzo delle streghe, lambito da una fitta selva e dalla roccia brulla venne chiamato Bucamante

IL PONTE DEL DIAVOLO
Nel luogo ove si incontrano i confini di tre comuni (Pavullo, Lama Mocogno e Polinago), immerso in un bosco rigoglioso, crocevia di comodi sentieri che lo collegano ai centri abitati più vicini, si erge uno dei fenomeni geologici più rilevanti dell'intero Appennino. Il Ponte del Diavolo è un monolite naturale che unisce i fianchi di un avvallamento, lungo 33 metri, largo tre, con una arcata alta tre metri. Questa è la descrizione scientifica di un monumento naturale che però può anche essere raccontato in modo meno razionale, ma più suggestivo: il nome, per esempio, da che cosa deriva? La magia dei tanti "tre" che ricorrono nelle sue misurazioni; il luogo, posto vicino ad una zona in cui nell'antichità si svolgevano riti pagani.
Molte sono le leggende nate intorno al Ponte. Guai a infilare la testa nel foro che si trova in una delle protuberanze che si innalzano come ali sul fianco del ponte! Improvvisamente si vede il diavolo o addirittura può essere tagliata la testa. Secondo un'altra di queste leggende, un tempo viveva da queste parti un agricoltore dal gergo piuttosto colorito. Per raggiungere i propri terreni doveva attraversare un avvallamento che spesso le piogge facevano diventare un torrente, e ciò lo costringeva a fare un lungo giro o rischiare il guado nella corrente impetuosa; un giorno, stanco di ciò, chiese al Diavolo di aiutarlo dicendosi disposto, in cambio, a donargli la sua anima. Naturalmente il Diavolo accettò e di buon grado andò a prendere un bel ponte; mentre lo portava a destinazione, una notte, passando nel bosco, fu attratto da un sabba di streghe che ballavano discinte e con canti melodiosi; tanto era coinvolto dalla leggiadria delle malefiche fanciulle, che non si accorse del sopraggiungere dell'alba: la luce era per lui mortale, quindi dovette fuggire lasciando il ponte proprio ove oggi tutti lo possiamo ammirare. Leggenda popolare naturalmente: ma non è leggenda che il ponte non sia nato qui ma, come attestano i geologi, il ponte è stato qui trasportato da qualche cataclisma naturale o soprannaturale, o da un movimento tellurico, ma perché dobbiamo per forza dare una risposta scientifica ad un fatto che è molto più suggestivo se ripescato da qualche poetica leggenda? In passato queste leggende tenevano lontani i curiosi: solo gente del luogo, geologi, studiosi di storia frignanese passavano di qui. Oggi, che siamo tutti più razionali e distaccati, il ponte è diventato meta di piacevoli escursioni, alla scoperta di uno dei più suggestivi aspetti della nostra montagna.
Il Ponte può essere raggiunto da diverse località; venendo da Pavullo, lungo la statale dell'Abetone, si può prendere per Monzone e, arrivati alle prime case, imboccare a sinistra; oppure si può proseguire fino a Montecenere, e dal centro del paese prendere la strada a destra in discesa. Proseguendo ancora, un chilometro circa prima di Lama, e precisamente alla maestà di Casa Ritorno, un tempo luogo di sosta dei pastori nel corso della transumanza, si lascia la Giardini per imboccare a destra la strada che conduce al Ponte; infine possiamo raggiungere la meta da Brandola. Tutti gli accessi sono percorribili in parte in auto, ma gli ultimi tratti solo a piedi, mountain bike o a cavallo.
Il ghetto degli ebrei
Un quartiere della antica
Modena che comprendeva
l’attuale piazza Mazzini,
mezzo vicolo Squallore, ,
mezza via Torre e confinava
con l’attuale via Taglio era
chiamato il ghetto e comprendeva
tutti gli edifici dove
abitavano gli ebrei modenesi.
Il ghetto era circondato da
una cancellata che veniva
chiusa ogni notte obbligando gli abitanti a non uscire dal loro
rione. Ancora oggi se si percorre vicolo Squallore dalla via
Emilia si nota che la parte sinistra, tranne alcune aperture
chiaramente recenti, non ha porte né portoni.
La presenza degli ebrei a Modena è segnalata dal 1205 però
la cultura ebraica ha molti aspetti comuni con quella tradizionale
modenese. Basti dire che l’ antichissimo modo di dire “a
gh’è casche la ghegna” corrisponde esattamente al biblico
“concidit vultus suus“ .
Le leggende intorno al ghetto sono numerose, si parla di passaggi
segreti che collegano piazza Mazzini ad altre parti della
città, di tesori, di sotterranei, di formule magiche incise sui muri
delle sinagoghe che hanno preceduto quella attuale e, perché
no, di un golem, nascosto tra le rovine di una di queste ed
attualmente murato in una delle case del ghetto.

IL MISTERO
DI GUNDEBERGA
Molti scrittori hanno sviluppato
la teoria dei “mondi paralleli”
di universi, cioè, che esistono
contemporaneamente
al nostro ma nei quali la storia
ha subito diversi sviluppi. Ad
esempio potrebbero esistere
mondi dove Colombo non ha
mai scoperto l’America e
Giulio Cesare non è stato
ucciso o dove Hitler ha vinto
la seconda guerra mondiale.
Esisterebbero poi, nella nostra realtà, punti magici, dove due
mondi si incontrano e dove sarebbe quindi possibile passare
dall’uno all’altro. Se questa ipotesi è vera una di queste porte
esiste nel Duomo di Modena e mette in contatto il nostro
mondo con uno in cui l’impero romano non è caduto all’inizio
del medioevo.Nella cripta del Duomo, infatti, a fianco del gruppo
delle statue che raffigurano Sant’Anna che da la pappa al
piccolo Gesù, esiste la lapide di una pia donna di origine longobarda,
chiamata Gundeberga, morta, secondo quanto vi si
afferma il 12 giugno del 570 dopo Cristo. Fino a qui niente di
misterioso, ma la lapide continua segnando anche la data
secondo il modo usato nell’antica Roma, segnalando cioè
sotto il nome dei consoli alla data della morte. Ma nel 570
Roma era già caduta e non esistevano più consoli.

UN VILLAGGIO SCOMPARSO
Nella mitica selva Lovoleta,
situata in una non precisata
zona della bassa tra Carpi e
Mirandola, esisteva, tra il IX°
e il XII° secolo un ricco e fiorente
villaggio, Flexum.
Fondato da Longobardi era
forse il più importante della
zona. I suoi abitanti coltivavano
la terra ma, come avveniva
nell’Alto Medioevo, traevano
la maggior parte del loro
sostentamento dal bosco cacciando
animali selvatici, allevandovi maiali allo stato brado,
raccogliendo radici, frutti, erbe, funghi. La selva Lovoleta era
stata a loro assegnata dai re Longobardi ed i loro diritti erano
stati confermati in seguito. Ma un bosco così importante interessava
anche i monaci di Nonantola che, abili falsificatori,
sostenevano documenti alla mano, il loro diritto di proprietà.
La causa andò avanti con alterne vicende fino a che, esasperati
un giorno a Reggio gli abitanti di Flexum bastonarono il
messo imperiale che aveva dato ragione ai monaci. Flexum fu
distrutto e del paese si è persa ogni traccia se non quelle sui
documenti. Ancor oggi però, nelle notti di nebbia, tra Carpi e
Mirandola molti automobilisti raccontano di avere attraversato
un villaggio medioevale dai fieri abitatori.Molti dei falsi documenti
dei monaci sono conservati a Nonantola, ma anche la
biblioteca estense ha un ricco patrimonio di documenti testimonianti
le concessioni imperiali a modenesi.
LA CASA DELE 100 FINESTRE
Una delle leggende piu’ moderne, questa casa situata nella via che porta da vignola a modena una volta appartenuta alla famiglia Negri ora appartiene a un gruppo bancario la leggenda narra che la famiglia una notte si suicido impiccandosi a parte il figlio ultimo genito di cui i vicini sentirono il pianto(ma di fatto nessuno dei corpi fu mai trovato) da allora si dice che la casa di giorno abbia 99 finestre ma dopo la mezzanotte appare la centesima e si ode il vagito di un bambino


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Re: leggende sulle vostre citta'
« Risposta #1 il: 02 Maggio, 2011, 22:25:25 pm »
Complimenti,
non potendo dare un  :+1: a tutta Modena lo riservo per te...
Le mie due città sono ricchissime di leggende e misteri, alcune antichissime e spaventose.
Te ne racconto una per ognuna di esse ma prima devo fare un preambolo che funga da "trait d'union" fra le due storie:

Secondo gli studiosi di geomanzia l'intero pianeta è percorso da flussi d'energia mistica che creano un reticolato sotterraneo simile ad un sistema circolatorio.
Questi flussi terrestri si dividono in positivi (saturi di energia benefica) e negativi (pregni di essenza maligna) e quando si incrociano due correnti di carica uguale o opposta
viene generato un nodo energetico (Omphalos) in grado di lasciar propagare l'energia verso la superficie influenzando, in base alla sua composizione, l'equilibrio vitale della zona irradiata.
La dottrina geomantica nata in Medio Oriente attorno all'anno mille trovò ampio seguito in Europa nel XII secolo, tanto da originare l'improvviso fiorire di una
notevole quantità di edifici dall'architettura avveniristica e ricolmi di simboli e allegorie misteriose: le cattedrali gotiche. Poste in luoghi chiave per mantenere l'equilibrio
di forze globale esse fungono sia da "tappo" che da "collimatore" per i flussi sotterranei; attraverso una particolare attenzione ai rapporti di misura a ad una minuziosa
disposizione geometrica degli archi e delle guglie esse sono in grado di disperdere o convogliare queste potenti cariche energetiche.

Torino:
Non ha bisogno di presentazioni: dal punto di vista magico/esoterico è la capitale incontrastata d'Italia tanto da essere nota come la città del Diavolo.
Torino, lo avrete capito, sorge su un "omphalos". La particolarità però sta nel fatto che il suo è doppio! Fin dall'antichità infatti gli uomini hanno venerato
e divinizzato i fiumi, portatori di vita; basti pensare al famoso dio Nilo. Torino è attraversata da due fiumi che si incrocino nel suo territorio: il celebre Po,
dalle caratteristiche maschili (positive) e dalla Dora Riparia (non me ne vogliano le signore) femminile e negativa. Il punto d'incrocio del Po con il flusso geomantico
positivo si ritiene situato presso Palazzo Madama, un castello medievale sorto su rovine romane, nei sotterranei del quale usavano riunirsi celebri alchimisti
tra i quali il celebre Paracelso. Il nodo d'energia maligna si ritiene invece situato sotto l'impressionante monumento del Frejus in Piazza Statuto
(si, sotto... Torino è quasi interamente percorribile dal basso grazie ad un impressionante sistema di gallerie, molte delle quali naturali... ecco perchè c'è voluto
tanto per avere una vera linea metropolitana sotterranea: veniva giù tutto!), il luogo in cui si eseguivano le condanne a morte! Il cuore nero della città
è purtroppo ben più noto della sua controparte per lo spiacevole proliferare di sette "pseudo-sataniche" cui è stato dato ampio risalto dai media.
Tuttavia un vero mistero (o una palese dichiazione di fede) è contenuto nella curiosa disposizione dei cinque maestosi edifici fatti erigere dalla casa reale
dei Savoia: tracciando fra di essi cinque assi noteremo la comparsa sulla pianta della città di un'inquietante stella a cinque punte... paura, eh?

Napoli:
Le leggende napoletane riempirebbero da sole ogni scaffale della perduta biblioteca di Alessandria. L'influenza religiosa di Egizi, Greci, Arabi e altre
antichissime popolazioni italiche hanno reso la città una tavolozza spirituale in cui poter scoprire ogni più tenue sfumatura dell'anima.
Dal culto di Mitra ai riti Orgiastici di San Giovanni a Mare, da Piedigrotta alla Solfatara, dai fantasmi della povera gente (i "monacielli", fantastiche creature
sospese fra l'infinita generosita dei folletti ed il feroce accanimento delle banshees) a quelli nobil di Palazzo Donn'anna e Palazzo Sansevero...
Quest'ultimo, come si può capire dal nome, era la residenza dell'omonima nobilissima famiglia dei principi di San Severo, già duchi di Torremaggiore.
Il più celebre membro dell'antica casata era un uomo dal genio ineguagliabile, alchimista, matematico, inventore e massone. Era chiamato dal popolo,
"U Prencipe Dimonio". Si tratta di Raimondo di Sangro. Da giovane aveva studiato a Roma ed aveva avuto accesso ai "libri proibiti" della biblioteca
vaticana. Appassionatosi alla scienza ed agli studi Tolemaici aveva poi deciso di dedicare la sua vita all'alchimia ed alle dottrine gnostiche.
Questo gli procurò non pochi problemi con il clero tanto da rischiare la scomunica per un suo scritto (siamo nel 1750). Accusa dalla quale seppe fuggire
grazie ad una lettera riparatrice e soprattutto all'ala protettiva della loggia napoletana la quale annoverava fra i suoi membri ben più di un alto prelato
nonchè influentissimi nobili capeggiati dal gran Maestro della Loggia: nientemeno che Carlo III, il più illuminato re della storia della città.
Se volessi raccontarvi del Principe e delle sue invenzioni (nonchè delle oscure leggende che lo riguardano) riempirei questa ed altre 10 pagine del forum;
inoltre, siccome abito poco distante da casa sua, non vorrei che poi lui non apprezzasse il gesto e mi venisse a prendere con la sua carrozza anfibia
che tanto spesso, ancora oggi, i popolani giurano di sentir passare lungo i vicoli dei decumani.
Piuttosto vi narrerò una storia risalente ad oltre un secolo prima della sua nascita: il punto di arrivo e quello di partenza coincidono, infatti questa storia
si svolse nel 1590 nel Palazzo Sansevero (quando si dice il destino).
La notte del 17 Ottobre di quell'anno si consumò fra quelle mura un agghiacciante delitto: a quel tempo i Sansevero offrivano alloggio presso la loro
residenza al principe di Venosa Carlo Gesualdo ed alla sua bellissima e giovane moglie Maria D'Avalos. Quest'ultima però era stata costretta alle nozze
come purtroppo accadeva di frequente fra l'antica nobiltà partenopea (e non solo) ed in cuor suo amava il giovane Fabrizio Carafa, rampollo d'un'altra antica
e potente casata che aveva dato a Roma già due Papi. Il marito, informato della tresca da una serva della moglie, quella sera finse di partire con parte
della corte per una battuta di caccia. Maria, ignorando il tranello e fremente d'amore mandò subito a chiamare il suo adorato Fabrizio che la raggiunse
rapidamente. Nel pieno della passione Carlo Gesualdo irruppe nella stanza e snobbato l'amante si lancio sulla moglie la trafisse con la sua spada.
Non pago la trascinò fin sul portale del palazzo urlante e sanguinante vietando poi alla corte di soccorrerla e provocandole coì un'atroce morte per
dissanguamento. Il rango di Carlo Gesualdo gli permise di non essere incriminato ma anzi compatito dopo il crudele gesto e quest'ingiustizia
animò il popolo fin a quando, come spesso accade, non nacque una terribile leggenda dal gusto di rivalsa.
Non passò molto tempo, infatti, da quando i primi testimoni notarono un'evanescente figura insanguinata e piangente aggirarsi fra l'obelisco dell'antistante
piazza di San Domenico ed il portone di palazzo Sansevero: la principessa D'Avalos aveva deciso di infestare quei luoghi finchè il suo dolore
non si fosse estinto o la sua vendetta compiuta. Il suo spettro fu avvistato di frequenza per ben tre secoli fino al 28 Settembre 1889 data in cui
un'ala del palazzo crollò a causa delle infiltrazioni di un fiume sotterraneo... o della maledizione della bella Maria D'Avalos.
Spoiler
Per la cronaca da allora non si registrano più apparizioni ma ci sono testimoni, soprattutto dopo il tramonto del 17 Ottobre e
nelle notti precedenti a tale data, che giurano di aver sentito un urlo straziante echeggiare nella corte e nella scala lungo la quale
la povera donna venne trascinata  :paiura:
[close]

Spero di non avervi annoiato troppo  :ok:
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Re: leggende sulle vostre citta'
« Risposta #2 il: 02 Maggio, 2011, 23:15:09 pm »
tutt'altro molto interessante sapevo che torino e' una citta magica nera ci deve essere anche una piazza con un obelisco pieno zeppo di simboli di magia nera.........per quanto riguarda napoli conoscevo storia dei monacello di via nilo nel quartiere di spaccanapoli e delle janare...pero' quello che hai scritto tu e' molto interessante :ok: ricambio il  :+1:

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Re: leggende sulle vostre citta'
« Risposta #3 il: 02 Maggio, 2011, 23:33:33 pm »
tutt'altro molto interessante sapevo che torino e' una citta magica nera ci deve essere anche una piazza con un obelisco pieno zeppo di simboli di magia nera

 :XD: macchè... si trova proprio a piazza statuto ed è un obelisco per rilievi geografici.
Deve la sua fama proprio al luogo in cui si trova ed alle iscrizioni in latino su di esso.
Però su c'è scritto solo quanto dista dal suo gemello: c'è n'è un altro identico a circa 11 km in linea retta verso Rivoli.
Sono stati eretti nel XVIII secolo per delimitare una nuova unità di misura: "il grado torinese".
Come immaginerai non ebbe molto seguito presso gli accademici.
Piuttosto è interessante notare che Torino è esattamente sul 45° parallelo...
 :ok:
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Re: leggende sulle vostre citta'
« Risposta #4 il: 03 Maggio, 2011, 08:39:47 am »
topic interessante :+1:  :ok:
io avevo fatto un racconto prendendo spunto da uno vero su Cagliari, più tardi cerco la storia originale e la posto  (se la trovo :D)
  l'arma più lenta del grande tempio, l'arma che più provoca dolore, benvenuti alla fine del viaggio, non altra conclusione è altrettanto adatta alla vostra follia!

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Re: leggende sulle vostre citta'
« Risposta #5 il: 03 Maggio, 2011, 09:02:28 am »
io avevo fatto quelle sulle mosche e la sella del diavolo :D sulla sella del diavolo c'è una leggenda ma è diversa da quella del mio racconto, più tardi come detto vedo se trovo l'originale
  l'arma più lenta del grande tempio, l'arma che più provoca dolore, benvenuti alla fine del viaggio, non altra conclusione è altrettanto adatta alla vostra follia!

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Re: leggende sulle vostre citta'
« Risposta #6 il: 03 Maggio, 2011, 09:07:18 am »
sei ancora giovane  :ok:
  l'arma più lenta del grande tempio, l'arma che più provoca dolore, benvenuti alla fine del viaggio, non altra conclusione è altrettanto adatta alla vostra follia!

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Re: leggende sulle vostre citta'
« Risposta #7 il: 03 Maggio, 2011, 17:30:35 pm »
ecco la leggenda di cagliari by wikipedia  :ok:

Sella del Diavolo e golfo degli Angeli
La leggenda racconta che i diavoli, ammaliati dal fascino e dalla bellezza del Golfo di Cagliari cercarono di impadronirsene. Dio mandò i suoi angeli prediletti, guidati dall'Arcangelo Michele, per scacciare Lucifero e i suoi adepti. La battaglia fu combattuta nei cieli del golfo e ad oggi vivono ancora due teorie: la più conosciuta vuole che Lucifero in fuga, fu disarcionato dal cavallo e perse la sua sella che si posò sulle acque del golfo e pietrificandosi diede origine al promontorio; l'altra racconta che il demone, durante la battaglia, cadde sul promontorio dandogli l'attuale forma. Da qui il nome Sella del Diavolo e quello del golfo tanto ambito Golfo degli Angeli. Si dice che gli angeli mandati dall'Onnipotente ancora mantengano fede al loro compito e continuino a proteggere il golfo.


questa è la più nota ed quella a cui mi ero ispirato per il contest mitologico, anche se da qualche altra parte avevo pure letto che nella Sella c'erano tesori  :uhm: cercando su google ne ho trovato una di cui non sapevo nulla 

Sella del Diavolo versione 2
Il barbiere Dais, il presunto uccisore di Gerolamo Pitzolo nel 1795 non ebbe fortuna. Narra la leggenda che alcuni "amici" gli proposero una battuta di caccia. Nella estremità della Sella del diavolo, raggiungibile soltanto via mare, esisteva ed esiste tuttora una grotta denominata " la grotta dei piccioni", cavità che probabilmente è il più grande antro naturale presente in Cagliari, il cui nome trae origine dai colombi e dai piccioni che ancor oggi, in gran quantità, nidificano all'interno. Essendo accessibile solo via mare, con l'ausilio di una piccola imbarcazione, veniva prediletta dai pescatori della zona e in particolar modo dai cacciatori che andavano a prendere i volatili.
Il Dais venne quindi condotto da questi “amici” in barca alla grotta con il pretesto della caccia ai colombi, allora in uso. Durante la caccia gli amici si rivelarono però per quel che erano, e cioè i vendicatori dell'uccisione del Pitzolo e di altri uomini a lui vicini, massacrati nello stesso giorno dalla fazione dei rivoltosi di cui faceva parte anche il Dais.
E la vendetta fu terribile: venne legato alla parete, a pelo d’acqua, all’imboccatura della grotta e lasciato annegare lentamente con il salire della marea. Da allora la Grotta dei Colombi, già meta di escursioni in barca e battute di caccia da parte dei cagliaritani, e per tutto il 1800, fu evitata perché ritenuta un luogo maledetto, nascondiglio di uno spettro maligno.
Si dice che l'anima di colui che perde la vita per morte violenta non può riposare in pace. Il lugubre lamento della vittima si è perciò fatto sentire a lungo tra le tenebre dell'antro e le circostanti acque, rievocando così l'assassinio e incutendo terrore in coloro che dal mare, scorgevano l'ingresso della cavità. Lo spettro del Dais vagava alla ricerca dei suoi assassini e il suono prodotto dal vento e dal mare era il suo lugubre lamento.
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Re: leggende sulle vostre citta'
« Risposta #8 il: 03 Maggio, 2011, 17:41:12 pm »
 :O_O: :O_O: :O_O:
non puoi farmi venire la pelle d'oca mentre sono in ufficio...
queste storie si raccontano di notte...
Spoiler
>:D >:D >:D
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Re: leggende sulle vostre citta'
« Risposta #9 il: 03 Maggio, 2011, 17:42:21 pm »
in effetti è tetra  :ya:
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« Risposta #10 il: 03 Maggio, 2011, 17:59:56 pm »
ecco la leggenda di cagliari by wikipedia  :ok:

Sella del Diavolo e golfo degli Angeli
La leggenda racconta che i diavoli, ammaliati dal fascino e dalla bellezza del Golfo di Cagliari cercarono di impadronirsene. Dio mandò i suoi angeli prediletti, guidati dall'Arcangelo Michele, per scacciare Lucifero e i suoi adepti. La battaglia fu combattuta nei cieli del golfo e ad oggi vivono ancora due teorie: la più conosciuta vuole che Lucifero in fuga, fu disarcionato dal cavallo e perse la sua sella che si posò sulle acque del golfo e pietrificandosi diede origine al promontorio; l'altra racconta che il demone, durante la battaglia, cadde sul promontorio dandogli l'attuale forma. Da qui il nome Sella del Diavolo e quello del golfo tanto ambito Golfo degli Angeli. Si dice che gli angeli mandati dall'Onnipotente ancora mantengano fede al loro compito e continuino a proteggere il golfo.


questa è la più nota ed quella a cui mi ero ispirato per il contest mitologico, anche se da qualche altra parte avevo pure letto che nella Sella c'erano tesori  :uhm: cercando su google ne ho trovato una di cui non sapevo nulla 

Sella del Diavolo versione 2
Il barbiere Dais, il presunto uccisore di Gerolamo Pitzolo nel 1795 non ebbe fortuna. Narra la leggenda che alcuni "amici" gli proposero una battuta di caccia. Nella estremità della Sella del diavolo, raggiungibile soltanto via mare, esisteva ed esiste tuttora una grotta denominata " la grotta dei piccioni", cavità che probabilmente è il più grande antro naturale presente in Cagliari, il cui nome trae origine dai colombi e dai piccioni che ancor oggi, in gran quantità, nidificano all'interno. Essendo accessibile solo via mare, con l'ausilio di una piccola imbarcazione, veniva prediletta dai pescatori della zona e in particolar modo dai cacciatori che andavano a prendere i volatili.
Il Dais venne quindi condotto da questi “amici” in barca alla grotta con il pretesto della caccia ai colombi, allora in uso. Durante la caccia gli amici si rivelarono però per quel che erano, e cioè i vendicatori dell'uccisione del Pitzolo e di altri uomini a lui vicini, massacrati nello stesso giorno dalla fazione dei rivoltosi di cui faceva parte anche il Dais.
E la vendetta fu terribile: venne legato alla parete, a pelo d’acqua, all’imboccatura della grotta e lasciato annegare lentamente con il salire della marea. Da allora la Grotta dei Colombi, già meta di escursioni in barca e battute di caccia da parte dei cagliaritani, e per tutto il 1800, fu evitata perché ritenuta un luogo maledetto, nascondiglio di uno spettro maligno.
Si dice che l'anima di colui che perde la vita per morte violenta non può riposare in pace. Il lugubre lamento della vittima si è perciò fatto sentire a lungo tra le tenebre dell'antro e le circostanti acque, rievocando così l'assassinio e incutendo terrore in coloro che dal mare, scorgevano l'ingresso della cavità. Lo spettro del Dais vagava alla ricerca dei suoi assassini e il suono prodotto dal vento e dal mare era il suo lugubre lamento.
grande.............molto interessante ma percaso il golfo degli angeli e' a carloforte? perche' ho letto su un fumetto(speciale dampyr "il viaggio dei folli") una citazione del genere

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Re: leggende sulle vostre citta'
« Risposta #11 il: 03 Maggio, 2011, 18:09:50 pm »
no il golfo degli angeli è proprio il golfo di Cagliari :D
Carloforte è un isoletta a ovest della Sardegna (fa ovviamente parte della regione)
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foto presa da Bingmap.com
  l'arma più lenta del grande tempio, l'arma che più provoca dolore, benvenuti alla fine del viaggio, non altra conclusione è altrettanto adatta alla vostra follia!

Offline ligardo

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Re: leggende sulle vostre citta'
« Risposta #12 il: 03 Maggio, 2011, 19:54:50 pm »
grazie della precisazione :ok:

Offline hunterj

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Re: leggende sulle vostre citta'
« Risposta #13 il: 04 Maggio, 2011, 08:40:16 am »
prego  :D
  l'arma più lenta del grande tempio, l'arma che più provoca dolore, benvenuti alla fine del viaggio, non altra conclusione è altrettanto adatta alla vostra follia!

Offline arles83

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Re: leggende sulle vostre citta'
« Risposta #14 il: 05 Maggio, 2011, 19:28:27 pm »
.... Io vediamo se trovo qualche legenda su Roma :uhm:

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Re: leggende sulle vostre citta'
« Risposta #14 il: 05 Maggio, 2011, 19:28:27 pm »